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NEL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI CI ASPETTANO TANTI SACRIFICI
Di comidad (del 04/02/2021 @ 00:08:39, in Commentario 2021, linkato 5921 volte)
In base al racconto dei media viviamo nel migliore dei mondi possibili: un mondo in cui i miliardari sono filantropi, i governi si accorano per la nostra salute, le multinazionali farmaceutiche ci amano, i Presidenti della Repubblica rinunciano a vaccinarsi per primi in modo da lasciare la precedenza a noi; e, infine, un mondo dove le istituzioni europee ci inondano di miliardi per curare le ferite della nostra economia.
Questa era la notizia buona. La notizia cattiva è che, a fronte di tanta illuminata benevolenza, vi sono masse ingrate e oscurantiste, composte da complottisti, negazionisti, terrapiattisti, no-vax, populisti, nazionalisti, sovranisti, ed anche da incapaci/corrotti già pronti a sprecare i preziosissimi fondi europei.
Ci si potrebbe domandare chi mai possa credere ad una rappresentazione così demenziale. In realtà il credere o meno non c’entra, poiché qui siamo nell'ambito del pre-ideologico, cioè dello schema relazionale, che prescinde dal pensiero cosciente e dal discorso. Lo schema relazionale di dipendenza può risultare euforizzante anche per chi lo subisce, in quanto conferisce l'illusione di entrare a far parte di un insieme più potente e votato a luminosi destini. L’euforia però si scontra ben presto con l'esperienza della frustrazione crescente.
Si tratta della stessa relazione di dipendenza rintracciabile nell’ambito religioso: la buona novella è che il Figlio di Dio è morto in sacrificio per i nostri peccati e quindi saremmo tutti salvi; la cattiva novella è che tanta grazia divina noi esseri indegni la sprechiamo e quindi all’inferno rischiamo di andarci ugualmente. Euforia e frustrazione.
L'informazione scientifica del prestigioso Istituto Mario Negri riproduce uno schema analogo: i vaccini sono sperimentati e supersicuri, perciò solo un superstizioso come te può rinunciare a tanta fortuna; certo, potrebbero non funzionare, puoi beccarti uno shock anafilattico, puoi ammalarti lo stesso, ma, se vuoi i vantaggi, devi accettare i rischi. La relazione sacrificale insita in questo tipo di comunicazione è stata ben messa in evidenza da papa Bergoglio, che ci esorta a vaccinarci se non vogliamo passare da egoisti e irresponsabili. L'obbligo di vaccinarsi che, per il momento, la legge non può ancora imporci, passa per la via surrettizia del timore dell'isolamento sociale e dell’esposizione alla gogna. La Medicina sarebbe il potere “benevolo” per definizione, eppure nella relazione di dipendenza nei suoi confronti, il ruolo di paziente ed il ruolo di cavia si confondono.
Abbiamo qui un altro tipico caso di potere che ti “rassicura” terrorizzandoti, un potere schizofrenico che però è pronto ad accusarti di essere paranoico se non gli dai retta. La comunicazione ufficiale rincara la dose: state tranquilli, l’immunità assicurata dai vaccini dura almeno otto mesi (sic!), quindi tra un anno tutti di nuovo a vaccinarvi.

A scanso di equivoci, il nostro governo, provvido e benevolo, stanzia settantuno milioni all’anno per risarcire i danni da vaccini, dando quindi per scontato che quei danni ci saranno. Alla fine è il contribuente a dover pagare per i prevedibili, e previsti, errori delle multinazionali.
Lo stesso schema relazionale, basato su promesse paradisiache e prospettive infernali, può essere riconosciuto nei rapporti che vengono qualificati come “economici”: il “Mercato” con la sua competizione produce ricchezza e assicura benessere, ma nella competizione c’è chi vince e chi perde. Ovviamente è già previsto chi siano quelli “bravi” che vincono sempre, perciò ai perdenti spetta di accettare con rassegnazione, e senza protezioni, quella “durezza del vivere” invocata e auspicata nel 2003 da Tommaso Padoa Schioppa, che sarebbe poi diventato ministro dell'Economia nel secondo governo Prodi, oltre che dirigente del Fondo Monetario Internazionale. Padoa Schioppa fu anche consulente del governo greco all'inizio della grande crisi finanziaria che investì la Grecia, e non c’è dubbio che i suoi consigli siano stati preziosi. Padoa Schioppa considerava “sinistra” tutto ciò che castiga gli egoismi individuali e nazionali, cioè rafforza la relazione gerarchica di dipendenza e di sacrificio. Mettersi in guai come l'euro e come il lockdown, per farsi poi salvare dall'Europa, è una cosa bella perché esalta la nostra dipendenza. Che poi non vengano realmente a salvarti, che i sacrifici portino solo altri sacrifici, sono dettagli irrilevanti. Sottolineare l'assurdità di questa concezione, non ha molto senso, poiché qui siamo nel pre-logico, nel comportamentismo puro.
Secondo la concezione marxiana, esiste un capitale reale, investito nella produzione e nelle infrastrutture, e c’è anche un capitale fittizio, composto di meri crediti. Il tema è ritornato all'attenzione nell'attuale epoca di strapotere della finanza. Può però sorgere il dubbio che “fittizia” non sia soltanto la finanza, ma anche l'intera costruzione della sedicente economia di mercato.
Sulla linea della critica del potere dei “saperi”, avviata dal filosofo francese Michel Foucault, l’economista Thomas Piketty, anche lui francese, comincia a porre il dubbio che l'intera costruzione del “Mercato”, sia in realtà fittizia, cioè un discorso ideologico che non ha altro scopo che giustificare e coltivare la disuguaglianza. La comunicazione mainstream non ha ignorato Piketty, che è un economista accademico, ma non mette abbastanza in evidenza un aspetto particolarmente interessante della sua ricerca. Secondo Piketty infatti la rendita, sia fondiaria che finanziaria, tende storicamente a prevalere sul profitto industriale e sui redditi da lavoro. Si tratta di un dettaglio che mette in crisi l'immagine “produttivistica” del capitalismo e spiega come, al di là di qualche parentesi storica, la pauperizzazione delle masse sia la tendenza fondamentale del capitalismo.
Una demistificazione ideologica dovrebbe però arrivare al nocciolo pre-ideologico dei rapporti di potere. Non a caso il lavoro di Piketty ha ricevuto l'apprezzamento da parte del miliardario “filantropo” Bill Gates, che da sempre combatte contro la povertà e le disuguaglianze. Il problema è che quando ti affidi alla benevolenza dei potenti, sei già nella condizione della cavia sacrificabile.

Ringraziamo Mario C. “Passatempo” e Claudio Mazzolani per la collaborazione.