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""Napoli" è una di quelle parole chiave della comunicazione, in grado di attivare nel pubblico un'attenzione talmente malevola da congedare ogni senso critico, per cui tutto risulta credibile."

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Di comidad (del 05/06/2025 @ 00:05:07, in Commentario 2025, linkato 5123 volte)
Le notizie vecchie sono spesso più istruttive delle nuove. Se si vuole capire il motivo dell’incantesimo che circonda Israele, e di tutte le timidezze e i distinguo con i quali viene affrontato il genocidio a Gaza, allora risulterà utile sapere che in Israele sono presenti quasi tutte le grandi aziende del mondo, non solo per fare accordi di investimento con le industrie e le autorità locali, ma anche per alimentare un giro di “startup”, cioè di nuove aziende che nascono e muoiono in breve tempo con la scusa di seguire l’onda del mercato. Non per niente le effimere startup sono uno degli strumenti preferiti per l’evasione fiscale e il riciclaggio. Quando uno sente le parole evasione fiscale e riciclaggio non sarà difficile associarle a Stellantis, che infatti ha il suo giro di startup in Israele.
Ma non deve neanche sorprendere che in Israele ci sia una ex azienda pubblica come l’ENEL. Il fatto che oggi l’ENEL sia una multinazionale non spiega il motivo per cui essa vada ad investire in un paese costantemente in guerra. Un paese in cui chi se lo può permettere, come appunto i tecnici qualificati, coglie l’offerta al volo se si tratta di svignarsela e cambiare aria in cerca di quieto vivere. Ovviamente la comunicazione ufficiale cerca di ridurre il fenomeno al cosiddetto trauma del 7 ottobre. La realtà è che la labilità demografica di Israele era già evidente da tempo, dato che persino l’attività agricola delle colonie israeliane in Cisgiordania dipende non solo dai finanziamenti degli evangelici americani, ma anche dal loro lavoro al momento del raccolto.
Oltre al riconoscere l’utilità delle notizie stagionate, un’altra accortezza nell’orientarsi nella comunicazione ufficiale, è quella di considerare che il mentire troppo porta a dire la verità. Per sostenere una menzogna palese si mette a supporto una notizia vera, che risulta però istruttiva in un modo imprevedibile per chi legge. L’urgenza di mentire ha fatto un brutto scherzo anche a Federico Rampini, che l’anno scorso, per avallare la balla sui successi del sistema antiaereo israeliano, diede al lettore una dritta utile, cioè la pioggia di denaro che fu riservata da Ronald Reagan ad Israele nell’ambito del progetto delle “Guerre Stellari”. Rampini si dimenticava di sottolineare che l’attacco iraniano dell’aprile del 2024 era stato annunciato con ore di anticipo, che non era stato preso di mira nessun obbiettivo civile, che a difesa di Israele c’erano schierati intercettori americani, britannici e francesi; e che, nonostante ciò, vari missili iraniani avevano raggiunto ugualmente le basi militari israeliane. Ma in fondo aveva ragione Rampini, cioè la notizia più importante era il pretestuoso giro di denaro messo in piedi tra Israele e USA dall’amministrazione Reagan in nome del business di una illusoria sicurezza.

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Di comidad (del 29/05/2025 @ 00:05:01, in Commentario 2025, linkato 5418 volte)
La fintocrazia funziona al meglio quando il fantoccio di turno al governo è una persona particolarmente irritante e “divisiva”, in modo da sollecitare al massimo la faziosità dell’opinione pubblica più suggestionabile, ed anche per alimentare il gioco delle parti dello pseudo-governo con l’altrettanto finta opposizione. La Meloni presenta quindi caratteristiche ottimali per il ruolo di fintocrate; e inoltre, in quanto Cenerentola della Garbatella, ha potuto avviare un effetto di sponda con la sua antagonista nella fiaba mediatica, cioè quell’icona da sorellastra invidiosa che è Elly Schlein. La fintocrazia produce quel rumore di fondo che distrae da evidenze ricorrenti, note e conclamate, ma che vengono costantemente rimosse dalla memoria della comunicazione ufficiale, oppure private della dovuta attenzione.
Se si smarriscono i precedenti storici, allora ogni manifestazione di protagonismo da parte del Presidente della Repubblica in ambito internazionale, viene percepito dalla pubblica opinione e dai commentatori come semplice episodio, come una occasionale invasione di campo. L’importante è che quanto accade non venga correlato ad altri eventi simili, la cui successione nel tempo indicherebbe una regolarità, un’invarianza. A più di un commentatore non è sfuggito il fatto che qualche giorno fa Mattarella è andato a Bruxelles a fare da garante della linea internazionale dell’Italia. Questo ruolo di garante internazionale da parte del Presidente della Repubblica, non può essere spiegato con motivi contingenti, cioè con le presunte incertezze e ambiguità della Meloni e della Schlein in un momento di grave tensione internazionale; quindi non si tratta di una carenza di fedeltà euro-occidentale del governo e del parlamento che avrebbe determinato la necessità di una supplenza da parte del Capo dello Stato.

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Di comidad (del 22/05/2025 @ 00:08:37, in Commentario 2025, linkato 5655 volte)
Il filo-americanismo ha sempre avuto molti sportelli a cui rivolgersi. Se non sei soddisfatto degli USA in versione ufficiale, c’è sempre “un’altra America” alla quale andare a bussare per sperare di ricevere aiuto e protezione. Si è arrivati al punto che molti nostrani avversari dell’imperialismo americano rivolgessero le proprie aspettative di liberazione ad un presidente USA come Donald Trump. Dal canto suo l’Europetta sembra oggi contrapporsi a Trump, ma solo in nome della nostalgia della cara vecchia America dei neocon; i quali neocon sono tutt’altro che in ritirata, visto che ancora sono preponderanti nella CIA e sono presenti persino nell’amministrazione Trump.
Pare adesso che il filo-americanismo abbia aperto un nuovo sportello addirittura in Vaticano, con sede nel Palazzo Apostolico e vista panoramica su Piazza San Pietro. Purtroppo non ci si risparmia nessun dolore e nessuna privazione; infatti, da quando i papi non sono più italiani, ci si è guastato il gusto dell’anticlericalismo, dato che non si sa più se la merce sia autentica o contraffatta. In Italia la Chiesa Cattolica non ha mai appoggiato il nazionalismo italiano, semmai il contrario; infatti l’unità italiana è stata fatta contro il papato ed a spese dei suoi territori. E poi c’era la tradizione politologica machiavelliana, che ha sempre individuato nella Chiesa di Roma un avversario dell’indipendenza italiana. Quando invece si ha a che fare con cattolici e prelati di altri paesi, non si può essere mai certi che non stiano usando il cattolicesimo come strumento di grandeur nazionale. L’ex direttore della CIA, Robert Gates, una ventina di anni fa rilasciò un’intervista nella quale ovviamente si guardò bene dal dichiarare in modo esplicito che Karol Wojtyla avesse collaborato con la CIA e ben da prima di essere eletto papa; però anche quel poco che Gates ha ammesso sui rapporti CIA-Vaticano in Polonia, in definitiva, basta e avanza. Secondo Gates il movimento di opposizione polacco noto come Solidarnosc fu appoggiato e finanziato contestualmente dal Vaticano, dal sindacato americano AFL-CIO e dalla CIA; anche se, a detta di Gates, i tre soggetti non avrebbero collaborato direttamente, ma solo comunicato per non pestarsi i piedi a vicenda. La vicenda polacca ha anche riconfermato le contraddizioni intrinseche al nazionalismo, che si intreccia con i conflitti imperialistici delle altre potenze, sradicandosi così dagli interessi della gran parte della propria popolazione. In un modo o nell’altro si è sempre “internazionalisti”; il problema sta nel vedere da che punto di vista, quello delle cleptocrazie o quello delle classi subalterne.

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Di comidad (del 15/05/2025 @ 00:05:38, in Commentario 2025, linkato 5866 volte)
La notizia del giorno (ormai di ogni giorno) è che Trump ha avviato un negoziato con se stesso per stabilire cosa vuole, però poi ha abbandonato la trattativa perché ha cambiato idea. Oggi puoi annunciare quello che ti pare, tanto domani è un altro giorno, per dirla alla Rossella O’Hara. Ma Trump non è solo “Via col Vento”, è soprattutto “Via col Vanto”, nel senso che in questa comunicazione caotica ci deve pur essere una costante, cioè la sperticata auto-celebrazione. Trump è un felice riscontro della ferrea regola enunciata da Leopardi, secondo la quale non c’è lode che non sia nata dalla bocca di chi ne è l’oggetto. Trump si vanta di essere l’unico presidente USA della storia recente a non aver iniziato una guerra, ed il bello è che c’è ancora chi gli crede, come se l’attacco allo Yemen (cessato solo per esaurimento delle munizioni) non ci fosse mai stato.
Rispetto alla presidenza Biden, comunque Trump ha segnato davvero una svolta epocale, infatti prima, a gestire gli affari ed i conflitti di interessi del presidente, c’era il figlio Hunter Biden; mentre oggi a svolgere il ruolo di faccendiere di famiglia c’è il genero, Jared Kushner, da anni impegnato a trafficare in Arabia Saudita, in Qatar e negli altri emirati. Persino l’attuale visita di Trump a Riad è stata preparata dal geniale genero. Kushner ha sempre respinto ogni accusa di conflitto di interessi, tanto negare l’evidenza non costa nulla. Il fatto che Kushner non si sprema le meningi per cercare alibi, non vuol dire che manchi di fantasia, infatti la trovata di esiliare i palestinesi di Gaza nel deserto e di trasformare la Striscia in una riviera di lusso, è proprio sua, ed è stata da lui enunciata l’anno scorso, per cui il suocero si è limitato a riprenderla e adottarla.
Il conflitto di interessi è come l’Uovo di Colombo, è una banalità che funziona. In astratto il conflitto di interessi è considerato un illecito, ma in concreto è proprio il fatto di tenere il piede in due scarpe, nel pubblico e nel privato, a conferire il massimo del vantaggio e della posizione di rendita, per cui ogni obiezione a riguardo va ad impantanarsi nella rete di potere creata dal conflitto di interessi stesso, oppure a rimbalzare sul suo muro di gomma. Accusare qualcuno di conflitto di interessi equivale a contestargli un grande potere, quindi a fargli pubblicità. Inoltre il fatto di avere le mani in pasta nel pubblico e nel privato, può essere venduto alla pubblica opinione come una garanzia di “competenza”, come si è visto con Mario Draghi. Del resto i banchieri centrali sono degli strani soggetti semi-istituzionali che incarnano e santificano il conflitto di interessi; infatti i banchieri centrali rappresentano degli ibridi tra ruolo pubblico e tutela degli interessi delle aziende di credito private; che poi sono quelle che possiedono le quote di partecipazione alla banca centrale stessa. Le banche centrali sono fondate su un pasticcio giuridico tra diritto pubblico e diritto privato, ed è l’elemento di confusione, di extra-legalità e di illegalità istituzionalizzata, a conferire loro un alone gnostico-sacrale di superiore “competenza”.

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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


09/06/2025 @ 06:48:32
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