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"Un'idea che non sia pericolosa non merita affatto di essere chiamata idea."

Oscar Wilde
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Di comidad (del 17/10/2024 @ 00:02:58, in Commentario 2024, linkato 5425 volte)
Sembra passato un secolo, eppure era solo a marzo di quest’anno che la Meloni giocava a calcio balilla con i soldati della missione ONU in Libano siglata Unifil; e, tra una partita e l’altra, Giorgia ci ammoniva severamente, sentenziando che la pace non si fa dal divano, bensì si costruisce con la “deterrenza”. Qualcuno forse si ricorderà degli accesi dibattiti su pace e deterrenza che quella esibizione meloniana scatenò. Ogni volta che si cerca di trascinarci in queste discussioni astratte, occorre sempre ricordarsi di quel proverbio “alla cinese”: quando indichi la Luna, l’uomo sciocco guarda il dito, mentre l’uomo saggio guarda cosa stai facendo con l’altra mano. Che abbia ragione l’uomo saggio, oppure l’uomo sciocco, la cosa certa è che la Luna non ti deve distrarre.
Si può infatti discutere all’infinito sulla domanda se l’Unifil abbia costruito o meno la pace e la deterrenza; c’è invece una cosa che l’Unifil ha sicuramente costruito, cioè una linea di basi militari, composta da varie fortificazioni e bunker a protezione delle truppe ONU, tutto ciò occupando una discreta porzione di territorio libanese, di cui di fatto gli “indigeni” sono stati espropriati. Da quando è iniziata l’invasione israeliana del Libano le truppe ONU passano gran parte del tempo in quei bunker che, oltre che ben corazzati, hanno (a quanto si spettegola) interni sfarzosi da far invidia ad un albergo a cinque stelle.
I nostri commentatori ora ci dicono che Israele è stato un po’ birichino a sparare sulle basi Unifil, tra cui quella italiana; però bisogna capirlo. L’Israeli Defence Force ha infatti esibito prove schiaccianti, che inchiodano l’Unifil alle sue responsabilità: le foto e i video indicano senza ombra di dubbio che accanto alle basi ONU allignavano i tunnel di Hezbollah, chiaramente colpevole di nascondersi sotto terra per non farsi massacrare dalle bombe israeliane. Chi oserebbe mai dubitare della parola dell’IDF? Si sa che non mente mai. La missione Unifil si è quindi rivelata inutile; anzi, i nostri soldati stanno facendo da scudi umani ai terroristi. I patrioti con doppio passaporto (americano e israeliano), cioè i vari Capezzone, Sechi e Porro che nel marzo scorso inneggiavano alla deterrenza della Meloni, ora reclamano a gran voce il ritiro delle truppe Unifil. E il costoso sistema di fortificazioni messo su dall’Unifil nel corso di decenni? Quei bunker Unifil sono diventati una preda in sé, dei preziosi punti d’appoggio per qualsiasi azione militare da ambo le parti del fronte. Se la missione Unifil si fosse ritirata qualche mese fa, ora quei bunker sarebbero oggetto di disputa armata tra l’esercito libanese, Hezbollah e Israele. Oggi invece quei bunker se li erediterebbe gratis Israele: una bella linea di fortificazioni in confezione regalo, il tutto impacchettato e pronto per passare di mano; uno dei tanti casi di parassitismo israeliano nei confronti dell’ONU. E poi l’ONU sarebbe “inutile”?
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Di comidad (del 10/10/2024 @ 00:08:05, in Commentario 2024, linkato 5619 volte)
La data del 7 ottobre è assurta ai fasti della religione ufficiale con un nuovo significato, sfrattando la celebrazione dell’obsoleta Madonna del Rosario; ciò ad ennesima smentita del luogo comune secondo cui vivremmo in una società secolarizzata che avrebbe perso il senso del sacro. Spacciando gli israeliani per ebrei, si è trasformato un evento bellico in oggetto di culto sacrificale, estorcendo all’opinione pubblica la sottomissione al mistero, doloroso ma anche glorioso, del Popolo Eletto che si scontra col Male Assoluto. Si tratta di una vera e propria diffida, di una sfacciata intimidazione nei confronti di chi voglia porre troppe domande, ammonendolo a non incorrere nella blasfemia. A distanza di un anno dall’attacco di Hamas e di altre formazioni palestinesi, l’Israeli Defence Force infatti non ha ancora pubblicato i risultati dell’inchiesta che avrebbe dovuto spiegare i motivi della debacle del sofisticato e costoso sistema elettronico di protezione militare al confine di Gaza. La BBC ha pubblicato una ricostruzione parziale degli eventi del 7 ottobre in base a presunte testimonianze di militari israeliani, i quali avrebbero condizionato le loro dichiarazioni alla garanzia di rimanere nell’anonimato. Da quel poco che si capisce, pare che un attacco da Gaza fosse atteso ma che, nonostante le numerose segnalazioni nei giorni precedenti, la sua portata fosse stata gravemente sottostimata dagli alti comandi; mentre, al contrario, erano assolutamente sovrastimate le capacità della barriera di protezione. La vicenda del 7 ottobre quindi va oltre la questione delle balle sugli stupri e sgozzamenti, e persino al di là del famigerato Protocollo Hannibal che impone ai militari israeliani di impedire la presa di ostaggi anche a costo di uccidere commilitoni e concittadini.
In questo marasma di domande ancora senza risposta ufficiale, c’è infatti una certezza, cioè il miliardo e cento milioni di dollari che è costato il muro di protezione israeliano. Lungo sessantacinque chilometri, il muro era stato completato nel dicembre del 2021 ed era dotato di modernissimi sensori e sistemi anti-tunnel. Un’altra certezza è che la questione del fallimento del muro anti-Gaza e dei suoi costi è scomparsa dal dibattito; e ciò appunto grazie all’operazione di consacrazione degli eventi del 7 ottobre, nella loro trasformazione in “pogrom” o addirittura in appendice dell’Olocausto. In altri termini, più sacro e più culti misterici ci metti, meno devi rendere conto di quanto hai speso e di quanto hai “mangiato” per vendere al pubblico una pericolosa illusione di invulnerabilità.

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Di comidad (del 03/10/2024 @ 00:05:08, in Commentario 2024, linkato 6081 volte)
In questi ultimi decenni è cresciuta, anche negli ambienti più insospettabili, l’insofferenza verso la cosiddetta “sinistra”, ritenuta foriera di pulsioni totalitarie. Sebbene le motivazioni di tanta insofferenza siano perfettamente comprensibili e condivisibili, l’approccio al problema appare invece completamente fuorviante. Per quanto l’astio tra “destra” e “sinistra” sia autentico e sincero, addirittura parossistico, ciò non toglie che le due sponde opposte facciano insieme sistema, o gioco delle parti, poiché si avviano dalle stesse premesse, cioè dalle stesse gerarchie antropologiche. La mitologia di destra si basa sul culto della forza, magari ribattezzata eufemisticamente “merito”, che andrebbe lasciata libera di esprimersi anche a scapito dei deboli, ma in definitiva a loro vantaggio, poiché ne verrebbero indirizzati e disciplinati. La “sinistra” pretenderebbe invece di porre alla “forza” dei limiti morali, da imporre attraverso la legge o l’educazione, o entrambe. La diatriba tra liberismo e socialismo si appunta su questo schema, che comunque non scalfisce il mito della “forza”.
Il successo delle fiabe pseudo-economiche “neoliberiste” di Milton Friedman è stato dovuto alla loro completa aderenza a questo schema mitologico. Stranamente (ma neanche tanto) i più accaniti “bevitori” delle dottrine neoliberiste stanno proprio a “sinistra”, dove si prende sul serio ogni sillaba di Friedman, in modo da potersene scandalizzare. A “sinistra” è bersaglio di particolare indignazione morale la tesi di Friedman secondo la quale l’impresa è responsabile solo verso i suoi azionisti e quindi non verso la società. Il problema di questa affermazione non consiste nel suo irresponsabile egoismo e nella sua immoralità, ma semplicemente nel fatto che non ha nessuna attinenza con la pratica effettiva delle imprese quotate in Borsa. Nessuna bolla azionaria crea valore di per sé, bisogna riempirla con qualcosa; tanto per cominciare si diminuiscono le tasse per le imprese, e il vuoto nel bilancio lo si copre aumentando le tasse sui consumi. Anche Reagan, come già la Thatcher, era andato al potere promettendo una diminuzione delle tasse; in realtà le ha diminuite solo ai ricchi, mentre anche lui, come già la Thatcher, ai poveri ha regalato un aumento delle tasse sulla benzina. La mitologia di Friedman afferma che l’inflazione sarebbe dovuta alla troppa moneta che si appunta su troppo pochi beni, e si dimentica dell’effetto inflazionistico delle tasse sui consumi; così quando l’inflazione sale i governi hanno il pretesto per tagliare i salari. A “sinistra” che si fa? Si smaschera la falsa retorica anti-fiscale della destra? Per niente; al contrario, si fa l’elogio delle tasse. Gioco delle parti.
Ronald Reagan ce l’aveva a morte con quei poveri che egli chiamava gli scrocconi del welfare, ma non ha mai detto niente contro il welfare a favore delle aziende, cioè l’assistenzialismo per ricchi. Negli Stati Uniti poco meno di mille aziende avevano ricevuto nel 2014 oltre cento miliardi in sussidi. Un miliardo era andato ad un’azienda di Warren Buffet, che è diventato un idolo della sinistra perché ha chiesto un aumento delle tasse. Intanto avrebbe dovuto cominciare a restituire quel miliardo. La Meloni si adegua al trend: dice che toglie il reddito di cittadinanza perché non vuole buttare i soldi dalla finestra, ma decide di darli alle imprese “perché così assumono”. Vabbè.

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Di comidad (del 26/09/2024 @ 00:09:21, in Commentario 2024, linkato 6765 volte)
Ognuno ha il sacrosanto diritto di considerarsi indispensabile; anzi, di ritenersi il compimento della Creazione. Allo stesso modo ogni civiltà tenderà a concepire se stessa come il fine della Storia e come il senso del destino umano. Il ridicolo comincia semmai quando ti aspetti che gli altri te lo riconoscano e magari recrimini pure sull’altrui ingratitudine. Ciò spiega l’ involontario effetto comico dell’ultima fatica letteraria del giornalista statunitense Federico Rampini, il quale rimprovera il mondo di essere troppo restio a precipitarsi a baciare la terra dove cammina il Sacro Occidente.
D’altra parte occorre diffidare di ogni tentativo di trascinarci a discutere dei massimi sistemi o a trattare di soggetti generici, privi di indirizzo e di numero di telefono, come appunto il mitico “Occidente”. Finisce altrimenti come ai tempi della signora Thatcher, la quale distraeva e abbindolava l’opinione pubblica con sortite da filosofastra come il suo famoso motto secondo cui “la società non esiste”. Da un primo ministro non bisogna accettare che ci faccia la lezione di metafisica ma che ci dica dove andrà a prendere i soldi. Se non ci si fosse fatti fuorviare dagli slogan vuoti, si sarebbe appuntata l’attenzione sul fatto che la Thatcher rinnegava le promesse elettorali e, mentre riduceva le tasse ai ricchi, le aumentava a dismisura ai poveri spostando la leva del fisco su tutti i consumi di prima necessità ed in particolare sui carburanti.
Esiste un genere letterario del falso proverbio cinese, e ce n’è uno che fa al caso nostro: quando indichi la Luna l’uomo sciocco guarda il dito, mentre l’uomo saggio guarda cosa stai facendo con l’altra mano. In ogni caso la Luna, ovvero l’Occidente, non c’entra niente. E cos’è che c’entra? Ce lo spiegava nel 2013 un certo Federico Rampini in un articolo su “la Repubblica”, nel quale contestava all’allora ministro della Difesa italiano, Mario Mauro, di aver fatto da testimonial in uno spot della Lockheed Martin per promuovere il caccia F-35. Lo slogan pubblicitario recitato da Mauro era “se vuoi amare la pace, devi armare la pace, l’F-35 lo fa”. In realtà, secondo quanto riferito da Rampini, dal punto di vista tecnologico il nuovo caccia di Lockheed Martin aveva presentato numerosi problemi, mentre i costi di produzione e di gestione erano cresciuti già del 70%. Rampini rilevava anche che i soli clienti di Lockheed Martin sono i governi, i quali si fanno coinvolgere nella promozione mediatica del business della super-arma di turno enfatizzandone le presunte ricadute tecnologiche. L’anno successivo nella trasmissione “Servizio Pubblico” Rampini rincarava la dose e, partendo proprio dalla vicenda degli F-35, spiegava come la lobby delle armi cercasse di condizionare la politica e il giornalismo.

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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


22/10/2024 @ 22:25:59
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