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L’AUSTERITÀ CONTINUA SOTTO MENTITE SPOGLIE (E CON L’OMERTÀ DELLA LEGA)
Di comidad (del 08/04/2021 @ 00:05:48, in Commentario 2021, linkato 5928 volte)
Secondo un luogo comune consolidato, destra e sinistra sarebbero ormai uguali. Se si guarda la questione dal punto di vista dei risultati di governo, la tesi è più che attendibile; ma si tratta in effetti solo di una parte della verità.
A causa dei suoi complessi di superiorità morale e intellettuale la sinistra è facilmente manipolabile dai media; inoltre il suo sforzo di dimostrarsi “credibile” e “responsabile”, la rende più insicura e vulnerabile ai ricatti morali e, in definitiva, più docile alle direttive del mainstream. Anche da parte di molti commentatori di sinistra si avanza, con argomenti spesso solidi, l’idea che oggi il PD sia il partito più organico all’establishment ed agli interessi delle oligarchie sovranazionali, quindi lo stesso PD andrebbe considerato il maggiore nemico nello schieramento politico.
La lucidità dell’establishment però non va sopravvalutata, di conseguenza non vanno sottovalutati i suoi sedimentati pregiudizi nei confronti della sinistra “di governo”, che, per quanto addomesticata, continua ad essere percepita come una minaccia potenziale. Una parte dell'opinione pubblica si ostina a considerare “comunista” il PD; e i pregiudizi dell'opinione pubblica non solo permeano anche le stanze dell’establishment ma trovano lì la loro origine. Il vittimismo padronale ha i suoi incubi e proietta i suoi fantasmi, che finiscono per agitare anche la veglia, ravvivando diffidenze verso la “sinistra” ormai del tutto immotivate.
Al contrario la destra viene percepita come omogenea all’establishment, cosa che consente alla destra delle trasgressioni nel campo della comunicazione che per la sinistra sarebbero inconcepibili. I partiti di destra possono fare tutte le parti in commedia, stare nell’establishment e, al tempo stesso, interpretare la parte dell’anti-establishment. Ciò aumenta il potere contrattuale delle destre nei confronti dell’establishment; perciò, se per tenere al guinzaglio le sinistre bastano i ricatti, la collaborazione delle destre invece deve essere spesso comprata.

Nelle settimane scorse abbiamo visto come l'appoggio della Lega al governo Draghi sia stato acquistato ad un prezzo molto più alto di quello pagato al PD o ai 5 Stelle. Il ministero dello Sviluppo Economico, accordato al leghista Giorgetti, rappresenta infatti uno svincolo importante della spesa pubblica e dell’aggregazione delle cordate affaristiche. Questo risultato la Lega ha potuto ottenerlo vendendo la sua opposizione, basata spesso sulla denuncia di temi cruciali come la dispotica spilorceria dell'Unione Europea ed i massacri sociali determinati dai lockdown.
Il paradosso è che la gestione emergenziale dell'epidemia di Covid è stata avviata proprio da una Regione leghista, la Lombardia, che nel febbraio dello scorso anno scavalcò il governo, e impose persino un protocollo di cura irrealistico, basato sulla terapia intensiva, nella convinzione di poter essere l’unica Regione in grado di portarlo avanti: un esperimento di “autonomia differenziata” applicato all’epidemia. Ecco un tipico caso in cui l’establishment ha dimostrato mancanza di lucidità ed ha finito per credere alla propria stessa propaganda.

La Lombardia, la “Regione modello”, ha fatto una figura barbina nella gestione dell’emergenza, compiendo massacri di pazienti assolutamente incomparabili con quelli delle altre Regioni. L'abuso della terapia intensiva ha permesso di mettere in scena un altro psicodramma della scarsità, per cui mancavano i posti-letto, mancavano i ventilatori polmonari, e così via; perciò ci è stato raccontato che occorreva scegliere tra quali pazienti “salvare” e quali no. A quel punto l’emergenzialismo ha potuto tracimare e tanti altri vagoni si sono agganciati alla cordata affaristica che ogni emergenza porta con sé.
Da questa tragedia sociale, la Lega è uscita fuori pura e innocente; anzi, dal parlamento ha potuto persino punzecchiare il governo su parecchi nervi scoperti. Mentre il PD è un partito troppo servile e troppo sputtanato, adattissimo a fare da parafulmine, la Lega invece possiede capacità camaleontiche che le consentono di combinare guai e, contemporaneamente, di denunciarli come se fossero opera d’altri. La capacità mistificatoria della destra si rivela molto più significativa degli scontati tradimenti della “sinistra”.
Grazie all'opposizione abbastanza puntuale dello scorso anno, la Lega ha potuto ora alzare il prezzo della sua collaborazione. Salvini non è il vero capo della Lega, e si è trovato spesso spiazzato dalle manovre interne al suo partito. In questo momento però Salvini vive un altro momento magico, ed è forse l’unico degli “alleati” di governo a poter alzare la voce, poiché l’omertà della Lega risulta preziosa, anzi, indispensabile. La Lega sta infatti fornendo il suo interessato avallo al nuovo mantra della politica ufficiale, cioè la fiaba secondo cui l’austerità sarebbe alle nostre spalle, non soltanto superata, ma persino esposta al pubblico ludibrio, per essere additata come supremo errore.

La differenza rispetto a dieci anni fa è che l’austerità evita di proclamarsi, ma continua in incognito, sotto mentite spoglie. Questo è il motivo per cui in parlamento non ci deve essere nessuno a demistificare il Recovery Fund e le sue nefande illusioni di disponibilità finanziaria. Allo stesso modo occorre avallare la narrazione mediatica secondo cui l’ostacolo alla pioggia di miliardi del Recovery Fund sarebbe oggi rappresentato dalla Corte Costituzionale tedesca. In realtà la Corte Costituzionale tedesca sta allestendo la messinscena di assassinare un cadavere fingendo che sia vivo, anzi, fingendo che sia nato.
Ciò che l'opinione pubblica non deve sapere è che il Recovery Fund, già di per sé inconsistente sul piano delle risorse annunciate, si stiracchia su tempi talmente lunghi da risultare del tutto inutile per le esigenze di tamponare i danni economici causati dalla gestione emergenziale della pandemia.
Il gioco delle parti comunque deve continuare. Ancora pochi giorni fa la nostra Corte dei Conti ha esortato il governo a “non sprecare” i 209 miliardi del Recovery Fund, cioè a non sprecare fondi che non ci sono.