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IL PERDONACOMUNISMO
Di comidad (del 02/08/2008 @ 00:00:45, in Commentario 2008, linkato 1134 volte)
Nella scorsa settimana si è potuto assistere allo spettacolo di un governo composto da criminali comuni che organizzava una campagna mediatica di criminalizzazione dei lavoratori del Pubblico Impiego, in modo da creare il clima di confusione adatto a favorire uno dei più giganteschi saccheggi di denaro pubblico della Storia, spacciato nella prossima Legge Finanziaria sotto la denominazione di “federalismo fiscale”.
Nello stesso periodo, un cittadino della ex Jugoslavia veniva arrestato da uno Stato che si autodefinisce sovrano, per essere consegnato ad una sorta di banda di sequestratori, che, a sua volta, si autodefinisce pomposamente “Tribunale Internazionale dell’Aia”. Questa entità paradossale costituisce un tribunale coloniale, il quale è adibito a processare i nemici degli Stati Uniti; questo tribunale però non ha nessun potere sugli stessi Stati Uniti, dato che questi non lo riconoscono.
Nel 2001 il tribunale coloniale ebbe la faccia tosta di pretendere la consegna dalla Serbia del suo ex presidente Milosevic, con la motivazione che in Serbia non vi sarebbero state le condizioni di sicurezza e di imparzialità per garantire un processo equo. Una volta però che ebbe ottenuto Milosevic in consegna, il tribunale, sebbene non riuscisse a dimostrarne la colpevolezza, ha continuato a tenerlo sotto sequestro, finché una provvidenziale morte “naturale” dell’imputato non ha risolto definitivamente il problema.
Nonostante questo precedente, pare che proprio nulla possa impedire la consegna di Karadzic al Tribunale dell’Aia, dato che, con quelli che la propaganda ufficiale definisce criminali, non è necessario fornire garanzie procedurali o prove, basta la parola; il che è la stessa posizione del governo Berlusconi nella guerra psicologica che ha sferrato contro i lavoratori pubblici: dimostrino loro di non essere dei fannulloni, se ci riescono.
In questo contesto di guerra di classe e di guerra coloniale, si riuniva a Chianciano il Congresso di Rifondazione Comunista, il quale si è spaccato su una questione davvero urgente: quale sia il modo migliore per farsi perdonare di essere comunisti. A Chianciano una nuova ideologia, di cui da tempo si intravedevano le linee teoriche e programmatiche, ha quindi trovato posto nell’atlante ideologico: il Perdonacomunismo.
Il grande problema di questa nuova ideologia è di tipo identitario: perché siamo comunisti? O meglio: perché ci ostiniamo ad essere comunisti?
Alle domande senza senso non si può trovare risposta, e perciò c’è sicuramente materia per tanti altri congressi sulla questione.
Anzi, l’ideologia può anche generare percorsi collaterali, una serie infinita di nuovi perché. Ad esempio: perché siamo pacifisti?
Perché ci opponiamo al fatto che milioni di tonnellate di bombe vengano lanciati su popolazioni civili inermi?
Perché ci opponiamo al fatto che il contribuente paghi questi milioni di tonnellate di bombe con tasse da versare poi al complesso affaristico-militare?
Perché ci opponiamo a basi militari che sequestrano e intossicano il territorio, e diventano centri di riferimento dell’affarismo criminale?
E ancora: perché ci rifiutiamo di pagare tasse per finanziare delle costose privatizzazioni, da cui potranno derivare solo altre tasse?
Mah! Chissà?
Č chiaro che una sinistra moderna ed europea non può lasciare in sospeso simili interrogativi. Il perdonacomunista, in particolare, ha da farsi perdonare due secoli di odio di classe, due secoli di apologia della violenza, due secoli in cui ha voluto vedere dall’altra parte non dei leali avversari o concorrenti, ma dei nemici.
Non basta essere contro la violenza per motivi pratici, dato che questa farebbe proprio il gioco di coloro che vogliono criminalizzare la resistenza dei lavoratori in modo da coprire i propri crimini. Non basta essere contro la violenza dato che costituisce l’ambito in cui la provocazione e l’infiltrazione poliziesca possono esercitarsi meglio.
No, è necessario che il rifiuto della violenza sia morale, assoluto, ma al tempo stesso astratto e generico, al punto che una scazzottata e un bombardamento con milioni di morti rientrino nello stesso calderone, ed una valga l’altro.
In fondo Nichi Vendola e Bertinotti hanno ragione: in questo mondo - a parte quelli che non stanno bene agli USA - sono tutti buoni, e se sbagliano è per eccesso di buone intenzioni; i comunisti invece sono stati cattivi, e debbono farsi perdonare.
31 luglio 2008