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MACRON ZERBINO DI DUE PADRONI PUR DI TAGLIARE LE PENSIONI
Di comidad (del 20/04/2023 @ 00:07:41, in Commentario 2023, linkato 8384 volte)
Un’insperata sentenza della Corte Costituzionale ha riconosciuto l’incompatibilità della pena dell’ergastolo con il quadro accusatorio nei confronti dell’anarchico Alfredo Cospito. Ciò potrebbe forse (forse!) indicare che nel fronte forcaiolo qualcuno ha cominciato ad accorgersi che aver tenuto sotto i riflettori il 41bis si sta rivelando una catastrofe per tutta la mitologia legata a questo regime carcerario, per cui sarebbe meglio avviare, come dicevano al Foreign Office, una “exit strategy”.
In questi mesi è montato l’odio dei forcaioli, che avrebbero voluto festeggiare alla svelta la morte di Cospito, invece quello non si decide. A Cospito si è intimato di fare il martire e di togliersi presto dalle scatole, in modo da far contenti i forcaioli, e magari offrire un contentino anche ai “garantisti”, ai quali elargire una vittima da immolare alla chimerica attesa di un mitologico Stato di Diritto. D’altra parte l’arma dei deboli non è il martirio, e neppure il vittimismo, che è prerogativa esclusiva dei potenti come Giletti. L’arma dei deboli è demistificare il potere, sputtanarlo confutandone le pretese. Trascinando il suo sciopero della fame, Cospito ha tenuto per molto tempo sulla corda gli “organi preposti”, tanto che a molti, specialmente nel governo, sono saltati i nervi, così da scoprire parecchi altarini. Si pensava che con il governo Draghi si fosse ormai raschiato il fondo del barile, invece al suo posto si è presentata una surreale banda di buffoni fascio-nostalgici. Pur avendo ereditato il caso di Cospito dal precedente governo, Meloni e soci lo hanno adottato entusiasticamente, pensando, da buoni fascio-nostalgici, di mascherare le proprie nefandezze con la retorica vendicativa e “pugnodurista”. La stessa cosa è avvenuta anche su altre questioni, per cui un governo che, in un periodo di crescente disoccupazione, ha appena eliminato la rete di protezione del Reddito di Cittadinanza per coloro che hanno figli o vorrebbero averne, poi si permette di denunciare la denatalità ed il pericolo della “sostituzione etnica”. Come a dire: togliamo reddito e protezioni sociali alle famiglie, ma in cambio le facciamo divertire con un po’ di caccia ai migranti.
Grazie alla cialtroneria di ministri e sottosegretari del governo Meloni, si è scoperto che il 41bis è un oggetto misterioso: la magistratura ed il governo si palleggiano la responsabilità di infliggerlo, non si sa se il 41bis è una misura cautelativa o una pena aggiuntiva, non c’è un elenco ufficiale dei detenuti, non c’è isolamento dei detenuti ma una manipolazione dei contatti tra di loro. Insomma, il 41bis è un puro e oscuro strumento di potere, non si sa in mano a quali lobby e per quali scopi. Il 41bis era sino a qualche mese fa un mito indiscusso; ma, dopo quello che si è venuto a sapere, è diventato come il Green Pass: si è capito benissimo che non ha nulla a che fare con gli scopi dichiarati, ma si è stabilito un conformismo per far finta di crederci. E poi dicono che potrebbe tornare il fascismo. Ma quando mai se n’è andato?

Bisognerebbe avere il tatto e il buongusto di non stressare troppo i potenti, perché altrimenti quelli si scompongono, si confondono e poi fanno brutte figure. Macron potrebbe starsene rilassato e tranquillo mentre persegue i suoi progetti ai danni dei lavoratori francesi, dato che ha dalla sua parte le banche, i militari, la polizia, la gendarmeria, la magistratura. Persino i media di tutta Europa fanno sfacciatamente il tifo per Macron e ne esaltano il coraggio di “tirare dritto” davanti alle orde che osano contestarlo. Macron però va lo stesso in ansia da prestazione, perciò si preoccupa del fatto che la sua immagine di despota prepotente in patria sia contraddetta dai suoi atteggiamenti da zerbino nei confronti di Biden e Zelensky. Purtroppo Macron ha una formazione da lobbista, perciò reagisce senza discernimento, bensì con una ripetitività da dispositivo automatico. Non è colpa sua; è un po’ come capita ai fascisti, che sono macchinette gerarchiche, perciò odiano Soros finché ne sono a distanza, ma, se lo avessero a disposizione, correrebbero a leccargli il culo.
Infatti, come è riuscito Macron a dimostrare di non essere lo zerbino di Biden? Andando a fare lo zerbino di Xi Jinping. Certe dichiarazioni di indipendenza nei confronti di un potente alleato hanno senso se collocate nel contesto appropriato; se invece le si vanno a pronunciare proprio davanti al potente concorrente di quell’alleato, allora suonano come piaggeria e doppiogiochismo. Macron ha fatto anche ricorso ad una certa magniloquenza per farsi apprezzare dal leader cinese, ed ha dichiarato di essere un alleato e non un vassallo degli Stati Uniti.
Usando a sproposito la parola “vassallo”, Macron ha dimostrato di essere un po’ impreparato in Storia, nonostante si dica che egli sia un prodotto della mitica École Nationale d’Administration (ENA), la scuola per quadri dell’alta burocrazia francese fondata da De Gaulle, e che poi lo stesso Macron ha chiuso nel 2021 per sostituirla con INSP, un ente governativo che fa da centrale d’affari per distribuire appalti a ditte private. Se Macron non avesse saltato le lezioni, saprebbe che il vassallaggio non era affatto un rapporto meramente subordinato; anzi, poteva essere molto conflittuale, per cui i vassalli rappresentavano la principale controparte, la spina nel fianco, dei loro sovrani. La famosa Magna Charta Libertatum del 1215 fu estorta al re d’Inghilterra dai baroni e dai vescovi. Quel documento è certamente uno dei più sopravvalutati dalla storiografia ufficiale, poiché l’oligarchia inglese si è sempre autocelebrata magnificando ogni insignificante dettaglio del proprio passato; tutto il contrario di ciò che fa l’oligarchia italica, che usa l’autodenigrazione come strumento di dominio. Al di là dei falsi miti e delle esagerazioni sulla Magna Charta come pietra angolare di presunte libertà inglesi, quel documento rappresenta comunque una prova storica del fatto che i vassalli erano dei grandissimi rompiscatole per i loro signori. Macron quindi avrebbe dovuto semmai discolparsi dall’accusa di essere uno zerbino, non un vassallo.

Macron ha ricevuto una pioggia di critiche da parte degli altri leader europei per i suoi atteggiamenti da servo di due padroni; anche se il presidente polacco si è reso ridicolo a sua volta esagerando i toni sulla questione delle presunte minacce cinesi a Taiwan. Le plateali velleità del regime polacco di regolare a tutti i costi i conti storici con l’imperialismo russo, prospettano guai molto più considerevoli delle figuracce rimediate in giro da Macron. L’unica eccezione al coro di critiche sembrerebbe quella del presidente ungherese Orban, che però ha rilanciato le dichiarazioni di Macron in modo del tutto strumentale, come sponda per dire tutt’altro.
Un assist diretto e inaspettato a Macron è invece arrivato dal quotidiano nostrano “il Foglio”, uno di quei giornali che non legge nessuno e che esistono solo in funzione delle rassegne stampa e degli inviti ai talk show. Il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara ha svolto però una funzione ideologica abbastanza importante, fino ad aver trasformato il leccaculismo verso i potenti in una vera e propria mistica, in una specie di religione di salvezza. Secondo quelli del “Foglio”, Macron non si è saputo spiegare, dato che uno come lui, che ha dedicato una vita alla missione di derubare i poveri e beneficare i ricchi, non può essere così cattivo, deve avere qualcosa di buono nel fondo del suo animo. Quelli del “Foglio” hanno il merito di riportarci al nocciolo autentico dell’imperialismo, senza fermarsi solo a quell’aspetto esteriore, quello della gerarchia tra le nazioni. Le gerarchie internazionali stabilite dagli imperialismi consentono infatti alle varie oligarchie locali di farsi da sponda e supporto a vicenda per tenere sottomesse le proprie popolazioni. Il confronto imperialistico tra le nazioni è soprattutto in funzione dello scontro di classe interno. Macron non ha saputo comunicare, è stato goffo e frettoloso e, a causa dello stress, si è sputtanato più del necessario; ma fa quel che deve fare, cioè si mette all’ombra dei potenti per rapinare i deboli.
A causa dell’invadenza della lobby Neocon, attualmente gli USA stanno facendo un sacco di scemenze, perciò il loro dominio mondiale è a rischio. Oggi la locuzione “esperto di geopolitica” è diventata sinonimo di “deficiente che straparla”, infatti non ha senso considerare come un successo statunitense il fatto di aver impedito l’integrazione economica della Germania con la Russia; come se l’attuale integrazione economica e militare tra Russia e Cina non fosse molto più pericolosa.
Alcuni commentatori americani di maggiore buonsenso temono addirittura per la sopravvivenza della NATO e dell’UE se in Ucraina dovesse finire male. A quel punto bisognerà badare al sodo, e ricostituire le gerarchie internazionali in modo da preservare il dominio di classe interno, cioè di garantire una distribuzione del reddito esclusivamente a vantaggio delle oligarchie finanziarie. La finanza e le Borse gonfiano valori fittizi che non possono essere riempiti col semplice plusvalore, ma necessitano di un prelievo forzoso su tutti i redditi da lavoro, ricorrendo sia ai tagli, sia alle tasse e accise sui consumi popolari. Se per continuare a tagliare salari e pensioni, i lobbisti come Macron dovranno fare da zerbino al governo cinese invece che a quello statunitense, non ci sarà nessuna difficoltà ad adeguarsi.