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IL MILITARISMO FINANZIARIO DELLA NATO E DELLA BANCA MONDIALE
Di comidad (del 12/01/2012 @ 00:32:37, in Commentario 2012, linkato 5736 volte)
Il 7 gennaio scorso il quotidiano "Washington Post" ha trattato della vicenda della truffa dei derivati perpetrata dalla banca JP Morgan ai danni di molti Comuni italiani, tra cui sono compresi anche Roma e Milano. Gli estensori dell'articolo hanno però scelto Cassino come città simbolo, in quanto distrutta sessanta anni fa dalle bombe anglo-americane, e distrutta nuovamente oggi dai titoli derivati di JP Morgan. [1]
Non si sa quanto il "Washington Post" se ne rendesse conto, ma l'accostamento tra bombe e titoli derivati non è solo metaforico, poiché riguarda quel legame intimo ed indissolubile tra finanza e militarismo che è alla base dell'imperialismo-colonialismo. Senza le bombe non ci sarebbero nemmeno i titoli derivati.
Oggi imperversa la formula retorica secondo cui l'economia di carta avrebbe soffocato l'economia reale. Ma la stagnazione economica non ha come necessaria conseguenza uno strapotere della finanza: se la finanza è carta, non può certo prevalere con le proprie forze sul circuito della produzione e del consumo.
JP Morgan non è infatti soltanto una banca, ma una propaggine del Pentagono. L'11 maggio dello scorso anno "CNN-Money" ci faceva sapere che JP Morgan è in Afghanistan, a caccia delle risorse minerarie locali, con l'assistenza del Pentagono.[2]
In polemica con le teorie del complotto, si dice spesso che l'economia è un meccanismo complesso e impersonale. Ma l'esperienza storica indica che sono esistite persone complesse che hanno diretto il business mondiale, per di più agendo in tutta evidenza. Nel 2009 è scomparso Robert McNamara, segretario alla Difesa con i presidenti Kennedy e Johnson. McNamara è famoso per aver organizzato il Pentagono nella più colossale e dispotica macchina di spesa pubblica della Storia.[3]
McNamara proveniva dalle industrie Ford, per passare poi a gestire la spesa pubblica statunitense da quel gigantesco comitato d'affari che è il ministero della Difesa. Nel 1968 si rese conto che il business della guerra del Vietnam era un limone ormai spremuto; perciò mollò Johnson per andare a dirigere la Banca Mondiale, che gestì sino al 1981. L'attivismo di McNamara alla Banca Mondiale fece in modo che questo istituto diventasse un tentacolare ente assistenziale a beneficio delle banche e per le multinazionali; un organismo che fu reso da McNamara persino più efficiente del Fondo Monetario Internazionale, di cui pure la Banca Mondiale era considerata la sorella minore. Ed il tutto avvenne all'insegna dello slogan della lotta alla povertà. Tra l'altro McNamara era ossessionato dall'idea che una delle maggiori cause di povertà sia l'aumento demografico, infatti pochi come lui hanno contribuito all'aumento del tasso di mortalità nei Paesi poveri.[4]
McNamara fu la dimostrazione di come la complessità non prescinda dalle persone, ma le attraversi. McNamara fu più di un leader, fu un crovevia di interessi, la rappresentazione plastica del conflitto di interessi: manager industriale, uomo politico, banchiere, ed anche ideologo piagnone della democrazia e dei diritti umani; proprio lui che aveva fatto inondare il Vietnam di bombe. Molti oppositori della guerra continuano a rimanere ancora oggi affascinati dalle sue capacità affabulatorie. McNamara rappresentò infatti l'espressione più tipica della democrazia come falsa coscienza dell'imperialismo.[5]
I cosiddetti B.R.I.C. (Brasile, Russia, India, Cina) potranno anche vantare tassi di sviluppo del 10% annuo, ma manca loro questa capacità tutta occidentale di vedere che l'economia è una cosa e gli affari tutta un'altra cosa, e di trasformare conseguentemente gli affari in una macchina da guerra totale; un'arte in cui McNamara si rivelò maestro.
JP Morgan si avvale ancora oggi del grande lavoro di McNamara alla Banca Mondiale. Ed infatti visto che c'è un mega-programma per "proteggere" gli agricoltori poveri del mondo dalla volatilità dei prezzi, a chi lo affida la Banca Mondiale? A JP Morgan. Poi dicono che i poveri non rendono.[6]
Ci ripetono in continuazione che l'economia è gestita dai "Mercati", ma si vede che la NATO e la Banca Mondiale non lo sanno. Infatti l'organo supremo della NATO, il Consiglio Atlantico, ha organizzato un "Business & Economics Program" in collaborazione con la Banca Mondiale, per attuare una "leadership transatlantica dell'economia globale" per una "crescente integrazione tra l'economia statunitense e quella europea". "Integrazione" significa ovviamente colonizzazione. In queste riunioni si tratta persino delle questioni del debito europeo, una materia che non dovrebbe riguardare la NATO. Oppure sì?
L'ultimo incontro su questa agenda tra il presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick, ed il presidente del Consiglio Atlantico, Fred Kempe, è avvenuto il 16 dicembre scorso al Four Seasons Hotel di Washington. Il tutto è documentato sul sito ufficiale del Consiglio Atlantico. Mancava solo che ci dicessero il menu e quello che hanno mangiato. Strano che nessun giornale ne abbia parlato. O no?[7]

[1] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.washingtonpost.com/business/battle-scarred-italian-town-now-defeated-by-debt/2012/01/02/gIQA421dhP_story.html&ei=suIJT_fgK8734QTDvMSNCA&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CCsQ7gEwAA&prev=/search%3Fq%3Djp%2Bmorgan%2Bitaly%2Bwashington%2Bpost%26hl%3Dit%26rlz%3D1R2ACAW_it%26prmd%3Dimvnso
[2] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://management.fortune.cnn.com/2011/05/11/jp-morgan-hunt-afghan-gold/&ei=uR4LT4XSOOWL4gSBq8CNCA&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CCQQ7gEwAA&prev=/search%3Fq%3Dpentagon%2Bjp%2Bmorgan%26hl%3Dit%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Dimvns
[3] http://www.defense.gov/specials/secdef_histories/bios/mcnamara.htm
[4] http://web.worldbank.org/WBSITE/EXTERNAL/EXTABOUTUS/EXTARCHIVES/0,,contentMDK:20502974~pagePK:36726~piPK:437378~theSitePK:29506,00.html
[5] http://www.youtube.com/watch?v=oie9szU_Rpg
[6] http://web.worldbank.org/WBSITE/EXTERNAL/NEWS/0,,contentMDK:22945434~pagePK:34370~piPK:34424~theSitePK:4607,00.html
[7] http://webcache.googleusercontent.com/search?hl=it&gbv=2&rlz=1R2RNRN_itIT418&gs_sm=s&gs_upl=13828l19015l0l22390l11l11l0l8l8l0l265l702l2-3l3l0&q=cache:l6Gn977dl-MJ:http://www.acus.org/program/global-business-and-economics+atlantic+council+world+bank&ct=clnk