Commentario


IL FINTO ANTICOLONIALISMO


Il tratto comune alle varie commemorazioni (stavamo per dire: "celebrazioni") dell'11 settembre avvenute in questi giorni, è stata la mancanza di serietà. Questa osservazione prescinde dalla questione se si sia trattato o meno di un auto-attentato, questione ormai tanto dibattuta e popolare da essere arrivata alla comunicazione ufficiale, anche se solo per esservi screditata.

Secondo queste commemorazioni/celebrazioni, l'11 settembre del 2001 gli Americani si sarebbero improvvisamente accorti che nel mondo esiste una immotivata ostilità nei loro confronti. Insomma, gli Americani avrebbero scoperto di essere odiati, e non si sa bene il perché: forse perché sono liberi, sono ricchi o, semplicemente, perché vogliono aiutare gli altri.

Ora, questa mancanza di serietà non costituisce un dato episodico, ma è l'ideologia stessa del colonialismo. I nemici del colonialismo sono sempre dei barbari, dei fanatici, dei criminali, cosa del resto non difficile da dimostrare ogni volta, dato che l'umanità in genere è quello che è.

Questo tipo di valutazione è fatta molto spesso anche dagli avversari del colonialismo. Marx riprendeva acriticamente le tesi britanniche circa le rivolte in Cina, non considerate mai come iniziative patriottiche, ma come pura manifestazione di barbarie.

Esiste infatti nel cosiddetto Occidente un falso anticolonialismo, che consiste non nel riconoscere ai colonizzati il diritto di difendersi, ma solo nel criticare gli "eccessi" dei colonizzatori. È la dottrina ripresa di recente da D'Alema: la "reazione sproporzionata". Sono sempre i "barbari" ad attaccare, dato che i pacifici occidentali non ci penserebbero mai. Alle volte gli occidentali esagerano nelle ritorsioni, ed è questo oggi il tema scottante del dibattito da parte degli opinionisti delle maggiori testate giornalistiche.

È giusto ricorrere alla tortura per garantire la sicurezza dei cittadini? È giusto erigere muri che separano i popoli? Insomma, qual è il giusto compromesso tra la libertà e la sicurezza?

Che dei poveri osservatori ONU ci abbiano rimesso la pelle solo perché avevano relazionato che le provocazioni e le aggressioni oltre confine erano compiute dall'esercito israeliano, non conta nulla. Agli atti c'è ormai che la guerra in Libano è avvenuta perché due soldati israeliani sarebbero stati "rapiti" ( e forse violentati ) dai barbari.

Quando il barbaro, invece di fare da vittima passiva della cosiddetta "reazione sproporzionata", si difende e respinge l'aggressore occidentale, il finto anticolonialista allora si sente in difficoltà, e si chiede se sia giusto sostenere quelli che in fondo sono dei barbari e dei fanatici. È inutile spiegare al falso anticolonialista che qui non si tratta di sostenere nessuno, e neppure di avallare ideologie o di fare aperture di credito a futuri governi; si tratta semplicemente di stabilire chi sia davvero l'aggressore e chi l'aggredito.

Il finto anticolonialista non può accettare questo tipo di ragionamenti, perché è troppo convinto della superiorità dell'Occidente, della sua superiore razionalità in confronto ai barbari fanatici e superstiziosi. Che poi in Occidente le classi dirigenti siano allevate da secoli nei riti e nei miti massonici, è un dettaglio che non fa sospettare al finto anticolonialista che l'oscurantismo forse non sia un male esclusivo dei barbari.

Comidad, 14 settembre 2006