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L’ETICA SACRIFICALE DEL SACRO OCCIDENTE
Di comidad (del 17/03/2022 @ 00:07:21, in Commentario 2022, linkato 6683 volte)
Il “soft power” è molto bravo a fare pubblicità a se stesso. Ci è stato raccontato che i film di Rocky, la serie televisiva “Dallas” e la febbre del sabato sera sono stati decisivi per la vittoria dell’Occidente sul comunismo. I giornalisti vanno pazzi per queste cose. Ma se davvero i messaggi individualistici o edonistici hanno fatto mancare il terreno sotto i piedi all’ideologia comunista, è anche più vero che il Sacro Occidente non si fa mancare all’occorrenza l’etica del sacrificio dell’individuo al Bene supremo della collettività. Un ex comunista come Piero Fassino perciò torna utile per ammonirci e ricondurci sulla retta via. Voi egoisti volevate riscaldarvi la casa e mantenervi il posto di lavoro? No, non si deve subordinare il rispetto dei valori alle forniture di gas. Pensavate di essere dei fessi qualsiasi? Invece siete degli Occidentali. Soffrite dunque gioiosi per la vittoria dei valori del Sacro Occidente. Fassino sembra ormai la fotocopia di Shel Shapiro nella parte di Pietro l’Eremita nel film “Brancaleone alla Crociate” di Monicelli. Del resto Fassino fa di nome Piero, quindi era destino che venisse proprio lui a chiamarci ad una nuova crociata.
L’etica sacrificale viene imposta ai poveri, però non esclude il sano egoismo dei ricchi e i loro business ai fini del bene comune. Ancora Fassino corre ad ammaestrarci: è giusto inviare armi all’Ucraina, perché le sanzioni alla Russia non fermano le pallottole.
Gli affari sulle armi si sono rivelati provvidi e preventivi. L’Ucraina è povera in canna, dipendente in gran parte dalle rimesse dei suoi emigranti, eppure è stata costretta a comprare armi americane, prima da Trump e poi da Biden. Gli stessi americani ammettono che imbottire un Paese di armi non basta a rafforzarlo militarmente, basti pensare alle grame prove belliche dell’armatissima Arabia Saudita. Non importa. Le armi sono “etiche”, e se non sono servite a scoraggiare l’invasione, serviranno invece per alimentare la “resistenza”. L’Unione Europea perciò si adegua e la solita “sinistra interventista” esulta. Non ci si risparmia il consueto classico dei pacifisti abusivi: io sono pacifista, però stavolta …
Hillary Clinton ci fa sapere che gli USA vogliono trasformare l’Ucraina in un nuovo Afghanistan in cui infognare la Russia. Idea generosa e rassicurante verso gli Ucraini, ed anche verso i Paesi limitrofi della NATO, che dovrebbero fare da retrovia ad un conflitto infinito (ammesso che rimangano solo retrovia). Insieme con le armi forse la Clinton fornirà ai partigiani ucraini anche le montagne e le caverne con cui i Talebani si sono riparati dai satelliti spia e dai droni. O la Clinton pensa che i partigiani ucraini possano nascondersi nei campi di grano e nelle distese di girasoli?

Dato che non è affatto detto che gli Ucraini siano così altruisti da sacrificarsi per la Clinton (c’è molto cinismo anche da quelle parti), allora si è già trovata l’alternativa: far affluire in Ucraina i jihadisti che i Russi hanno sfrattato dalla Cecenia, dalla Siria e dalla Cirenaica. Secondo un articolo datato 8 luglio 2015 del New York Times, i jihadisti sono utilizzati, e bene accetti, dalle forze armate ucraine sin dall’inizio della repressione in Donbass, dato che i soldati di origine ucraina non dimostravano una gran voglia di impegnarsi in quella guerra civile. Sono notizie di oltre sei anni fa, quindi, a proposito della retorica sulla mitica resistenza ucraina, non siamo neppure sicuri che le forze armate ucraine non siano state da tempo soppiantate da mercenari stranieri. Ed è anche un po’ tardi per raccontarci che i jihadisti presenti sul suolo ucraino, ce li abbia portati adesso Putin. Chi ci assicura poi che i jihadisti, invece di combattere i Russi, non si facciano il loro staterello nel cuore dell’Europa? Forse finirà che gli Europei dovranno rivolgersi proprio al militarismo russo per farsi proteggere.
A guerre in corso è assolutamente impossibile ricevere notizie certe, o quantomeno attendibili, poiché tutto è disinformazione, ed a volte occorre aspettare anni per sapere un po’ come sono andate le cose. L’esperienza passata dovrebbe però insegnare qualcosa; e, a proposito della Clinton, sarebbe il caso di considerare gli esiti di un’operazione gestita da lei: l’eliminazione di Gheddafi. Leggendo il testo integrale della lettera congiunta di Obama, Cameron e Sarkozy dell’aprile del 2011 per giustificare la loro aggressione alla Libia, a distanza di undici anni si può dire che non ne hanno azzeccata una. La Libia oggi è nel caos, ed ovviamente delle sofferenze del popolo libico ai nostri leader occidentali non gliene può fregare di meno. Più preoccupante invece per i loro interessi è che i Russi oggi siano a Tobruk, a pochi chilometri dalla Sicilia e dalle sue basi militari americane. Giusto per non farsi mancare niente, i Turchi ora occupano la Tripolitania, riprendendosi un pezzo dell’Impero Ottomano che Giolitti gli aveva strappato nel 1911.
Ma lasciamo perdere le sottigliezze e pensiamo alle buone notizie per gli affari degli USA. Grazie alle sanzioni alla Russia il petrolio e il gas di scisto degli USA, così costosi che sino a poco tempo fa non li voleva nessuno, ora stanno attraversando un momento magico, con vendite e prezzi alle stelle. Sanzioni o meno, con questi prezzi delle materie prime, anche Gazprom farà profitti. Tanto le bollette le paghiamo noi, e Piero Fassino l’Eremita dice che non dobbiamo lamentarci perché facciamo solo il nostro sacro dovere di Occidentali.