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""Napoli" è una di quelle parole chiave della comunicazione, in grado di attivare nel pubblico un'attenzione talmente malevola da congedare ogni senso critico, per cui tutto risulta credibile."

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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 29/12/2022 @ 00:15:23, in Commentario 2022, linkato 7441 volte)
Ogni governo ha bisogno di indirizzare le pulsioni forcaiole della pubblica opinione contro falsi bersagli, che siano ovviamente soggetti deboli. Esattamente un anno fa il governo Draghi, nel contesto di una crisi energetica già conclamata e di una crisi internazionale in corso di aggravamento, dedicava ben tre riunioni del Consiglio dei Ministri all’escogitare vessazioni contro i cosiddetti no-vax. Il punto è che gli effetti di quelle crisi non colpiscono gli interessi dell'oligarchia, bensì le condizioni di vita delle popolazioni, per cui bisogna offrire loro una preda su cui sfogarsi.
A distanza di un anno perdura la crisi energetica, si aggrava ulteriormente la crisi internazionale e la BCE alza i tassi di interesse innescando una probabile crisi dello spread per l’Italia, per cui il governo Meloni deve cercare il suo capro espiatorio nei percettori del cosiddetto reddito di cittadinanza. Oggi, come un anno fa, i media avallano la narrazione governativa, e le reti televisive scritturano guitti per fargli recitare la parte di arroganti percettori del reddito di cittadinanza che pretendono di stravaccarsi sul divano e rifiutano in diretta grasse offerte di lavoro. Per far esprimere appieno l’aggressività della pubblica opinione è necessario che il bersaglio offertole sia percepito come debole, infatti la posizione di forza incute paura e ciò fornisce automaticamente una “giustificazione morale”. Non a caso, allo scopo di coltivare l’ostilità contro la Russia, è fondamentale narrarla come debole e militarmente allo sbando. Chi cercasse di spiegare che non si possono applicare ad un imperialismo povero, come quello russo, gli stessi parametri di forza e debolezza che si applicano all’imperialismo USA, viene tacciato di “filo-putinismo”, dato che già parlare di scontro di imperialismi, anziché di buoni contro cattivi, risulta sospetto e disdicevole.
Secondo il politicamente corretto l’antimperialismo è brutto/cattivo poiché porterebbe inevitabilmente al nazionalismo. Sennonché quando arrivano i “nazionalisti”, ci si accorge che sono proprio loro i più allineati all’imperialismo USA/NATO, infatti la sedicente Sorella d’Italia si è rivelata la Sorella d’Ucraina. Almeno se ne avvantaggiassero i poveri ucraini, ma, a parte l’oligarchia affaristica legata al Dipartimento di Stato USA, anche gli ucraini risultano tra i raggirati. Per creare consenso attorno al golpe di Piazza Maidan del 2014, fu promesso l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea, una prospettiva considerata allettante da gran parte della popolazione ucraina, poiché comportava la possibilità di emigrare liberamente in nazioni ricche come la Germania. Poi, con quell’espediente che i truffatori chiamano il “pacco”, la UE è stata sostituita dalla NATO e, per accedervi, occorreva ovviamente acquistare armi americane. Il presidente Obama aveva sempre tenuto il piede in due scarpe e non aveva mai avallato ufficialmente la decisione del Congresso di fornire armi all’Ucraina. Per eliminare l’ipocrisia e legalizzare definitivamente l’afflusso di armi c’è voluto l’arrivo alla Casa Bianca del “pacifista” Trump.
Abbiamo visto la tecnica del “pacco” applicata da Pfizer e da Ursula Von Der Leyen anche nella vicenda della presunta emergenza Covid, allorché un farmaco sintomatico è stato venduto e pubblicizzato dai media e dai governi come un vaccino, salvo poi ammettere che non si era fatta alcuna sperimentazione per ciò che riguardava gli effetti di immunizzazione. C'è stata quindi una pubblicità ingannevole basata sul ricatto morale di far passare come irresponsabile chi rifiutava di “immunizzarsi”. Ma finché i media le assicurano la loro complicità, la Von Der Leyen può insistere a rifilare i suoi “pacchi” al contribuente europeo, dal quale adesso pretende altri diciannove miliardi per la “ricostruzione dell’Ucraina”. Se però si va oltre il titolo della notizia di agenzia, ci si accorge che si tratterebbe di “aprire la strada alla ricostruzione”, cioè di continuare a finanziare la guerra. In altri termini, il contribuente europeo deve finanziare Kiev per permetterle di pagare le armi che sta ricevendo dalle multinazionali americane.

Nell’impresa capitalistica il momento produttivo, la fabbrica, è solo un aspetto e neanche il più importante. Gli altri aspetti sono la finanza, cioè il movimento di capitali in Borsa, e ciò che viene chiamato lobbying, cioè il rapporto con i governi e la politica in genere. La finanza non potrebbe mai creare valore senza ricorrere a reati come l’aggiotaggio, la manipolazione di mercato e l’insider trading; e il lobbying non potrebbe mai funzionare senza la corruzione. La critica del capitalismo ha sempre esitato ad analizzarlo come un fenomeno di delinquenza comune per timore di scadere nel moralismo, perdendo così di vista il dato più macroscopico, e cioè che la macchina gangsteristica del lobbying e della finanza può funzionare soltanto attraverso la sponda di un’opinione pubblica disposta a farsi fagocitare dall’imbonimento moralistico ed a indignarsi a comando; in quanto solo dietro l’alibi di alti valori morali si può legittimare il saccheggio del denaro pubblico.
Lo sfruttamento non consiste solo nell’estrazione di plusvalore in fabbrica, ma anche nell’estorsione fiscale ai danni del contribuente; il contribuente povero ovviamente, poiché i ricchi hanno a disposizione mille mezzi per eludere il fisco. Il contribuente paga e gli acquisti sono mediati dai governi. La merce contraffatta o adulterata può essere spacciata attraverso tecniche pubblicitarie. Basta seguire il filo dei soldi per accorgersi del carattere fraudolento che si cela ogni volta dietro il business del momento. Ad esempio, la transizione digitale esige i “big data” con i grandi “cloud” per gestirli, ed anche l’Italietta si sta adeguando.
Ci si annuncia trionfalmente che l’Europa avrà il suo “cloud” a cui Stati e imprese potranno far riferimento; un “cloud” con un bel nome tra l’ecologico ed il misterioso: Gaia-X. Ci si promette un nuovo paradiso tecnologico, ma dietro gli slogan pubblicitari si comincia a intravedere il raggiro, visti gli strani appelli alla “sovranità digitale”, come a dire: c’è una minaccia esterna che attenta alle nostre “libertà” ed alla nostra “privacy”; una minaccia che legittima un business della sicurezza, in questo caso la sicurezza digitale.
Molti si sono domandati quale fosse il senso di quel voto del parlamento europeo che bollava la Russia come sponsor del terrorismo. I più ingenui hanno pensato che si trattasse di furore ideologico o di maldestra propaganda bellica. C’è stata però una seconda puntata che ha spiegato gli arcani della prima. Il sito del parlamento europeo sarebbe infatti rimasto bloccato dopo quel voto, a causa della presunta rappresaglia di altrettanto presunti hacker russi. Altro che furore ideologico, questa è pura cleptocrazia, una frode ai danni del contribuente. Lo spot pubblicitario ci narra di uno Stato terrorista che adopera contro di noi il terrorismo informatico, per cui si potrà spillarci altri quattrini per garantire la sicurezza digitale dopo averci fatto già pagare la transizione digitale. I parlamenti erano nati per tutelare i contribuenti dalle vessazioni fiscali da parte dei re. Oggi invece i parlamenti fanno parte integrante dell’apparato pubblicitario di imbonimento per raggirare il contribuente e consegnarlo alle gang multinazionali.
 
Di comidad (del 22/12/2022 @ 00:01:13, in Commentario 2022, linkato 7312 volte)
Nessuno può ragionevolmente dubitare che l’Unione Europea sia un letamaio; anzi, l’intera architettura dell’UE è stata progettata da menti criminali. La frode è un reato che presuppone la finzione e la dissimulazione, infatti l’UE è una macchina di lobbying per gli interessi delle multinazionali, ma camuffata sotto una veste politico-tecnocratica; in altri termini si tratta di una cleptocrazia, oggi guidata, non a caso, da un personaggio come Ursula Von Der Leyen, pervenuta all’alta carica in ragione di un personale curriculum di corruzione in patria. Ma ciò non implica affatto che una regola generale, desunta dagli episodi passati, possa essere pedissequamente e pregiudizialmente applicata a tutti gli episodi presenti e futuri, anzi bisogna comunque valutare caso per caso. Non si può infatti fare a meno di notare che la narrazione sullo scandalo delle “mazzette dal Qatar” fa acqua da tutte le parti.
L’imbecille professionista non nota la differenza e quindi mette tutto nel calderone complottista, ma qui non si tratta di domandarsi cosa ci sia dietro, bensì di notare cosa c’è davanti; anzi, è proprio l’evidenza a fornirci i dettagli più interessanti. Mentre i media dirigono a bacchetta i coretti degli indignati a comando, al di fuori del mainstream qualche commentatore ha fatto caso alle incongruenze del racconto. Anzitutto abbiamo degli imputati al di sotto del sospetto, dato che il parlamento europeo non conta nulla, perciò non si comprende cosa si siano potuti vendere quei parlamentari, se non discorsi irrilevanti, in quanto pronunciati in un contesto irrilevante. Poi c’è l’inconsistenza del movente del presunto corruttore: si è arrivati persino a mettere in mezzo la questione dell’assegnazione dei mondiali di calcio, che è storia di anni fa e non c’entra niente con l’UE. L’unico elemento concreto e sospetto sembrerebbe consistere in quei sacchi di denaro contante, il che è certamente un ottimo spot pubblicitario alla Gabanelli contro il denaro contante. Se però si fosse trattato di un conto numerato in Svizzera o alle Isole Cayman, non sarebbe stato meno grave o meno sospetto, e comunque avrebbe comportato un reato di evasione fiscale; avrebbe soltanto determinato un minore effetto suggestivo sull’’opinione pubblica. Uno dei fondamenti dello “Stato di Diritto” dovrebbe essere la precisione dell’accusa, che andrebbe esposta in modo circostanziato, non evocativo. Ma la prima delle imprecisioni pare sia proprio lo Stato di Diritto, che nessuno ha mai visto da nessuna parte.

Tra l’altro siamo nell’epoca delle mazzette legalizzate tramite le conferenze pagate a milioni di dollari al più scalcagnato dei politici; quindi non si capisce a cosa servano quei sacchi di denaro contante e quei sotterfugi. Poi ci sarebbe di mezzo una petro-monarchia che è anche una potenza mediatica mondiale, in quanto possiede la tv Al Jazeera. Il regime del Qatar non ha bisogno di ripulire la propria immagine poiché ha dimostrato di essere in grado di distrarre l’attenzione da sé creando mostri altrove. Fu proprio Al Jazeera, a inventare nel 2011 la falsa emergenza umanitaria in Libia che giustificò l’aggressione da parte della NATO, e le notizie fabbricate in Qatar diventarono la fonte per tutti i media occidentali. Non mancarono anche allora incongruenze narrative, che però furono aggirate da quel personaggio imbarazzante che era Pietro Ingrao con il solito giudizio moralistico: visto che Gheddafi era un mascalzone si poteva anche sorvolare sul fatto che i suoi accusatori erano alle dipendenze di un Paese in partnership militare con gli USA e con la NATO dagli anni ’90. Nel 2011 Emma Bonino conduceva campagne mediatiche contro Gheddafi, perciò non ci sarebbe niente di strano che il Qatar finanziasse le ONG della stessa Bonino, visto che le ONG non campano di puro spirito; anzi, sono collettori di denaro. Del resto, perché sarebbe reato ricevere soldi dal Qatar e non dal Dipartimento di Stato USA o da Soros, visto che sono tutti alleati tra loro?

Nel 2022 la partnership USA-NATO col Qatar si è persino consolidata, ed a gennaio di quest’anno l’emiro Al Thani era stato ricevuto alla Casa Bianca per discutere delle difficoltà di fornitura energetica che l’Europa avrebbe avuto dal mese successivo a causa della prevista guerra. Nonostante i suoi antichi e stretti rapporti con Biden, l’emiro Al Thani avrebbe sentito il bisogno di uno sfessato di Articolo1 per farsi “ripulire l’immagine”. Adesso vai a vedere che la dinastia Al Thani da trent’anni è alleata di Washington e della NATO per colpa dell’oratoria di Panzeri. Qualcuno ha ipotizzato che la vicenda di Panzeri sia una volata di stracci, un depistaggio, per distrarre dal vero scandalo dell’UE, e cioè l’acquisto dei falsi vaccini di Pfizer; ma si tratta appunto di ipotesi. Rimane però il dato di fatto: nel caso Pfizer si sono ormai accertate le frodi ma non si fa nulla, mentre nella vicenda Panzeri ci si affanna ad inseguire il fumo.
Il governo Meloni ha rimediato l’ennesima frustrazione quando è stato costretto a ritirare anche le minime misure a favore del contante; fortunatamente il governo può giovarsi della gogna in cui è incappata l’opposizione. Nell’attuale bolla mediatica che celebra la debacle morale della sedicente sinistra, risulta evidente la tecnica “transitiva”, per la quale l’attendibilità di ogni scandalo si alimenta dello scandalo precedente. Come si può dubitare della colpevolezza di Panzeri, visto che c’è il precedente di Soumahoro? Il caso dell’ascesa e della caduta del deputato di Verdi/Sinistra, l’ivoriano Aboubakar Soumahoro concentra in sé così tanti temi o luoghi comuni cari alla destra, da sembrare una sceneggiatura curata in ogni minimo dettaglio. Soumahoro  è il bersaglio perfetto per la destra, in quanto raccoglie nella sua persona una serie di elementi simbolici di una certa sinistra ben educata:
·         se non nella biografia, almeno nell’oleografia sarebbe un immigrato che è arrivato come clandestino dall’Africa ed ha lavorato insieme con i suoi compagni nei campi-lager di raccoglitori immigrati;
·         ha lottato per migliorare le loro condizioni, difendere i loro diritti, sindacalizzarli;
·         si è emancipato studiando e lottando in prima fila contro lo sfruttamento dei caporali;
·         è approdato in parlamento per portare finalmente la voce degli “ultimi degli ultimi”, tanto che persino i giornali di destra sono stati costretti a trattarlo con riguardo.
Poi d’un colpo tutto cambia di segno e la narrazione della “sinistra” crolla miseramente. Pur non essendo indagato, né accusato di alcunché, Soumahoro rivela le falsità della “sinistra” e l’ipocrisia o l’ingenuità di ogni aspirazione all’equità sociale e all’emancipazione:
·         Soumahoro sarebbe sì arrivato come immigrato clandestino, ma probabilmente tramite complicità criminali;
·         ha in effetti lavorato e lottato con gli altri immigrati sfruttati, ma solo per poter ottenere una posizione di prestigio, da sfruttare poi a fini personali;
·         è arrivato in Parlamento dicendo di parlare per i più deboli, ma in realtà per fare il proprio tornaconto;
·         la moglie, “Lady Soumahoro” (un po’ di misoginia non guasta), amava il lusso, i vestiti eleganti e costosi; la suocera era a capo di una cooperativa che sfruttava i lavoratori immigrati e poi non li pagava;
·         una volta scoperto, ha cercato di estorcere compassione e comprensione con l’orrido video del povero negro perseguitato.
Questa sceneggiatura lineare ed efficace viene usata, e forse lo sarà ancora per anni, allo scopo di smentire (come se qualcuno ne sentisse il bisogno) la presunta superiorità morale della “sinistra”. A questo punto, la destra rientra in gioco per affermare la propria “autentica” superiorità morale. Chi contesta i fallimenti e le figuracce del governo di destra (che non ha mantenuto nemmeno la promessa di annullare le multe ai no-Pfizer), può essere zittito semplicemente urlandogli “Soumahoro” o “Panzeri”. In effetti, al di là di una vuota retorica sulla rettitudine e l’onore della “destra”, il sotto traccia, il senso profondo, del discorso della destra potrebbe essere: noi siamo dei farabutti come voi, siamo corruttibili e corrotti come voi, siamo pronti a delinquere come voi, siamo criminali come voi … ma con due differenze decisive:
·         sappiamo farlo meglio di voi e facciamo della nostra criminalità un “successo” sociale, non siamo degli improvvisati;
·         non ostentiamo la superiorità morale di chi difende i più deboli; e quindi siamo molto meno ipocriti, bugiardi, doppiogiochisti, traditori, ambigui, sleali, subdoli di quanto non siate voi.
In questo senso, la “destra” può fare appello ad una superiorità morale più alta rispetto al concetto comune e banale di moralità della “sinistra”. Si tratta della superiorità morale del denaro, che è un movente “puro”, che esenta dalle forche caudine delle giustificazioni e dei processi alle intenzioni. Solo se sei ricco puoi essere credibile quando fai l’altruista, il benefattore e il filantropo; ma se sei povero è evidente che lo fai per un losco secondo fine. Come icone la “sinistra” si faccia bastare Soros e Bill Gates, e lasci perdere gli avanzi di barcone. L’altruismo coercitivo della “sinistra” tornerà di moda quando ci sarà qualche altro pseudo-vaccino o lasciapassare da imporre, per cui basterà aspettare il proprio turno senza battere troppo la grancassa per i poveri.
Soumahoro ha svolto la funzione del birillo strategico nel bowling: colpito lui, si è fatta saltare l’intera fila, a cominciare dal suo mallevadore Fratoianni; ma anche Conte è stato avvisato. Glielo ha fatto capire il commentatore Luca Ricolfi: va bene che nel gioco delle parti Conte faccia l’amico dei poveri, ma cerchi di non immedesimarsi troppo nella recita, altrimenti risulta diseducativo e finisce pure che i poveri si sentono importanti. Disertare la Prima della Scala per andare ad ascoltare i neomelodici insieme col popolino di Scampia, è veramente una mancanza di rispetto. Conte è un avvocaticchio di provincia, ma comunque sarà in grado di capire quanto sia insidiosa l’accusa mossa alla suocera di Soumahoro: il reato fiscale di fatturazione falsa, dal quale è difficilissimo discolparsi e, ammesso che ci riesci, nel frattempo ti sei dovuto esporre al ludibrio mediatico e persino dimettere per “coerenza”, fidando nella mitica “imparzialità della magistratura”.
I 5 Stelle sono gli eredi di uno dei feticismi del PCI berlingueriano e post-berlingueriano: il culto della magistratura. Le destre concepiscono l’idolatria della magistratura come in certi culti pagani, nei quali se l’idolo non faceva il suo dovere veniva anche picchiato: sei imparziale se mi assolvi, altrimenti sei una “toga rossa”. Al contrario, le “sinistre” e i 5 Stelle si prostrano un po’ troppo davanti all’idolo, e ciò rende vulnerabili, come si è confermato in questi ultimi umilianti episodi.
 
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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