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GLI SPOT PUBBLICITARI DEL CLEPTO-TERRORISMO FINTO HIGH-TECH
Di comidad (del 26/09/2024 @ 00:09:21, in Commentario 2024, linkato 6310 volte)
Ognuno ha il sacrosanto diritto di considerarsi indispensabile; anzi, di ritenersi il compimento della Creazione. Allo stesso modo ogni civiltà tenderà a concepire se stessa come il fine della Storia e come il senso del destino umano. Il ridicolo comincia semmai quando ti aspetti che gli altri te lo riconoscano e magari recrimini pure sull’altrui ingratitudine. Ciò spiega l’ involontario effetto comico dell’ultima fatica letteraria del giornalista statunitense Federico Rampini, il quale rimprovera il mondo di essere troppo restio a precipitarsi a baciare la terra dove cammina il Sacro Occidente.
D’altra parte occorre diffidare di ogni tentativo di trascinarci a discutere dei massimi sistemi o a trattare di soggetti generici, privi di indirizzo e di numero di telefono, come appunto il mitico “Occidente”. Finisce altrimenti come ai tempi della signora Thatcher, la quale distraeva e abbindolava l’opinione pubblica con sortite da filosofastra come il suo famoso motto secondo cui “la società non esiste”. Da un primo ministro non bisogna accettare che ci faccia la lezione di metafisica ma che ci dica dove andrà a prendere i soldi. Se non ci si fosse fatti fuorviare dagli slogan vuoti, si sarebbe appuntata l’attenzione sul fatto che la Thatcher rinnegava le promesse elettorali e, mentre riduceva le tasse ai ricchi, le aumentava a dismisura ai poveri spostando la leva del fisco su tutti i consumi di prima necessità ed in particolare sui carburanti.
Esiste un genere letterario del falso proverbio cinese, e ce n’è uno che fa al caso nostro: quando indichi la Luna l’uomo sciocco guarda il dito, mentre l’uomo saggio guarda cosa stai facendo con l’altra mano. In ogni caso la Luna, ovvero l’Occidente, non c’entra niente. E cos’è che c’entra? Ce lo spiegava nel 2013 un certo Federico Rampini in un articolo su “la Repubblica”, nel quale contestava all’allora ministro della Difesa italiano, Mario Mauro, di aver fatto da testimonial in uno spot della Lockheed Martin per promuovere il caccia F-35. Lo slogan pubblicitario recitato da Mauro era “se vuoi amare la pace, devi armare la pace, l’F-35 lo fa”. In realtà, secondo quanto riferito da Rampini, dal punto di vista tecnologico il nuovo caccia di Lockheed Martin aveva presentato numerosi problemi, mentre i costi di produzione e di gestione erano cresciuti già del 70%. Rampini rilevava anche che i soli clienti di Lockheed Martin sono i governi, i quali si fanno coinvolgere nella promozione mediatica del business della super-arma di turno enfatizzandone le presunte ricadute tecnologiche. L’anno successivo nella trasmissione “Servizio Pubblico” Rampini rincarava la dose e, partendo proprio dalla vicenda degli F-35, spiegava come la lobby delle armi cercasse di condizionare la politica e il giornalismo.

Se quel Rampini del 2013/2014 diceva il vero, l’attuale perdita di appeal da parte degli USA, della NATO e dell’Unione Europea potrebbe spiegarsi appunto con il loro declino tecnologico, a cui corrisponde un’incontrollata lievitazione dei costi degli armamenti. Per dissimulare questi due fenomeni negativi, occorre spingere sull’aspetto pubblicitario, trasformando la politica e la rappresentazione della realtà in uno spot delle armi: il feticismo delle armi surroga l’assenza di strategia. Vediamo la NATO e l’UE diventare sempre più deboli, sempre più corrotte e sempre più piantagrane, alla continua ricerca di nemici per giustificare la spesa militare e gli affari delle armi. Per soddisfare le esigenze della cleptocrazia militare si ricorre ad una narrativa che esageri non solo le minacce ma anche la capacità di porvi rimedio con una mitizzata superiorità tecnologica da alimentare con sempre nuovi finanziamenti governativi. Un caso esemplare è la BIRD (Binational Industrial Research Development) Foundation, che dal 1977 succhia denaro pubblico negli Usa e in Israele. Quando i sionisti nostrani ci dicono che “Israele siamo noi” affermano il vero, dato che la commistione di affari delle armi tra noi e loro è ormai inestricabile, cioè siamo un’unica cleptocrazia militare transnazionale che fa credere all’opinione pubblica che sia il costo stratosferico di un’arma a garantire per la sua efficacia. L’Italia fa parte a pieno titolo del club cleptocratico militare israelo-americano, infatti la Leonardo, oltre a collaborare con centri di ricerca tecnologica israeliani, possiede anche una sua società controllata negli Stati Uniti che ha attuato la fusione con un’industria israeliana delle armi, la Rada.
Non è quindi un caso che i media abbiano spacciato la vicenda dei cercapersone esplosivi in Libano come un attacco “high-tech” e “cyber” da parte di Israele. Alla fine si è visto che si trattava di dispositivi manomessi artigianalmente con cariche esplosive, quindi niente che non fosse alla portata di un qualsiasi tecnico di medie capacità. Trattandosi poi di dispositivi piuttosto obsoleti e a buon mercato, è molto improbabile che fossero in uso da parte del personale militare di Hezbollah, un partito politico che gestisce anche l’assistenza sanitaria e la protezione civile in Libano. Si è trattato quindi di attentati terroristici low-tech, privi di effetto sul piano militare, compiuti in funzione esclusiva dei media euro-americani, in modo che possano continuare la loro ingannevole narrativa pubblicitaria sulla supremazia tecnologica delle armi israelo-americane. In realtà Hezbollah ha spinto i suoi attacchi missilistici su Israele molto più a sud, fino ad Haifa e alle porte di Tel Aviv. Nonostante i tre costosissimi sistemi antiaerei (Iron Dome, Patriot, e Arrow) i missili passano lo stesso, andando a colpire non bersagli civili ma basi militari e le grandi fabbriche di armi come la Rafael Advanced Defense Systems.
In nome dell’unità della cleptocrazia militare mondiale, la Rafael ADS e la Lockheed Martin si sono associate per produrre un nuovo sistema antimissile a tecnologia laser, visto che l’Iron Dome non funziona e serve solo a divorare soldi. Il nuovo sistema si chiama Iron Beam e, come già l’Iron Dome, promette di essere la nuova super-arma che risolverà finalmente tutti i problemi. Sull’operatività e sull’efficacia dell’Iron Beam non c’è ancora nulla di concreto; in compenso ogni tanto si sa quanto sta venendo a costare. L’ultimo finanziamento da parte USA per l’Iron Beam è stato di un miliardo e duecento milioni.