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IL POTERE FUNZIONA PER SCHEMI, SEMPRE GLI STESSI
Di comidad (del 12/11/2020 @ 00:20:25, in Commentario 2020, linkato 6211 volte)
Il risultato delle partite di calcio è irrilevante, però il pathos dei tifosi attorno all’evento sportivo è autentico. Allo stesso modo, in un sistema oligarchico lo spettacolo della “democrazia” serve a “dinamizzare” e movimentare un quadro di potere che apparirebbe altrimenti per quello che è, cioè statico. Con la sua sguaiataggine, Trump è il personaggio più adatto allo schema rituale del falso movimento, suscitando antipatie viscerali oppure innamoramenti puerili. Per aumentare la suspense elettorale, negli USA ipertecnologici si è proceduto al conteggio dei voti col pallottoliere, in modo che ci fossero gli strascichi legali che consentissero alla partita di trascinarsi sino ai tempi supplementari e magari ai rigori. Questa esibizione penosa, che sarebbe stata rinfacciata a qualsiasi altro Paese, non ha impedito invece ai media mondiali di inneggiare all’ennesima vittoria della democrazia americana. L’alba del nuovo giorno per la rigenerata democrazia, è stata salutata con la buona novella della scoperta del vaccino anti-Covid da parte delle multinazionali Pfizer e BioNTech.
Un personaggio scomposto come Trump può rappresentare un ottimo diversivo polemico in tanti altri contesti nei quali non è possibile citare i veri scheletri nell’armadio. Il capo di Amazon, Jeff Bezos, ha avviato una causa legale per contestare l’assegnazione di un contratto da dieci miliardi del Pentagono a Microsoft, affermando di aver offerto condizioni più vantaggiose. Secondo Bezos a motivare l’esclusione di Amazon sarebbe stata l’ostilità di Trump, intenzionato a vendicarsi dai maltrattamenti ricevuti dal quotidiano “Washington Post”, di proprietà dello stesso Bezos.
In realtà un apparato come il Pentagono maneggia fiumi di denaro nei quali la Presidenza non ha alcun ruolo, per cui il Pentagono conta molto più del presidente di turno. La spiegazione più ovvia del favoritismo dimostrato nei confronti di Microsoft è che questa azienda è nata come diretta emanazione del Pentagono e perciò non vi è nulla di strano che si cerchi di preservare le proprie creature. Nel 2016 Microsoft aveva ottenuto un altro contratto miliardario dal Pentagono per l’aggiornamento del sistema Windows, dal quale dipendono tutti i computer della Difesa. L’organicità di Microsoft al Pentagono è quindi un dato storico e scontato che prescinde da chi abita in quel momento nella Casa Bianca.
Amazon non è invece una creatura del Pentagono, bensì di quell’altro grande collettore di denaro che è la National Security Agency. L’ex capo della NSA, il generale Keith Alexander, è stato infatti recentemente accolto nell’official board di Amazon, in base al consueto schema della porta girevole tra incarichi pubblici e privati. Solo un complottista potrebbe attribuire qualche significato a questa pura coincidenza; del resto uno con tanti incarichi come Alexander, per organizzare un complotto sarebbe costretto a parlare da solo.

Il potere non ha bisogno di complottare perché non improvvisa e si muove su schemi ripetitivi e consolidati, come la trasversalità del lobbying tra pubblico e privato. Amazon è infatti da sempre in stretti rapporti di affari e di collaborazione anche con la CIA. Nel 2014 la stessa stampa mainstream si interrogò con molta serietà sulle conseguenze in termini di immagine che avrebbe comportato questa collaborazione organica di Amazon con i servizi segreti USA.
Invece non è successo nulla: la “ggente” ha dimenticato e, in base al mantra del “non credo ai complotti”, la gran parte della sinistra si astiene dal collegare la gestione emergenzialistica del Covid ai profitti che stanno realizzando le multinazionali del digitale. L’emergenzialismo è anch’esso uno schema ricorrente e il lobbying multinazionale preme in quella direzione per riflesso automatico. Per i lobbisti non c’è neppure bisogno di consultarsi per capire dove stia il business, specialmente quando i business si intrecciano con le vicende dello scontro imperialistico.
Come era già successo nel 2011 con la guerra a Gheddafi, la narrazione ufficiale è riuscita a spacciare il lockdown come una misura di “sinistra”, in quanto avrebbe castigato le velleità liberiste che avrebbero voluto lasciare tutto aperto. Cosa c’entrino poi Amazon e le altre multinazionali col “libero mercato” (ammesso e non concesso che sia mai esistito un libero mercato), lo si è visto.

Secondo indiscrezioni di stampa sarebbe stato il capo della polizia, Franco Gabrielli, ad opporsi ai furori governativi che avrebbero voluto estendere i controlli sul rispetto delle norme anti-Covid nelle case private. Forse Gabrielli si è opposto non per scrupoli costituzionali ma perché ormai con le attuali tecnologie è molto più comodo il controllo da remoto. Sta di fatto che le limitazioni nei confronti del “privato” sono circoscritte ai comuni cittadini e non toccano i privilegi delle oligarchie.
Ci si potrebbe chiedere che sinistra sia mai quella che plaude all’attuale massacro del ceto medio (composto tutto da evasori fiscali, ovviamente), mentre non ha nulla da obiettare sulla digitalizzazione forzata e sulla spinta monopolistica innescate dal lockdown. Sarebbe però una domanda fuori luogo, poiché solo in base agli schemi del vittimismo padronale si può pensare che eventi rari come il dissenso e l’opposizione debbano rappresentare la normalità. Non è sempre questione di tradimento o di opportunismo: molti aspiranti oppositori sono realmente ipnotizzati dal continuo lamento dei ricchi, al punto da credere davvero che i lockdown siano stati una deroga dalle leggi del mitico "libero mercato" invece che il solito assistenzialismo per ricchi.
Il vittimismo padronale ha molteplici rituali che vanno rispettati, perciò la Commissione Europea avvia regolarmente le sue procedure contro le multinazionali del digitale per elusione fiscale o per abuso di posizione dominante. Ora sotto inchiesta, da parte della Commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, c’è Amazon. Tra le accuse c’è quella di utilizzare i dati degli altri rivenditori per acquisire vantaggi di mercato. Un comportamento ovvio per un’azienda organica alla NSA ed alla CIA.
Il punto è che queste procedure lasciano il tempo che trovano, non solo perché le multe sono di lieve entità rispetto ai profitti di queste multinazionali, ma soprattutto perché gli annosi contenziosi legali per i ricorsi consentono poi di conciliare per cifre persino minori. Il tutto alla fine non scalfisce la posizione dominante di questi colossi del digitale. L’unico risultato è di alimentare un po’ di effimera euforia giustizialista sui media e di consentire agli aedi del sedicente liberismo di piangere calde lacrime sull’amara sorte delle povere multinazionali. La Commissaria Vestager può essere perciò considerata una vestale addetta ai rituali del falso movimento e del vittimismo padronale.

Ringraziamo Mario C.”Passatempo” e Claudio Mazzolani per la collaborazione.