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LE BORSE SOTTRAGGONO IL LIETO FINE ALLA FIABA COVID
Di comidad (del 26/11/2020 @ 00:13:57, in Commentario 2020, linkato 6140 volte)
Quando una situazione è grave, bisogna vedere come aggravarla. Questa regola aurea sembra aver ispirato le dichiarazioni del filosofo Massimo Cacciari, secondo il quale non è giusto che a pagare per l’emergenza Covid sia solo una metà della popolazione, perciò a contribuire ai costi dovrebbero essere chiamati anche i lavoratori statali.
Queste dichiarazioni implicano una certa disinformazione, poiché i lavoratori statali in Italia non sono la metà della popolazione lavorativa, bensì soltanto il 14%, molto al di sotto della media europea. Non si comprende poi per quale motivo sottrarre risorse a quei pochi che sono ancora in grado di spendere e di sostenere la domanda di beni. Ma c’è anche di più: lavoratori statali e lavoratori autonomi non sono caste separate, poiché le due condizioni si intrecciano nelle stesse famiglie. Molti lavoratori autonomi, oggi in drammatica difficoltà a causa dei lockdown, trovano sollievo nel fatto che il loro coniuge è un dipendente statale che può continuare a contribuire al bilancio familiare. Diffondere odio di categoria, oppure odio generazionale, in un momento del genere significa quindi diffondere odio anche all’interno delle famiglie, che rappresentano ancora in Italia il maggiore ammortizzatore sociale.
Di fronte alla tragedia in corso, il filosofo non riesce ad opporre altro che un moralismo punitivo che prende a bersaglio i deboli, in base alla dolorosa considerazione che dovremo pagare per i prossimi decenni l’emergenza di questi mesi. Sarebbe stato magari interessante cogliere il nonsenso di questa situazione: ti salvo dal Covid ma ti condanno a morire di fame e di stenti, oppure per i proiettili della polizia allorché sarai costretto alla rivolta.
La destabilizzazione da emergenza Covid non si limita ai Paesi del Sacro Occidente. Il blocco del turismo e il calo drastico della domanda di materie prime privano molti Paesi dell’America Latina e dell’Africa di risorse essenziali in valuta estera. Siamo quindi di fronte ad una pauperizzazione globale che comporterà aumento della mortalità per fame, per malattie da denutrizione e per mancata assistenza sanitaria. La domanda ovvia a questo punto è se anche una malattia dieci volte più micidiale del Covid potesse mai giustificare un blocco delle attività economiche, alle cui conseguenze, per stessa ammissione dei governi, non si sarebbe in grado di porre rimedio che in tempi lunghissimi; sempre che nel frattempo non intervengano altre emergenze.
Il mantra del “fidarsi degli scienziati” non sembra avere molto senso, dato che le implicazioni del Covid, come si può vedere, non sono esclusivamente virologiche. YouTube censura i video che non si attengano alla linea dell’OMS sul Covid. Ma quale sarebbe la linea dell’OMS? La stessa stampa mainstream non ha potuto fare a meno di notare che è cambiata innumerevoli volte. Asintomatici prima contagiosi, poi non contagiosi, poi di nuovo contagiosi; lockdown sì, lockdown no, lockdown ni, forse, chissà; mascherina no, mascherina sì, mascherina uber alles. L’ultima trovata sarebbe che si potrebbero evitare i lockdown se il 95% dell’umanità portasse la mascherina. Ma il 95% dell’umanità è in grado di pagare le mascherine ed ha a disposizione i mezzi per igienizzarle? Ovviamente no, allora perché dire assurdità del genere?

La narrazione della fiaba dell’emergenza Covid prevedeva un lieto fine con la scoperta del vaccino. Sembrava che i vaccini fossero finalmente arrivati, ma le multinazionali farmaceutiche che li producono sono le prime a non crederci. Mentre annunciava la scoperta del vaccino, l’amministratore delegato di Pfizer vendeva le proprie azioni. Si può comprendere che Pfizer non creda in se stessa, visto ciò che ha combinato con la sperimentazione dei suoi farmaci sui bambini nigeriani; un fattaccio che ha comportato strascichi giudiziari ed ispirato persino un film di denuncia: “The Constant Gardener”.
Ma dopo Pfitzer anche le multinazionali farmaceutiche Moderna e Astrazeneca hanno venduto proprie azioni subito dopo aver lanciato l’annuncio della scoperta del vaccino, come ad ammettere che si trattava solo di effimere speculazioni di Borsa e che non si ha alcuna fiducia in movimenti di capitali che assicurino un incremento stabile del valore delle proprie azioni. Un paradosso che, ancora una volta, è stato stigmatizzato persino dalla stampa mainstream.
La gestione in chiave emergenzialistica dell’epidemia di Covid ha origini politiche. Il governo cinese se ne è servito per sedare le rivolte di Hong Kong; mentre gli “austriacanti” della Regione Lombardia vi hanno colto l’occasione per incrementare le loro spinte autonomiste o, per meglio dire autocoloniali, facendo da sponda al neo-imperialismo tedesco in Europa.

Ma ora al conflitto imperialistico si è intrecciato il business speculativo. Il vaccino anti-Covid sembrava essere il business del secolo, ma si è sgonfiato prima di cominciare. Il fatto è che in questi mesi il titolo di Borsa di Amazon si è piazzato stabilmente oltre il valore di tremila dollari: una performance forse senza precedenti storici, certamente dovuta ai lockdown. Se si considera che il titolo Pfizer vale cento volte di meno, si comprende che la speculazione di Borsa è canalizzata verso il business digitale. Anche altre multinazionali del digitale esibiscono performance simili: Google infatti ha registrato un aumento del valore delle sue azioni del 34% dall’inizio dell’anno.
Chi detiene azioni di Amazon o di altre multinazionali del digitale non vuole saperne di fine dell’emergenza e del ritorno ad un commercio tradizionale. Oggi la movimentazione dei capitali di Borsa è regolata nella gran parte da algoritmi, perciò c’è una spinta automatica alla perpetuazione dell’emergenza. Ormai il denaro ha una tale velocità di circolazione che surclassa la velocità del pensiero. Diventa quindi altrettanto automatico che il lobbying si muova nella direzione di tenere vivo l’allarme e che gli addetti alle pubbliche relazioni si attivino con le loro tecniche pubblicitarie per intossicare ancora di più i media. Si parla già di una “terza ondata” del contagio e forse ne sono in preparazione una quarta e una quinta.

Ringraziamo Cassandre per la collaborazione.