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"Gli errori dei poveri sono sempre crimini, mentre i crimini dei ricchi sono al massimo 'contraddizioni'."

Comidad (2010)
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Di comidad (del 07/08/2025 @ 00:03:36, in Commentario 2025, linkato 5218 volte)
Si può comprendere la fretta degli Elkann di liberarsi di Iveco, dato che la loro priorità in questo momento è la costituzione di Stellantis Bank USA. Ufficialmente questa nuova creatura rientrerebbe nella categoria degli istituti di credito specializzati nel finanziamento a chi compra auto del gruppo; in realtà si tratta di banche a tutti gli effetti, che possono accettare depositi ed emettere carte di credito. Il finanziamento all’acquisto di auto è quindi un alibi che serve a legittimare la riconversione di imprese industriali in imprese finanziarie.
Molte critiche sono piovute sul governo Meloni e sul ministro Urso per aver avallato questa ennesima deindustrializzazione ed esportazione di capitali da parte degli Elkann. In realtà nella vicenda il governo era incapace di intendere e di volere, infatti la copertura a John Elkann è arrivata direttamente dal Quirinale. Gli organi di informazione ci hanno fatto sapere che Elkann avrebbe dato alla Meloni e a Mattarella ampie “garanzie”. Nessuno si è chiesto cosa c’entrasse Mattarella in una questione che sarebbe di stretta competenza del governo; forse non ci si è posta la domanda perché la risposta è ovvia, dato che Stellantis è una multinazionale e perciò tutto ciò che fa riguarda direttamente la gerarchia dei rapporti imperialistici. In Italia il garante di questi rapporti imperialistici è il presidente della repubblica, che è colui che, in base alla Costituzione, presiede il Consiglio Supremo di Difesa; quindi il vero referente istituzionale della NATO e degli USA è Mattarella. Del resto è noto che non si viene eletti presidenti della repubblica senza il pieno gradimento da parte degli USA.
Questi dettagli non vengono più celati perché ormai fanno parte esplicitamente della legittimazione del potere in Italia; per questo motivo Renzi si è incaricato di pubblicizzare il caso di Frattini, escluso dalla corsa al Quirinale in quanto segnalato dagli USA come “filorusso”. Sarebbe ingenuo però recepire una visione troppo meccanica e unilaterale dei rapporti imperialistici, per cui è più probabile che sia stato lo stesso Mattarella a sollecitare i suoi referenti americani affinché tagliassero fuori un suo possibile concorrente. Il colonialismo è una strada a due sensi, e l’abilità degli oligarchi locali sta nel sapersi rendere indispensabili facendo dipendere totalmente i padroni dalla loro narrazione. Gran parte della dinamica di potere in Italia ricalca ancora la situazione del latifondo, nella quale il barone si scopre sempre più dipendente dal campiere. A qualcuno potrà venire in mente l’esempio del campiere che, da semplice aguzzino dei braccianti, si evolve fino a diventare boss mafioso. Ma anche l’esempio più calzante rischia di risultare fuorviante se ci si focalizza sul caso specifico e si perde di vista lo schema generale dell’autocolonialismo; uno schema per il quale l’oligarchia assume come proprio indicatore di grandeur la capacità di umiliare i sottoposti oltre il necessario e persino l’utile, trasformandoli in cavie e scimmie ammaestrate.

Qualcuno si è turbato per il fatto che Elkann sia stato ritenuto affidabile dal governo e da Mattarella “nonostante” sia un evasore fiscale conclamato ed anche candidato a risolvere una sua disavventura giudiziaria con un patteggiamento; ma il “nonostante” è fuori luogo. Quando si parla di certe relazioni di potere si tende ad intendere il tutto in termini di teoria del complotto, come se occorressero chissà quali pianificazioni, invece è proprio il contrario. L’illegalità è un legame diretto e stringente, che stabilisce immediatamente un codice di comportamento fatto di complicità e ricatti incrociati; quindi il potere tende sempre all’illegalità poiché facilita i contatti, consolida i rapporti ed economizza le forze.
Mattarella deve interpretare la parte del russofobo e deborda nei toni, ma solo perché oggi quello è il rituale che conferisce il crisma di affidabilità in base ai rapporti coloniali. Semmai si potrebbe parlare più propriamente di italofobia, dato che un garante coloniale non può attribuire la priorità agli interessi della sua popolazione; anzi, diffida pregiudizialmente di quegli interessi, per cui spesso e volentieri li sacrifica senza una vera necessità. Il problema va oltre le persone e riguarda la disfunzionalità dello stesso concetto di nazione. La nazione è infatti una costruzione artificiosa che risulta da una colonizzazione al proprio interno. Il Meridione annesso e colonizzato nel 1860 venne gestito da una classe dirigente locale che si è posta come garante della colonizzazione. Nulla di strano che quella classe dirigente meridionale si sia dimostrata più esperta ed efficace quando si è trattato di gestire la colonizzazione dell’Italia da parte degli USA. Gli stessi Stati Uniti, seppure al vertice della gerarchia imperialistica, sono una nazione altrettanto disfunzionale, nella quale la classe dirigente deve ingannare e frodare sistematicamente il proprio popolo. Negli USA si viene eletti promettendo di non fare guerre, per poi comportarsi in modo esattamente contrario, perché è con le guerre che si fanno affari sicuri, remunerativi e alla svelta saccheggiando il denaro pubblico, cioè quello dei contribuenti poveri, visto che i ricchi pagano sempre meno tasse. Nel caos delle due presidenze Trump l’unico punto fermo è la determinazione a tagliare le tasse per le corporation; ciò senza nessun ritegno di gravare ulteriormente sul deficit federale.
Nel maggio scorso il segretario alla Difesa USA, Pete Hegseth, rappresentante di un paese responsabile del genocidio a Gaza, è volato a Singapore ad esibire la faccia tosta di intrattenere i paesi asiatici sulla incombente minaccia cinese; minaccia da tenere a bada armandosi e troncando i rapporti commerciali con la Cina. Hegseth quindi è andato ad ordinare ai paesi asiatici di impoverirsi doppiamente, sia comprando armi americane, sia rinunciando alla collaborazione economica con la Cina, accettando inoltre il rischio di fare la fine dell’Ucraina. In base al buon senso ci si aspetterebbe che Hegseth sia stato congedato dagli asiatici a sputi e mazzate; invece ha riscosso anche udienza e interesse. Proprio perché le nazioni sono costrutti artificiosi, gran parte delle classi dirigenti tende a sradicarsene e porsi al servizio di rapporti coloniali. In parole povere: un criminale comune come Hegseth può girare per il mondo confidando di trovare la complicità di altri criminali della sua stessa risma.
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


11/08/2025 @ 08:37:04
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