"
"La distruzione di ogni potere politico è il primo dovere del proletariato. Ogni organizzazione di un potere politico cosiddetto provvisorio e rivoluzionario per portare questa distruzione non può essere che un inganno ulteriore e sarebbe per il proletariato altrettanto pericoloso quanto tutti i governi esistenti oggi."

Congresso Antiautoritario Internazionale di Saint Imier, 1872
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 16/10/2025 @ 00:05:26, in Commentario 2025, linkato 6105 volte)
Mai sottovalutare le riscoperte dell’acqua calda. La prima ovvietà da considerare è l’assurdo di un premio Nobel per la pace assegnato da un organo politico di un paese che fa parte di un’alleanza militare. La Norvegia è un membro della NATO e ne persegue la politica “occidentalista” (eufemismo di suprematismo bianco) anche attraverso le pubbliche relazioni, nel cui ambito c’è da annoverare appunto il premio Nobel. Il premio è stato negato a Trump, ma non per voler fargli torto, bensì per istigarlo a proseguire sulla strada dell’aggressione economica e militare al Venezuela. Magari a qualcuno del Pentagono potrebbe sorgere il timore che gli USA si stiano sovraesponendo sul piano militare; meno male che arrivano gli europei a presentare il regime di Maduro come una minaccia intollerabile alla sopravvivenza dell’umanità. La signora insignita del Nobel, Maria Corina Machado, peraltro è entusiasta di Trump e ne appoggia gli obbiettivi e i metodi, quindi le stanno bene le sanzioni, i tentativi di colpo di Stato e di decapitazione del regime; e persino l’attività di calunniatore e assassino nei confronti di persone che navigano su piccole imbarcazioni a grande distanza dalle coste del Venezuela.
Era prevedibile e scontato anche il plauso di Roberto Saviano per il riconoscimento assegnato ad una delle principali esponenti della cosiddetta “opposizione” (un altro eufemismo che sta per golpismo) al regime di Maduro, il quale sarebbe corruzione mascherata da socialismo. Magari un giorno Saviano ci rivelerà quale sia a questo mondo il regime non corrotto. Più realisticamente occorrerebbe dire che ci sono regimi della cui corruzione è lecito e conveniente parlare, e regimi della cui corruzione non è il caso di parlare troppo se non vuoi guai, visto che sono quelli che comandano dalle nostre parti.

Il problema infatti è che Maria Corina Machado non ce l’ha con la “corruzione”, bensì col socialismo in quanto tale, ritenuto responsabile della povertà, perché renderebbe i poveri sempre più dipendenti dall’assistenzialismo. L’ulteriore scoperta dell’acqua calda è che la signora Machado, nonostante abbia un look più fine e non dica parolacce in pubblico, è comunque un clone di Javier Milei; anche la Machado è un ennesimo campione di un presunto “liberismo” che dovrebbe liberare la società dalle catene della burocrazia statale e dagli sprechi. L’icona di riferimento, manco a dirlo, è la solita Margaret Thatcher. Visto che i media hanno conferito alla Thatcher il titolo di “lady di ferro”, per la Machado si è confezionato l’appellativo di “signora d’acciaio”. Tutto secondo il copione inaugurato alla fine degli anni ’70 e mai modificato.
Uno dei leit motiv dei conservatori britannici e americani è appunto che la povertà sia colpa del socialismo; il che può essere anche vero, ma tutto sta a capire di quale socialismo si tratta, se di quello per poveri o di quello per ricchi. Il sedicente “liberismo” è una categoria meramente narrativa e mitologica, una specie di autocelebrazione dei ricchi, che pretenderebbero di emergere da una darwiniana sopravvivenza del più forte. La stessa nozione di capitalismo è poco significativa, poiché si riduce al principio giuridico secondo il quale si stabilisce il potere in un’impresa in base alle quote di capitale investito; il che non ci dice praticamente nulla su come l’economia effettivamente funziona. Ciò che ha fatto la Thatcher, cioè trasferire il carico fiscale dalle imposte dirette sulle imprese alle imposte indirette sui consumi, si chiama tecnicamente assistenzialismo per ricchi. Se si aumentano le accise sui carburanti alla fine sono i poveri che pagano, cioè quelli che non hanno modo di scaricare gli aumenti su altri. Questo spostamento del carico fiscale dai ricchi ai poveri risulta appunto dai documenti di bilancio reperibili sul sito della Fondazione Thatcher. Ancora adesso ci sono in giro facce di bronzo che dicono che la Thatcher avrebbe diminuito le tasse. Il programma della Thatcher si è risolto invece nel togliere ambiguità interclassista al termine “contribuente”, che ora si identifica col contribuente povero.
Milei ha fatto lo stesso, infatti il suo governo si è presentato con una raffica di aumenti delle accise sui carburanti. Tanto per cambiare, anche quest’anno in Argentina c’è stato un ulteriore aumento delle accise e inoltre Milei stabilisce già la data per un altro aumento. Quale sarebbe il risultato di tutta questa spremitura del contribuente argentino a favore delle imprese ? Il risultato è che oggi a salvare il governo Milei dai debiti con banche e fondi d’investimento e dal crollo della moneta, arrivano i miliardi che Trump ha prelevato dal contribuente americano. Se Trump riuscirà a rovesciare il regime di Maduro, con tutta probabilità il contribuente americano sarà costretto a ripagare i debiti di un altro paese fallito. Per spostare il carico fiscale dai profitti delle imprese ai consumi, Trump ha fatto ricorso al trucco dei dazi (che sono appunto tasse sui consumi), così può raccontare al suo elettorato che lo fa per riportare l’industria negli USA. Per le multinazionali del credito e la loro super-lobby (il Fondo Monetario Internazionale) va benissimo così, dato che hanno trovato nel contribuente povero la gallina dalle uova d’oro. Alla fine risulta verissimo che l’assistenzialismo rende sempre più dipendenti dall’elemosina; soltanto che si deve precisare che si sta parlando dell’unico assistenzialismo che fa sistema, cioè quello per ricchi; e che sono i poveri a versare l’elemosina ai ricchi.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 09/10/2025 @ 00:05:20, in Commentario 2025, linkato 6103 volte)
Al di là dei contesti radicalmente diversi, si può riconoscere lo schema ricorrente, l’invarianza; che in questo caso è la cosiddetta “arte di governo”, ovvero l’eludere le proprie responsabilità tramite il vittimismo, la contrapposizione pseudo-ideologica e la gazzarra da talk-show. L’arte di governo è trasversale ai vari governi ed ai differenti schieramenti politici, che convergono nella pratica di non precisare i confini tra lecito e illecito. La trasparenza della contestazione e della sanzione dell’eventuale illecito viene sostituita con una generica colpevolizzazione dei cittadini, con la quale giustificare pressioni indebite, terrorismo psicologico e discriminazioni. In epoca psicopandemica si è costruito su queste basi di incertezza giuridica e linguistica una sorta di virtuale obbligo vaccinale, la cui attuazione è stata condotta con strumenti arbitrari di limitazione dei diritti civili. Persino quando l’obbligo vaccinale è stato apparentemente proclamato per legge, si è però continuato nella farsa di voler estorcere la firma al “consenso informato”, negando la somministrazione del siero a coloro che volevano aderire all’obbligo manifestando chiaramente il proprio dissenso. L’ossimoro dell’obbligo che presuppone il consenso, è stato però avallato e santificato dalla Corte Costituzionale nella sentenza 14/2023, per cui si è creata una sorta di giurisprudenza in funzione dell’irresponsabilità del governo e della colpevolizzazione generica del cittadino comune. Lo schema funziona all’incontrario del famoso aforisma dell’Uomo Ragno, perché più potere si ha e più si riesce a scaricare sugli altri ogni responsabilità. Non c’è da stupirsi che la nostra Consulta si sia avventurata in tali forzature del senso logico, visto che in precedenza aveva persino riformato l’aritmetica, stabilendo che la maggioranza elettorale non è il 50% +1, bensì il 40%. “Costituzionalista” è diventato infatti sinonimo di ciarlatano.
La vicenda sui contrasti tra il governo Meloni e gli attivisti umanitari in navigazione verso Gaza ha seguito un percorso analogo di sistematica evanescenza dei confini giuridici e linguistici: la “legalità” può proclamare una cosa e il suo contrario, e la comunicazione fa a meno della sintassi, per cui è possibile esprimersi con interiezioni intimidatorie, come “complottista!”, “no-vax!”, “Hamas!”, “7 ottobre!”. Tra le navi degli attivisti umanitari diretti verso Gaza che sono state abbordate dagli israeliani, risultano ben tre vascelli battenti bandiera italiana, sui quali quindi il nostro governo aveva piena giurisdizione. Se il comportamento degli attivisti della flottiglia in acque internazionali avesse configurato un qualunque illecito, il governo Meloni, che ha giurisdizione su queste navi, avrebbe dovuto intervenire per prevenire imbarazzi ed incidenti con il governo israeliano. Se invece non c’era illecito da parte delle navi battenti bandiera italiana, queste andavano tutelate da abusi commessi da governi stranieri. Il governo a guida “sovranista” e i suoi media di supporto hanno scelto invece la strada della colpevolizzazione generica, dei proclami fumosi e della fuga dalla responsabilità; anzi, il nostrano club degli amici del genocidio ha addirittura auspicato che fosse Israele a fare da castigamatti nei confronti di cittadini italiani.

La Meloni ha cercato, com’è suo costume, di buttare la questione in iperbole e caricatura, affermando che il nostro governo non avrebbe potuto dichiarare guerra ad Israele. In realtà il problema non è la mancata dichiarazione di guerra, bensì la mancata protesta diplomatica, dato che il nostro ministro degli Esteri si è limitato a elemosinare per i cittadini italiani sequestrati in acque internazionali da Israele un trattamento meno vessatorio. A parziale scusante per la Meloni e la sua corte dei miracoli, c’è da osservare che, sebbene la maggioranza delle navi della flottiglia battesse bandiera polacca, il governo polacco non ha tenuto un comportamento molto diverso dal nostro; eppure attualmente la Polonia è un paese che si distingue dagli altri per machismo e retorica nazionalistica.
Aleksandr Herzen diceva che il nichilismo non è il voler ridurre le cose a nulla, bensì riconoscere il nulla quando lo si incontra. Gli Stati non esistono come attori politico-istituzionali, e non sono neppure dei simulacri giuridici; semmai dei simulacri tout court, che fanno da alibi ad una faida tra bande criminali e cosche affaristiche. Gli Stati rimangono nozioni chimeriche, ma i regimi hanno pur sempre bisogno di una continuità materiale, perciò gli schemi di potere non possono riprodursi platonicamente come se discendessero da un iperuranio. Quando il biopotere si è presentato nella forma del trattamento sanitario obbligatorio di massa, la gran parte dell’opinione pubblica ha aderito entusiasticamente; ora che il biopotere si presenta invece nella forma esplicita del genocidio, esso viene rifiutato con sdegno persino da tanti squadristi del politicamente corretto. A fare da concreto filo di continuità tra le varie fasi del biopotere, c’è quindi il nucleo solido dell’oligarchia; di conseguenza il Mattarella che criminalizzava i renitenti al vaccino, adesso tratta gli attivisti umanitari come bambini sconsiderati. Oggi come in passato, a fornire il supporto mediatico a Mattarella non c’è soltanto il giornalismo servo, ma soprattutto il giornalismo padrone; quello dei Mentana e dei Vespa, che non sono dei semplici dipendenti, bensì dei diretti esponenti dell’oligarchia.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 604 605 606 607 608 609 610 611 612 613 614 615 616 617 618 619 620 621 622 623 624 625 626 627 628 629 630 631 632 633

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (51)
Commentario 2025 (46)
Commenti Flash (62)
Documenti (31)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (34)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


18/11/2025 @ 15:58:08
script eseguito in 50 ms