"
"La privatizzazione è un saccheggio delle risorse pubbliche, ma deve essere fatta passare come un salvataggio dell’economia, e i rapinati devono essere messi nello stato d’animo dei profughi a cui è stato offerto il conforto di una zuppa calda. Spesso la psico-guerra induce nelle vittime persino il timore di difendersi, come se per essere degni di resistere al rapinatore fosse necessario poter vantare una sorta di perfezione morale."

Comidad (2009)
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 03/06/2010 @ 01:55:55, in Commentario 2010, linkato 1639 volte)
Alcuni giornali ci hanno fatto sapere che vi sarebbero state critiche all’interno della stessa Israele per la sanguinosa azione di pirateria attuata dal governo israeliano contro il convoglio di soccorsi alimentari e farmaceutici per Gaza. Questo tipo di atteggiamenti critici di una parte dell’intellettualità israeliana ha suscitato a sua volta un certo scetticismo in alcuni osservatori più disincantati, che hanno sottolineato come il crimine israeliano appena consumato rientri appieno nelle linee di comportamento abituale del sionismo: il presentarsi come se si fosse soli contro tutto il mondo, ma al tempo stesso l’esigere una disciplina assoluta dai media del sedicente Occidente.
In effetti ancora una volta i media internazionali hanno superato l’esame di affidabilità sionista, poiché non solo ad Israele non sono mancati sostegni espliciti, ma anche le finte "critiche" sono state smussate seminando sospetti sulla autenticità del “pacifismo” degli aggrediti. Si tratta di un trucco propagandistico molto frequente, che consiste nell’attribuire arbitrariamente a certe iniziative l’etichetta di pacifismo, per poi metterla pretestuosamente in dubbio.
Un altro aspetto che è risultato evidente nell’attacco israeliano è stato quello di voler galvanizzare i sostenitori del sionismo con una sorta di surrogato/simulacro di “vittoria militare”, dato che ormai le sole “vittorie” che Israele riesce a conseguire sono quelle contro civili inermi. L’invasione del Libano del 2006 - proprio quella invasione che il giornalista Paolo Guzzanti aveva salutato con uno sperticato inno di lode che lo coprì di ridicolo - si è risolta in un disastro militare che ha messo in luce la vulnerabilità della macchina bellica israeliana nei confronti dell’evoluzione tecnologica della guerra.
Il numero effettivo di carri armati israeliani messi fuori combattimento dai miliziani Hezbollah è rimasto un segreto militare, e non poteva essere diversamente in un Paese in cui il segreto militare investe persino tutti gli aspetti della vita civile; ma anche la cifra di cinquanta carri distrutti, filtrata dalla censura dei media israeliani, costituirebbe una debacle tutt'altro che indifferente. L’operazione “Piombo Fuso” contro Gaza della fine del 2008, si era risolta in un'ulteriore prova di ferocia criminale e d'inettitudine militare, sulla quale in Israele era calato il silenzio dell'imbarazzo; ed infatti l'unico ad esprimere un plauso ammirato sull'operazione è stato un noto incompetente a tutto tondo come Silvio Berlusconi, con il risultato che la sua adulazione si è connotata di un involontario scherno nei confronti degli Israeliani.
I crimini contro civili del tutto inermi sono invece efferati quanto facili, e possono riaccreditare, se non altro a livello di propaganda subliminale, il mito della superpotenza israeliana tante volte smentito dai fatti; un mito di invincibilità a cui gli Israeliani sono i primi a non credere più, dato che chi poteva se ne è già scappato altrove (vedi Fiamma Nirenstein). Inoltre il governo israeliano ha posto le basi per un'emigrazione di massa in Ungheria, dove le multinazionali americo-sioniste si stanno appropriando di quasi tutti quei patrimoni immobiliari che, dopo il crollo del comunismo, avrebbero dovuto tornare all'antico proprietario, cioè la Chiesa Cattolica (e ciò spiega anche perché la Chiesa venga stretta all'angolo dalla propaganda ufficiale con quella scoperta dell'acqua calda che è la clero-pedofilia).
Le critiche interne ad Israele potrebbero rientrare perciò in quel gioco delle parti utile a cercare di alimentare nuovamente il mito ormai logoro della “unica democrazia del Medio Oriente”. Insomma, sarebbe la solita propaganda: da buoni "democratici", come gli Americani, anche gli Israeliani non possono mai essere cattivi, al massimo "stupidi", quindi ingenui, perciò vittime. Su questa tesi propagandistica concordano il figlio di Sharon e il "Manifesto".
Ora, non c'è dubbio che si tratti della solita propaganda, però occorre non perdere di vista il fatto che il bersaglio dell'azione di pirateria israeliana è risultata essere la Turchia, il Paese che si era maggiormente impegnato nell’azione di soccorso per Gaza, e che, in un certo senso, ne costituiva il garante. La Turchia costituisce infatti l’unica potenza dell’area che possieda un apparato militare paragonabile a quello di Israele, ed è inoltre un membro della NATO. D’altra parte la Turchia ha avviato con il governo Erdogan una propria politica estera, che l’ha vista negli ultimi mesi configurare una sorta di asse con l’Iran e la Russia. La Turchia si trova infatti da anni in difficoltà per la politica secessionistica degli Stati Uniti in Iraq, che sta favorendo la nascita di uno Stato dei Curdi che destabilizzerebbe definitivamente anche la parte di Kurdistan che si trova in territorio turco.
L’accordo internazionale sull’arricchimento dell’uranio iraniano di poche settimane fa, è stato ottenuto dal presidente brasiliano Lula da Silva dopo il suo incontro con Ahmadinejad, ma la trattativa ha visto il coinvolgimento diretto della Turchia, che si è assunta perciò in prima persona l’onere internazionale di screditare la propaganda allarmistica degli Stati Uniti e di Israele circa il presunto pericolo nucleare iraniano.
I media occidentali avevano diffuso a suo tempo la notizia sul tentativo diplomatico di Lula da Silva dandone per scontato il fallimento; infatti, una volta che la mediazione di Lula è riuscita, sul tutto è calato il più assoluto silenzio mediatico, poiché nulla deve turbare le certezze dell’opinione pubblica occidentale per ciò che riguarda le folli mire del mostro Ahmadinejad.
La provocazione israeliana ha quindi giocato d’anticipo, ed è andata a saggiare la capacità e la volontà di reazione del governo turco. Qualcosa del genere era già avvenuto con l’attacco della Georgia nei confronti dell’Ossezia; un attacco organizzato ed armato dagli Israeliani proprio per valutare la capacità reattiva dell’esercito russo, e che si risolse nell’ennesimo fallimento militare di Israele.
Se Putin in quell’occasione non avesse immediatamente reagito, sarebbe probabilmente incorso in un colpo di Stato del suo stesso esercito, e ciò costituì il motivo per cui la reazione del governo russo in Ossezia riscosse una tacita comprensione da parte dei governanti europei. Il solo a manifestare ad alta voce queste diffuse opinioni europee fu il solito Berlusconi, che si prese delle rampogne ed anche la taccia di amico di Putin, cosa che motivò ufficialmente la diserzione di Paolo Guzzanti dalle file del berlusconismo. Anche per Erdogan la situazione che ora si prospetta non è facile, poiché egli rischia di mostrarsi o troppo debole se non reagisse militarmente, o troppo avventurista se invece lo facesse. Già Erdogan è stato costretto a sventare un tentativo di colpo di Stato militare qualche tempo fa, e questo pericolo si porrebbe per lui nuovamente quale che fosse la sua scelta.
Se Erdogan pensava di poter ridefinire le sue alleanze con la opportuna gradualità, quanto accaduto invece lo spiazza. Si potrebbe anche ipotizzare che egli abbia in qualche modo atteso e sollecitato la provocazione israeliana, e quest’ulteriore ipotesi risulterebbe verificabile di qui a poco.
L’avventurismo criminale di Israele rappresenta una costante dello scenario mondiale, quindi viene digerito senza particolari drammi dalla diplomazia internazionale, anche perché si sa benissimo che dietro questo avventurismo di Israele c'è in realtà l'affarismo degli Stati Uniti. Da anni Noam Chomsky cerca di sfatare il mito della “lobby israeliana”, chiarendo che Israele svolge il ruolo istituzionale di mediatore d'affari per conto delle multinazionali statunitensi nella vendita di armi americane. Dato che le leggi americane ufficialmente proibiscono la vendita di armi a quasi tutti i Paesi, allora queste armi devono essere vendute ad Israele perché le possa a sua volta rivendere ad altri.
Israele inoltre ospita una mega-base americana non lontano dall'areoporto Ben Gurion; una base militare USA che - si dice - sarebbe ignota anche a molti Israeliani, anche se proprio un giornalista israeliano, Barry Chamish, si è incaricato di diffonderne le foto su internet. L’immagine degli USA manipolati da Israele appare quindi mitologica, e viene probabilmente accreditata per aumentare i margini di manovra diplomatica delle amministrazioni statunitensi, oltre che per avere sempre a disposizione un alibi.
Un eventuale avventurismo militare turco nell’area costituirebbe invece un fatto nuovo, una variabile che potrebbe determinare un riassetto di tutti gli “equilibri” mondiali (ammesso che si possa parlare di equilibri).
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 10/06/2010 @ 01:43:41, in Commenti Flash, linkato 1258 volte)
Povero Marpionne… L’AD della FIAT porta avanti la sua politica di rilancio dell’azienda tra malumori, sospetti e pregiudizi davvero inattuali. Dopo aver quasi portato alla chiusura Termini Imerese, con i prevedibili benefici per l’economia italiana, Marpionne rivolge le sue cure allo stabilimento di Pomigliano. Le proposte di Marpionne sono allettanti: portare i turni di lavoro settimanali fino a 18 e poi a 21, ottenere 15 sabati lavorativi, garantire la non proclamazione di scioperi nei sabati concordati e altre piacevolezze. Di fronte a questa generosità, i sindacati, dall’UGL alla Fiom, si sono semplicemente dichiarati “disponibili a raggiungere un’intesa”, dimostrando così tutta la loro rigidità corporativa. Marpionne ha confidato che: “In America l’atteggiamento è completamente diverso e come italiano me ne dispiaccio.” Ma la magnanimità di Marpionne non si arrende: ed eccolo proporre una norma che contenga sanzioni economiche per i sindacati che, nonostante gli impegni, proclamassero lo sciopero in quei giorni; una deroga al tempo minimo di 11 ore tra un turno e l’altro, aumenti dei ritmi e altro ancora. Ma ancora una volta i sindacati, invece di intonare canti di giubilo, hanno risposto con un irremovibile: “ci sono le condizioni per arrivare ad un accordo”; un’ottusità ideologica davvero inaudita. Ha ragione Marpionne ad essere deluso, chi potrebbe criticarlo se decidesse di chiudere gli stabilimenti italiani e portarsi tutto in Polonia o, che so, in America? Certo, tutto a spese del contribuente italiano; se no a che servono le manovre finanziarie?
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (10)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (32)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


19/03/2024 @ 04:16:34
script eseguito in 95 ms