"
"Ridurre l'anarchismo alla nozione di "autogoverno", significa depotenziarlo come critica sociale e come alternativa sociale, che consistono nella demistificazione della funzione di governo, individuata come fattore di disordine."

Comidad
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 02/02/2012 @ 01:44:31, in Commentario 2012, linkato 2049 volte)
La commemorazione della strage di Piazza Fontana è il pretesto per una ciclica riproposizione della "pista anarchica" da parte dei media. Due anni e mezzo fa il libro di Paolo Cucchiarelli sulla strage del 12 dicembre 1969 costituì l'occasione per una campagna mediatica tesa a riproporre la responsabilità di Valpreda e Pinelli. Da sottolineare che il libro di Cucchiarelli si serviva soprattutto di fonti del SISDE e della NATO.[1]
Se si inquadra la strage di Piazza Fontana nell'ambito della psywar della NATO, e la si individua come un tipico attentato "false flag", questa insistenza mediatica a distanza di decenni sulla matrice anarchica risulta del tutto ovvia, poiché serve ad accreditare anche gli attuali attentati "false flag". Un interessante documentario del 2010, prodotto dalla BBC, a proposito della guerra psicologica e degli attentati con falsa attribuzione, propone forse un 10% della verità, ma risulta sufficiente per farsi un'idea sulla vastità ed importanza di questo aspetto della psywar nell'assetto di potere militare e finanziario che fa capo alla NATO.[2]
Ma ci sono anche fonti più dirette per acquisire informazioni sul ruolo della psywar. Nel numero del 29 luglio 2010 della pubblicazione ufficiale del servizio segreto interno, l'ex SISDE ed oggi AISI, cioè la rivista "Gnosis", si trova un interessante articolo di Marco Giaconi sul ruolo della psywar nella "governance" dell'economia occidentale. Marco Giaconi è il direttore di ricerca del Centro Militare di Studi Strategici di Roma, ente autonomo del Ministero della Difesa.[3]
Il titolo dell'articolo di Giaconi è "Il mercato come luogo di confronto: l'intelligence economica dalle strategie di difesa alle tattiche di attacco". Vi si sostiene che: "La funzione di base dell'intelligence economica - in senso ampio - è stata ed è la protezione dei sistemi produttivi e delle potenzialità di competizione dei settori commerciali/finanziari di ogni Paese."
Ma il discorso dell'articolista si fa immediatamente più esplicito: "Ai nostri giorni, in epoca di globalizzazione delle informazioni, non si può ignorare uno specifico ruolo più attivo - precipuo dell'aspetto dell'intelligence - a tutela della propria governance economico-finanziaria e dell'intero sistema Paese: una sorta di economic warfare o di psywar geoeconomica estremamente attenta a costruire percorsi di solidità sulle piazze mondiali del mercato.".
Chi desidera una confessione più completa di questa, se la vada a cercare nei telefilm di Perry Mason. Che i servizi segreti parlino tra loro di psywar senza più preoccupazioni di riservatezza, non ha nulla di strano, dato che nell'epoca di internet la segretezza sarebbe un'illusione, e persino la legislazione sul Segreto di Stato svolge una mera funzione di garanzia d'impunità nei confronti delle inchieste giudiziarie. Tanto c'è il controllo della potenza mediatica ad impedire che queste informazioni possano fare opinione pubblica. Quindi, se da parte dei servizi segreti NATO si teorizza esplicitamente la necessità della psywar come strumento di governance economica, non c'è neppure niente di strano nel fatto che la grande lotta operaia dell'autunno del 1969 sia stata stroncata con un attentato "false flag" attribuito ad una scheggia impazzita della sinistra. Sarebbe stato strano il contrario.
C'è da osservare che anche il megadirettore di Agenzia delle Entrate ed Equitalia, Attilio Befera, scrive sulla rivista dell'AISI, e questo può suggerire qualcosa circa gli attentati di "matrice anarchica" subiti di recente da Equitalia, visto che proprio "Gnosis" ci fa sapere che la psywar è uno strumento di "governance" economica.[4]
Quando si tratti di stragi però si va ben oltre la competenza dei servizi segreti nostrani, che possono al massimo occuparsi delle operazioni di copertura e depistaggio; in quanto, per i veri e propri atti di guerra, le decisioni possono essere prese solo a livello degli alti comandi NATO. Bisognerebbe perciò correggere la formula "strage di Stato", in "strage di NATO".
Le tesi sulla psywar economica esposte da "Gnosis" sono infatti del tutto inquadrate nella funzione storica dell'Alleanza Atlantica, dato che la "governance" economica fa parte dei compiti istituzionali della NATO sin dalla sua fondazione, ed a riguardo vi sono vari organi dell'alleanza che svolgono specifici incarichi. Uno di questi è il "Committee on Economic and Security", che si occupa di integrazione tra le economie degli alleati, quindi di interventi diretti della NATO nelle questioni economiche dei vari Paesi.
L'articolo 2 del Trattato Nord Atlantico, infatti afferma chiaramente che i paesi membri "cercheranno di eliminare ogni contrasto nelle loro politiche economiche internazionali e incoraggeranno la cooperazione economica tra alcuni o tutti loro."
Ce ne parlano i documenti reperibili sui siti della stessa NATO, da cui risulta che l'Alleanza Atlantica ha tra i suoi scopi quello di agire in concerto con le altre organizzazioni internazionali: FMI, WTO, OCSE, Banca Mondiale, UE, istituzioni che costituiscono un'orchestra con un unico direttore. La NATO, appunto.[5]

[1] http://www.corriere.it/cronache/09_maggio_28/mistero_piazza_fontana_Guastella_860a0548-4b4c-11de-a6f4-00144f02aabc.shtml
[2] http://www.bbc5.tv/video/psywar
[3] http://gnosis.aisi.gov.it/News/News.nsf/9313809689dbdb38c125754a0037b128/879c28c476557a77c125776f003a9b88!OpenDocument
[4] http://www.sisde.it/gnosis/Rivista19.nsf/ServNavig/13
[5] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.nato-pa.int/Default.asp%3FSHORTCUT%3D146&ei=f4ElT_OELciH4gTb6fn5DA&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CC4Q7gEwAA&prev=/search%3Fq%3Dnato%2Beconomics%2Band%2Bsecurity%2Bcommittee%26hl%3Dit%26rlz%3D1R2ACAW_it%26prmd%3Dimvns
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.nato.int/cps/en/SID-52DEE429-33DBC706/natolive/topics_76400.htm&ei=9SQoT_PmO-rl4QSM9MnUAw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=4&ved=0CEIQ7gEwAw&prev=/search%3Fq%3Dnato%2Beconomics%26hl%3Dit%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Dimvns
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 09/02/2012 @ 01:58:33, in Commentario 2012, linkato 1831 volte)
La settimana scorsa il parlamento ha celebrato una sorta di vendetta simbolica contro la magistratura approvando la legge sulla responsabilità civile dei giudici. Quanto sia puramente simbolica questa vendetta, è indicato dal fatto che i politici inquisiti facciano molto più affidamento sulla prescrizione, che non sulla dimostrazione della propria innocenza. In effetti negli scorsi anni, i casi di inchieste giudiziarie ai danni di esponenti della politica, rivelatisi poi inconsistenti, si sono potuti contare sulle dita di mezza mano. Chi potrebbe invece far valere questa legge sulla responsabilità dei giudici, è l'esule Cesare Battisti, che i magistrati sono riusciti a far assurgere al rango di un Padre Pio del terrorismo, dotato del dono dell'ubiquità. Come già il suo illustre omonimo impiccato dagli Austriaci durante la prima guerra mondiale, anche l'attuale Cesare Battisti è diventato un simbolo di unità nazionale, dato che politica e magistratura trovano il loro unico momento di armonia quando si tratta di dargli addosso e di pretenderne l'estradizione dal Brasile.
Deve essere proprio il fatto che Cesare Battisti sia oggi l'unico e vero garante dell'unità nazionale, ad avere suscitato le ire e le invidie del presidente Giorgio Napolitano, il quale si è particolarmente distinto per zelo nella caccia all'esule. Quando Battisti ha reagito verbalmente a queste attenzioni di Napolitano, ancora una volta il mondo istituzionale si è stretto a coorte attorno al presidente. Persino il Popolo delle Libertà, per una volta, ha trovato parole di solidarietà per il presidente della Repubblica, dato che in questi anni a nulla erano valse tutte le occasioni in cui Napolitano ha salvato il governo Berlusconi. Per le destre Napolitano rimane il comunista che nel 1956 approvò l'invasione sovietica dell'Ungheria.
Nessuna invasione è giustificabile, ma almeno in quel caso la paranoia sovietica aveva un qualche fondamento oggettivo, dato che appena quindici anni prima, nel 1941, l'Ungheria aveva partecipato massicciamente con le sue truppe all'Operazione Barbarossa, cioè l'invasione dell'Unione Sovietica. Ancora nel 1945 l'Ungheria aveva un partito nazista di massa, le Croci Frecciate, che per consistenza politica e numerica era in grado di far concorrenza persino al partito nazista tedesco.
Napolitano si è però redento da quel suo crimine del 1956 diventando un alfiere dell'invasione dell'Afghanistan prima, e del bombardamento della Libia poi. Ma cos'è che rende esecrabile un'invasione ed invece giusta e santa un'altra invasione?
Nel caso dell'invasione dell'Afghanistan, a suo tempo Bush non si scomodò neppure a fabbricare prove o slogan circa una partecipazione dei Talebani al terrorismo anti-USA. Invadere l'Afghanistan era giusto e basta.
Ciò che fa la differenza tra un'esecrabile invasione sovietica ed una santa invasione della NATO, è l'attività di business e di lobbying che la NATO si porta dietro. Nel caso dell'Afghanistan infatti sono ancora in piena attività i lobbisti del bomb-business, facenti capo all'azienda americana Boeing ed all'italiana Oto Melara, che producono assieme l'ultimo grido del progresso: economicissime bombe di piccolo diametro che consentono di armare maggiormente gli aerei. Insomma, bombe che ammazzano di più spendendo di meno. Sul sito del ministero delle Difesa c'è una vera e propria pagina pubblicitaria che reclamizza l'innovativo prodotto (a proposito di lobbying istituzionalizzato).[1]
Il Consiglio Supremo di Difesa di ieri mattina, 8 febbraio - presieduto proprio da Napolitano -, ha prodotto un comunicato sibillino, che sembra però fare riferimento proprio a queste economiche bombe, dato che vi si parla di garantire le missioni militari contenendone i costi.[2]
Pare perciò che il neo-ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, stia per riuscire laddove aveva fallito il ministro La Russa, cioè appunto dotare di bombe i velivoli militari italiani in Afghanistan.[3]
L'ammiraglio Di Paola è un lobbista di lusso, dato che riveste il ruolo di presidente del Comitato Militare della NATO. Anche Di Paola, come Mario Monti, è un pezzo grosso della NATO, quindi proviene dal tempio del lobbying militar-finanzario. [4]
La differenza di stile di Di Paola rispetto al naif Ignazio La Russa, la si è potuta apprezzare immediatamente; infatti l'ammiraglio ha preparato il terreno per il bomb-business scatenando nei giorni scorsi una mega-offensiva delle truppe italiane in Afghanistan. A causa di questa offensiva voluta da Di Paola, adesso gli orridi talebani stanno bombardando il nostro glorioso battaglione San Marco; e bisognerà vedere chi in parlamento avrà l'ardire di negare protezione aerea alle nostre truppe eroicamente impegnate sul terreno.[5]
Di Paola è anche colui che, nella sua funzione di direttore nazionale degli Armamenti, firmò nel 2002 con la Lockheed il contratto per la fornitura dei caccia F-35; un affare stimato, per ora, attorno ai quindici miliardi, e che si sta rivelando un grosso bidone tecnologico, una circostanza a cui la Lockheed non è affatto nuova nella sua lunga storia.[6]
L'arte del lobbista di alto livello si nota però nel momento della difficoltà. Di Paola ha infatti annunciato un "taglio" di tre miliardi rispetto alla spesa prevista per i caccia, in modo da sedare gli animi. Peccato che la cifra di quindici miliardi sia solo un preventivo, e l'effettiva portata della spesa sia tutta da verificare.[7]
[1] http://www.difesanews.it/archives/boeing-e-oto-melara-assieme-per-la-produzione-delle-small-diameter-bomb
[2] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-08/consiglio-supremo-difesa-garantire-144536.shtml?uuid=AaM4XsoE
[3] http://www.repubblica.it/politica/2012/01/28/news/caccia_bombe-28933503/
[4] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.nato.int/cv/milcom/dipaola-e.htm&ei=TsMuT5f0BKLb4QTR0e3EDg&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=6&ved=0CF4Q7gEwBQ&prev=/search%3Fq%3Ddi%2Bpaola%2Bnato%26hl%3Dit%26rlz%3D1R2ACAW_it%26prmd%3Dimvns
[5] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-04/afghanistan-offensiva-italiana-farah-103846.shtml?uuid=AawYyzmE
[6] http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/caccia-f35-lockheed-giampaolo-di-paola-1071430/
[7] http://tg.la7.it/politica/video-i497374
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (10)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (32)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


19/03/2024 @ 12:45:27
script eseguito in 109 ms