"
"Il denaro gode di una sorta di privilegio morale che lo esenta dalla corvée delle legittimazioni e delle giustificazioni, mentre ogni altra motivazione non venale comporta il diritto/dovere di intasare la comunicazione con i propri dubbi e le proprie angosce esistenziali. Ma il denaro possiede anche un enorme potere illusionistico, per il quale a volte si crede di sostenere delle idee e delle istituzioni, mentre in realtà si sta seguendo il denaro che le foraggia."

Comidad (2013)
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 29/09/2016 @ 03:06:55, in Commentario 2016, linkato 1746 volte)
La multinazionale mediatica “Bloomberg” ha diffuso nei giorni scorsi una dichiarazione di Angela Merkel, secondo la quale il governo tedesco non penserebbe ad aiuti di Stato per soccorrere “Deutsche Bank, che, come è noto, ha aggiunto ai suoi guai finanziari anche la multa di quattordici miliardi di dollari inflittale dal governo federale USA. La dichiarazione è stata accolta con ovvi sarcasmi, visto che non ha alcun senso prospettare un “bail in” per il caso Deutsche Bank, in quanto anche una spoliazione completa di azionisti, obbligazionisti e correntisti rappresenterebbe una goccia nel mare del dissesto finanziario della maggiore banca tedesca. La voragine di Deutsche Bank è di tale entità che non avrebbe senso pensare neppure ad un aiuto di Stato, bensì occorrerebbe qualche accordo internazionale per gestire la riconversione dell’infinita massa di titoli tossici che albergano nei conti della banca. Anche la sortita dei vertici di Deutsche Bank, che hanno fatto da sponda alla Merkel dichiarando a loro volta di non aver intenzione di chiedere aiuti statali, rientra quindi nella pura retorica.
Sebbene prive di senso, le dichiarazioni della Merkel e di Deutsche Bank svolgeranno ugualmente una funzione nella comunicazione da talk-show, come riprova esclusivamente retorica del rigorismo tedesco. In Italia l’informazione riguardante la Germania è una delle più censurate e manipolate, e tende ad accreditare l’immagine, in positivo o in negativo, del colosso economico-finanziario dal quale dipenderebbero le nostre sorti. Anche Renzi, nella sua ultima performance di Bratislava si è attenuto a questo copione, concentrando la polemica nei confronti dell’ottusità e dell’egoismo del governo tedesco.

La vera questione è in realtà molto diversa, dato che non si comprende quali sarebbero le armi di ricatto in mano alla Merkel nei confronti dell’Italia. La Germania non è nostra creditrice e, come Paese che esporta la gran del suo PIL, la stessa Germania avrebbe tutto da perdere in una guerra commerciale di dazi. Persino la Commissione Europea ha un potere contrattuale piuttosto relativo nei confronti dell’Italia, poiché non potrebbe far altro che deferirla alla Corte di Giustizia in vista di eventuali multe.
Se c’è invece uno che oggi ci tiene per le palle è un italiano, un certo Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea e garante/compratore del nostro debito pubblico. Lo stesso Draghi si fa pagare dall’Italia questa garanzia con “riforme strutturali”, cioè con austerità. Quindi se oggi l’Italia ha una controparte è Draghi e non la Merkel. Si paventava anche che la Corte Suprema tedesca bocciasse la politica di “quantitative easing” e di bassi tassi di interesse di Draghi, ritenendola incompatibile con il proprio ordinamento costituzionale, ma così non è stato, anzi la sentenza della Corte è stata pienamente favorevole all’attuale linea della BCE.
Il “colosso economico” tedesco ha basato tutta la sua concezione esistenziale sul surplus commerciale, ma negli anni ‘90 non riusciva a raggiungere quell’obiettivo, anzi era in disavanzo della bilancia commerciale; c’è riuscito solo grazie al trucco dell’euro, mantenuto in vita dai “quantitative easing” di un italiano, Draghi, il quale lavora per conto della NATO.

La questione tedesca rimane comunque centrale, poiché l’effettivo ruolo di questo Paese rimane oscuro, avvolto da mitologie ed omissioni informative. Ci si vende un “modello tedesco” che non esiste, un illusionismo che regge solo a patto di non metterlo sotto osservazione.
La stessa biografia della Merkel costituisce infatti un gigantesco buco nero. Tra l’altro non si chiama neppure Merkel ma Kasner, e avrebbe acquisito il cognome attuale da un misterioso primo marito da cui avrebbe divorziato. La “Merkel” sarebbe figlia di un pastore protestante e nata ad Amburgo, in Germania Ovest, nel 1954, in piena guerra fredda; ma la sua famiglia si sarebbe trasferita nell’Europa dell’Est (una fuga all’incontrario), con il pretesto ufficiale di evangelizzare i comunisti (sic!). Laureata in fisica, la “Merkel” avrebbe fatto parte della Gioventù Comunista e sarebbe entrata nel primo governo della DDR successivo alla caduta del Muro di Berlino, per poi farsi notare e adottare dal cancelliere Kohl.
Le cose non vanno meglio neanche per la biografia dell’attuale ministro dell’Economia Wolfgang Schaeuble, che, da ministro degli Interni, alla fine degli anni ‘80 fu il gestore della riunificazione tedesca insieme con il massimo dirigente di Deutsche Bank, Alfred Herrhausen. Questi fu ucciso in un attentato nel novembre del 1989, ma meno di un anno dopo anche Schaeuble rimase vittima di un attentato che lo ridusse su una sedia rotelle per il resto dei suoi giorni. Le indagini sull’assassinio di Herrhausen seguirono dapprima la solita pista della RAF, ma non portarono a nulla, mentre lo sparatore di Schaeuble fu classificato sbrigativamente come “pazzo”. Non siamo mica a Casal di Principe ma in un contesto di “purezza ariana” (pardon, di “etica protestante”, ma il senso è quello), perciò il fatto che i due organizzatori del grande banchetto finanziario costituito dal saccheggio delle banche e delle industrie della DDR siano incorsi in attentati a pochi mesi l’uno dall’altro, fu considerato una pura coincidenza, tanto da non ritenerla neppure degna di nota.
Un domani magari uno storico serio (ma esistono?) riuscirà forse a spiegarci il mistero della Germania, un Paese classificato come ricco e potente ma che tra l’800 ed il ‘900 ha visto partire dal proprio territorio più emigranti di qualsiasi altro Paese europeo; tanto che oggi i cittadini americani di origine tedesca sono quarantasei milioni, la prima etnia degli USA con il 18% del totale della popolazione, quindi più degli Irlandesi americani che sono trentatré milioni, e quasi il doppio rispetto agli anglo-americani, che sono appena venticinque milioni, ed il triplo degli italo-americani che non arrivano al 6% del totale.
Nell’attesa di queste spiegazioni, intanto in Italia ci si potrebbe accontentare di non farsi più prendere per i fondelli dal nostro conterraneo Mario Draghi.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 25/09/2016 @ 01:30:30, in Documenti, linkato 1381 volte)
Le ultime ripugnanti vignette pubblicate da Charlie Hebdo, che sembrano prendersi gioco dei terremotati (italiani…mafiosi… mangia lasagne… tutto molto originale), ripropongono il tema del capovolgimento del ruolo degli elementi in gioco in occasione di un evento terroristico.
Il cantautore francese Renaud (alcune sue canzoni sono state riproposte in italiano dal nostro Alessio Lega con la solita bravura) – vera istituzione della canzone di protesta d’oltralpe, di dichiarate simpatie anarchiche, ma con qualche ambiguità di troppo – ha scritto centinaia di canzoni contro i conformismi del militarismo, dei nouveaux philosophes, dello show biz, dei dementi della Parigi-Dakar, delle guerre, dei nuovi ricchi; ha dichiarato di essere un po’ l’erede di Brassens e gli ha dedicato interi dischi, anche se lo stile è diversissimo, ma poi è stato spesso vicino al partito socialista, ha sostenuto le sue campagne elettorali (Ségolène Royale, 2007). Dopo un lungo silenzio, che avrebbe fatto bene a mantenere, ha pubblicato un disco di solidarietà con Charlie Hebdo dal titolo inequivocabile: J’ai embrassé un flic.
In realtà, il testo della canzone si riferisce alla manifestazione di solidarietà con Charlie Hebdo dopo gli attentati, e Renaud spiega nel testo che, disgustato dalla compagnia dei leader politici (alcuni noti banditi, presidenti, sottoministri, sovranucci senza gloria…), ha abbracciato uno sbirro dalla faccia simpatica. Vari secoli fa, Giorgio Gaber inveiva: “l’unica cosa che siete riusciti a ottenere è la stupida pietà per il carabiniere”.
A febbraio 2015, il filosofo marxista Slavoj Žižek scriveva un articolo con alcune (alcune) considerazioni sensate sulla strage di Charlie Hebdo. Lo spettacolo dell’11 gennaio, di tutti i leader politici del mondo (criminali noti e meno noti) che si tengono per mano in segno di solidarietà con le vittime del massacro di Parigi era quanto di più ipocrita si potesse immaginare. Perché Charlie non ha fatto una copertina su quella squallida passerella?
"… i momenti estatici delle manifestazioni parigine hanno dato corpo a un trionfo dell’ideologia: hanno unito il popolo contro un nemico che con la sua fascinosa presenza cancella momentaneamente ogni antagonismo. All’opinione pubblica è stata offerta una scelta triste e deprimente: o sei (parte dello stesso organismo) un flic o sei (solidale con) un terrorista (vedi Renaud)."
"Anche se in certe situazioni può apparire rigenerante, l’atteggiamento bête et méchant di Charlie Hebdo è chiaramente limitato dal fatto che la risata di per sé non è liberatoria, ma profondamente ambigua. (…) gli spartani, molto orgogliosi della loro severità, mettevano il riso al centro della loro ideologia e della loro prassi perché lo consideravano un potere che aiuta ad accrescere la gloria dello stato (…) Il tipo di risata degli spartani – l’irrisione di un nemico o di uno schiavo umiliato per schernire i suoi timori e la sua sofferenza da una posizione di potere – sopravvive ancora oggi (…) Il problema dell’umorismo di Charlie Hebdo non era che esagerava con l’irriverenza, ma che era un eccesso innocuo che si adattava perfettamente al cinico funzionamento egemonico dell’ideologia nelle nostre società."
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (40)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


16/10/2024 @ 02:39:47
script eseguito in 55 ms