"
""Napoli" è una di quelle parole chiave della comunicazione, in grado di attivare nel pubblico un'attenzione talmente malevola da congedare ogni senso critico, per cui tutto risulta credibile."

Comidad
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 05/05/2016 @ 01:39:26, in Commentario 2016, linkato 2178 volte)
Il Presidente del Consiglio Renzi ha lanciato i comitati per il sì al prossimo referendum costituzionale, e lo ha fatto con i consueti toni irritanti che contraddistinguono la sua comunicazione. Renzi ha fatto appello all’Italia che dice sì contro l’Italia che dice sempre no, citando così il Buffone di Arcore del 2009, il quale celebrava il “partito dell’amore” contro quello dell’odio.
I toni irritanti fanno però parte della distrazione rispetto alla vera questione in campo, che riguarda i quasi quaranta anni di delegittimazione della Costituzione vigente che hanno fatto sì che succedesse praticamente di tutto. Nel 2011 vi è stato persino l’intervento in una guerra, deciso dal Presidente della Repubblica e fatto ratificare a posteriori dal parlamento. Chi vede nel bicameralismo una garanzia, deve chiedersi come sia stato possibile che, nonostante la doppia lettura, sia passato quel nonsenso giuridico che è il pareggio di bilancio inserito nella carta costituzionale. Si può essere certi che, in caso di conferma referendaria della riforma costituzionale imposta dal governo Renzi, anche il nuovo assetto andrà incontro alle stesse vicende di forzatura e aggiramento, poiché vi sarà sempre pronta un’emergenza a giustificarlo.

Il primo grande esperimento emergenziale in Europa fu l’austerità imposta nell’autunno del 1973 in base ad un inesistente blocco delle forniture di petrolio da parte dei Paesi arabi, i quali in realtà non avevano mai smesso di vendere il proprio petrolio, semmai ne avevano aumentato il prezzo concordemente con le multinazionali del settore. Il senso di quell’operazione fu di far digerire all’opinione pubblica il clima dell’emergenza e di saggiarne la credulità.

Col senno di poi molti hanno ironizzato sul fatto che negli anni ‘70 in Italia vi fosse un fervore di estremismo rivoluzionario alla sinistra del Partito Comunista, come se davvero si stesse alla vigilia di una rivoluzione. In realtà in quel periodo il PCI era universalmente accreditato dal clamore mediatico di essere prossimo ad ereditare il potere in Italia. Formazioni politiche come Potere Operaio, Lotta Continua, e le stesse Brigate Rosse, cercavano perciò una loro nicchia concorrenziale alla sinistra del PCI, magari per farsi cooptare dal gruppo dirigente dello stesso PCI. Ciò che allora non si sapeva è che stava agendo una lobby mondiale della deflazione, con il suo epicentro nel Fondo Monetario Internazionale; una lobby che aveva infiltrato i gruppi dirigenti della sinistra e dei sindacati e che avrebbe subordinato lo sviluppo industriale alla finanziarizzazione di tutti i rapporti economici e sociali. Si tratta della lobby che domina ancora oggi e che ha imposto prima il Sistema Monetario Europeo e poi l’euro, cioè una stabilizzazione forzata del valore della moneta, e quindi dei crediti, da scontare con una continua svalutazione dei salari. Alla fine degli anni ‘70 la lobby deflazionistica impose il Sistema monetario Europeo come presunta risposta all’emergenza della crisi finanziaria, quella stessa crisi finanziaria provocata dalla lobby. Si deve quindi riscontrare una coerenza del “toninegrismo” nel momento in cui esso si schiera a favore dell’Unione Europea e dell’euro, poiché rimane quella sua linea di inseguire il potere emergente per collocarsi alla sua sinistra.

Che il modello emergenziale fosse alla base dell’Unione Europea, fu confermato dallo stesso Romano Prodi all’atto dell’ingresso dell’Italia nell’euro, con parole che anticiparono il senso di ciò che avrebbe detto a sua volta Mario Monti più di dieci anni dopo. Prodi affermò che le contraddizioni della moneta unica avrebbero presto creato le condizioni di una grave crisi; una crisi che però sarebbe stata l’occasione per poter procedere nel processo di unificazione europea. Il modello europeo si è basato sulla crisi, sul ricatto dello stato di necessità. L’Unione Europea si è sempre presentata come la terapia obbligata per i mali che essa stessa aveva scatenato.
Si insiste molto da parte di alcuni critici dell’Unione Europea sul carattere antidemocratico della stessa, sul fatto che personaggi come Draghi o Juncker si impongano ai governi nazionali senza aver avuto alcuna legittimazione elettorale. A queste critiche, gli apologeti dell’Unione Europea hanno reagito facendo l’apologia delle virtù dell’oligarchia, e in questo sforzo propagandistico sono stati impiegati personaggi prestigiosi come Eugenio Scalfari e Lorenzo Jovanotti.
Ma anche in questo caso occorre stare attenti alle distrazioni ed anche alle operazioni di pubbliche relazioni, per quanto sordide, come il gruppo Bilderberg o la Trilateral, alle quali vengono appunto invitati “oligarchi” del calibro di Jovanotti o del cinquestellino Luigi Di Maio. In questi casi si tratta semplicemente di illudere certi personaggi di mezza tacca di aver avuto accesso alle stanze del potere.

Si può infatti discutere sul fatto che la democrazia sia mai davvero esistita, se non sia sempre stata invece una forma di oligarchia dissimulata da un apparato di pubbliche relazioni. Anche Enrico Mattei, il fondatore dell’ENI, non era stato eletto da nessuno e si imponeva ai Presidenti del Consiglio della sua epoca; inoltre il nucleo fondamentale dell’ENI, l’AGIP, fondata durante il regime fascista, fu preservata da Mattei con un colpo di mano contro il governo che aveva deciso di liquidarla.

Il modello costituzionale europeo non è però soltanto oligarchico, infatti fa della crisi e dell’emergenza cronica il suo fondamento di legittimazione, anzi di ricatto. Crisi economica e finanziaria, terrorismo, immigrazione, e chi più ne ha più ne metta. Il modello europeo è una farmacologia politica e sopravvive solo perché drogato di continue emergenze. Anche Draghi si droga, dato che egli deborda dai poteri istituzionali della Banca Centrale Europea e detta l’agenda ai governi, tutto questo in nome dell’emergenza-euro. L’euro è una moneta intrinsecamente emergenziale, non consente normalità. Che questo stato di eccezione permanente sia auspicato e calcolato dai trattati europei, è dimostrato dal fatto che essi prevedano l’immunità giudiziaria per tutti gli alti burocrati europei, da quelli della Banca Centrale Europea a quelli del Meccanismo Europeo di Stabilità. Questo status di immunità legale era riservato ai monarchi prima della Rivoluzione Francese, e ci voleva il “sogno europeo” per riportarlo in auge. E quale droga può mai essere efficace più dell’impunità? Come la lotta al terrorismo, anche l’euro può giustificare tutto. Non esistono poteri buoni, in compenso ce ne sono di pessimi.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 28/04/2016 @ 01:26:09, in Commentario 2016, linkato 2211 volte)
Che l’Unione Europea non fosse solo una questione di “zero virgola” nei bilanci, di ottusità di Juncker o di arroganza della Germania, è stato dimostrato ancora una volta dalla sortita della settimana scorsa da parte del presidente Obama in presenza del primo ministro britannico Cameron. Obama ha praticamente ammonito il Regno Unito sulle nefaste conseguenze commerciali a cui andrebbe incontro nell’eventualità di un’uscita dall’Unione Europea. La Gran Bretagna è stata esplicitamente trattata come una colonia qualsiasi, e l’irritualità della presa di posizione di Obama, la sua palese ingerenza negli affari interni di un altro Paese alla vigilia di un voto referendario, è stata tanto più stridente poiché in passato alla stessa Gran Bretagna era stato riservato un riguardo da colonia di serie A. In un primo momento la protervia di Obama ha provocato irritazione nel Regno Unito, tanto che alcuni commentatori hanno cercato di assumere posizioni cerchiobottiste: dar torto ad Obama nella forma delle dichiarazioni ma, al tempo stesso, dargli ragione nel contenuto.

Una collaboratrice di “Al Jazeera English” ha ricordato che non bisogna indebolire la coesione dell’Europa nel momento in cui ci sono la minaccia del terrorismo e, soprattutto, quella di Putin. Non si poteva essere più chiari di così: l’Unione Europea è organica alla NATO e quindi i Britannici stiano attenti a come votano. C’è da sottolineare che “Al Jazeera” è un’emittente dell’emiro del Qatar, che è un ex (?) protettorato britannico, risulta attualmente il maggior finanziatore dell’ISIS, ed è anche un Paese coordinato con la NATO; perciò la parola di “Al Jazeera” vale come quella dell’MI6, il servizio segreto britannico.
Qualche giorno dopo arriva però l’agenzia “Reuters” ad annunciare che, secondo un sondaggio, i sudditi britannici hanno gradito l’ingerenza di Obama e che le sue parole avrebbero addirittura spinto nel senso di aumentare i favorevoli a restare nella UE. Siamo all’operazione subliminale: dapprima Obama assume atteggiamenti da super-capo di Stato, poi i media cercano di convincere il pubblico che la maggioranza delle persone accetta con gioia la sua tutela. Chi aveva dubbi che il referendum britannico fosse una barzelletta, se li può togliere.

Una volta giunto ad Hannover in Germania, Obama ha accentuato le sue pose da tutor, distribuendo lodi e rimproveri, riaffermando il primato morale della Merkel in Europa e facendoci persino sapere come vuole che l’UE si comporti in futuro. L’Europa era già tutta una predica (da un po’ ci si è messo anche Draghi), ma i predicozzi elargiti da Obama sono veramente irresistibili per quella fintosinistra piddina o rifondacomunista, per la quale colonizzare ed educare sono la stessa cosa; e forse ha ragione a pensarlo. Il pensiero progressista è ormai degenerato in “animabellismo”, quindi si prova repulsione verso qualsiasi atteggiamento scettico e critico nei confronti del peloso umanitarismo ufficiale, perché se non pensi positivo sei cattivo.
Chi invece aveva sperato che la posizione statunitense sulla UE fosse di benevola neutralità, deve ora amaramente ricredersi. Non vi è dubbio che l’ingerenza di Obama getterà scompiglio e timori nelle correnti di opinione anti-euro, che non avevano preventivato di doversela vedere direttamente con l’alleato/padrone. Molti avversari dell’euro scopriranno improvvisamente nella moneta unica virtù recondite che inizialmente gli erano sfuggite. Probabilmente lo scopo dell’esibizione di Obama era proprio quello di mettere paura.
Come già Reagan, Obama svolge la funzione presidenziale come quella di un semplice addetto alle pubbliche relazioni, che possono diventare anche psicoguerra, cioè provocare frustrazione, avvilimento e terrore, e non solo tra gli avversari. Quando si dice “pubbliche relazioni” non bisogna però pensare che si tratti di una funzione marginale, poiché il cosiddetto capitalismo non è altro che crimine organizzato con in più un apparato pubblicitario di persuasione e distorsione della percezione della realtà. Lo stesso “liberismo” non è una dottrina economica, ma una sfacciata réclame delle privatizzazioni e della finanziarizzazione.

In Italia le dichiarazioni di Obama non hanno trovato nella comunicazione ufficiale un’eco adeguata alla gravità dell’umiliazione che queste comportano. Il “dibattito” interno è ora incentrato su dichiarazioni ben più consone al nostro uditorio, quelle del magistrato Piercamillo Davigo circa la corruzione dei nostri politici. Per il Movimento 5 Stelle è stata una boccata di ossigeno questa occasione di ritornare a parlare a tutto campo del tema autorazzistico preferito, la corruzione appunto. Il culto della magistratura è più vegeto che mai, nonostante che la repressione/provocazione giudiziaria contro i No-Tav avrebbe dovuto far capire che il lobbismo degli affari non è un’esclusiva dei politici, ma coinvolge anche i magistrati.
Nessun accenno al fatto che tutta questa corruzione potrebbe, almeno in parte, aver a che fare con la colonizzazione. Lo stesso crimine organizzato di tipo mafioso svolge di fatto in Sicilia, ma anche in Campania e altrove, il ruolo di milizia coloniale della NATO; ma sono quelle cose che inducono anche i magistrati antimafia, che prima di scoprirle sono aggressivi e baldanzosi, a diventare poi sempre più malinconici e fumosi.
A proposito di corruzione, il “Fatto Quotidiano” ora scopre persino che Renzi è al centro di una rete di lobbismo internazionale. Siamo al culto della personalità in negativo. Sarebbe più realistico sostenere che esiste un colonialismo delle multinazionali e che Renzi è solo uno dei tanti lobbisti in circolazione; anzi, uno dei tanti addetti alle pubbliche relazioni.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (36)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


15/09/2024 @ 14:32:37
script eseguito in 47 ms