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"La distruzione di ogni potere politico è il primo dovere del proletariato. Ogni organizzazione di un potere politico cosiddetto provvisorio e rivoluzionario per portare questa distruzione non può essere che un inganno ulteriore e sarebbe per il proletariato altrettanto pericoloso quanto tutti i governi esistenti oggi."

Congresso Antiautoritario Internazionale di Saint Imier, 1872
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 26/09/2013 @ 03:10:25, in Commentario 2013, linkato 2696 volte)
Solo cinquanta anni fa molte legislazioni europee punivano l'omosessualità come reato, mentre oggi è l'omofobia ad essere oggetto delle sanzioni della legge. Sembrerebbe un salto in avanti della Storia, e invece la ruota ha fatto un giro per ritornare allo stesso punto. Nel corso degli anni '60 e '70, alcuni progressi del garantismo giuridico avevano messo in mora i reati di incerta definizione e di inconsistente possibilità probatoria, come appunto l'omosessualità. Non a caso da tempo non erano più i tribunali a colpire l'omosessualità, ma le misure di polizia, come firme obbligatorie, fogli di via, domicilio coatto. Le stesse misure che si applicavano a persone in odore di mafia. Tutto ciò non in base a prove giudiziarie, bensì al criterio vago ed aleatorio della reputazione. Le innumerevoli angherie poliziesche legate alla reputazione di omosessuale colpivano, ovviamente, soltanto i poveri o, al più, persone del ceto medio.
A distanza di cinquanta anni, ritorna in auge un altro reato di incerta definizione: l'omofobia. Per la precisione, questa nuova figura giuridica è stata inquadrata nell'ambito di un provvedimento legislativo già esistente, la cosiddetta Legge Mancino, del 1993. La legge Mancino sui "delitti di odio" è un tipico effetto del Trattato di Maastricht; la legge rientrava cioè in quella spinta alla costruzione di uno Stato totalitario europeo sotto la tutela della NATO, dopo che la caduta del Muro di Berlino aveva reso superflue molte funzioni - e finzioni - del cosiddetto "Stato di Diritto", dato che non c'era più un comunismo con cui dover fare il confronto.
Alcuni commentatori vedono in questa offensiva anti-omofoba un movente anticlericale, cioè un modo per mettere in difficoltà la Chiesa Cattolica. Anzitutto, la nozione di anticlericalismo è troppo vaga, dato che può riunire sotto un'unica etichetta motivazioni del tutto diverse. Ma c'è anche da considerare che il corpo dottrinale della Chiesa Cattolica non ha mai rappresentato il massimo della coerenza dal punto di vista storico. Il dogmatismo cattolico è più un'apparenza che una realtà.
La stessa condanna dell'omosessualità non può essere considerata storicamente come una caratteristica specificamente cattolica. Il testo dantesco dell'Inferno costituisce un valido documento della mentalità medievale, e nei canti XV e XVI rappresenta la "sodomia" come qualcosa di peccaminoso, ma non di infamante, e neppure di socialmente pericoloso. I personaggi dei "sodomiti" delineati da Dante - Brunetto Latini, Guido Guerra, ecc. - erano infatti tutti uomini di grande prestigio alla loro epoca, e lo stesso Dante continua a trattarli con molto riguardo nonostante la loro condizione di dannati. La concezione dell'omosessualità come minaccia per l'integrità sociale è un'idea tutta moderna, e la si può inquadrare in quella produzione di saperi sulla "sessualità" che Michel Foucault ha rintracciato nella scienza a cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo. L'orrore per l'omosessualità come minaccia per la sopravvivenza sociale, lo si può riscontrare in un insospettabile predicatore della tolleranza come Voltaire, ed anche nella scienza positiva dell'800. Che la Chiesa Cattolica sia un organismo pletorico, e quindi tardigrado ad adeguarsi ai dettami della scienza ufficiale, è un fatto, ma che sia immune o riottosa a quei condizionamenti, costituisce un falso storico. Anzi, la disinvoltura dell'opportunismo cattolico nell'adeguarsi allo "spirito dei tempi", a volte è persino imbarazzante.
In molti si sono dimenticati che, nel 2008, papa Ratzinger volò a New York per tenere un discorso al Palazzo di Vetro dell'ONU, un discorso nel quale il papa si inchinava ufficialmente alla dottrina Bush circa la supremazia dei Diritti Umani sul Diritto Internazionale. In pratica Ratzinger avallava la pretesa statunitense di aggredire chiunque ed in qualsiasi momento in base a qualche presunta emergenza umanitaria. Ciò a dimostrazione di quanto possa essere preso sul serio il pacifismo della gerarchia cattolica, compreso quello dell'attuale pontefice.
Secondo alcuni cattolici tradizionalisti, sarebbe in atto da secoli un attacco alla morale ed alla religione cattolica da parte della massoneria, portatrice di una sua visione moral-religiosa totalmente opposta. Tale obiettivo sarebbe perseguito attraverso tattiche di manipolazione ed infiltrazione, che avrebbero raggiunto il loro scopo durante il Concilio Vaticano II.
In realtà la massoneria costituisce da sempre un intreccio di lobby affaristiche, e non è portatrice di alcuna visione morale che non sia quella del business. Ciò non può essere inteso nel senso che la massoneria sia "anche" un'organizzazione affaristica; la massoneria è un'organizzazione affaristica tout-court, che usa "anche" pretesti esoterici ed iniziatici, ma questo secondo aspetto è del tutto strumentale rispetto al primo. Dato che a questo mondo c'è di tutto, forse ci sarà da qualche parte anche qualche loggia veramente dedita allo studio degli scritti di Ermete Trismegisto; ma sarebbe arduo pensare di usare questa eventualità per confutare la regola di una massoneria come storico punto di aggregazione di lobby di affari loschi.
Che le lobby massoniche usino anche tattiche di infiltrazione e manipolazione, costituisce un dato di fatto facilmente riscontrabile sul piano storico. Movimenti politici che sembrano nascere dal nulla e che improvvisamente occupano il centro della scena politica, se ne sono visti tanti. Dopo il 1925 la massoneria italiana fu oggetto di una blanda persecuzione da parte del regime fascista, cosa che permise di creare il mito di una antifascismo massonico. Contro questo falso mito, l'anarchico Camillo Berneri scrisse alcuni saggi proprio per dimostrare che la nascita e lo sviluppo travolgente del fascismo sarebbero stati impossibili senza l'appoggio massonico delle due massonerie italiane e delle logge internazionali. Camillo Berneri fu assassinato a Barcellona nel 1937, probabilmente da agenti stalinisti. Ma sorge la questione storica di un partito comunista spagnolo sorto praticamente dal nulla nel 1936, e dotato di mezzi incomparabilmente superiori a quella dei suoi concorrenti politici, nonostante l'avarizia di Mosca, che concluse l'avventura in Spagna addirittura in attivo, dato che riuscì ad accaparrarsi anche l'oro della banca centrale spagnola. Il paradosso teorico/pratico dello stalinismo è consistito nel fatto che si può certamente costruire il socialismo anche in un Paese solo, ma, altrettanto certamente, non si può fare antimperialismo in un Paese solo. Mentre Stalin all'interno dava la caccia agli agenti imperialisti, all'estero poi li lasciava concorrere alla nascita dei partiti comunisti, come in Spagna e in Italia; sorprendersi oggi di un PD massonico risulta un po' tardivo.
Risulta perciò assolutamente realistico ritenere che la massoneria, maestra di mistificazione, sia da secoli impegnata anche nell'infiltrazione e nella manipolazione della Chiesa Cattolica. Ma se la massoneria ha nel suo mirino la Chiesa Cattolica, non è certo per colpire il suo presunto patrimonio morale, per il quale non ha nessun interesse, bensì per impossessarsi del suo consistente patrimonio immobiliare.
Prima del folle pontificato di Wojtyla, la Chiesa Cattolica, costituiva una delle più grandi finanziarie del mondo. Al di là degli storici conflitti, la commistione tra finanza cattolica e finanza massonica ha spesso segnato la cronaca degli ultimi decenni. In questa commistione/competizione, è stata però la finanza cattolica a soccombere. Oggi la Chiesa Cattolica non è più la potenza finanziaria di una volta, ma rimane comunque la più grande immobiliare del mondo, la più grande immobiliare di tutti i tempi.
Secondo i dati pubblicati di recente dal quotidiano "Il Sole-24 ore", la Chiesa Cattolica possiede nel mondo un patrimonio immobiliare per un valore stimato che supera i duemila miliardi. Per quanto riguarda l'Italia, la Chiesa Cattolica possiede oltre il 20% del patrimonio immobiliare nazionale. Scusate se è poco.
Si tratta di ricchezza reale ("real estate", dicono gli anglofoni), non di carta o di segni elettronici. Riuscire a dissolvere, oppure controllare, la Chiesa Cattolica significherebbe poter saccheggiare questo patrimonio, messo insieme a sua volta in millenni di ruberie. E non è finita qui, dato che c'è ancora in ballo la questione della restituzione dei patrimoni immobiliari cattolici in Europa dell'Est, nazionalizzati dai regimi del socialismo reale. In Polonia ed Ungheria la Chiesa padrona costituiva la massima potenza economica prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Il governo statunitense, sempre sensibile alle questioni dei diritti umani, ha dettato le regole di questa restituzione da attuare nei prossimi anni. Sarebbe molto difficile credere che, quando questi patrimoni dell'Europa dell' Est saranno stati restituiti alla Chiesa Cattolica, le lobby legate al governo USA non saranno lì a reclamare la propria parte, se non addirittura tutto, con ogni mezzo a disposizione.
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Di comidad (del 03/10/2013 @ 01:04:24, in Commentario 2013, linkato 1921 volte)
Stranamente alcuni commentatori di opposizione avevano salutato la crisi del governo Letta come un fallimento personale del monarca Napolitano, che avrebbe visto frantumarsi in mano la propria creatura. Si trattava di commenti sortiti da quello stesso inghippo logico che è alla base di alcune barzellette, come quella del tizio che va allarmato dallo psichiatra per dirgli che la moglie si crede una gallina; ma poi, di fronte alla prospettiva di guarirla, si chiede chi gli farà l'uovo. Il controsenso sta nel contestare i fondamenti di un sistema, salvo poi dare credito alle scadenze ed alle emergenze che esso prospetta.
Soltanto se si prendono sul serio assurdità come lo spread o il rapporto deficit-PIL, si può arrivare a pensare che una caduta di Enrico Letta avrebbe rappresentato un problema. Ma visto che attualmente i governi hanno l'unica funzione di fingere di governare, questa artificiosa drammatizzazione della situazione politica ha rappresentato solo un ulteriore alibi propagandistico per riconfermare la verità ufficiale che le decisioni che ci riguardano vadano prese altrove. E infatti le scelte sono fatte altrove, dato che sono in corso le trattative tra Washington e Berlino per gli ultimi dettagli del mercato transatlantico, il Transatlantic Trade and Investment Partnership - la NATO economica! -, che dovrebbe essere avviato entro il 2015. Sino ad allora l'Europa verrà tenuta compatta a soffrire sotto l'euro, per essere consegnata tutta insieme ai tentacoli delle multinazionali statunitensi.
Basta considerare che ormai è chiaro che dietro l'euro non c'è la Merkel, ma la NATO, per capire quanto possa essere presa sul serio la retorica anti-euro di un Pdl o di una Lega. Il Buffone di Arcore ha liquidato improvvisamente e velleitariamente la proficua tattica "cicchittiana" di fare opposizione stando al governo, rinunciando così anche a quel po' di potere di ricatto che aveva, e restituendo per intero al monarca Napolitano la posizione di arbitro insindacabile, che potrà inventarsi ciò che vorrà all'ombra dell'alibi dell'emergenza. C'è però ugualmente chi continua a favoleggiare di prossime elezioni in cui il Buffone di Arcore, oppure Grillo, potrebbero fare razzia di voti in un elettorato stanco di tasse e sacrifici. Si dimentica così che un PD in piena emorragia di iscritti ha stravinto le ultime elezioni amministrative, a dimostrazione che non c'è nessun nesso tra voti e consensi; mentre il fenomeno M5S ha visto "inspiegabilmente" più che dimezzarsi i voti. Il dibattito politico viene troppo spesso costretto ai livelli arcaici dell'alternativa tra democrazia o tirannide, cioè ai tempi della Polis greca, con metropoli di trentamila abitanti, in cui i media più potenti erano gli epistolari ed il passaparola, e ci si ammazzava ancora con spade e lance. Né la democrazia, né la tirannide sono concetti che abbiano un senso di fronte alle attuali tecniche manipolatorie. La democrazia non può più opporsi al tiranno, poiché questo non si presenta più con il volto truce e/o paternalistico dell'autoritarismo, ma con quello allarmato dell'emergenza e dello stato di necessità che la manipolazione ha evocato. Anzi, qualche immaginetta di presunti tiranni o dittatori da presentare ogni tanto come una terribile minaccia, serve a rafforzare nelle masse la propensione ad inchinarsi alle emergenze. In queste condizioni, l'ultima frontiera, o l'ultima spiaggia, rimasta alla "libertà" pare sia il "colpanostrismo", una versione sofisticata del senso di inferiorità razziale.
Nei giorni scorsi ha suscitato molte ironie la dichiarazione del segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, riguardo ad una opera di infiltrazione del suo partito da parte dei servizi segreti. Le ironie erano fuori luogo perché si soffermavano solo sull'attuale inconsistenza politica ed elettorale del PRC, che non giustificherebbe tanta attenzione da parte dei servizi segreti. La posizione di Ferrero appare effettivamente puerile, ma non perché si dia troppa importanza (nessun gruppo è abbastanza insignificante da non essere infiltrato), bensì per il suo attardarsi in una concezione primitiva dei servizi segreti, ancora considerati come un semplice apparato dello Stato dedito alle sue operazioncine di provocazione e destabilizzazione. Invece i servizi segreti oggi non sono un semplice apparato dello Stato, sono lo Stato.
E questa luminosa verità la proclama, nella sua suprema saggezza, la Corte Costituzionale in una a href=http://www.governo.it/Presidenza/CONTENZIOSO/comunicazione/allegati/sentenza_40_2012_sintesi.pdf>sentenza del 2012, in cui si dichiara che il Segreto di Stato non è suscettibile di venire sottoposto ad alcun vaglio giurisdizionale; perciò, nella circostanza, quello che allora si chiamava ancora SISMI non poteva essere chiamato a rendere minimamente conto del suo operato. In un periodo in cui si parla tanto di conflitti tra poteri esecutivo, legislativo e giudiziario, si scopre così che esiste un potere superiore a tutti e tre: quello dei servizi segreti, appunto. Altro che Marx relegato in soffitta, qui si seppellisce Montesquieu nella cantinola.
Ora la procura di Roma vorrebbe ascoltare, attraverso una rogatoria internazionale, il consulente del Dipartimento di Stato USA che si occupò della gestione del caso del rapimento di Moro nel 1978. In un'intervista rilasciata a Giovanni Minoli appena qualche giorno fa, il "consulente" Steve Pieczenik afferma di aver manipolato tutta la vicenda, compreso il ministro degli Interni di allora, Francesco Cossiga, per arrivare all'uccisione di Moro, sacrificio necessario per "salvare" l'Italia. Pieczenik è uno psichiatra che ha lavorato per la CIA, forse proprio quello psichiatra della barzelletta della moglie che si credeva una gallina.
Infatti quest'intervista rappresenta l'ennesima manipolazione: si indica una verità, persino ovvia, ma solo per far capire che essa non potrà mai diventare una verità giudiziaria, perché qualsiasi indagine incapperà nelle maglie del Segreto di Stato. Ti facciamo sapere la verità, per farti sapere che non puoi fartene nulla. Anche cambiando le premesse, non cambiano le conseguenze. Magari ti convinci pure, "liberamente", che Moro andasse sacrificato.
I servizi segreti quindi non fanno "intelligence" su quello che accade; per loro infatti vale appieno il "verum ipsum factum", cioè essi possono permettersi di creare la realtà, di creare addirittura l'economia. La National Security Agency costituisce infatti un vero e proprio ministero delle partecipazioni statali della Silicon Valley.
Ferrero avrebbe quindi fatto bene a chiedersi in base a quale "incantesimo" Rifondazione Comunista non riesca più a presentarsi alle elezioni con il proprio simbolo, e come mai un partito comunista ritenga che il comunismo non costituisca più un richiamo appetibile per gli elettori, neppure nel momento in cui il cosiddetto capitalismo ha gettato tutte le sue maschere e tutti i suoi orpelli. Il PRC pare essere diventato una sorta di broglio elettorale istituzionalizzato, che serve a tenere paralizzati e inespressi milioni di voti comunisti. Abbiamo così un comunismo che prima adotta la scelta elettorale, poi nei fatti la nega con liste ibride all'insegna dell'inseguimento del fantasma della "società civile". Forse allora l'infiltrazione era cominciata un po' prima. Anzi, si può dire che i servizi segreti si siano confezionati negli anni un PRC a proprio uso e consumo, rifornendolo anche di un'ideologia ad hoc.
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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