"
"Gli errori dei poveri sono sempre crimini, mentre i crimini dei ricchi sono al massimo 'contraddizioni'."

Comidad (2010)
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 24/04/2014 @ 00:29:22, in Commentario 2014, linkato 2545 volte)
Nelle scorse settimane sono cominciate ad arrivare al governo Renzi le prime "critiche" per la mancata enfasi sul tema della lotta all'evasione fiscale. Più che di vere critiche si trattava però del consueto "porgere la battuta" su una questione che appare sempre al centro dell'attuale parodia di dibattito politico.
La lotta all'evasione fiscale sembrerebbe addirittura al centro dell'attenzione mondiale, con un diretto interessamento del G-20, imbeccato da alcuni rapporti stilati a riguardo dall'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) nello scorso anno, sulla questione della "concorrenza fiscale dannosa".
I costosissimi "rapporti" OCSE non erano altro che la solita rimasticatura di notizie già risapute, ma hanno ugualmente suscitato recriminazioni da parte di ambienti del sedicente "liberismo", che hanno persino paventato il pericolo di una omologazione delle legislazioni fiscali dei vari Stati, con la conseguenza di togliere quella presunta remora alla voracità del fisco costituita dall'esistenza di paradisi fiscali con cui doversi confrontare. La propaganda dei ricchi (anzi, il loro monopolio ideologico) tende sempre a presentarli come vittime di un fisco ingordo, posto al servizio delle esorbitanti pretese dei poveri. Ed ecco che anche una lobby delle privatizzazioni al servizio delle multinazionali, come è notoriamente l'OCSE, viene fatta apparire dal vittimismo dei ricchi come una insidiosa congrega di comunisti.
Si parla molto in questo periodo del caso della legislazione fiscale irlandese, che, sebbene leggermente modificata, consente ancora - anzi, meglio di prima - alle multinazionali del Web, come Google o Apple, di eludere la tassazione dei Paesi in cui fanno i loro affari.
D'altra parte l'Irlanda non può più essere spacciata come un caso di "libera concorrenza fiscale", dato che dal 2010 questo Paese è sotto il diretto controllo del Fondo Monetario Internazionale e dell'Unione Europea, un controllo che si esercita attraverso un "pacchetto" di misure economiche poste a condizione di un mega-prestito. Visto che il regime fiscale "paradisiaco" non aveva evitato all'Irlanda il tracollo finanziario - al contrario, lo aveva favorito -, appare ben strano che il "pacchetto" imposto dai "moralizzatori" non prevedesse un ritorno alla normalità fiscale.
L'OCSE ed il FMI non sono certo due estranei che parlano lingue differenti, dato che si tratta in pratica della stessa organizzazione. I rapporti del FMI e dell'OCSE a proposito dell'Italia sembrano infatti delle fotocopie, con le scontate e ricorrenti litanie sull'urgenza delle privatizzazioni e della diminuzione delle tutele sul lavoro. L'OCSE ha continuato ad insistere sulla necessità di privatizzare l'acqua anche dopo che l'esito referendario del 2011 sembrava aver chiuso definitivamente il discorso. Ma, ultimamente, le due organizzazioni internazionali hanno posto anche l'accento sull'aumento della base imponibile, da ottenere, manco a dirlo, con la "lotta all'evasione fiscale".
Che la lotta all'evasione ed all'elusione fiscale delle multinazionali vada oltre le dichiarazioni, è davvero molto irrealistico; perciò l'impressione è che si parli delle multinazionali, ma poi il capro espiatorio sarà al massimo il ceto medio, affidato alle cure del carnefice Equitalia. C'è da considerare però anche la possibilità che lo slogan della lotta all'evasione fiscale serva al FMI ed all'OCSE come contentino ed alibi mitologico per allontanare i riflettori dalle misure veramente concrete, e cioè le privatizzazioni.
L'opinione pubblica progressista è stata addestrata a considerare le tasse come un culto laico, una sorta di religione civile, per la quale le tasse vanno pagate con un intimo godimento, poiché andrebbero a vantaggio del benessere della collettività. La chimera del ricco costretto a pagare le tasse, costituisce il sogno ricorrente dell'opinione progressista, costretta dalla propaganda a non soffermarsi mai a considerare l'ossimoro, la contraddizione in termini, contenuta nell'immagine del ricco che non evade il fisco. Alla fintosinistra piacciono gli ossimori, come dimostra anche la loro insistenza sul mettere insieme l'Europa e la "crescita".
Ma ciò che è pensabile non necessariamente è possibile; anzi, spesso non lo è. L'imporre legalità al privilegio è un controsenso, poiché il privilegio consiste appunto nella superiorità rispetto alle regole comuni. Sarebbe molto più facile e sensato abolire la ricchezza privata che imporle dei limiti. Del resto non sarebbe necessaria neppure una particolare ingegneria sociale, dato che non esiste una ricchezza privata che non sia legata in qualche modo ai flussi di denaro pubblico. La privatizzazione costituisce, da sempre, lo strumento principale dell'arricchimento privato, e le privatizzazioni comportano per la comunità un doppio impoverimento poiché non consistono soltanto nella perdita di un bene pubblico, ma devono essere finanziate dalla spesa pubblica in ogni loro fase.
Uno degli attuali bersagli della lobby delle privatizzazioni riguarda il settore dei beni culturali, lasciati decadere nell'incuria per presentare i privati come i salvatori della patria. Nelle rappresentazioni mitologiche della propaganda sedicente "liberista", ci si prospetta un mondo in cui tutto - proprio tutto - sia affidato ai privati; ma si tratta appunto di una millanteria propagandistica. Il privato infatti non può sopravvivere senza un settore pubblico da parassitare in continuazione. Se, ad esempio, il settore previdenziale venisse interamente privatizzato e finanziarizzato, non potrebbe più sussistere il business privato dei prestiti ai pensionati, poiché, per poterne prelevare una quota, la pensione deve esserci davvero. Si spiega così il provvedimento del Medicare (o Obamacare) negli Stati Uniti, dove ormai la gente non era più disposta a contrarre assicurazioni sanitarie presso un privato che non garantiva nulla; a questo punto è intervenuto il governo, che ha fiscalizzato i contributi sanitari, per poterli poi versare alle solite assicurazioni private.
La religione civile delle tasse non tiene conto del fatto che il principale destinatario-beneficiario dei proventi del fisco non è il bene pubblico, ma il lucro privato. Le tasse, pagate soprattutto dai poveri, vanno a finanziare principalmente i ricchi. La spesa pubblica si accolla non solo i costi delle privatizzazioni, ma anche i costi del lobbying delle privatizzazioni, che ha la sua centrale proprio nelle organizzazioni internazionali come l'OCSE ed il FMI. Ciò è dimostrabile con esempi precisi: nel settembre del 2011, in piena tempesta finanziaria, l'Italia è stata costretta a raddoppiare la sua quota di partecipazione al FMI, con un conseguente ulteriore aggravio a carico della spesa pubblica.
Ciò accadeva mentre in parlamento già ci si accingeva ad inserire l'obbligo del pareggio di bilancio nella Costituzione, che sarebbe stato approvato definitivamente nell'aprile successivo. Ma forse per ottenere il pareggio di bilancio basterebbe non accollarsi almeno il costo del lobbying delle multinazionali, uscendo dalle esose organizzazioni internazionali.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 01/05/2014 @ 00:35:47, in Commentario 2014, linkato 2122 volte)
Sino all'anno scorso affermare che la NATO ed il Fondo Monetario Internazionale sono i veri padroni dell'Unione Europea, poteva apparire come una sbrigativa semplificazione. La crisi ucraina ha costretto invece ad affrontare questo dato come un'evidenza. In tutta la vicenda ucraina, la NATO ha dettato l'agenda militare e il FMI quella economica finanziaria, e la UE si è posta ogni volta come docile strumento dell'una e dell'altra. Per tutti coloro che, anche nelle prossime elezioni europee, vorrebbero continuare ad affrontare la prospettiva di un'uscita dall'euro come questione a sé stante, si tratta di una pietra d'inciampo non facile da aggirare, poiché ormai non si può fare più finta che il problema sia solo quello del "rigorismo" tedesco. In più, per l'anno prossimo si prepara anche la scadenza del Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), cioè la "NATO economica", che prospetta tanti nuovi guai, da far impallidire molte diatribe attuali sull'euro. E intanto la stessa UE, così com'è ancora adesso, si è già rivelata come una prima forma di "NATO economica".
Anche la divisione e la gerarchia tra Nord e Sud all'interno della UE, risultano in una luce diversa se si tiene conto che la vera sudditanza europea si esprime nei confronti del FMI. Ci si chiedeva come mai il Paese/salotto del Nord Europa, l'Olanda, si fosse ridotto a fare da paradiso fiscale, alla stregua degli Stati-isoletta del Centro-America. Andando sul sito del FMI, ci si accorge che anche l'Olanda è trattata come una colonia, con istruzioni e compiti a casa da eseguire. Le lodi maggiori allo scolaro riguardano però proprio il sistema fiscale olandese a pro dell'elusione fiscale delle multinazionali.
L'unica argomentazione che questo Occidente, allineato e gerarchizzato sotto la direzione NATO-FMI, riesce a produrre nella crisi ucraina, riguarda la personalizzazione della questione, tutta e sempre centrata sulla impresentabilità del personaggio Putin. La propaganda sulla presunta arroganza di Putin deve però scontrarsi con la realtà di un segretario di Stato USA che si comporta da padrone in Europa. Kerry ha infatti ammutolito i governanti europei, che aspettano i suoi cenni per eseguire gli ordini. Ma anche mettendo da parte la protervia di Kerry, e tralasciando persino Guantanamo, Abu Ghraib e la Kill-List, rimarrebbe il fatto che questa propaganda ad personam costituisce di per sé la più grave auto-delegittimazione che il cosiddetto Occidente potesse mai esprimere. Nel 1989 la caduta del Muro di Berlino era stata spacciata come l'alba di una nuova era di pace, libertà e sviluppo, mentre i venticinque anni successivi non hanno fatto altro che riproporre il continuo affacciarsi di effigi di dittatori da abbattere, come in un macabro luna-park. I fanatici integralisti islamici ed i "nuovi Hitler" hanno rappresentato però un pessimo surrogato della minaccia comunista, poiché costituiscono la prova che l'unico ed autentico potenziale espansivo del mitico Occidente rimane quello dell'aggressione militare.
Inoltre si deve assistere al paradosso di un integralismo islamico che è ritornato utile per aggredire Gheddafi ed Assad, mentre il neonazismo dei nostalgici dello Hitler originale è risultato decisivo per abbattere i regimi dell'Est sgraditi al Sacro Occidente. Il neonazismo filo-occidentale infatti prospera non soltanto in Ucraina, ma anche in Croazia e nei Paesi baltici, mettendo in mora persino la equiparazione tra nazismo e comunismo proclamata dall'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) a Vilnius nel luglio 2009. La dichiarazione OSCE suscitò a suo tempo le rimostranze della Russia, che si era trovata inopinatamente ad essere considerata responsabile alla pari della Germania per lo scoppio della seconda guerra mondiale. Non c'è quindi da stupirsi che gli "osservatori" dell'OSCE siano stati riconosciuti dai russo-ucraini come spie, o quantomeno provocatori, della NATO.
Equiparare nazismo e stalinismo in base al loro comune carattere criminale, costituisce chiaramente un'operazione ideologica tendente ad assolvere preventivamente le "democrazie occidentali" dal sospetto di svolgere a loro volta un ruolo criminale e guerrafondaio. Ma dall'assoluzione si passa automaticamente alla santificazione, che consente alle sacre democrazie occidentali addirittura di rivendicare doti taumaturgiche, facendo assurgere a piacimento chiunque, persino i demoni del neonazismo, all'Olimpo dei "combattenti per la libertà e la democrazia". Che l'eroe del 1989 sia stato il drammaturgo ceco Vàclav Havel, proveniente da una famiglia di collaboratori del nazismo, avrebbe dovuto costituire già un'avvisaglia di ciò che sarebbe accaduto in futuro, e che costringe ora a rileggere tutto l'89 dell'Est europeo come la prima grande "rivoluzione colorata" allestita dalla NATO.
La rilettura degli eventi potrebbe spingersi ancora più indietro, ricordandosi che almeno sino al 1944 rimase in piedi l'ipotesi del "cambio di fronte", cioè che gli alleati anglo-americani rivolgessero le armi contro l'Unione Sovietica accogliendo i nazifascisti come cobelligeranti della crociata anticomunista. Fu solo la rapida avanzata dell'Armata Rossa nel corso del 1944 a far tramontare definitivamente l'ipotesi del "cambio di fronte". In caso contrario il nazifascismo si sarebbe potuto ritrovare arruolato a pieno titolo nella "democrazia occidentale" con molti decenni di anticipo.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 604 605 606 607

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (48)
Commenti Flash (62)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


06/12/2024 @ 20:32:49
script eseguito in 48 ms