"
"La privatizzazione è un saccheggio delle risorse pubbliche, ma deve essere fatta passare come un salvataggio dell’economia, e i rapinati devono essere messi nello stato d’animo dei profughi a cui è stato offerto il conforto di una zuppa calda. Spesso la psico-guerra induce nelle vittime persino il timore di difendersi, come se per essere degni di resistere al rapinatore fosse necessario poter vantare una sorta di perfezione morale."

Comidad (2009)
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 09/01/2014 @ 01:08:08, in Commentario 2014, linkato 2050 volte)
L'ingresso della Lettonia nell'area-euro è stato oggetto sulla stampa ufficiale di scontati commenti "cerchiobottistici", basati su un espediente retorico sempre efficace, cioè il contrapporre ad osservazioni concrete delle questioni vaghe. Ad esempio: possibile che l'euro sia il responsabile di tutti i mali? Oppure: i disastri dell'area-euro sono sotto gli occhi di tutti, ma se un altro Paese ha deciso di entrarvi proprio adesso, allora non è che l'euro vanti delle virtù nascoste che solo un lungimirante osservatore esterno sa cogliere?
In questo modo si può fingere di discutere all'infinito, ottenendo così l'effetto desiderato, che consiste nell'avallare l'attuale stato di cose. Peraltro si può tranquillamente riconoscere che oggi l'euro in sé non è neanche il maggiore e peggiore dei mali che si porta dietro l'Unione Europea. Quando si chiede di allentare la morsa dell'austerità o di rendere più flessibili i parametri di bilancio, si è ancora fermi ad un dibattito precedente al 2012, l'anno dal quale la situazione della UE ha cominciato a sfuggire a qualsiasi tipo di plausibile narrazione.
Dal 2012 infatti è stato attivato quel nuovo organismo inenarrabile che va sotto il nome di Meccanismo Europeo di Stabilità, la cui maggiore risorsa a disposizione contro l'opinione pubblica è proprio la sua stessa assurdità. Chiunque cerchi di spiegare ad un ignaro in cosa consista il MES, rischia come minimo di passare per pazzo. Che senso ha un'istituzione europea che rastrella settecento miliardi (sic!) dagli Stati europei (centoventicinque miliardi solo dall'Italia), per poi poterglieli riprestare a strozzo in caso di bisogno? Che spiegazione confessabile può mai avere la totale immunità ed impunità legale dei vertici del MES proclamata dal Trattato istitutivo? Come si può giustificare il fatto che questi vertici del MES possano non accontentarsi dei settecento miliardi ed esigere ad arbitrio dagli Stati europei altre somme in tempi stretti e non negoziabili?
Dal 2012 l'UE ha dunque problemi persino più gravi dello stesso euro in quanto tale, e cioè l'instaurarsi all'ombra dell'euro di un racket finanziario senza precedenti nella Storia. Eppure la Lettonia ha saputo guardare oltre questi trascurabili dettagli criminali, scorgendo nell'euro delle celate virtù che sfuggono agli osservatori più prevenuti e superficiali. E quali sarebbero mai queste virtù?
Le virtù dell'euro si chiamano NATO. Il 6 novembre dell'anno appena trascorso, il segretario generale della NATO, il danese Rasmussen, è volato in Lettonia non solo per parlare di questioni strettamente militari, ma anche per complimentarsi platealmente con il governo lettone per la sua prossima entrata nell'area-euro. Oltre che dal sito della NATO, la notizia della perfomance di Rasmussen in Lettonia è stata lanciata con l'opportuna enfasi dal giornale online "Baltic Course", un bollettino semi-ufficiale di politica e affari dei Paesi baltici.
I complimenti di Rasmussen al governo lettone però sapevano molto di imposizione camuffata, come a dire: ormai non potete tirarvi più indietro. Del resto Rasmussen non è affatto nuovo a questi pesanti interventi in questioni economiche e finanziarie, e può permettersi di farlo in base all'articolo 2 del Patto Atlantico, che impone l'integrazione economica dei Paesi membri della NATO. La virtù dell'euro non è allora nemmeno tanto nascosta, dato che la NATO non ha più nessun pudore a presentarsi e rivelarsi ufficialmente come il maggiore puntello del fatiscente edificio dell'euro.
Che la virtù recondita dell'euro sia proprio quella militare è confermato dalle stesse fonti lettoni. Il ministro delle finanze del governo lettone ha difeso l'ingresso nell'area dell'euro non con argomenti finanziari, bensì facendoci sapere che la decisione è stata presa soprattutto in funzione anti-russa, in modo da prevenire i ripensamenti che sono avvenuti in Ucraina, dove il brutale paternalismo russo è stato preferito alla brutalità tout-court della UE e della NATO.
Che il principale collante del cosiddetto capitalismo sia costituito dal militarismo, dovrebbe essere considerato una scoperta dell'acqua calda, visti i tanti precedenti storici; ma la tronfia mitologia del capitalismo riesce spesso ad occultare anche l'evidenza.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 02/01/2014 @ 00:17:23, in Commentario 2014, linkato 5826 volte)
Recentemente è stato pubblicato un interessante libro del giornalista economico Luca Ciarrocca, sulla cupola della finanza mondiale. Il libro ha un titolo significativo: "I Padroni del Mondo", che si riferisce appunto al potere di poche decine di multinazionali della finanza di manipolare le decisioni dei governi e di condizionare irreversibilmente la vita delle popolazioni, sino a cancellare standard sociali che apparivano inamovibili, come le relative garanzie di benessere del ceto medio.
Il testo di Ciarrocca ha molti meriti, tra cui una notevole mole di documentazione e la capacità di sfuggire alle banalizzazioni più ricorrenti nel dibattito attuale. Tra le osservazioni più pertinenti di Ciarrocca c'è sicuramente la realistica constatazione che la grande finanza si muove su un piano completamente asimmetrico, che prende in considerazione esclusivamente il proprio interesse immediato ed esclude ogni possibilità di interlocuzione e mediazione con interessi diversi.
D'altra parte occorre anche tener conto del fatto che questo tipo di testi può avere un impatto impressionante in un contesto come quello italiano, nel quale l'informazione economica ufficiale è ripiegata su questioni interne, legata ai consueti rituali del "colpanostrismo" per quanto riguarda il passato e dei "compiti a casa" per quanto concerne il presente.
Nell'agosto ultimo scorso sul sito del NATO Council of Canada è stato pubblicato un articolo che contiene denunce piuttosto pesanti sull'operato delle grandi banche internazionali, tra cui i soliti noti come Goldman Sachs e JP Morgan. L'articolo sottolinea lo strapotere del lobbying bancario a Washington ed osserva la pericolosa tendenza delle banche ad influenzare pesantemente le sorti dell'economia reale con speculazioni attuate con l'acquisto di enormi quantità di materie prime fondamentali. Goldman Sachs si è specializzata nel settore dell'alluminio, mentre JP Morgan in quello del rame. Se le stesse notizie fossero state pubblicate su un sito di opposizione si sarebbe gridato al "complottismo", ma il NATO Council of Canada è una società non profit legata appunto alla NATO.
Non si tratta di un caso isolato. Nel 2010, mentre in Italia chi nominava Goldman Sachs veniva psichiatrizzato come complottista visionario, nel frattempo il sito di un'altra organizzazione internazionale diretta espressione della NATO, l'Atlantic Council, pubblicava un circostanziato articolo sul nefasto ruolo del lobbying di Wall Street, ed in particolare di Goldman Sachs, a Washington.
In seguito alle guerre del Kosovo e dell'Afghanistan, una parte dell'opinione pubblica si è svegliata riguardo al ruolo affaristico svolto dalla NATO, le cui imprese militari si trasformano in cordate affaristiche; e le relazioni tra militari e banchieri non vengono neppure celate, come dimostra il caso della collaborazione tra Pentagono e JP Morgan in Afghanistan.
L'affarismo legato alla NATO non si limita neppure al settore legale, dato che in tutti questi anni sono circolati innumerevoli indizi sul coinvolgimento della stessa NATO in varie forme di contrabbando, dal petrolio alle sigarette, dall'oppio ai rifiuti tossici, e persino nel traffico di organi umani. Ovviamente le poche notizie ufficiali a riguardo hanno scaricato l'intera responsabilità su militari di bassa forza, nascondendo il coinvolgimento degli alti comandi.
Ciò che invece risulta quasi ignoto all'opinione pubblica è che la NATO, sin dalla sua fondazione, abbia costantemente rivendicato un ruolo di direzione economica generale, ben al di là degli aspetti puramente connessi all'industria militare. Non deve quindi apparire inconsueto o anomalo che la NATO dia tanto rilievo al tema economico nel suo dibattito interno, poiché la stessa NATO, in base all'articolo 2 del Trattato istitutivo, si assume una funzione esplicita di controllo ed indirizzo dell'economia, e non solo rispetto ai Paesi membri, ma anche a livello globale. Per svolgere questa funzione la NATO esprime un organismo apposito, a href=http://translate.google.com/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.nato-pa.int/default.asp%3FSHORTCUT%3D146&prev=/search%3Fq%3Dnato%2Beconomics%26client%3Daff-maxthon-newtab%26hs%3DSXi%26affdom%3Dmaxthon.com%26channel%3Dt5>l'Economics and Security Commitee (ESC), che si occupa non solo di relazionare sullo stato dell'economia e della finanza mondiale, ma elabora anche "raccomandazioni" da impartire ai governi.
Nulla di strano perciò che nell'ottobre scorso il segretario generale della NATO, il danese Rasmussen, si sia fatto in prima persona promotore e mallevadore davanti agli industriali danesi dell'iniziativa del mercato unico transatlantico. Si tratta di quel TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), detto anche la "NATO economica", che andrà in vigore dal prossimo anno.
Il punto è che mentre nella stessa NATO si evidenzia lo strapotere del lobbying bancario e l'assenza di una "governance" che sappia disciplinarlo, già esiste l'istituzione internazionale che si candida "autorevolmente" a svolgere questo ruolo di governance, cioè appunto la NATO. Qualche scettico potrebbe sospettare che questa tanto invocata governance costituirebbe anch'essa una centrale, magari ancora più aggressiva, del lobbying bancario.
L'immagine delle banche ormai è troppo in basso per poter essere risollevata, perciò la propaganda avrebbe più gioco nel raggirare nuovamente l'opinione pubblica sfruttando proprio il risentimento contro la finanza. Così il lobbying bancario potrebbe riciclarsi sotto altre vesti, spacciandosi come la cura del male che esso stesso ha creato. Si tratterebbe di un sospetto fondato, poiché non si spiegherebbe assolutamente una tale invadenza del lobbying bancario se non esistesse da sempre quell'intreccio inestricabile tra militarismo e finanza che è alla base del colonialismo.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (10)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenętre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (32)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


19/03/2024 @ 10:48:25
script eseguito in 157 ms