"
"La ricerca scientifica è una attività umana, perciò merita, come ogni attività umana, tutto lo scetticismo possibile; altrimenti cesserebbe di essere ricerca per costituirsi come religione inquisitoria."

Comidad (2005)
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 12/09/2012 @ 01:59:38, in Commentario 2012, linkato 3160 volte)
Mentre al forum di Cernobbio Mario Monti, assistito da Van Rompuy, tuonava contro la minaccia alla stabilità europea costituita dai populismi, intanto la sua platea già discuteva del dopo la fine della legislatura, ipotizzando per il futuro un governo Monti bis, e poi, chissà, magari anche un "Monti for ever". Il discorso di Monti è apparso anche come un avviso rivolto a Bersani, il quale, se osasse pensare di ristabilire la "normale dialettica democratica", rischierebbe - persino lui, l'antipopulista per eccellenza - di essere marchiato come un irresponsabile populista.
A questo punto anche il regime parlamentare risulta congedato; perciò il parlamento viene mantenuto in "vita" allo stesso modo della scuola pubblica, senza altra funzione reale che costituire da zimbello polemico nel contesto di una finta normalità istituzionale. Questa finzione di normalità non viene smascherata, e la generale conseguenza è che il dibattito politico interno si infantilizza e si avvita sul nulla. Per settimane si sono succedute dichiarazioni circa un possibile referendum sull'euro, "dimenticando" che l'euro esiste in virtù di un trattato internazionale, e l'articolo 75 della Costituzione vieta espressamente che vengano indetti referendum abrogativi su leggi di ratifica di trattati.
Il lobbismo tradizionalmente più forte e radicato, quello di Confindustria, appare anch'esso allo sbando, come si è percepito pochi giorni fa proprio al forum di Cernobbio. Il cosiddetto "capitalismo" si è sempre retto sull'elemosina che i poveri devono quotidianamente versare ai ricchi, ma non era mai accaduto che degli industriali riuniti in pompa magna si facessero entusiasmare dalla proposta di elemosinare dai propri operai il regalo di un'ora lavorativa non pagata. [1]
Fiorisce anche una fortunata pubblicistica sulle sorti dell'euro, spesso basata sulla speranza di una sua morte naturale, in quanto l'euro sarebbe una moneta comune senza prospettive, schiacciata dalle sue stesse incongruenze interne. Ma potrebbe anche darsi che il destino dell'euro non sia legato ad aspetti puramente economici o finanziari, visto che come andrà veramente a finire ce lo dicono sul sito del Consiglio Atlantico, l'organo supremo della NATO. Secondo un commento scritto da due "fellow" (ricercatori) in forza al Consiglio Atlantico, tali Grundman e Wilson, un'eventuale fine dell'euro minaccerebbe la "sicurezza globale", espressione in codice che indica il programma di aggressioni della NATO. [2]
Sul sito del Consiglio Atlantico ci spiegano infatti che, senza la disciplina europea assicurata dall'euro, l'anno scorso non si sarebbe potuta condurre con successo l'aggressione contro la Libia, ed oggi non si potrebbe neppure garantire l'applicazione delle sanzioni economiche contro l'Iran. Non si può essere più chiari di così. La guerra all'Iran forse non la si farà subito, ma nell'attesa gli Europei devono stringere la cinghia per garantire le condizioni politiche, finanziare e militari che sono necessarie all'aggressione. In base agli schemi della gerarchia coloniale, ogni grado della gerarchia va a rivalersi su quello più basso, perciò è evidente che saranno gli Europei del Sud a pagare il prezzo più alto in nome della "sicurezza globale". Non a caso, sul sito del Consiglio Atlantico i commenti più sprezzanti sono riservati alla Grecia.
Tutti i commentatori ufficiali sono concordi nel ritenere che i Greci già debbano ringraziare per essere stati ammessi nell'euro, loro che non se lo meritavano proprio. Infatti uno degli schemi più ricorrenti della propaganda colonialistica è il "troppobuonismo". Si ammette che ci siano dei problemi, ma questi sarebbero dovuti sempre al fatto che i potenti sono troppo aperti e generosi, troppo "di sinistra", e spesso non vogliono prendere atto delle differenze razziali e di classe, che invece poi si fanno sentire. Qualunque commentatore desideri conquistare il successo mediatico ed editoriale deve adottare questo schema di propaganda, che può essere applicato a qualsiasi questione. La propaganda è un vero e proprio genere narrativo, e la fiaba può essere riciclata molte volte cambiando l'ambientazione ed i personaggi.
Così l'economista Dambisa Moyo ci ha rivelato che gli Africani non muoiono mica di fame a causa dell'aggressione delle multinazionali, bensì per i troppi aiuti elargiti da quelle dame di carità che sono il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Allo stesso modo, una Mastrocola ci viene a raccontare che se la Scuola non va, non è perchè l'istruzione media è stata assorbita da un'Università/Liceo all'americana, che ti fa pagare salatissimo ciò che prima avevi gratis; no, la scuola decade perché il Ministero dell'Istruzione è troppo "donmilanista", cioè troppo preoccupato di elevare i poveri e gli immeritevoli.
La Grecia perciò non è stata mica fatta entrare a forza nell'euro per gli interessi geo-militari della NATO, ma per eccesso di bontà. La bontà dei potenti però non è illimitata, e chi tocca certi interessi deve sapere cosa aspettarsi.
Nel commento dei due "fellow" del Consiglio Atlantico infatti non poteva mancare la rituale condanna dei "populismi"che mettono in dubbio la bellezza dell'euro. I populisti ci vengono presentati come degli irresponsabili che si caratterizzano per la ricerca di facili capri espiatori, e che infatti spesso se la prendono con poveri innocenti come i banchieri. Sul sito del Consiglio Atlantico viene anche ricordato che in passato non c'è stato tiranno che non avesse con sé un grande seguito popolare ed elettorale, perciò è proprio inutile che i populisti pensino di cavarsela tirando fuori l'alibi della democrazia; un alibi dal quale la NATO non si farebbe certo commuovere. Anche in questo caso l'ammonimento risulta chiaro, e perciò non ci sarebbe nulla di sorprendente se nei prossimi mesi vedessimo man mano attenuarsi e ammorbidirsi tutte le opposizioni e le critiche nei confronti dell'euro.

[1] http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-09-08/cernobbio-lavorare-piu-rendere-flessibile-orario-182855.shtml?uuid=Ab3gqZaG
[2] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.acus.org/new_atlanticist/euro-crisis-threatens-global-security&prev=/search%3Fq%3Dacus%2Bnew%2Batlanticist%2Beuro%2Bcrisis%2Bglobal%2Bsecurity%26hl%3Dit%26rlz%3D1G1GGLQ_ITIT293%26prmd%3Dimvns&sa=X&ei=Z49NUNjwOe7Y4QSJ9IGIDA&ved=0CCgQ7gEwAA
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 06/09/2012 @ 01:49:06, in Commentario 2012, linkato 2805 volte)
Pierluigi Bersani manifesta apparentemente una visione chiara del nemico da battere. Tutto ciò che lo contraria viene fatto rientrare nel contenitore del "populismo", un'etichetta che gli consente di accomunare fenomeni come Grillo, Di Pietro, Ingroia o il Buffone di Arcore.
Nel Bersani-Pensiero, "populismo" è quindi tutto ciò contro cui è lecito, anzi doveroso, battersi. Angela Merkel sembra essere venuta in suo soccorso, poiché poche settimane fa anche la cancelliera tedesca aveva dato fiato ai timori di una possibile vittoria elettorale dei populismi in Europa. Questo però prima di convertirsi anche lei al "tremontismo", cioè all'espediente retorico di rifarsi una verginità grazie alla denuncia generica dei mali del dominio della finanza, salvo poi continuare ad obbedire, punto per punto, ai dettami del Fondo Monetario Internazionale.
Potrebbe darsi infatti che Bersani e la Merkel, in fatto di esecrazione del populismo, abbiano avuto un ideologo in comune, in questo caso proprio il FMI. La categoria "populismo" è infatti quella che dagli anni '80 serve ad individuare e screditare tutte le opposizioni alla politica del FMI in America Latina. Il populismo ha come termini contrari "pragmatismo" o "modernità". L'opposizione proposta in questi termini non è affatto simmetrica, dato che non si capisce perché non possa esistere anche un populismo moderno e pragmatico; ma il senso propagandistico di questa opposizione di termini è invece evidente; vuole cioè suggerire che una politica economica seria non può che basarsi su provvedimenti impopolari. Almeno questo è ciò che ci assicurano gli ideologi del FMI sul sito della stessa organizzazione. [1]
Si comprende perciò il motivo per il quale Bersani ritiene lecito e doveroso opporsi al populismo, visto che la condanna viene da tanta autorità. E, visto che però una "opposizione" di bandiera al berlusconismo bisognava comunque fingerla, allora, per poterselo consentire, occorreva collocare pretestuosamente nel calderone del "populismo" anche un'esperienza di governo che si è distinta invece per assoluta obbedienza ai dettami del FMI. Del resto, sebbene oggi l'Europa sia trattata esattamente come l'America Latina degli anni '80 e '90, di importanti tentativi di opposizione politica al FMI non ve ne sono stati; tranne il fuoco di paglia di Orban in Ungheria, che però non ha trovato in Putin la sponda che sperava, dato che il leader russo se ne è andato, anche lui, a cercare il proprio spazio alla corte del FMI e del WTO. Intanto, in Europa ed in Italia c'è chi crede veramente che il problema sia il rigore deflazionistico della Germania, e magari aspetta e spera soccorso da Obama o dallo stesso FMI.
Quando Bersani è diventato segretario del Partito Democratico in molti hanno tirato un sospiro di sollievo. Che al posto di un ideologo fumoso e sradicato come Veltroni si insediasse un uomo legato agli affari delle Coop rosse, delle Municipalizzate del Nord-Italia o della Compagnia delle Opere, fu considerato persino un elemento rassicurante, poiché finalmente si aveva a che fare con qualcuno legato a interessi, magari loschi, ma comunque connessi al territorio italiano. Questa speranza che l'affarismo locale potesse costituire un contrappeso allo strapotere dell'affarismo delle multinazionali si basava sul vecchio schema delle "borghesie nazionali"; uno schema che però non tiene conto del fatto che il colonialismo determina un vero e proprio "sequestro di coscienza" nei confronti dei gruppi dirigenti locali.
Mettiamoci nei panni del giovane Bersani nell'Italia degli anni '70, iscritto al PCI mentre questo partito attuava la sua riconciliazione con l'Occidente e con la NATO. Rampollo di un'umile famiglia di lavoratori, Bersani si iscriveva alla Facoltà di Filosofia, e non perché sia quella dove si studia meno, ma proprio per soddisfare la sua insaziabile sete di verità. Gli eventi storici però cospiravano per offrire luminosamente al giovane Bersani quella Verità che i suoi studi universitari gli rendevano invece sfuggente.
Nel 1976 il governo italiano contraeva il suo primo debito col FMI. Con una "lettera d'intenti" dell'allora ministro del Tesoro, Stammati, l'Italia chiedeva un prestito di durata determinata al FMI, ovviamente offrendo le consuete "garanzie comportamentali", cioè tagli alla spesa sociale ed ai salari. Il prestito aveva un'entità di poco più di cinquecento milioni di dollari, cioè una cifra non molto rilevante per il bilancio di uno Stato come l'Italia. [2]
Ma quel debito dell'Italia nei confronti del FMI assumeva un enorme significato politico nel momento in cui il PCI reggeva il governo in parlamento attraverso la propria astensione. In pratica si richiedeva al PCI di aderire non solo alla NATO, ma anche alle dottrine del braccio finanziario della stessa NATO, cioè il FMI.
A riprova di questa "conversione" del PCI, sta di fatto che non soltanto i media ufficiali, ma anche la stampa di sinistra - comprese alcune riviste rivoluzionarie - cominciarono ad attribuire la causa della crisi economica agli aumenti salariali e alla crescita della spesa sociale (definita allora anche come "salario sociale"). Immaginiamoci dunque il giovane Bersani immerso nell'avida lettura de "l'Unità", de "La Repubblica" (un quotidiano allora appena fondato) o de "l'Espresso". Immaginiamocelo anche seguire disciplinatamente i corsi alla scuola-quadri del PCI, e nutrirsi avidamente di quelle nuove e ispirate verità. Per Bersani fu una rivelazione, un nuovo Vangelo: "Beati i poveri perché sarà sempre colpa loro".
Bersani era anche allora un coerente uomo di sinistra, sempre dalla parte dei più deboli e, grazie a quelle geniali dottrine, scoprì che l'unico modo di stare veramente dalla parte dei più deboli è quello di mettersi sempre contro di loro. Infatti gli ideologi del FMI ci spiegano che i poveri vorrebbero più salario e più tutele, ma questo è populismo, che crea inflazione e calo della produttività, quindi più povertà. Per combattere la povertà bisogna invece combattere i poveri e tutelare i ricchi, cioè costringere i poveri a fare l'elemosina ai ricchi. Qualsiasi mediazione sociale e territoriale viene quindi liquidata come obsoleta, ed ogni questione viene letta esclusivamente nell'ottica di un classismo feroce.
Bersani apprese egregiamente quella lezione, la fece sua. Capì che bisogna avere la spregiudicatezza e il coraggio di sfidare il principio di non-contraddizione, che è roba da populisti. Tra le sue varie esperienze di governo, Bersani è stato anche ministro dei Trasporti, cosa che gli ha consentito di affrontare con particolare competenza la questione TAV. Bersani ci ha spiegato che non conta nulla che la Tratta ad Alta Velocità Torino-Lione si basi su un traffico sempre più inconsistente, che lascia semi-inutilizzate le linee già esistenti, poiché saranno le nuove linee ferroviarie a creare il traffico, e non viceversa. Ma i soldi per l'Alta Velocità bisognava trovarli da qualche parte, perciò occorreva tagliare laddove il traffico invece c'era, come nelle linee regionali o nei vagoni-letto. Le conseguenze di questa minore mobilità di persone e di merci sono stati un calo delle attività produttive ed anche un crollo dei valori immobiliari. Hai creato tanta nuova povertà, quindi ricchezza sicura. Pensa infatti a quante attività produttive e quanti immobili possono essere rilevati dalle compagnie multinazionali a prezzi di svendita. Ormai non sono più solo i lavoratori a impoverirsi, ma anche i ceti medi. Anche in Val di Susa il grande buco nella montagna sta determinando un crollo dei valori immobiliari, perciò i "tagli" o le cosiddette "grandi opere" convergono nell'obiettivo di aggredire e saccheggiare i territori.
Un aspetto curioso della propaganda del FMI riguarda il tentativo di porre tutta la propria politica sotto l'icona dell'economista neoliberista Milton Friedman, come a voler lanciare un'esca ai keynesiani, sfidandoli a singolar tenzone in una di quelle infinite discussioni sulle teorie economiche. In realtà nessuna dottrina economica è in grado di giustificare i precetti del FMI, che sono invece spiegabilissimi in base al codice penale. Si tratta infatti di banali pratiche di sabotaggio e di aggiotaggio per svalutare i territori, i beni pubblici e i piccoli patrimoni privati per consentirne più facilmente il saccheggio da parte delle multinazionali. Che il fenomeno FMI debba essere analizzato non in base a criteri economici, bensì strettamente criminologici, è un elemento che ormai fa parte del bagaglio dell'opinione pubblica latino-americana; al contrario, in Europa l'esistenza del FMI è appena percepita e, per di più, come un'entità indistinta e neutra. Se non fosse stato per le disavventure sessuali di Strauss-Kahn, molti in Europa non saprebbero neppure che il FMI esiste.

[1] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.imf.org/external/np/speeches/2006/113006.htm&prev=/search%3Fq%3Dimf%2Bpopulism%26start%3D10%26hl%3Dit%26sa%3DN%26biw%3D960%26bih%3D513%26prmd%3Dimvns&sa=X&ei=BqdEUIPIJeHj4QSL54HIAg&ved=0CCwQ7gEwATgK
[2] http://www.mps.it/NR/rdonlyres/41611F53-B7C6-4787-81AA-1B4D57C26961/34278/07Verde.pdf
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (10)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (32)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


19/03/2024 @ 04:55:50
script eseguito in 100 ms