Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
L'attentato di Brindisi sembra avviarsi verso l'archivio dei misteri italiani. Sono troppe le lacune e le contraddizioni della versione ufficiale, mentre ogni pista avanzata dagli inquirenti già appare come un depistaggio. Le autorità prospettano per il momento una soluzione alla norvegese, con un "pazzo isolato" da usare come unico colpevole, ma anche questa "soluzione" del caso potrebbe dissolversi per strada. I "pazzi isolati" potrebbero persino diventare in futuro un soggetto stabile e costante dello scenario ufficiale.
Ciò che invece emerge distintamente è la consueta spettacolarizzazione dell'ideologia dell'antiterrorismo, con l'immagine di una convivenza civile minacciata dai violenti. Una delle formule più in voga è che il "disagio sociale può favorire l'insorgenza del terrorismo". Il messaggio immancabile è quindi che il terrorismo sarebbe l'arma dei poveri e dei deboli, mentre i ricchi queste cose non le farebbero mai. Con questo semplice suggerimento subliminale, ogni opposizione sociale viene implicitamente sottoposta alla mannaia del sospetto ed alla forca caudina della discolpa. Per ogni attentato il potere può quindi presentarsi a riscuotere un profitto politico, che consiste non solo nella criminalizzazione del dissenso, ma soprattutto nell'assunto che il dissenso non esiste: contro il potere c'è solo il nonsenso.
Se si tiene conto di questa rappresentazione politico-mediatica, l'attentato di Brindisi potrebbe essere considerato come una PSYOP, cioè una operazione di guerra psicologica. Questa è la pagina Web dell'USACAPOC, cioè della sezione specializzata in guerra psicologica delle forze armate statunitensi, la quale così accoglie il visitatore:
"Benvenuti alla pagina Web ufficiale della US Army Affari Civili & Psychological Operations Command (Airborne). Il nostro comando si compone di oltre 40 unità di riservisti in 30 stati e Puerto Rico. Con sede a Fort Bragg, NC, USACAPOC(A) si sforza di sostenere gli obiettivi della nazione all'estero con la spada, l'azione e la parola." [1]
In questa pagina invece si illustrano diffusamente le operazioni di guerra psicologica, che:
"... si basano sulla logica, paura, desiderio o altri fattori mentali per promuovere specifiche emozioni, atteggiamenti o comportamenti. L'obiettivo ultimo degli Stati Uniti nelle operazioni psicologiche e degli affari civili è quello di convincere i nemici, le nazioni neutrali, e amiche e le forze ad agire favorevolmente agli Stati Uniti e ai suoi alleati." [2]
Vediamo in cosa potrebbe consistere un esempio di questo sostegno della nazione all'estero con la spada, l'azione e la parola, il cui scopo è demoralizzare il nemico e conquistare il sostegno delle popolazioni "amiche", come l'Italia, alla tutela statunitense.
L'attentato di Genova del 7 maggio scorso aveva avuto come bersaglio un vero potente, cioè il supermanager di Ansaldo Nucleare. Anche se si fosse trattato di un regolamento di conti tra poteri italiani o stranieri, non sarebbe comunque un messaggio "positivo" per le masse il fatto che persino un potente possa essere colpito.
Ecco che si è resa dapprima necessaria una rivendicazione fittizia, che desse all'attentato di Genova motivazioni puramente ludiche e futili, una sorta di edonismo armato. Non è neppure detto che il comunicato degli "informali" sia necessariamente un elaborato poliziesco, visto che risulta così pretenzioso - e, al tempo stesso, naif - che potrebbe trattarsi di uno tra i tanti prodotti di mitomani. L'operazione di guerra psicologica è quindi consistita nel riconoscere attendibilità ed attenzione mediatica ad un comunicato del genere.
Successivamente però si è andati ad un brusco rovesciamento dello scenario, presentando bersagli del terrorismo che avessero i tratti inequivocabili della gente comune. Dell'attentato di Brindisi si dice che sia stato confezionato con mezzi poveri, come bombole di gas. Ma è poi vero? Sembra infatti che in quest'occasione sia stato riciclato quanto era già accaduto a Castel Volturno, in provincia di Caserta, il 14 maggio scorso. Anche lì una bombola di gas ed una specie di timer accanto ad un istituto scolastico, anche se senza conseguenze. [3]
Sta di fatto che l'immagine "povera" dell'attentato di Brindisi è stata ufficializzata dagli inquirenti e dai media, con in più il dato di fatto che l'attentato stesso è stato indirizzato davvero contro un obiettivo particolarmente debole ed inerme. Insomma, ne viene fuori l'immagine di una caotica guerra dei poveri contro i poveri. Quale situazione potrebbe essere più convincente di questa per indurre la popolazione ad accettare la tutela armata di un Paese straniero, ed "amico", che si è assunto generosamente il ruolo di gendarme planetario?
Ci si è chiesti chi possa essere tanto pazzo o malvagio da commettere un attentato come quello di Brindisi. Ma forse è la domanda sbagliata. La vera domanda forse è un'altra: chi è che può vantare tanta impunità da potersi tranquillamente permettere un crimine di questa efferatezza?
Se si tiene conto di questa domanda, i possibili sospetti si riducono ad uno solo: la NATO.
[1] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.usacapoc.army.mil/&ei=q8S7T6TIMsTetAaHh8XaBw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CFwQ7gEwAA&prev=/search%3Fq%3Dusacapoc%26hl%3Dit%26sa%3DG%26prmd%3Dimvns
[2] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.psywarrior.com/psyop.html&ei=_ci7T4CaNsTvsgbkmtzoBw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=9&ved=0CJEBEO4BMAg&prev=/search%3Fq%3Dpsyop%26hl%3Dit%26prmd%3Dimvns
[3] http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=197417&sez=NAPOLI
Pare che anche a Monti possa capitare di dire la verità. Secondo alcuni organi d'informazione, Monti avrebbe infatti dichiarato che l'Italia non è una colonia dell'Unione Europea. [1]
L'Italia, e anche la stessa Unione Europea, sono infatti colonie della NATO. Monti, prima di diventare Presidente del Consiglio, era un advisor del Consiglio Atlantico della NATO; lo stesso vale per l'attuale ministro della Difesa, Di Paola, che è stato presidente del Comitato militare della NATO sino al novembre scorso.
Ma c'era bisogno di rafforzare la presenza americana nel governo, così Monti ha nominato Gianni De Gennaro a sottosegretario, con incarico di Autorità sulla "intelligence", cioè sui servizi segreti. Già prima della nomina a sottosegretario, De Gennaro era il supercapo dei servizi segreti, ed ora ne diventa una sorta di divinità. De Gennaro è l'uomo la cui fama è legata soprattutto alla vicenda del massacro nella scuola Diaz di Genova, ma che avrebbe anche altri motivi per essere giustamente famoso.
De Gennaro è infatti l'uomo di fiducia del Federal Bureau of Investigation. Dal sito dello stesso FBI, si apprende infatti che De Gennaro nel 2006 è stato insignito della medaglia per "Meritorious Achievement", una delle maggiori onorificenze concesse dal Bureau. [2]
Tra le imprese meritorie di De Gennaro di cui si parla nella motivazione ufficiale del premio, c'è anche quella di aver operato per più di trenta anni da "consigliere informale" degli ambasciatori statunitensi in Italia. Gli "informali" potrebbero quindi adottare De Gennaro addirittura come loro maestro. Qualcuno direbbe che De Gennaro fa la spia per conto degli ambasciatori americani, ma si tratterebbe chiaramente di calunnie senza fondamento.
A confermare l'assoluta affidabilità di De Gennaro provvedono infatti gli stessi Americani. Quando, nel 2010, Ciancimino figlio ha tirato in ballo il nome di De Gennaro a proposito di favoreggiamento nei confronti della mafia, il soccorso è immediatamente arrivato dal direttore FBI, Robert S. Mueller, che ci ha garantito che De Gennaro è un insospettabile, poiché egli ha collaborato per "quasi" trenta anni con la superpolizia federale statunitense. C'è questa piccola dissonanza tra le due dichiarazioni di fonte FBI: più di trenta anni nella motivazione ufficiale del premio, quasi trenta anni nella dichiarazione a sostegno. Forse non significa nulla, ma potrebbe anche indicare che la collaborazione di De Gennaro con gli USA era cominciata molto prima che avesse il crisma dell'ufficialità. [3]
Non c'è quindi da sorprendersi che sia stato Ciancimino a finire nei guai dopo le sue accuse a De Gennaro. A sua volta nel 2000 De Gennaro si era fatto garante di un altro poliziotto accusato di rapporti con la mafia, Ignazio D'Antone. In quell'occasione De Gennaro aveva agito facendo squadra con Antonio Manganelli (attuale capo della polizia, divenuto leggendario per il suo mega-stipendio) e, infine, con Arnaldo La Barbera. [4]
La Barbera è morto nel 2002, prima di dover rispondere di depistaggio per la strage di Borsellino e della sua scorta. A proposito di La Barbera è risultato anche che fosse al contempo capo della Squadra Mobile di Palermo ed agente del SISDE.[5]
Manco a dirlo, il trio De Gennaro-Manganelli-La Barbera è lo stesso che stava dietro i fatti di Genova. Insomma, ci si dava una mano quando era necessario. Il tutto però sotto la sacra tutela del Federal Bureau of Investigation.
Il bello è che non c'è assolutamente nulla di segreto, poichè l'FBI certe notizie su De Gennaro te le sbatte in faccia addirittura dal suo sito ufficiale. Tanto nessun giornalista andrebbe mai a recuperare certe informazioni sulle ingerenze USA in Italia per metterle nella opportuna evidenza. Eccoli invece gli opinionisti ufficiali, tutti seri e impegnati, a fare l'esegesi delle elucubrazioni di un poetastro mitomane, che chiaramente non ha nessun legame con l'attentato al manager di Ansaldo Nucleare.[6]
Il primo a rivelare agli Italiani che De Gennaro è un "manutengolo dell'FBI" è stato Francesco Cossiga, in un discorso in senato in seguito a delle sue interpellanze presentate al governo Prodi. Il discorso di Cossiga fu mandato suo tempo in tv, ed è reperibile ora su Youtube. [7]
Ciò non impedì allo stesso governo Prodi di nominare, nel gennaio 2008, De Gennaro alla carica di commissario straordinario all'emergenza-rifiuti in Campania, così che non fu difficile capire che in quella strana emergenza c'era di mezzo qualche interesse statunitense. [8]
In quella circostanza i due partiti comunisti al governo con Prodi ingoiarono il rospo, e qualche loro esponente farfugliò come scusa che l'incarico di commissario per l'emergenza-rifiuti avrebbe potuto costituire per De Gennaro l'occasione per riscattarsi dai fatti di Genova. In realtà la costante di tutti i passi della vicenda di De Gennaro è la presenza dei servizi segreti, che con lui sono andati a gestire direttamente l'emergenza- rifiuti.
Ma l'impronta dei servizi segreti non mancò neppure nei fatti di Genova. Pochi giorni prima del G8, il 23 giugno, il quotidiano "La Repubblica" infatti pubblicò un'allarmante informativa del SISDE, che narrava una di quelle fiabe inquietanti che fanno parte del tipico repertorio del vittimismo preventivo e pretestuoso del potere. Secondo il SISDE, i manifestanti di Genova avrebbero avuto l'intenzione di sequestrare dei poliziotti per usarli come "scudi umani". Quindi il massacro di Genova era stato non solo preordinato, ma anche annunciato.[9]
[1] http://www.blitzquotidiano.it/rassegna-stampa/bot-rehn-monti-manovra-1228464/
[2] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.fbi.gov/news/pressrel/press-releases/fbis-medal-of-meritorious-achievement&ei=Qi-xT-kskZazBoumzY4E&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CCkQ7gEwAA&prev=/search%3Fq%3Dgianni%2Bde%2Bgennaro%2Bfbi%26hl%3Dit%26prmd%3Dimvns
[3] http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/articolo497500.shtml
[4] http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/11/28/de-gennaro-manganelli-la-barbera-difendono-investigatore.html
[5] http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/09/news/la_barbera_servizi-4684087/
[6] http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10091
[7] http://www.youtube.com/watch?v=7Bp4GttxHqE
[8] http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=77417
[9] http://www.repubblica.it/online/politica/gottodue/sisde/sisde.html
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