Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il caso, o la necessità, hanno fatto in modo che il neo-sindaco Gianni De Magistris venisse messo immediatamente di fronte alla realtà del vero potere che vige e impera a Napoli. Il 4 giugno il vicepresidente USA, Joe Biden, reduce dai festeggiamenti del 2 Giugno a Roma, è atterrato alla base aerea dell'U.S. Navy dell'aeroporto "civile" di Capodichino a Napoli, accompagnato dal comandante delle forze NATO per il Sud-Europa, l'ammiraglio Locklear. Biden è venuto ovviamente a complimentarsi con le sue forze armate per i bombardamenti democratici e le stragi umanitarie in Libia, ma anche a fare un po' di psicoguerra, ricordando alle autorità locali il peso della presenza colonial-militare statunitense.(1)
Ad accogliere Biden c'erano infatti anche il sindaco De Magistris ed il governatore regionale Caldoro. De Magistris deve molta della sua popolarità alla presa di posizione contro l'aggressione alla Libia, ma nell'occasione si è attenuto rigidamente al ruolo istituzionale di sindaco. La stampa ha risolto inoltre la notizia nei termini della consueta banalizzazione/distrazione, perciò l'attenzione mediatica non è stata rivolta alla megabase militare USA che occupa - e soffoca - l'aeroporto cittadino, ma all'invito rivolto da De Magistris e da Caldoro al presidente Obama a visitare Napoli, come se in città non si aspettasse altro. Questo dettaglio non richiede un di più di sarcasmo, dato che è normale prassi della cortesia diplomatica rivolgere questo tipo di inviti. Da sottolineare invece che sono le basi militari USA a diventare "dettagli" nella comunicazione ufficiale, come se queste basi facessero ormai parte naturale del paesaggio.
Il "paesaggio" detta però le scadenze, gli impegni - e le relative spese - dell'amministrazione locale. Da un anno infatti il governatore Caldoro è impegnato a spendere le risorse finanziarie regionali per allestire le infrastrutture di supporto alla base NATO di Giugliano, dove dovrebbe essere trasferito il comando interforze; e per questa ragione Caldoro deve subire le costanti pressioni e intimidazioni dello zelante ammiraglio Locklear. L'opinione pubblica viene solo incidentalmente informata del fatto che le infrastrutture della base militare NATO sono a carico degli enti locali, prelevati per di più dai fondi per lo "sviluppo regionale", noti in burocratese sotto la voce di "Fondi Fas".(2)
La stessa opinione pubblica non viene messa a conoscenza della circostanza che le basi militari producono rifiuti in gran quantità, e rifiuti tossici in particolare, e ciò ha comportato che in Campania le discariche e gli inceneritori siano stati considerati "aree di interesse strategico nazionale", e quindi sottoposte al relativo segreto militare, ciò in base alla Legge 123/2008, riconfermata in questo aspetto nell'articolo 5 comma 1 della Legge 26/2010, che pur sanciva la presunta "cessazione" dell'emergenza-rifiuti in Campania.(3)
Ovviamente il problema dei rifiuti tossici di origine militare non riguarda solo Napoli, ma anche altri Paesi occupati da basi militari Usa come le Filippine, e persino il territorio degli stessi Stati Uniti, in quanto il colonialismo/bellicismo comporta una militarizzazione di tutti gli aspetti della società e del territorio.(4)
La promessa elettorale fatta da De Magistris di realizzare la raccolta differenziata porta a porta entro sei mesi, si scontra così con la circostanza per la quale la "monnezza" costituisce una copertura ed un alibi per lo smaltimento illegale, all'ombra del segreto, dei rifiuti di origine militare. L'esperienza del Comune campano di Camigliano dimostra che la raccolta differenziata può effettivamente giungere al livello del 70% in pochi mesi; ma l'esperienza dimostra anche che lo stesso Comune è stato immediatamente commissariato dal ministro degli Interni, Maroni, che ha voluto così punire questa inopportuna performance ambientalista. Nelle ultime elezioni amministrative anche il sindaco commissariato di Camigliano è stato rieletto a furor di popolo, e quindi per lui il dilemma tra differenziata e commissariamento si riproporrà.(5)
De Magistris ha avuto la ventura di vincere le elezioni a Napoli proponendo la sua figura di sbirro tutto d'un pezzo in alternativa al sistema politico-mafioso di Nicola Cosentino, e ciò proprio nel momento in cui questo sistema risultava dilaniato e paralizzato dalle sue guerre interne, tanto da far saltare persino i consueti meccanismi del voto di scambio. Durante la campagna elettorale, allo sbirro De Magistris è però capitato più volte di essere paragonato spregiativamente a Masaniello, il capo dell'insurrezione popolare del 1647 a Napoli.
Sottoposto negli ultimi due secoli ad una meticolosa "damnatio memoriae" da parte della storiografia ufficiale, il vero Masaniello fu invece una figura popolarissima in Europa sino a tutto il '700, tanto che quello che era solo un suo soprannome di battaglia, divenne un nome di battesimo molto diffuso in vari Paesi. Sebbene ucciso in una congiura di Stato camuffata da insurrezione spontanea (anche allora le "rivoluzioni colorate"!), Masaniello fu onorato con trionfali funerali di popolo, a conferma del suo indistruttibile prestigio, che valicò ben presto i confini di Napoli e d'Italia. La rivolta da lui capeggiata inoltre non fallì del tutto, dato che costituì la premessa della fine del dominio spagnolo a Napoli.
De Magistris, forse meno impreparato in Storia dei suoi detrattori, ha mostrato di non sgradire il paragone con Masaniello. Dovrebbe ricordarsi però che il vero Masaniello dovette scontrarsi con il Viceré spagnolo dell'epoca, Rodrigo Ponce de Leòn, ed anche oggi a Napoli c'è un arrogante Viceré con cui fare i conti, cioè l'ammiraglio Samuel J. Locklear III (proprio un nome da Viceré!). Ed è lo stesso Viceré a cui oggi risponde anche il sistema della malavita organizzata locale, come risulta dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia, che non dovrebbero essere ignote ad un ex Procuratore della Repubblica come De Magistris.(6)
Masaniello fu fatto fuori dalle autorità spagnole nel momento in cui aveva pensato di addivenire ad un compromesso con loro, ed anche questo particolare dovrebbe servire di monito a De Magistris.
(1) http://www.lunaset.it/news.aspx?news=3358
(2) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/04/02/nato-via-al-trasferimento-da-dicembre-al.html
(3) http://www.parlamento.it/parlam/leggi/10026l.htm
(4) http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en%7Cit&u=http://www.safetyforum.com/mtw/
(5) http://www.fanpage.it/plebiscito-per-vincenzo-cenname-il-sindaco-ecologista-di-camigliano-commissariato-per-troppa-raccolta-differenziata/
(6) http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:5Sc_Qmf6sWwJ:www.antimafiaduemila.com/content/view/10290/138/+roberti+nato+cam%E2%82%ACorra&cd=5&hl=it&ct=clnk&gl=it&source=www.google.%20
La cattura del generale serbo Ratko Mladic è stata presentata dai media con le manipolazioni tipiche del mobbing internazionale. L'opinione pubblica è stata infatti chiamata a sentirsi parte attiva nella caccia al mostro, come a stimolare un istinto predatorio di gruppo, così da mettere preventivamente all'angolo ogni aspetto giuridico o storico che possa far sorgere dubbi. Non a caso l'unica "difesa" di Mladic a cui i media abbiano dato spazio è consistita nelle stupidaggini del leghista Borghezio, il quale ha completato l'assedio nei confronti del generale serbo attribuendogli un improbabile ruolo di diga anti-Islam.
Il tribunale che giudicherà Mladic è un organismo ad hoc istituito nel 1999 per volontà degli USA allo scopo di perseguire i "crimini contro l'umanità" commessi nel corso della guerra in Jugoslavia. L'iniziativa USA ebbe il solito avallo del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, a riconferma di quanto sia attendibile l'antimperialismo di Russia e Cina. I media indicano però genericamente questo nuovo organismo come il "Tribunale dell'Aja", sebbene non abbia niente a che vedere con il tribunale dell'ONU istituito nel 1945 che risiede anch'esso in quella città olandese.(1)
Intanto chiunque può verificare che tra le persone mediamente informate è massima la confusione tra i due organismi. Della vera Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja evidentemente gli USA non si fidano, dato che in passato ha emesso sentenze anche contro gli stessi Stati Uniti per le aggressioni da questi commesse contro il Nicaragua.(2)
Se il tribunale che giudicherà Mladic è una creatura degli Stati Uniti, l'organismo che ha raccolto le "prove" contro di lui, la Commissione Internazionale sulle Persone Scomparse, è, manco a dirlo, un'altra creatura degli USA, voluta nel 1996 dal presidente Clinton, con sede a Serajevo, ma con direzione invariabilmente statunitense.(3)
In questa partita pseudo-giudiziaria gli Stati Uniti dettano quindi le regole del gioco, distribuiscono le carte e fabbricano il mazzo.
Questa posizione di assoluto vantaggio non è però stata sufficiente agli USA per avere ragione del loro principale imputato, l'ex presidente serbo Svobodan Milosevic, tenuto sequestrato per quasi cinque anni, ed infine morto in prigionia senza essere pervenuti ad una sentenza di condanna.
La combattività di Milosevic aveva in effetti tenuto in scacco il tribunale, il quale, di fronte all'impossibilità di giungere ad un risultato probatorio, ha atteso pazientemente che l'imputato si togliesse di mezzo nel 1996, grazie ad una troppo fortunosa "morte per cause naturali". Anche i media, che sino al 2002 avevano seguito il processo, si erano attenuti in seguito alla regola del silenzio, anche per non contribuire a diffondere notizie sui massacri provocati dai bombardamenti NATO sulla Serbia nel 1999.(4)
Date queste premesse, possono risultare comprensibili gli entusiasmi di una Emma Bonino, ma è difficile pensare che un'opinione pubblica correttamente informata sulla inconsistenza delle "garanzie" offerte all'imputato Mladic, non si faccia poi sorgere delle perplessità circa le effettive responsabilità di Mladic nei massacri attribuitigli. In tutto ciò, il buffo è che Berlusconi abbia sentito il bisogno di andare proprio dal presidente degli Stati Uniti a lamentarsi dei giudici italiani.
L'estradizione/sequestro di Mladic ha dato anche adito alle consuete recriminazioni sulla "giustizia dei vincitori", un'argomentazione che può aprire una discussione infinita, che non coglierebbe però i reali effetti di questi processi, i quali non rappresentano affatto una chiusura - per quanto vendicativa -, delle guerre, ma una loro prosecuzione con altri mezzi. Tramite questi eventi processuali, si può continuare infatti a tenere sotto pressione e ricatto il Paese aggredito - nel caso specifico, la Serbia -, ed in più si conferisce una giustificazione preventiva ad altre aggressioni coloniali dello stesso genere.
L'imperialismo/colonialismo si concretizza appunto nella "guerra infinita", un tipo di guerra che non si ha neppure il bisogno di vincere sul campo, perché comunque ottiene lo scopo di stroncare per i decenni a venire lo sviluppo economico autonomo dei Paesi aggrediti, così come è accaduto al Vietnam. Per quanto sia da auspicare e sostenere la soluzione di un ritiro ignominioso dei criminali della NATO dalla Libia, non si potrà comunque dire che i Libici, pur avendo respinto l'aggressore, abbiano per questo "vinto" la guerra. Il risultato minimo, e certo, delle distruzioni di ogni aggressione militare, è infatti quello di ridurre i Paesi aggrediti in uno stato di dipendenza commerciale nei confronti delle stesse multinazionali che hanno ispirato la guerra.
Non è quindi un caso che la NATO, vedendo diventare incerta la prospettiva di un'occupazione stabile della Libia, cerchi in ogni modo di intensificare bombardamenti e distruzioni, in modo "da riportare all'età della pietra" la stessa Libia, secondo l'espressione cara agli "strateghi" statunitensi ("strateghi" solo per modo di dire, dato che parlano e si muovono del tutto meccanicamente, sempre in base agli stessi schemi). Un eventuale "processo per crimini contro l'umanità" nei confronti di Gheddafi, non chiuderebbe quindi la guerra in Libia, ma costituirebbe la sua prosecuzione, ed anche la premessa di un suo allargamento.
La pace costituisce quindi un ostacolo per l'imperialismo/colonialismo, e c'è da chiedersi come, da questa ovvia constatazione, i dirigenti sovietici abbiano potuto trarre invece una formula equivoca come la "coesistenza pacifica", che è stata utile alla propaganda occidentale a far credere che potesse esistere un imperialismo/colonialismo senza continue guerre.
(1) http://it.wikipedia.org/wiki/Tribunale_Penale_Internazionale_per_l%27ex-Jugoslavia
http://it.wikipedia.org/wiki/Corte_Internazionale_di_Giustizia
(2) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/11/28/prima-vittoria-per-il-nicaragua-nella-causa.html
(3) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://en.wikipedia.org/wiki/ICMP&ei=MsTjTf-zKYug-AbghYWUDw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=3&ved=0CDUQ7gEwAg&prev=/search%3Fq%3Dicmp%2Bwikipedia%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1R2ACAW_it%26prmd%3Divns
(4) http://archiviostorico.corriere.it/2002/febbraio/15/Milosevic_mostra_aula_colpe_della_co_0_0202158925.shtml
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