Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
1) PER FORTUNA IL FMI NON SI TROVA MAI A CORTO DI PERVERTITI
Nella fiaba del direttore generale del Fondo Monetario Internazionale e della cameriera d'albergo manca un personaggio essenziale, un personaggio collettivo: la scorta di Strauss-Kahn. Peggio che se in una tragedia greca si fossero dimenticati del coro.
Il dirigente supremo del FMI meno protetto di Roberto Saviano? Uno che con un tratto di penna decide la morte per fame e malattie di milioni di persone, non ritiene che qualcuno per questo possa volergliene male? Animo nobile!
Il fatto che Strauss-Kahn sia un noto sadico/satiro non è affatto in alternativa all'ipotesi di complotto, e questa strana sparizione dalla vicenda degli agenti CIA ed FBI che avrebbero dovuto vigilare sul direttore del FMI, conferma che ci è stato raccontato il solito cumulo di balle.
Intanto la J.P. Morgan si è impadronita del vertice del FMI grazie alla dirigenza ad interim del suo uomo, John Lipsky, probabilmente anche lui un pervertito, come dimostra la sua carriera nel FMI e nella stessa J.P. Morgan, carriere illustrate nella sua biografia ufficiale.(*)
Pervertiti di tutto il Fondo, unitevi!
Ora nel FMI c'è da spartirsi le spoglie dell'ultima preda, la Grecia, e con una dirigenza tutta statunitense alla finanza europea verranno lasciate le briciole.
E pensare che se il francese Strauss-Kahn non fosse incappato in questo scandalo, l'americano Lipsky avrebbe dovuto lasciare il FMI il 31 agosto prossimo, ed ora invece si trova massimo dirigente sine die. Quando si dice le coincidenze!(**)
La vicenda ha però un risvolto inedito. Prima che questo scandalo sessuale lo mettesse al centro dei riflettori, quanta parte dell'opinione pubblica era a conoscenza dell'esistenza del FMI?
(*)http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.imf.org/external/np/omd/bios/jl.htm&ei=y13RTdG0N4zIswa1t8ytCw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=4&ved=0CEIQ7gEwAw&prev=/search%3Fq%3Djohn%2Blipsky%26hl%3Dit%26sa%3DN%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Divnsuo
(**)http://it.finance.yahoo.com/notizie/Fmi-Il-Numero-Due-John-Lipsky-asca-49985867.html?x=0
2)IL PD PRONTO A SALVARE IL PERVERTITO NOSTRANO?
I tifosi di Berlusconi speravano che nelle ultime elezioni l'effetto Strauss-Kahn servisse a fare assolvere Berlusconi dalle sue magagne sessuali, come se a decidere in ultima istanza fosse il voto d'opinione. In realtà gli ultimi risultati elettorali indicano che è entrato in crisi il rapporto del centrodestra col voto organizzato. A Milano cosa è successo alla holding Comunione e Liberazione, alias Compagnia delle Opere?
Ha perso il controllo dei voti o li sta centellinando per aumentare il suo peso contrattuale interno in vista del ballottaggio?
Intanto il voto milanese ha punito la Moratti, per premiare però un altro esponente dell'aristocrazia cittadina, Pisapia.
A Napoli il candidato PdL, Lettieri, raschia il fondo del barile, ma non raggiunge il 40%. Il risveglio inatteso di un voto d'opinione trasversale ha lanciato al ballottaggio l'ex magistrato De Magistris; ma è molto dubbio che, al di là delle dichiarazioni di Bersani, a questi voti d'opinione si unirà il decisivo voto organizzato sotto il controllo del PD.
Cosa si inventeranno stavolta i dirigenti del Partito Democratico per soccorrere il Berlusconi agonizzante?
In pochi giorni, nella vicenda della presunta uccisione di Bin Laden, si è passati dalle dichiarazioni del segretario di Stato USA Hillary Clinton di apprezzamento per il ruolo che i servizi segreti pakistani avrebbero svolto nella individuazione del bersaglio, alle aperte accuse del Presidente Obama contro il governo del Pakistan, sospettato addirittura di aver fornito una rete di appoggio al terrorismo. Le dichiarazioni di Obama contro il Pakistan non costituiscono una novità, anzi rappresentano l'unica promessa elettorale mantenuta dall'attuale presidente USA. Nel 2007, quando era ancora un semplice candidato alla presidenza, Obama non solo lanciò contro il Pakistan accuse analoghe a quelle attuali, ma arrivò persino a prospettare azioni di anti-terrorismo sul territorio pakistano, senza chiedere il permesso del governo del Pakistan e neppure informarlo.(1)
Lo status di "alleato" degli USA non è quindi servito al Pakistan per sfuggire alle provocazioni ed alle minacce di aggressione. Per un Paese come il Pakistan, che costituisce un coacervo etnico, il fatto che il principale alleato delegittimi così pesantemente il governo, diventa obiettivamente una spinta alle ribellioni interne. In pratica è come se Obama avesse lanciato un appello ai vari capi tribali, incoraggiandoli a proclamare le loro secessioni.
Ciò rende un palese nonsenso la formula cara agli "antimperialisti, ma non troppo", alla Ingrao o alla Rossanda, secondo i quali non basta essere nemico degli Stati Uniti per essere amico nostro. In realtà il colonialismo non si basa sulla alternativa amico/nemico, ma da sempre pratica l'aggressione in primis nei confronti degli "alleati". Nel lontano 1704 la Gran Bretagna si impadronì della Rocca di Gibilterra sottraendola con un colpo di mano alla Spagna, che era in quel momento un alleato della stessa Gran Bretagna in una delle tante guerre di Successione dell'epoca.
Il Pakistan è stato davvero un alleato determinante degli Stati Uniti, anzi esso può essere considerato l'attore decisivo nella sconfitta e nel declino dell'Unione Sovietica. Dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan nel 1979, il Pakistan costituì non solo la base di appoggio logistico della guerriglia, ma anche il serbatoio di reclutamento tra le tribù di confine, tanto che quella guerra può essere annoverata a tutti gli effetti come un conflitto sovietico-pakistano.
Senza la rovinosa sconfitta e la distruzione del prestigio dell'Armata Rossa in Afghanistan, le cosche affaristiche russe del KGB non avrebbero potuto liquidare il cosiddetto "socialismo reale", in effetti un socialismo militare di stampo brezneviano. Se non ci fosse stato l'impegno del Pakistan gli Stati Uniti non avrebbero vinto la Guerra Fredda, e Woytila neppure avrebbe potuto usurpare il merito della vittoria sul comunismo ed essere così beatificato; e magari la sua elezione al Soglio Pontificio sarebbe stata classificata solo come una curiosa anomalia, una tra le tante "trovate" di Zbigniew Brzezinski, consulente di politica estera del presidente Carter e, dal 2007, anche eminenza grigia di Barack Obama.(2)
In questi ultimi trenta anni il Pakistan è diventato una colonia della CIA e, ovviamente, anche delle multinazionali più legate ai servizi di intelligence statunitensi, come la onnipresente Philip Morris, divenuta padrona e monopolista del business del tabacco in Pakistan.(3)
Il livello di potenza della Philip Morris costituisce infatti un indicatore oggettivo del grado di presenza della CIA in un determinato Paese, perciò potrebbe risultare istruttivo sapere che la stessa Philip Morris monopolizza il settore del tabacco, e le relative risorse agricole, anche in Italia.(4)
La gratitudine non è mai stata una virtù del colonialismo, perciò oggi il Pakistan si trova inevitabilmente nel mirino statunitense, poiché la dissoluzione etnica di un Paese di oltre centottanta milioni di abitanti potrebbe costituire la base di partenza per una destabilizzazione/balcanizzazione di tutta l'Asia; secondo lo schema coloniale che vede nei grandi Stati, per quanto sottomessi possano essere, un oggettivo ostacolo al procedere della colonizzazione. Le etnie spesso attraversano i confini degli Stati, costituendo perciò un potenziale fattore di destabilizzazione a catena.
Se le etnie non esistono, allora si inventano, come la Padania. A Napoli le agenzie di psywar della NATO sono persino riuscite ad inventarsi una sorta di sotto-etnia che vivrebbe nei cosiddetti "Quartieri Spagnoli", una locuzione puramente giornalistica che ha soppiantato il termine tradizionale, che individuava quell'area urbana semplicemente come i "Quartieri".
L'uso equivoco che fa la propaganda ufficiale di termini come "impero"-"imperiale"-"imperialismo" fa spesso passare l'idea dell'esistenza di un "ordine mondiale", magari turbato dalle follie del dittatore o del terrorista di turno, da rimettere ogni volta al suo posto. Al termine "impero" è legata anche una serie di suggestioni ideologiche circa una sorta di inesauribile creatività del potere, che andrebbe ogni volta inseguito nelle sue innumerevoli metamorfosi.
In realtà il colonialismo si fonda sulla destabilizzazione permanente, ed anche su schemi piuttosto elementari, ripetitivi e facilmente riconoscibili, in Jugoslavia, in Libia, ed ora anche in Siria ed in Pakistan. Il passaggio dalla consulenza ideologica dei "neocon" a quella di un Brzezinsky non comporta infatti un mutamento di questi schemi, ma solo un parziale adattamento negli slogan e nella priorità dei bersagli.
(1)http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.cbsnews.com/stories/2007/08/03/politics/main3130600.shtml&ei=EdHGTaWPGojBswbYx-WMDw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=3&ved=0CDcQ7gEwAg&prev=/search%3Fq%3Dobama%2Bpakistan%2B2006%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1R2ACAW_it%26prmd%3Divns
(2) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.economist.com/blogs/democracyinamerica/2007/03/a_new_brain_for_barack_obama&ei=5yDITfnbM8yf-wadvLjTAQ&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=4&sqi=2&ved=0CEQQ7gEwAw&prev=/search%3Fq%3Dbrzezinski%2Bobama%26hl%3Dit%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Divns
(3) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.reuters.com/article/2007/03/09/businesspro-pakistan-morris-dc-idUSISL13794220070309&ei=PMnGTf3RIs34sgby7vSLDw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=3&sqi=2&ved=0CDMQ7gEwAg&prev=/search%3Fq%3Dpakistan%2Bphilip%2Bmorris%26hl%3Dit%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Divnso
(4) http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:F2uEk2NSFMEJ:www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1625+philip+morris+coldiretti&cd=8&hl=it&ct=clnk&gl=it&source=www.google.it
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