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"Feuerbach aveva in parte ragione quando diceva che l'Uomo proietta nel fantasma divino i suoi propri fantasmi, attribuendogli la sua ansia di dominio, la sua invadenza camuffata di bontà, la sua ondivaga morale. Anche quando dubita dell'esistenza di Dio, in realtà l'Uomo non fa altro che dubitare della propria stessa esistenza."

Comidad
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 22/03/2011 @ 10:44:11, in Documenti, linkato 1750 volte)
COMUNICATO DELLA SEGRETERIA NAZIONALE DELL'UNIONE SINDACALE ITALIANA (USI - AIT)

E’ ormai un fatto concreto l’intervento militare in Libia. E’ iniziata Odissey Dawn, l’ennesima missione bellica delle potenze occidentali, tesa a salvaguardare interessi economici ed equilibri geopolitici, che si ritengono messi a repentaglio da instabilità, tensioni locali o ambizioni di leader e dittatori.
E’ un elenco ormai lungo che nel suo dipanarsi rivela la trama di uno stato di guerra permanente. Negli anni cambiano gli scacchieri: da quello balcanico (Bosnia e Kosovo) a quello mediorientale (Iraq) a quello asiatico (Afghanistan) a quello odierno maghrebino; cambiano i nomi delle operazioni militari: da operazioni di polizia internazionale a task force contro il terrorismo, a dispiegamento di forze di interposizione e di dissuasione, ai più rassicuranti missione di pace e missione umanitaria; non cambiano i mezzi: bombardamenti aerei e missili, non cambia soprattutto la sostanza: di vere guerre si tratta.
Fin da subito è apparso evidente che la rivolta libica, pur figlia delle insorgenze popolari che hanno scosso e stanno scuotendo molti paesi dell’area maghrebina e mediorientale (dalla Tunisia, all’Algeria, al Marocco, all’Egitto, allo Yemen e al Bahrein) presentava caratteri specifici di scontro per il potere tra fazioni rivali, radicate territorialmente e su base tribale (Tripolitania, Cirenaica e Fezzan). Come è apparso chiaro che i diversi ruoli della Libia nello scacchiere mediterraneo (grande produttore di petrolio e gas, partner economico rilevante dell’occidente, gendarme dell’area, controllore dei processi migratori) avrebbero reso la crisi del regime di Gheddafi, crisi internazionale di vaste proporzioni. Ciò sta puntualmente accadendo con i bombardamenti di Tripoli.
E’ iniziata una guerra, una guerra vera, sporca e infame come tutte le guerre, che non ha nessuno degli obiettivi che dichiara, né la caduta di Gheddafi, né l’instaurazione della “democrazia”, né la protezione della popolazione civile. Una guerra i cui scopi sono ben chiari: ricolonizzare, balcanizzandolo, un paese importantissimo per le sue risorse energetiche e la sua collocazione strategica e geopolitica, ma anche e soprattutto per perpetuare uno stato di belligeranza permanente mondiale che ricopra come un sudario le vere emergenze (la fame e la miseria, le devastazioni e le catastrofi ambientali e nucleari, gli esodi di massa dei disperati del mondo, la supremazia incontrastata del profitto sui bisogni e le necessità) e che consenta di reprimere, anche preventivamente, lotte, insorgenze, rivolte.
Una guerra, infine, a cui l’Italia parteciperà canagliescamente e ipocritamente come suo solito, senza neppure il coraggio di assumersene le responsabilità; destra e sinistra unite nella retorica patriottarda dietro le indecenti parole di Napolitano, per intorbidare e offuscare le coscienze. Una guerra della quale il nostro “bel paese” raccoglierà, come un avvoltoio, le briciole.
Noi siamo contro questa guerra, come siamo e saremo contro tutte le guerre capitaliste e imperialiste. Riconosciamo un solo fronte, quello della guerra sociale contro i padroni e i loro servi. Un fronte che accomuna, storicamente e necessariamente, tutti gli sfruttati di qualunque nazionalità, etnia, lingua e cultura e li contrappone inconciliabilmente alla barbarie capitalista. Un fronte che per contrastare la portata degli avvenimenti non può essere di semplice difesa dei brandelli di pace o di vivibilità dell’esistente, ma di concreta alternativa alla miseria e alla barbarie che ci circondano e nelle quali ci vogliono sempre più sprofondare. Non possono bastare le sfilate multicolori per la pace, bisogna agire e cominciare a costruire una società diversa.
CONTRO LE GUERRE DEL CAPITALE, GUERRA SOCIALE PER UN MONDO DIVERSO, SENZA STATI, NE’ ESERCITI, NE’ PADRONI

Segreteria Nazionale: Via Bologna, 28r - 16127 Genova - tel. 3312880416 sito: http://www.usi-ait.org ; e-mail: segreteria.nazionale@usi-ait.org Lotta di Classe (organo di stampa dell'USI) Via Bologna, 28r - 16127 Genova - tel. 3312880416 e-mail: redazione@lottadiclasse.it ; sito: http://www.lottadiclasse.it
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Di comidad (del 19/03/2011 @ 00:20:52, in Bollettino, linkato 4513 volte)

L'indice tematico è un elenco, molto incompleto, degli argomenti trattati, dei compagni e delle pubblicazioni con cui abbiamo discusso o "monologato" in questi anni. I numeri dei bollettini indicati nell'ultima colonna, si possono ottenere in versione cartacea dietro richiesta e pagamento delle spese di spedizione. L'elenco è aggiornato al numero 107, ma tutti i numeri più recenti possono essere consultati e scaricati dal sito.
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


18/09/2024 @ 14:35:35
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