"
"Se la pace fosse un valore in sé, allora chi resistesse all'aggressore, anche opponendosi in modo non violento, sarebbe colpevole di lesa pace quanto l'aggressore stesso. Perciò il pacifismo è impotente contro la prepotenza colonialistica che consiste nel fomentare conflitti locali, per poi presentarsi come pacificatrice."

Comidad
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 11/10/2022 @ 11:05:04, in In evidenza, linkato 4295 volte)
(Da Sicilia libertaria n. 430, ottobre 2022)

Zitti zitti, quatti quatti, nel mese di aprile i partiti (tutti) hanno cancellata l’IVA sull’export di armi. La Commissione Finanze del Senato, dopo quella della Camera, ha dato il via libera al decreto legislativo varato dal governo, in attuazione di una direttiva europea del 2019. A onor del vero, “grazie” all’opposizione del Movimento 5 Stelle, che alla fine si è astenuto, la commissione anziché esprimere parere positivo ha espresso parere “non ostativo”, che poi vuol solo dire: “prego, fate come se foste a casa vostra”, o più volgarmente una lavata di mani. Ora la vendita di armi fra i paesi dell’Unione Europea è esente da IVA e accise, come auspicato da Ursula von der Leyen un anno fa.
Il governo ha preferito rinunciare ad un ingente gettito finanziario, pur di favorire un settore che da anni ha il vento in poppa e ingrassa come non mai. Il popolo invece continuerà a pagare l’IVA sul cibo che gli serve per alimentarsi, sulle bollette energetiche carissime, su tutti i generi di prima necessità, sui medicinali e la salute, sui trasporti, sulla cultura, ecc.
Ma le sorprese non finiscono qui; non bastava, infatti, questo “sforzo” volto a configurare una unione militare europea e a favorire la cosa agli armamenti in una fase difficile della nostra storia particolarmente critica per via della guerra in Ucraina; il governo - e quello che si va cucinando in questi giorni non sarà di meno - si prepara ad “allineare il trattamento dell’IVA applicabile agli sforzi di difesa nell’ambito dell’Unione con il quadro dell’Organizzazione del trattato atlantico del Nord – NATO”. La traduzione di questo punto della direttiva UE 2019/2235 del 16/12/2019 vuol solo dire: ampliare il mercato del commercio di armi esenti da IVA all’ambito NATO!
La “opposizione” parlamentare uscita dalle urne il 25 aprile, militarista e filo NATO fino al buco del culo, opporrà forse il proprio parere “non ostativo”, ma soprattutto si sforzerà di nascondere questa ennesima porcata al popolo tartassato.
Prima o poi, ricordiamocelo, dovranno pagare il conto delle loro malefatte, con tanto di IVA. Ma anche di IRA degli sfruttati.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 06/10/2022 @ 00:10:23, in Commentario 2022, linkato 6322 volte)
La futilità è una categoria dello spirito ampiamente sottovalutata. Magari si pensa che ci si sarebbe potuto risparmiare almeno la mamma della Meloni, come se la figlia non fosse già d’avanzo; invece è stata un’esperienza istruttiva. L’augusta genitrice ci ha infatti intrattenuto sulla sua filosofia, così riassumibile: “li poveri nun deveno magnà, se no nun lavoreno”. Nel pacchetto-Meloni non poteva mancare l’ingrediente dell’esibizionismo parentale, dato che il prodotto OGM di finta alternativa era stato in gran parte confezionato nel laboratorio/salottino di Bruno Vespa, mescolando la canzone “Semo gente de borgata” dei Vianella e Califano con l’inno dei marines.
Non sarebbe però corretto concludere che il partito della Meloni abbia subìto un tale bagno neoliberista e mediatico da non avere più nulla a che vedere con la tradizionale “destra sociale” del MSI. In realtà lo stile è ancora quello. Negli ultimi settanta anni Roma è stata la roccaforte del nostalgismo fascista a base popolare. La retorica “der popolo” è stata ovviamente declinata in senso favorevole all’establishment. In parte ciò è stato dovuto ad un meccanismo scontato: da sempre infatti la pratica della violenza ha rappresentato un ascensore sociale per le classi subalterne, sia con le carriere istituzionali di poliziotto o carabiniere, sia con le opportunità illegali dei mestieri di mazziere o campiere; per cui si riscontrava (e tuttora si riscontra) questa affinità ideologica ed elettorale tra esponenti delle “forze dell’ordine” e gli esattori della malavita, che spesso sono anche confidenti della stessa polizia. Ma non si può ignorare che il nostalgismo fascista ha spesso avuto anche i suoi percorsi del tutto idealistici e disinteressati, cioè una sincera mistica del popolo, che si risolveva comunque in un’involontaria, quanto inevitabile, mistica dell’establishment. Ciò che conosciamo come “popolo” è infatti in gran parte un prodotto dell’oppressione, perciò si finisce per identificare le virtù popolari proprio nelle fittizie “gabbie valoriali” imposte da quello stesso establishment che poi le scredita: la mamma, la patria, la bandiera, ed anche il dovere del lavoro. Non per niente la Meloni ha innalzato a proprio vessillo la “lotta all’assistenzialismo” ed è stata investita (almeno mediaticamente, visto che il governo lo fa Mattarella) della “missione” di compiere questa ennesima vendetta dell’establishment nei confronti dei subalterni. Ciò le procura il plauso di Confindustria e degli opinion leader, ma pone anche in evidenza come tutta l’operazione Meloni abbia il fiato cortissimo, dato che “er popolo” a riguardo è molto più sgamato di quanto si creda. Oggi nessun disoccupato è più disposto a digerire il fatto che i soldi pubblici siano riservati esclusivamente agli Elkann ed ai Benetton. Probabilmente la consapevolezza teorica del carattere intrinsecamente assistito del capitalismo mancherà ancora per molto tempo. Ma, visto che esiste l’evidenza empirica di questo enorme (e sputtanatissimo) assistenzialismo per ricchi, sarà difficile convincere che non possa esserci anche un po’ di assistenzialismo per poveri. Ammesso poi che sia vero che il reddito di cittadinanza scoraggi dal cercare lavoro, ciò non sarebbe affatto negativo, poiché se i lavoratori si facessero ancora più concorrenza sui pochi posti disponibili il livello dei salari crollerebbe sotto terra.

La parziale resurrezione elettorale dei 5 Stelle in versione Conte è stata certamente dovuta al fatto di aver saputo superare le squallide ipocrisie costruite sul concetto di assistenzialismo, secondo le quali bisognerebbe vergognarsi di ricevere i seicento euro di sussidio del RdC, mentre sarebbero da santificare i regali statali da decine di miliardi che vanno a beneficio dei finti industriali che stanno già delocalizzando quel poco di produzione che era ancora rimasto in Italia. Moralismi meschini dello stesso tenore sono stati riservati anche all’altra misura economica voluta dai 5 Stelle, cioè il superbonus edile, al quale è stato rimproverato di essere diventato una sorta di moneta fiscale. Ma il 6% in più di PIL spinto dal superbonus è stato proprio dovuto al fatto di aver creato un nuovo mezzo di pagamento. Se uno Stato in difficoltà finanziaria, invece di indebitarsi, usasse il credito fiscale per pagare i suoi fornitori, ciò sarebbe un bene per l’economia, ma non per le multinazionali delle finanza, che sono quelle che contano e che possono permettersi di fare la morale ai comuni mortali. Il denaro compra i tanti pronti a vendersi, ma riesce a suggestionare anche tutti quegli altri che non sarebbero disposti a farsi comprare.

A molti è piaciuto questo Giuseppe Conte che ha saputo contrastare dialetticamente le ipocrisie dell’establishment, ed è anche riuscito in parte a dissociarsi dalla retorica bellicistica. Il problema è che nel 2020 abbiamo visto un Conte in una versione un po’ più inquietante. Il suo governo fu preso inizialmente in contropiede dall’emergenza Covid, enfatizzata pretestuosamente da Attilio Fontana e soci in funzione del protagonismo della Lombardia e del creare fatti compiuti nel senso dell’autonomia differenziata. Ma Conte poi ha fatto propria quell’emergenza pandemica e l’ha trasformata in un vero e proprio percorso di “grandeur” dell’Italietta, assurta ad esempio e lume per il mondo. Conte ha usato il lockdown come un’esibizione, come uno spettacolo di disciplina patriottica delle masse italiche in modo da estorcere l’ammirazione del pubblico internazionale. Dopo aver determinato un crollo del PIL a livelli da guerra mondiale, lo stesso Conte ha trovato anche la magica soluzione, la palingenesi, per risollevare le sorti dell’Italietta e dell’Europetta tutta: il mitico e rigenerante Recovery Fund, o Next Generation EU.
Il lockdown del 2020 trova ancora tantissimi sostenitori, i quali non esitano a dichiarare che, con quella scelta, Conte avrebbe evitato milioni di morti. Qualcuno però dovrebbe spiegarci come mai nello stesso anno, il 2020, un Paese come la Bielorussia non ha adottato nessun lockdown e non abbia per questo registrato un aumento della mortalità. Anzi, nello stesso periodo i media ci narravano entusiasticamente degli oltre cento giorni di manifestazioni di piazza contro il presidente Lukashenko, il cattivissimo dittatore così inviso al Sacro Occidente. Visto che i manifestanti di Minsk lottavano per la democrazia occidentale, evidentemente il Covid li risparmiava.
Quando si dice che la politica nostrana è soggetta ai dettami della NATO e della UE, si afferma una cosa sicuramente vera ma anche incompleta. I protagonismi della politica possono impadronirsi dell’emergenzialismo e gestirlo in proprio, e quindi accelerare processi che avrebbero richiesto ben altri tempi. A Conte va sicuramente il “merito” di aver contribuito a costruire la tenaglia tra l’emergenza Covid e la palingenesi del Recovery Fund. Il disastro economico e l’euforia nazionalistica del lockdown hanno poi giustificato la sottomissione salvifica ad una serie di debiti e vincoli esterni.
I lockdown hanno contribuito notevolmente anche all’attuale crisi energetica, poiché si è verificato dapprima un crollo dei prezzi delle materie prime e poi una loro rapida risalita non appena la produzione è ripresa; e, in un mercato delle materie prime iper-finanziarizzato, ciò ha favorito enormemente la speculazione. Conte dovrebbe spiegarci come mai nel 2020 il suo governo non abbia approfittato del crollo dei prezzi del petrolio e del gas per assicurarsi delle scorte. Oppure queste scorte sono state fatte e ora ci si sta vendendo a trecento ciò che è stato comprato a venti?
Molti se la prendono, giustamente, con l’imperialismo americano che ci impone una disciplina energetica in funzione dei suoi interessi. Senza la rappresentazione mediatica della guerra in Ucraina, gli USA non riuscirebbero a bloccare l’export russo e ad imporci il loro antieconomico gas di scisto. Ma è anche vero che l’imperialismo è una strada a due sensi, per cui l’oligarchia nostrana desidera e invoca i vincoli euro-atlantici, che rappresentano il pretesto e la sponda su cui realizzare la sua vera priorità, cioè la vendetta contro i propri sudditi. Quando Padoa Schioppa buonanima ci parlava della riscoperta della “durezza del vivere”, intendeva che era ora di regolare i conti con il ceto medio, che, negli anni della guerra fredda, era stato fatto espandere troppo in funzione anticomunista, sino ad assorbire molti settori operai del Centro-Nord. Si tratta adesso di usare lo strumento fiscale e tariffario per trasferire altra ricchezza verso la finanza, per cui le bollette e la probabile patrimoniale sono l’arma, l’atlantismo e l’europeismo sono l’alibi, mentre i bersagli e le vittime sono le casette e i risparmiucci.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (10)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (32)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


19/03/2024 @ 11:18:29
script eseguito in 100 ms