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"La ricerca scientifica è una attività umana, perciò merita, come ogni attività umana, tutto lo scetticismo possibile; altrimenti cesserebbe di essere ricerca per costituirsi come religione inquisitoria."

Comidad (2005)
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Eduardo ha detto...

Vi sono veramente grato. Ho appreso di politica più da voi in pochi mesi di lettura dei vostri articoli che in cinquant'anni trascorsi a leggere tre quotidiani al giorno e un saggio alla settimana. Grazie.
13 maggio 2010 07.41

Anonimo ha detto...
Alla Grecia manganellate in cambio del dissenso:
mail di un ragazzo italiano che vive ad Atene, nel quartiere "anarchico" di Exarchia, da ormai due anni:
ragazzi qui la situazione precipita, ho provato a contattare anche l italia radio giornali, siamo lasciati da soli completamente. la polizia ha preso il quartiere anarchico e si sono lasciati andare a rappresaglie indiscriminate, la gente vive nella paura, io non accendo le luci in casa la sera cammino scalzo ascolto i rumori e tengo tutto pronto per scappare dal terrazzo. ogni volta che torno a casa, il che ormai avviene sempre piu di rado controllo che nessuno sia entrato in casa in mia assenza, mi muovo solo di giorno e vestito di colori. entrano nelle case, minacciano, distruggono esercizi commerciali, luoghi di ritrovo, fanno perquisizioni e purghe, e le poche prove che avevamo in internet sono state fatte sparire da misteriosi hackers. l impressione e che gli interessi che sono venuti a collidere in grecia siano un qualcosa che sovrasta di gran lunga il nostro allegro quartiere anarchico e essendo gli unici che tentano di denunciare i giochi sporchi che si stanno effettuando sopra la pelle dei greci qualcuno ha deciso che il fine giustifica i mezzi e la resistenza in exarchia deve essere rotta insieme a teste, nasi, denti, braccia, gambe, ginocchia e polmoni dei suo abitanti.
la grecia e solo l inizio, se lasciate permettere quello che sta avvenendo qui senza protestare, il prossimo quartiere a finire sotto assedio potrebbere essere il vostro. aiutateci a far sentire la nostra voce.
un abbraccio, pg
di seguito vi mando la lettera che ho inviato a katerpillar e radio popolare. sono rimasto un po deluso dal loro totale disinteresse visto che non chiedevo niente in particolare se non offrire la mia testimonianza riguardo ai fatti accaduti all oscuro della stampa internazionale in uno scenario come quello greco che e al momento sotto gli occhi del mondo..dico, dal punto di vista giornalistico, avere un "uomo oltre le linee" non dovrebbe essere quantomeno una opportunita, una fonte da contattare, da verificare?
Spiegare quello che succede ad Exarchia in poche righe ora e riduttivo, come si fa, e abbastanza violazione dei diritti umani? se conosci qualcuno che possa essere interessato a portare alla luce un lato sporco dell eurodemacrazia date pure il mio contatto ...
di seguito la mail:
ciao ragazzi
mi chiamo Pigi e vivo ad Atene nel famigerato quartiere anarchico di Exarchia. la situazione qui sta precipitando, e a mio modo di vedere gravissima e purtroppo gli organi della stampa internazionale in parte sono impediti a conoscere la verita di quanto sta accadendo al di fuori delle vetrine ufficiali come syntagma e un po ci stanno lasciando soli a conoscere la verita di un quartiere costretto a vivere sotto l assedio delle forze dell ordine. Per esempio nessuna notizia riguardo gli episodi di rappresaglia indiscriminata contro persone, attivita commerciali e luoghi di ritrovo di cui si e resa protagonista la polizia nel dopomanifestazione nella giornata di ieri.
mi viene da piangere a subire certe cose senza potere fare nulla. Non sono un ascoltatore ne un attivisto politico o tantomeno giornalista ma se in qualche modo la mia testimonianza vi puo interessare vi prego di non lasciarci soli, di dare una voce anche a noi.
grazie
saluti da Atene
21 maggio 2010 11.06
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Di comidad (del 27/05/2010 @ 01:05:36, in Commentario 2010, linkato 2068 volte)
Non a tutti è sfuggito il fatto che negli stessi giorni in cui tuonava e minacciava referendum contro la legge che elimina le intercettazioni giudiziarie e la libertà di stampa e di internet, Antonio Di Pietro correva in soccorso del governo Berlusconi votando in parlamento a favore del cosiddetto “Federalismo Demaniale”, cioè della legge che privatizza i beni del Demanio dello Stato tramite la mediazione degli enti locali. Di Pietro non è nuovo a questi atteggiamenti di sostegno al sistema degli affari, poiché già all’epoca dell’ultimo governo Prodi i suoi voti risultarono determinanti per salvare dallo scioglimento la Società per il Ponte sullo Stretto di Messina, una società creata per consentire alla multinazionale edilizia Impregilo di appropriarsi dei patrimoni immobiliari pubblici delle province di Reggio Calabria e di Messina.
Per quella scelta di quasi quattro anni fa, Di Pietro chiese pubblicamente scusa, ma oggi ci ricasca, ed ancora una volta il principale beneficiato è, manco a dirlo, la multinazionale Impregilo, che si aspetta dal cosiddetto “Federalismo Demaniale” di poter mettere le mani gratuitamente su altri beni del Demanio dello Stato. Pochi giorni dopo la prima approvazione a gennaio da parte del Consiglio dei Ministri di quel provvedimento - che porta il nome di Calderoli, ma che è stato voluto dal ministro dell’Economia Tremonti in prima persona -, numerosi immigrati, con regolare permesso di soggiorno, furono sloggiati di forza da alcuni terreni demaniali. Il provvedimento fu preso da Maroni - il miglior ministro degli Interni della Storia, secondo Roberto Saviano -, con il pretesto di un’emergenza di ordine pubblico, cioè una presunta “rivolta di immigrati” a Rosarno; vicenda dai contorni ancora oscuri, ma dai risultati molto chiari: quei terreni demaniali, su cui gli immigrati avevano acquisito dei diritti d’uso, sono tornati disponibili per il “Federalismo Demaniale”, cioè per la Impregilo.
Per l’approvazione del “Federalismo Demaniale” i voti di Di Pietro non sono risultati determinanti come nel caso del mancato scioglimento della Società per il Ponte sullo Stretto di Messina, ma è risultato ugualmente prezioso per il governo l’appoggio propagandistico fornito dall’ex magistrato nell’accreditare le menzogne governative, che presentano questo passaggio di patrimoni immobiliari come un modo per valorizzare beni abbandonati o “sfregiati”. In realtà affermare che questi beni abbiano bisogno di essere valorizzati, è solo un trucco per far credere che oggi essi non abbiano nessun valore, e che quindi possono essere “affidati” dalle Regioni ai privati senza che questi debbano sentirsi obbligati a sborsare un soldo. Non a caso l'attuale "manovra" finanziaria del governo non contempla alcuna entrata per le tante privatizzazioni in via di realizzazione; ciò in quanto le privatizzazioni non sono vendite e neppure svendite, ma furti che vanno sempre a pesare sulla spesa pubblica, poiché sono di solito accompagnate da sgravi fiscali, incentivi e tangenti. Quindi per pagare le nuove privatizzazioni occorrerà spremere ancora di più il contribuente già povero.
Di Pietro è risultato ancora più pateticamente bugiardo quando ha sostenuto che non c’è il pericolo di un ulteriore sacco edilizio, poiché i Comuni potranno adottare le opportune normative, come se le amministrazioni comunali non fossero complici da sempre delle speculazioni immobiliari private. La malafede di Di Pietro non potrebbe essere più evidente, poiché appare sfacciatamente contraddittorio agitare una questione di legalità violata ed, al tempo stesso, favorire delle privatizzazioni che potranno esercitarsi nella più totale illegalità/impunità grazie non solo all’impossibilità di indagare, ma soprattutto perché la depenalizzazione del falso in bilancio trasforma le SPA in associazioni a delinquere autorizzate. Se Di Pietro fosse davvero preoccupato per il dilagare della criminalità degli affari, la sua conseguente priorità sarebbe quella di opporsi a tutte le privatizzazioni, ed anche alla dispersione dell’amministrazione dei Beni del Demanio dello Stato tra una miriade di enti locali.
Di Pietro il “giustizialista” si è rivelato perciò un complice dell’affarismo, per di più recidivo, e con un mandante ben individuabile, la solita Impregilo. Che l’antiberlusconismo di Di Pietro sia finto, non implica che egli sia d’accordo con Berlusconi e che le loro liti siano una recita; significa solo che sono liti fra servi che obbediscono al medesimo padrone, cioè il Fondo Monetario Internazionale, l’ente assistenziale per le multinazionali che presiede alle privatizzazioni su scala planetaria. I media hanno costruito un mito sul "Di Pietro giustizialista" che probabilmente riuscirà a sopravvivere anche a quest’ultima clamorosa smentita; allo stesso modo in cui, ad esempio, il mito di Roberto Saviano è uscito indenne dalle sue apologie di Israele e dalle sue calunnie contro l’ETA basca.
La propaganda ufficiale crea un mondo fittizio da cui è difficile prescindere, poiché, come spiegava Goebbels, se una cosa viene detta e ridetta in continuazione, conta poco che sia palesemente falsa: diventa la “verità”, cioè un’ideologia che finisce per sostituire totalmente l’esperienza reale. Per il senso comune può essere facile supporre che la propaganda ufficiale dica anche il falso, o che pretenda di presentare come diritti divini e verità eterne quelli che sono soltanto rapporti di forza del momento; ma risulta ostico per il senso comune accettare che questa propaganda eserciti un puro e semplice rovesciamento dei fatti, per cui ogni cosa viene presentata come il suo opposto.
Eppure è proprio col rovesciamento totale dei fatti che la propaganda può esercitare quella violenza psicologica che i militari chiamano "psywar". In tal modo la propaganda va oltre la semplice giustificazione dei rapporti di dominio esistenti, diventando un'arma di distruzione di massa che va direttamente a colpire le facoltà mentali del bersaglio. Come le armi batteriologiche e virologiche, allo stesso modo anche le armi psicologiche vogliono provocare artificialmente delle malattie, e specificamente la schizofrenia. Ci si parla così di “liberismo”, di “libero mercato”, di “libera concorrenza” per coprire una realtà esattamente opposta, quella dell’assistenzialismo per ricchi a colpi di denaro estorto al contribuente. Analogamente, il furto costituito dalle privatizzazioni ci viene spacciato come il salvataggio di un bene pubblico in dissesto.
Spesso la propaganda ufficiale assume le sembianze della critica sociale. Alla fine degli anni ‘70 il Fondo Monetario Internazionale riusciva ad assumere il ruolo di unico centro direttivo dell’economia mondiale, venendo a determinare una situazione di totalitarismo affaristico del tutto inedita nella Storia; ma, a fronte di questa semplificazione effettiva nella mappa del potere, nello stesso periodo il sociologo Edgar Morin partoriva la dottrina della “complessità” sollevando una nube di fumo sui rapporti di dominio.
Proprio nello stesso periodo in cui i ricchi iniziavano lo smantellamento sistematico dello Stato sociale, il sociologo Ralf Dahrendorf ci ammoniva che la democrazia è minacciata dalle “aspettative crescenti” delle masse che pretendono sempre più garanzie e protezioni; così gli aggrediti potevano essere fatti passare come gli aggressori.
All’inizio degli anni ’80 veniva scatenata la più feroce guerra dei ricchi contro i poveri degli ultimi due secoli, ma contemporaneamente da “sinistra” si levarono i teorici della "fine della lotta di classe". Mentre la spesa pubblica finanziava i padroni per attuare i licenziamenti e le delocalizzazioni delle grandi fabbriche, i teorici della sinistra se la prendevano con il “tramonto della fabbrica fordista”, senza notare che in Cina ed in Indonesia nascevano fabbriche che, nonostante l’automazione, conservavano le modalità fordiste di divisione del lavoro.
Oggi il territorio risulta sempre più militarizzato, e il segreto militare e le servitù militari irreggimentano anche le attività civili, comprese le discariche di rifiuti; ma arriva il sociologo Zygmunt Bauman a parlarci di “modernità liquida”, con tutti i suoi addentellati della “società liquida”e del “potere liquido”, ecc.; in modo che riferirsi a cose solide come le sempre più numerose basi militari USA e NATO appaia come una volgarità da persone maleducate.
Di fronte a mistificatori così illustri, il povero mistificatore Di Pietro rischia di apparire rozzo e primitivo, ma ciò non vuol dire che sia meno insidioso.
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


27/04/2024 @ 13:19:54
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