"
"L'abolizione dello Stato e del diritto giuridico avrà necessariamente per effetto l'abolizione della proprietà privata e della famiglia giuridica fondata su questa proprietà."

Programma della Federazione Slava, 1872
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 12/11/2018 @ 22:37:48, in Falso Movimento, linkato 4941 volte)
Uno dei pilastri propagandistici su cui si regge il Sacro Occidente, è l’idea di progresso. E’ un concetto multiforme e piuttosto vago sul piano storico-scientifico. Eppure il termine funziona sempre meglio per le classi dominanti. Nella seconda metà dell’ ‘800 i movimenti operai associavano l’inevitabilità dell’emancipazione con l’idea trionfante del progresso, lasciando ai reazionari e alle classi dominanti il ruolo di difensori dello statu quo, dell’ordine costituito.

Negli anni successivi il concetto di progresso è stato definitivamente fagocitato dalle classi dominanti che sono riuscite a capovolgerne la direzione. Entrano di diritto nell’onda progressiva: il colonialismo, l’islamofobia, la precarizzazione del mondo del lavoro [a proposito: l’esatta denominazione che assume oggi è dinamizzazione del mondo del lavoro; come l’omeopatia] , l’assistenzialismo per i ricchi, lo smantellamento delle poche difese dei lavoratori, la schiavizzazione dei migranti, la privatizzazione, l’eliminazione dei residui di welfare. Mentre vengono relegati a battaglie di retroguardia, se non francamente conservatrici e reazionarie: la difesa del posto di lavoro e di un salario non miserabile, la redistribuzione della ricchezza, il ruolo del pubblico in aziende o istituti di interesse generale, l’accoglienza ecc.

Nell’armamentario propagandistico del potere rientra anche un particolare trattamento delle notizie, specie se riguardano situazioni conflittuali. Un trattamento che si potrebbe definire un “falso movimento”, o un’illusione ottica. L’espressione che di solito accompagna queste notizie sui media, è qualcosa come: “... poco alla volta, qualcosa sta cambiando …”. In questo modo si pone l’accento sulla capacità del sistema di rinnovarsi e progredire, distogliendo o disturbando la riflessione sulla sostanziale intangibilità, resistenza o inalterabilità della gerarchia sociale e dei suoi vincoli.

A parte i casi clamorosi delle rivoluzioni colorate, chiaramente etero dirette, gli esempi non mancano di “un po’ alla volta le cose stanno cambiando”(#).:

• assassinii di afro-americani da parte della polizia, manifestazioni durissime contro le violenze poliziesche, contro il razzismo (black lives matter). La situazione degli afro-americani è sempre drammatica. Ma…#

• Lo scrittore di cassetta John Grisham, specialista di legal thriller, ha dedicato il suo ultimo romanzo (La Grande truffa) all’argomento delle truffe da parte delle università americane ai danni degli studenti: tre studenti della facoltà di diritto si ritrovano in una università di pessima qualità e dai costi esorbitanti. Il romanzo racconta le disavventure dei tre indebitati fino al collo per pagare l’università. E’ uno scandalo. Ma…#

• Dopo aver “scoperto” che la NSA spiava mezzo mondo, che Fessbook violava la mitica privacy raccogliendo e rivendendo le informazioni personali di 87 milioni di utenti, ci sono state proteste in tutto il mondo dei sorvegliati. Ma… #

• La Enron ha truffato la distribuzione pubblica dell’energia in California, e centinaia di migliaia di pensionati. Le banche d’affari hanno truffato milioni di persone. Inammissibile. Ma … #

E’ lo stesso per le proteste contro le lobby degli armamenti, contro le violenze verso le donne, contro il razzismo ecc.

Non solo il potere si presenta in senso dinamico, ma propone un’immagine delle sue gerarchie più feroci e incontrollabili, come soggette al controllo popolare e democratico. A sentire i commentatori mainstream, l’impeachment, cioè la messa in stato d’accusa, di presidenti ed uomini politici americani, sarebbe una pratica giornaliera. In realtà l’impeachment è stato usato pochissime volte (Nixon,Clinton), e nessun presidente è stato destituito attraverso questo strumento. (CialTrump è ogni giorno sul punto di cadere vittima delle sue malefatte, ma poi è sempre lì come la torre di Pisa).
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 15/11/2018 @ 00:10:55, in Commentario 2018, linkato 3281 volte)
Nei suoi interventi contro il Decreto “Sicurezza” voluto dal ministro Salvini, Emma Bonino ha affermato che costringere i migranti nel ghetto nella clandestinità otterrà l’effetto di aumentare l’insicurezza e l’illegalità. In realtà c’è anche di peggio, in quanto tenere i migranti in condizione di clandestinità li rende più ricattabili, mettendoli perciò in condizione di dover accettare salari ancora più bassi; quindi si intensifica quell’effetto di deflazione salariale che costituisce uno dei motivi per i quali viene incentivata l’immigrazione, che serve anche a far concorrenza al ribasso ai lavoratori residenti.
Non c’è da sorprendersi che la Bonino abbia omesso questo dettaglio realistico, poiché sarebbe risultato stonato nel gioco delle parti tra i “cattivisti” che gridano all’invasione e i “buonisti” che predicano l’accoglienza. Magari si rischiava anche di notare il business dei “migration loans” e delle rimesse dei migranti (qualcosa come cinquecento miliardi all’anno), tutti business organizzati e incentivati dalla Banca Mondiale.
La cosiddetta “sinistra” si è appiattita sotto le posizioni della Bonino, quindi del suo ideologo/mandante George Soros. In tal modo la “sinistra” ha aderito alla impostazione secondo cui il Decreto era dettato solo da “insipienza” e “cattivismo elettorale”, non cogliendo la sfida ideologica nazionalistica al modello mondialistico alla Soros che Salvini voleva muovere.
Mentre la “sinistra” si ostina a ritenere la disuguaglianza come un effetto collaterale delle contraddizioni economiche, le destre considerano la disuguaglianza un valore in sé. In altre parole le destre sono tali perché propugnano un modello gerarchico di società. La destra mondialista vuole una società composta di una massa informe e multietnica, appiattita verso il basso; ovviamente sotto la “tutela” pelosa di élite che da un lato sono sì rigorosamente bianche ma, dall’altro lato, vogliono far intendere alle masse che il loro appartenere ad etnie bianche non conferisce loro alcun diritto di accesso alle élite. Come diceva Julius Evola, un vero razzista non acconsentirebbe mai a riconoscere l’uguaglianza, neppure tra bianchi DOC.

La destra nazionalista difende invece la tradizionale stratificazione sociale basata sul ruolo del ceto medio, con i migranti, in particolare quelli di colore, in condizione di acclarata inferiorità e con un piede fuori della porta. La destra nazionalista non può essere quindi accusata di razzismo tout-court, poiché oppone la sua propria visione razzistica della scala sociale ad un’altra visione razzistica, ancora più esclusiva, quella appunto del mondialismo. I vari Bilderberg e le varie Trilateral non sono importanti per i complotti che vi si organizzano, bensì per il messaggio elitario che lanciano: una congrega di super-ricchi e di loro politici vassalli che si riunisce a spese del contribuente che paga la protezione poliziesca contro i curiosi ed i manifestanti. Lasciare la denuncia di queste esibizioni elitarie a Mario Borghezio non rappresenta una scelta molto oculata, soprattutto se dettata dal solito timore di essere etichettati come “complottisti” dai media.
Una “sinistra” che accusi di razzismo solo la destra nazionalista, si condanna a soccombere a livello elettorale e, in generale, a livello ideologico alla destra nazionalista, che viene percepita comunque dalla gran parte dell’opinione pubblica come una difesa contro lo schiacciamento sociale indifferenziato condotto dal mondialismo della finanza. L’educazionismo antirazzista della “sinistra” irrita le masse e le spinge sempre di più verso i vari Salvini, i quali hanno buon gioco ad indicare la stessa “sinistra” come un agente del mondialismo.
La consapevolezza delle destre che la disuguaglianza non è un dato naturale e “oggettivo”, bensì una costruzione convenzionale e valoriale, le rende molto più disinvolte e spregiudicate sul piano della propaganda. Di tale propaganda la maggiore vittima è l’opinione di “sinistra”, sempre facile ad essere spaventata e intimidita con i più assurdi spauracchi. Ecco allora una “sinistra” pronta ad adottare lo slogan del debito che verrebbe scaricato sulle future generazioni, dimenticandosi persino di Marx, che spiegava che è impossibile consumare ciò che non è stato ancora prodotto.

Un altro tema su cui la credulità della “sinistra” ha sfiorato il ridicolo è quello della Brexit. Dopo aver vissuto la Brexit come un dramma esistenziale, la “sinistra” si beve ora con acritico compiacimento la propaganda mediatica che descrive un Regno Unito in difficoltà a causa di un estenuante negoziato per le condizioni di uscita. Basterebbe un po’ di realismo per capire che il governo britannico non ha nessun motivo per darsi fretta, anzi, ha tutto l’interesse a dilatare i tempi del negoziato, poiché la sua controparte si fa ogni giorno più debole.
La disinvoltura propagandistica delle destre consente loro anche degli utili giochi delle parti. Se si fosse voluto davvero mettere in difficoltà Salvini si sarebbe cercato di rafforzare l’ala tradizionale separatistica della Lega; ed a questo scopo sarebbe bastato alla UE di consentire che l’agenzia europea del farmaco fosse spostata a Milano. Al contrario, si è stati pronti persino a barare pur di assegnare la sede dell’agenzia del farmaco ad Amsterdam.
La realtà è che un Salvini in versione divistica in questo momento fa gioco poiché costituisce un comodo capro espiatorio su cui addossare le crescenti difficoltà della UE. Il Sud dell’Europa può quindi essere additato ai virtuosi popoli del Nord come il responsabile dell’affossamento dell’Europa. L’importante è che il valore della disuguaglianza sia salvo e su questo perno una destra mondialista, oggi in difficoltà a causa dei suoi stessi eccessi, possa in futuro prossimo ricostruire le proprie fortune.
È chiaro che denunciare il razzismo delle élite significa mettere non solo in crisi, ma sotto accusa, tutta la visione ecumenica su cui la “sinistra” ha vissuto negli ultimi trenta anni, mettendo in ridicolo l’idillio europeistico secondo il quale i popoli del Nord accetterebbero di integrarsi alla pari con i popoli del Sud. In altre parole, la “sinistra” dovrebbe essere costretta a spiegare (ed a spiegarsi), come sia potuta passare da Stalin ad Alice nel Paese delle Meraviglie.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 604 605 606 607

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (48)
Commenti Flash (62)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


05/12/2024 @ 08:02:12
script eseguito in 51 ms