"
"Il denaro gode di una sorta di privilegio morale che lo esenta dalla corvée delle legittimazioni e delle giustificazioni, mentre ogni altra motivazione non venale comporta il diritto/dovere di intasare la comunicazione con i propri dubbi e le proprie angosce esistenziali. Ma il denaro possiede anche un enorme potere illusionistico, per il quale a volte si crede di sostenere delle idee e delle istituzioni, mentre in realtà si sta seguendo il denaro che le foraggia."

Comidad (2013)
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 22/05/2009 @ 01:36:45, in Manuale del piccolo colonialista, linkato 1450 volte)
OPPIO AFGANO: GLI USA CONTRO LA MONOCULTURA

Non c’è dubbio. Fu proprio il 2006 l’anno d’oro della produzione di oppio in Afghanistan. Con una cura intensa di “lotta al narcotraffico”, l’esercito e i servizi USA sono riusciti in pochi anni a portare la produzione di oppio afgano dalle misere 185 tonnellate del periodo “talebano”(dati del 2000) alle 6100 tonnellate del 2006 - il 93% della produzione mondiale, il 59% in più dell’anno precedente- , con 28 province afgane su trentaquattro impegnate nella coltivazione del papavero da oppio. La produzione è arrivata a coprire circa 170.000 ettari, per una estensione che superava quella dei terreni utilizzati per produrre coca in Colombia, Bolivia e Perù.
Ma se da un lato la fame di droga del potere statunitense è insaziabile, dall’altro l’eccessiva produzione (nel 2007 si erano superate le 8000 tonnellate) di oppio rischiava di far crollare i prezzi; ecco che la propaganda ufficiale nel 2008 ci informava trionfalisticamente che ben 18 province erano state liberate dalla coltivazione di oppiacei.
È stato sufficiente affidare i programmi di eradicazione dei campi di papavero a delle corporation statunitensi specializzate, come la Dynacorp, che naturalmente hanno fatto affari d’oro con i finanziamenti governativi. Solo che in brevissimo tempo, nei territori “liberati”, al posto dei papaveri sono comparse le foglioline della cannabis con una produzione le cui dimensioni sono andate via via crescendo, fino a portare l’Afghanistan tra i principali produttori mondiali, preceduto solo dal Marocco. E tutto questo con una produzione di oppio che rimane ai livelli record di 7700 tonnellate nel 2008.
L’Afghanistan è stato quindi suddiviso e organizzato per diventare un narco-Stato, con produzione diversificata sotto la diretta supervisione USA. Laddove la presenza eccessiva di civili ostacola la produzione, si provvede a sfollare tramite i bombardamenti e le sparatorie sui passanti.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 21/05/2009 @ 01:02:17, in Commentario 2009, linkato 1573 volte)
La notizia che Alitalia avrebbe declassato l’aeroporto di Malpensa, assegnando il ruolo di”hub”a Fiumicino, ha suscitato le fumose e mistificanti polemiche di rito, prima tra tutte quella sul ruolo di “Roma Ladrona” che sottrae al Nord il suo aeroporto-gioiello. Il governatore della Regione Lombardia, Formigoni, è invece troppo snob per gettarsi in queste polemiche di campanile, e perciò ha spostato la discussione sulla solita retorica economicistica, all’apparenza molto “concreta”, domandandosi se non sia anacronistico proseguire con un monopolio Alitalia che non risponde più agli interessi di tutti.
Davvero concreto sarebbe stato invece consultare una mappa della provincia di Varese per domandarsi come possano convivere, nel medesimo spazio aereo, la base NATO di Solbiate Olona, la base aeronautica militare di Cameri - ufficialmente italiana - ed un aeroporto internazionale come Malpensa, in cui la maggior parte dei voli in partenza dagli altri aeroporti siano costretti a fare scalo, un “hub” appunto.
Quando si è trattato di giustificare alle popolazioni lombarde l’espansione delle due basi militari, le autorità hanno, come sempre, proclamato che si trattava di una “occasione di sviluppo” per la zona, senza specificare che ciò avrebbe comportato l’impossibilità della coesistenza nello stesso territorio di un aeroporto come Malpensa; anche se questo dettaglio tecnico avrebbe potuto spiegarglielo facilmente qualsiasi pilota o controllore di volo.
Ciò che è avvenuto in questi ultimi due anni intorno ad Alitalia e Malpensa denota da parte della NATO non soltanto un controllo del territorio, ma soprattutto un controllo assoluto dell’informazione, in modo che persino la più sfacciata delle evidenze non giunga all’attenzione dell’opinione pubblica. Nessun politico e nessun giornalista pronunciano mai una battuta sbagliata o fuori copione; perciò è possibile ad un amministratore locale rilasciare nella stessa giornata due interviste - una sulla ghiotta “occasione di sviluppo” fornita dalle basi militari di Cameri e Solbiate Olona, e l’altra sul torto fatto a Malpensa -, senza che l’intervistato e l’intervistatore colleghino minimamente i due fatti. Il tutto si riduce ad una polemica mediatica tra lombardi scontenti e romani gongolanti.
Anche quando la occupazione militare non possa essere nascosta, nella mente dell’opinione pubblica, le basi militari e la militarizzazione del territorio vengono ridotte a concetti del tutto astratti ed evanescenti, dei quali non si vedono le conseguenze dirette sulla propria vita. Tutto viene perciò riconvertito ad una questione di mero principio, in cui un’opinione vale l’altra.
Ad esempio, i cittadini di Vicenza formano un comitato per opporsi all’ampliamento della base NATO? E che sarà mai?
Basta creare ad hoc un contro-comitato di “cittadini” favorevoli alla base NATO, ed ecco che tutto viene ridotto ad una disputa da talk-show tra favorevoli e contrari.
Durante la vertenza FIAT del 1980 - tornata alla memoria di molti in questi giorni -, mentre decine di migliaia di lavoratori si opponevano ai licenziamenti ed alla cassa integrazione, i telegiornali della RAI riuscivano sistematicamente a intervistare soltanto dei lavoratori che davano ragione ad Agnelli. Allora il telespettatore poteva commentare: visto che gli operai non sono d’accordo nemmeno fra loro?
In una situazione opinabile e opinata, il dato di fatto - o, per meglio dire - l’imposizione di forza, non è più un sopruso, ma diventa una scelta legittima. Se si passa per il “dibattito”, tutto diventa lecito.
Attraverso questo semplice espediente mediatico - il “dibattito”- la colonizzazione e la militarizzazione di un territorio, la sua subordinazione ad inconfessabili interessi affaristico-criminali - possono avvenire rispettando in tutto e per tutto la “democrazia”. In realtà, questa “democrazia” prevede sì il “dibattito”, ma non prevede che si consulti una cartina geografica, cioè che s’informi la popolazione sulle vere questioni in campo.
La NATO è in Italia da sessanta anni, ed ha sempre costituito una centrale di spionaggio industriale ed una cordata per gli affari illegali delle multinazionali statunitensi. Già negli anni ’70, erano le basi NATO le vere centrali del traffico di sigarette della Philip Morris a Napoli, sebbene i film con Mario Merola sui motoscafi blu dei contrabbandieri di Santa Lucia ci narrassero un’altra storia.
Eppure dal 1992, con la fine del contrappeso dell’Unione Sovietica, qualcosa è cambiato, poiché la colonizzazione militare della NATO ha cominciato a riplasmare l’intero territorio italiano, da nord a sud, esclusivamente in base alle proprie esigenze affaristiche.
Malpensa è una delle vittime di questa evidente, ma silenziosa, ristrutturazione del territorio ex-italiano da parte della NATO; perciò ora si comprende perché un Berlusconi debba essere stronzo esattamente com’è, per poter distrarre l’attenzione da ciò che avviene davvero.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603 604 605 606 607

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (48)
Commenti Flash (62)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


05/12/2024 @ 08:06:19
script eseguito in 47 ms