"
"Il Congresso nega nel principio il diritto legislativo" "In nessun caso la maggioranza di qualsiasi Congresso potrà imporre le sue decisioni alla minoranza"

Congresso Antiautoritario Internazionale di Saint Imier, 1872
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 24/04/2008 @ 11:41:22, in Commentario 2008, linkato 1163 volte)

Per spiegare il crollo elettorale della lista di Bertinotti, è stato spesso evocato in questi giorni un soggetto fantasmatico: l'elettorato. In realtà, anche se esiste una quota di voto "sciolto", d'opinione, in democrazia però è sempre il voto organizzato a fare la differenza.

Le grandi ristrutturazioni politiche - come il passaggio di consegne dalla Democrazia Cristiana a Forza Italia -  sono state spesso segnate dalla morte misteriosa di baroni del voto, come Toni Bisaglia in Veneto, Salvo Lima in Sicilia, Carmine Mensorio in Campania. Lo strano annegamento di Toni Bisaglia aprì a suo tempo la strada per il passaggio di una quota considerevole del voto democristiano al neonato leghismo; successivamente gran parte di questa massa di voti ha costituito anche il perno del berlusconismo. Il fratello di Bisaglia - un prete che indagava su quella morte - morì, manco a dirlo, anche lui annegato in circostanze altrettanto non chiarite.
Persino la cosiddetta "sinistra" si sostiene soprattutto sul voto organizzato, ed è noto che la Lega delle Cooperative e la CGIL controllano milioni di voti. Una quota non cospicua, ma comunque consistente, di questi voti è sempre andata a sostenere Bertinotti, che spesso si è mostrato ricattabile a causa di questa dipendenza. Nel 1995 Rifondazione Comunista non poté far mancare al governo Dini i suoi voti di fiducia, proprio perché questa dipendenza gli fu fatta pesare dai dirigenti della CGIL.

L'entrata nella Sinistra Arcobaleno di due ex-dirigenti DS del calibro di Mussi e Salvi avrebbe dovuto garantire Bertinotti che l'ulteriore annacquamento del suo messaggio politico e la rinuncia alla falce e martello, sarebbero stati comunque compensati da voti gestiti dalla stessa CGIL e dalla Lega delle Cooperative. Mussi e Salvi hanno invece recato solo danni, disorientando il tradizionale voto di appartenenza e di bandiera, e non portando nessuna frazione di voto organizzato. In più, anche Bertinotti è stato lasciato a secco dagli ex-colleghi della CGIL. La cosa era persino risaputa, tanto che il segretario dei Comunisti Italiani, Diliberto, ha colto un pretesto per rinunciare alla candidatura e non esporsi alla figuraccia di essere trombato alle elezioni.
In questi giorni furoreggia nelle librerie un altro best-seller che ci intrattiene sulle magagne dell'altra "casta": i sindacati, che sono diventati vere e proprie aziende di Stato, che gestiscono grosse quote di salario operaio ed anche di denaro pubblico. Ora, proprio questa "casta" non aveva nessun interesse ad affidarsi esclusivamente a Veltroni e a liquidare definitivamente non soltanto Bertinotti, Diliberto, Mussi e Salvi, ma persino Boselli.
Una posizione di potere e di privilegio garantita ai dirigenti sindacali dal controllo di un ente come l'INPS, è oggi esposta ai pericoli di una privatizzazione, che potrebbe verificarsi anche a vantaggio di agenzie finanziare internazionali che devono compensare lo sfuggire di altri business, a causa della crisi finanziaria di origine statunitense. Di fronte ad un rischio del genere, avere qualche appoggio in più in Parlamento avrebbe fatto comodo ai dirigenti sindacali, che invece hanno portato tutti i voti da loro gestiti ai piedi dell'altare veltroniano.

Mentre i dirigenti della Lega delle Cooperative possono essere stati convinti a sostenere esclusivamente Veltroni dietro la promessa di altri affari a cui partecipare, ciò non può essere avvenuto con i dirigenti sindacali, i quali possono vedersi sfuggire le loro galline dalle uova d'oro proprio a causa della crescente invadenza dell'affarismo privato e dalla ingerenza delle multinazionali.

Nella scelta di presentarsi alle elezioni senza gli alleati tradizionali, la malafede di Veltroni è stata evidente nel momento in cui non si è limitato a mollare la cosiddetta "sinistra radicale", ma ha condannato alla sparizione anche i socialisti del mite e remissivo Boselli, rispetto al quale non aveva nessuna differenza "programmatica".  Veltroni ha rivendicato perciò una posizione di monopolio assoluto a sinistra.

Fidarsi di un unico padrone non è saggio, e nessuna "casta" ha mai consentito volentieri all'accumulo di un tale potere personale. Oggi si parla sempre della "Storia" intesa come una sorta di categoria dello spirito, un astratto tribunale che pronuncerebbe sentenze che i media si incaricano di rivelarci. Nel frattempo, l'esperienza storica - cioè il ricorrere di certi comportamenti, il verificarsi di certe costanti - viene tranquillamente ignorata e rimossa. L'esperienza storica dice che le caste non si comportano così, non si legano mani e piedi ad un unico padrone, a meno di non esservi costrette.
Come spesso accade, la denuncia pubblica delle nefandezze di una oligarchia - di una "casta" -, è conseguente proprio al declino di quella oligarchia, al fatto che è stata espugnata e sottomessa  da altri poteri, in questo caso il potere colonialistico degli Stati Uniti.

Infatti si è scoperta la pedofilia dei preti allorché il potere finanziario del Vaticano era ormai in declino irreversibile. Quando un Ratzinger - ormai così artificiosamente pomposo da sembrare il Bonifacio VIII di Dario Fo - si presenta all'ONU per sostituire i Vangeli con la Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti d'America, va a mettere in crisi proprio i miti di cui si è sempre avvolta la casta clericale, che non ha mai parlato di "diritti umani" concessi direttamente dal Creatore, ma ha sempre posto l'enfasi sul proprio specifico ruolo di mediazione, in quanto rappresentante in Terra di Cristo. 
Il calo di brache - o di sottane - di Ratzinger trova quindi corrispondenza in altri cali di brache nei confronti del colonialismo statunitense che si stanno verificando in questo periodo in Italia e in Europa.

24 aprile 2008

Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 16/04/2008 @ 19:59:26, in Commentario 2008, linkato 1384 volte)

Il vertice NATO di Bucarest, conclusosi appena due settimane fa, ha sancito ufficialmente ciò che era stato già deciso dal presidente Bush nel 2002, cioè l'ingresso nella stessa NATO di Paesi come la Croazia, la Slovenia, l'Albania, la Lettonia, l'Estonia e la Lituania, che si aggiungono alla Bulgaria, alla Repubblica Ceca, alla Slovacchia, alla Polonia. Rimane per il momento in sospeso la questione dell'ingresso nella NATO della Georgia e dell'Ucraina, ma Bush ha fatto capire che anche in questo caso si tratterà di formalizzare di qui a poco ciò che è già stato acquisito nei fatti, nonostante che, ad esempio, la popolazione ucraina abbia dimostrato in numerose manifestazioni di non essere affatto favorevole a questo ingresso.

Per i prossimi anni è già pronta una lista di altri soci NATO, come Kosovo, Montenegro, Macedonia, e chi più ne ha più ne metta. Nonostante la contemporaneità della campagna elettorale in Italia, di tutto ciò nessun candidato ha fatto cenno, a dimostrazione che l'elettoralismo funziona come un'ideologia, che si crea una sorta di sua realtà virtuale, con poco o nulla a che vedere con ciò che effettivamente accade intorno.

Gli esperti di alcune agenzie di analisi strategica hanno commentato con sarcasmo questo ulteriore allargamento della NATO, che dal punto vista strettamente militare appare come un nonsenso. Nonostante il loro numero - a cui è diventato impossibile tener dietro -, questi nuovi "soci" non dispongono di una forza militare da aggiungere alla cosiddetta "alleanza", tanto che il governo russo guarda a questa sorta di "accerchiamento" più con ironia che con preoccupazione. Inoltre alcuni di questi "soci" sono talmente poveri da non potere nemmeno acquistare dagli Stati Uniti le armi di cui ogni membro NATO deve dotarsi.

Questi nuovi Paesi - che da un punto di vista strettamente militare rappresentano un peso morto -, dovranno inoltre essere disseminati di basi USA e NATO, per le quali il governo statunitense non dispone neppure del personale militare sufficiente, per cui dovrà coprirle soprattutto con personale civile, come del resto sta già avvenendo anche in Italia, dove per il personale civile italiano le basi NATO stanno diventando off limits.

Ma questo divieto di accesso alle basi militari USA e NATO riguarda esclusivamente il personale civile legalmente inquadrato, non certo le bande criminali locali.

Infatti ciò che costituisce un nonsenso dal punto di vista strettamente militare, acquista invece un significato preciso se si analizza il tutto dal punto di vista affaristico-criminale. Il governo statunitense, tramite il segreto e le servitù assicurati dalla presenza delle basi militari, si è creato in tutta Europa una sorta di corridoio extraterritoriale, fuori della giurisdizione dei governi nazionali. In Italia non si può più nemmeno parlare di corridoio, perché dato il numero di basi, non c'è più angolo del territorio che non sia di fatto sotto la giurisdizione statunitense.

Il colonialismo NATO ha quindi creato in Europa un grande territorio sovra-nazionale e super-statale che non è sotto il controllo dei vari governi, bensì sotto la diretta gestione delle Corporation statunitensi e della loro manovalanza costituita dalle organizzazioni criminali dei vari Paesi. In questo territorio ogni tipo di merce può già circolare senza nessuna ispezione da parte dei rispettivi organi governativi e giudiziari.

Insomma, sembra di essere tornati all'Asia del XVIII e del XIX secolo, quando il colonialismo britannico aveva creato un super-Stato del genere ad uso della Compagnia delle Indie. La maggior parte dei Paesi di questo super-Stato, Cina compresa, erano formalmente indipendenti, però con dei governi che non disponevano del materiale controllo del territorio. Il territorio asiatico era infatti sotto il dominio della Compagnia e dei suoi dipendenti locali, i cosiddetti "signori della guerra", cioè quei capibanda che oggi vengono denominati dalla propaganda ufficiale come "boss mafiosi" o "camorristi".

Che gran parte della sedicente "sinistra" cerchi di contrastare tutto questo con la cosiddetta "cultura della legalità", non è semplicemente un caso o una svista, ma il segnale che la colonizzazione territoriale viene accompagnata dalla colonizzazione mentale, cioè che l'occupazione affaristico-militare ha il supporto della guerra psicologica. Che il controllo criminale del territorio sia connesso e consequenziale al controllo militare dello stesso territorio, costituisce un'ovvietà, ma l'obiettivo della guerra psicologica consiste appunto nel non far notare ciò che è evidente.

L'autorazzismo può diventare leggenda ed epopea, può coltivare i suoi miti e i suoi eroi. Oggi ci sono libri e film come "Gomorra"; ma già negli anni '70, mentre i veri carichi di sigarette di contrabbando passavano per i porti USA e NATO, i film con Mario Merola ci distraevano con le toccanti vicende dei contrabbandieri di Santa Lucia e dei loro "motoscafi blu", sui quali circolavano molte canzoni, simili a quelle che gli attuali "neomelodici" producono sui camorristi ora in voga. L'autorazzismo, oltre ad essere guerra psicologica, è diventato anche un grande business, perciò oggi viene gestito direttamente dalle multinazionali, come la Walt Disney, che è la vera padrona della Mondadori.

17 aprile 2008

Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (10)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (32)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


19/03/2024 @ 11:07:36
script eseguito in 111 ms