Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il vertice NATO di Bucarest, conclusosi appena due settimane fa, ha sancito ufficialmente ciò che era stato già deciso dal presidente Bush nel 2002, cioè l'ingresso nella stessa NATO di Paesi come la Croazia, la Slovenia, l'Albania, la Lettonia, l'Estonia e la Lituania, che si aggiungono alla Bulgaria, alla Repubblica Ceca, alla Slovacchia, alla Polonia. Rimane per il momento in sospeso la questione dell'ingresso nella NATO della Georgia e dell'Ucraina, ma Bush ha fatto capire che anche in questo caso si tratterà di formalizzare di qui a poco ciò che è già stato acquisito nei fatti, nonostante che, ad esempio, la popolazione ucraina abbia dimostrato in numerose manifestazioni di non essere affatto favorevole a questo ingresso.
Per i prossimi anni è già pronta una lista di altri soci NATO, come Kosovo, Montenegro, Macedonia, e chi più ne ha più ne metta. Nonostante la contemporaneità della campagna elettorale in Italia, di tutto ciò nessun candidato ha fatto cenno, a dimostrazione che l'elettoralismo funziona come un'ideologia, che si crea una sorta di sua realtà virtuale, con poco o nulla a che vedere con ciò che effettivamente accade intorno.
Gli esperti di alcune agenzie di analisi strategica hanno commentato con sarcasmo questo ulteriore allargamento della NATO, che dal punto vista strettamente militare appare come un nonsenso. Nonostante il loro numero - a cui è diventato impossibile tener dietro -, questi nuovi "soci" non dispongono di una forza militare da aggiungere alla cosiddetta "alleanza", tanto che il governo russo guarda a questa sorta di "accerchiamento" più con ironia che con preoccupazione. Inoltre alcuni di questi "soci" sono talmente poveri da non potere nemmeno acquistare dagli Stati Uniti le armi di cui ogni membro NATO deve dotarsi.
Questi nuovi Paesi - che da un punto di vista strettamente militare rappresentano un peso morto -, dovranno inoltre essere disseminati di basi USA e NATO, per le quali il governo statunitense non dispone neppure del personale militare sufficiente, per cui dovrà coprirle soprattutto con personale civile, come del resto sta già avvenendo anche in Italia, dove per il personale civile italiano le basi NATO stanno diventando off limits.
Ma questo divieto di accesso alle basi militari USA e NATO riguarda esclusivamente il personale civile legalmente inquadrato, non certo le bande criminali locali.
Infatti ciò che costituisce un nonsenso dal punto di vista strettamente militare, acquista invece un significato preciso se si analizza il tutto dal punto di vista affaristico-criminale. Il governo statunitense, tramite il segreto e le servitù assicurati dalla presenza delle basi militari, si è creato in tutta Europa una sorta di corridoio extraterritoriale, fuori della giurisdizione dei governi nazionali. In Italia non si può più nemmeno parlare di corridoio, perché dato il numero di basi, non c'è più angolo del territorio che non sia di fatto sotto la giurisdizione statunitense.
Il colonialismo NATO ha quindi creato in Europa un grande territorio sovra-nazionale e super-statale che non è sotto il controllo dei vari governi, bensì sotto la diretta gestione delle Corporation statunitensi e della loro manovalanza costituita dalle organizzazioni criminali dei vari Paesi. In questo territorio ogni tipo di merce può già circolare senza nessuna ispezione da parte dei rispettivi organi governativi e giudiziari.
Insomma, sembra di essere tornati all'Asia del XVIII e del XIX secolo, quando il colonialismo britannico aveva creato un super-Stato del genere ad uso della Compagnia delle Indie. La maggior parte dei Paesi di questo super-Stato, Cina compresa, erano formalmente indipendenti, però con dei governi che non disponevano del materiale controllo del territorio. Il territorio asiatico era infatti sotto il dominio della Compagnia e dei suoi dipendenti locali, i cosiddetti "signori della guerra", cioè quei capibanda che oggi vengono denominati dalla propaganda ufficiale come "boss mafiosi" o "camorristi".
Che gran parte della sedicente "sinistra" cerchi di contrastare tutto questo con la cosiddetta "cultura della legalità", non è semplicemente un caso o una svista, ma il segnale che la colonizzazione territoriale viene accompagnata dalla colonizzazione mentale, cioè che l'occupazione affaristico-militare ha il supporto della guerra psicologica. Che il controllo criminale del territorio sia connesso e consequenziale al controllo militare dello stesso territorio, costituisce un'ovvietà, ma l'obiettivo della guerra psicologica consiste appunto nel non far notare ciò che è evidente.
L'autorazzismo può diventare leggenda ed epopea, può coltivare i suoi miti e i suoi eroi. Oggi ci sono libri e film come "Gomorra"; ma già negli anni '70, mentre i veri carichi di sigarette di contrabbando passavano per i porti USA e NATO, i film con Mario Merola ci distraevano con le toccanti vicende dei contrabbandieri di Santa Lucia e dei loro "motoscafi blu", sui quali circolavano molte canzoni, simili a quelle che gli attuali "neomelodici" producono sui camorristi ora in voga. L'autorazzismo, oltre ad essere guerra psicologica, è diventato anche un grande business, perciò oggi viene gestito direttamente dalle multinazionali, come la Walt Disney, che è la vera padrona della Mondadori.
17 aprile 2008