"
"La privatizzazione è un saccheggio delle risorse pubbliche, ma deve essere fatta passare come un salvataggio dell’economia, e i rapinati devono essere messi nello stato d’animo dei profughi a cui è stato offerto il conforto di una zuppa calda. Spesso la psico-guerra induce nelle vittime persino il timore di difendersi, come se per essere degni di resistere al rapinatore fosse necessario poter vantare una sorta di perfezione morale."

Comidad (2009)
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 14/09/2006 @ 21:44:13, in Commentario 2006, linkato 1261 volte)
Il tratto comune alle varie commemorazioni (stavamo per dire: "celebrazioni") dell'11 settembre avvenute in questi giorni, è stata la mancanza di serietà. Questa osservazione prescinde dalla questione se si sia trattato o meno di un auto-attentato, questione ormai tanto dibattuta e popolare da essere arrivata alla comunicazione ufficiale, anche se solo per esservi screditata.
Secondo queste commemorazioni/celebrazioni, l'11 settembre del 2001 gli Americani si sarebbero improvvisamente accorti che nel mondo esiste una immotivata ostilità nei loro confronti. Insomma, gli Americani avrebbero scoperto di essere odiati, e non si sa bene il perché: forse perché sono liberi, sono ricchi o, semplicemente, perché vogliono aiutare gli altri.
Ora, questa mancanza di serietà non costituisce un dato episodico, ma è l'ideologia stessa del colonialismo. I nemici del colonialismo sono sempre dei barbari, dei fanatici, dei criminali, cosa del resto non difficile da dimostrare ogni volta, dato che l'umanità in genere è quello che è.
Questo tipo di valutazione è fatta molto spesso anche dagli avversari del colonialismo. Marx riprendeva acriticamente le tesi britanniche circa le rivolte in Cina, non considerate mai come iniziative patriottiche, ma come pura manifestazione di barbarie.
Esiste infatti nel cosiddetto Occidente un falso anticolonialismo, che consiste non nel riconoscere ai colonizzati il diritto di difendersi, ma solo nel criticare gli "eccessi" dei colonizzatori. È la dottrina ripresa di recente da D'Alema: la "reazione sproporzionata". Sono sempre i "barbari" ad attaccare, dato che i pacifici occidentali non ci penserebbero mai. Alle volte gli occidentali esagerano nelle ritorsioni, ed è questo oggi il tema scottante del dibattito da parte degli opinionisti delle maggiori testate giornalistiche.
È giusto ricorrere alla tortura per garantire la sicurezza dei cittadini? È giusto erigere muri che separano i popoli? Insomma, qual è il giusto compromesso tra la libertà e la sicurezza?
Che dei poveri osservatori ONU ci abbiano rimesso la pelle solo perché avevano relazionato che le provocazioni e le aggressioni oltre confine erano compiute dall'esercito israeliano, non conta nulla. Agli atti c'è ormai che la guerra in Libano è avvenuta perché due soldati israeliani sarebbero stati "rapiti" ( e forse violentati ) dai barbari.
Quando il barbaro, invece di fare da vittima passiva della cosiddetta "reazione sproporzionata", si difende e respinge l'aggressore occidentale, il finto anticolonialista allora si sente in difficoltà, e si chiede se sia giusto sostenere quelli che in fondo sono dei barbari e dei fanatici. È inutile spiegare al falso anticolonialista che qui non si tratta di sostenere nessuno, e neppure di avallare ideologie o di fare aperture di credito a futuri governi; si tratta semplicemente di stabilire chi sia davvero l'aggressore e chi l'aggredito.
Il finto anticolonialista non può accettare questo tipo di ragionamenti, perché è troppo convinto della superiorità dell'Occidente, della sua superiore razionalità in confronto ai barbari fanatici e superstiziosi. Che poi in Occidente le classi dirigenti siano allevate da secoli nei riti e nei miti massonici, è un dettaglio che non fa sospettare al finto anticolonialista che l'oscurantismo forse non sia un male esclusivo dei barbari.
Comidad, 14 settembre 2006
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 07/09/2006 @ 21:46:11, in Commentario 2006, linkato 1277 volte)
Sul "Corriere della sera" del 5 settembre, Pietro Ichino è ritornato alla carica. Se nel suo articolo del 29 agosto egli proponeva il licenziamento per gli impiegati pubblici "nullafacenti", adesso in alternativa prospetta ai sindacati di accettare una sorta di mobbing istituzionalizzato, in cui i lavoratori vengano costretti a superare prove sempre più penose per sgravarsi dal sospetto di non voler lavorare.
Il primo articolo di Ichino su tale argomento gli aveva meritato una risposta incisiva, ed anche spassosa, da parte dello Slai Cobas dell'Alfa Romeo (reperibile nel forum di Contropotere); risposta in cui si poneva in evidenza che i dipendenti pubblici che hanno il privilegio di non lavorare - come appunto Ichino -, devono tale privilegio non ad una loro particolare abilità nel non far nulla, ma al fatto di essere agganciati ad un establishment che li utilizza altrimenti. In altri termini, coloro che non lavorano per l'amministrazione di cui fanno parte, di solito svolgono funzioni improprie a favore di interessi privati, che hanno però una loro copertura nei pubblici apparati.
Stipendiato da uno Stato che non verifica il suo lavoro di docente universitario, Ichino può quindi dedicarsi a tempo pieno alla propaganda padronale sui giornali ed alla difesa dei padroni in tribunale. Ma questa osservazione non risolve il problema, semmai lo apre.
Ichino ed altri come lui possono fare quello che fanno, perché oggi il concetto di "propaganda padronale" è praticamente scomparso dalla comune consapevolezza. Chi oggi ponesse in evidenza che esiste un conflitto sociale e che la classe dominante si serve anche di mezzi di guerra psicologica, verrebbe immediatamente additato come un terrorista. Magari i servizi segreti provvederebbero anche ad inscenare un attentato contro qualche addetto alla propaganda padronale, in modo da poterne santificare gli slogan.
L'egemonia culturale statunitense ha imposto la dottrina secondo cui il conflitto come realtà storico/sociale non esiste, che esso è dovuto sempre e soltanto all'azione nefasta del "cattivo" di turno. Oggi George Bush criminalizza il presidente iraniano Ahmadinejad, così come aveva già fatto con Bin Laden e Saddam Hussein, dimenticando che sono stati tutti e tre alle dipendenze di suo padre quando era direttore della CIA.
A supporto di questa egemonia culturale statunitense, circola all'interno della sinistra anche un falso antistalinismo, basato sulla denuncia delle "paranoie" di Stalin, che avrebbero provocato sia le "purghe" che la Guerra Fredda. In realtà lo stalinismo è consistito in una politica tendente a cercare gli interlocutori privilegiati a destra piuttosto che a sinistra. Stalin ha sacrificato la Spagna per cercare l'accordo con Hitler. Ha rischiato di sacrificare la Cina per cercare un'intesa con gli Stati Uniti. In entrambi i casi è stato poi tradito da coloro che considerava i suoi interlocutori, per poi, ogni volta, correre precipitosamente - e sanguinosamente - ai ripari.
Il mito fasullo dello stalinismo paranoico serve dunque a tenere viva nella sinistra la pratica dello stalinismo credulone, cioè l'illusione che con il nemico di classe si possa trovare un modus vivendi. In effetti questo modus vivendi esiste, e consiste appunto nel riconoscimento della realtà del conflitto sociale.
Comidad, 7 settembre 2006
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (10)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (32)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


19/03/2024 @ 11:32:56
script eseguito in 3284 ms