"
"Se la pace fosse un valore in sé, allora chi resistesse all'aggressore, anche opponendosi in modo non violento, sarebbe colpevole di lesa pace quanto l'aggressore stesso. Perciò il pacifismo è impotente contro la prepotenza colonialistica che consiste nel fomentare conflitti locali, per poi presentarsi come pacificatrice."

Comidad
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 03/06/2021 @ 00:07:39, in Commentario 2021, linkato 6631 volte)
Il povero Alessandro Di Battista aveva scritto addirittura un libro contro il politicamente corretto. Quando però il politicamente corretto gli si è presentato in forma di emergenza, non lo ha saputo riconoscere. Eppure l’emergenzialismo è il figlio prediletto del politicamente corretto, o viceversa.
Negare un’emergenza è politicamente scorretto, si passa da ignoranti, egoisti e irresponsabili, da “negazionisti”. Non conta nulla che non si nega affatto l’esistenza della malattia ma appunto l’approccio emergenziale, che non fa altro che peggiorare le cose. Il politicamente corretto ha già pronta un’altra definizione per chi cerca di fare queste precisazioni: “riduzionista”. Per il politicamente corretto non esiste dogma o “valore” che non possa finire nel tritacarne della critica più corrosiva, a patto però di non dubitare mai del telegiornale. L’atteggiamento politicamente corretto è quello dell’eretico con le brache calate.
Le libertà degli Italiani sono state sacrificate al bene supremo della Vita. Ci avevano raccontato che milioni di persone erano morte in passato per darci le libertà che abbiamo oggi. Queste libertà sono state cancellate con il pretesto di difendere le nostre vite. Non eravamo degni di dare la nostra vita per la libertà. Per sperimentare un vaccino, invece sì. Non è più tempo di eroi, ma di cavie.
A livello sovranazionale l’emergenza Covid è un mega-business della lobby del digitale e della lobby dei vaccini, che hanno trovato un loro compromesso per non pestarsi i piedi a vicenda e per passarsi la palla all’occorrenza. L’emergenza ha consentito di approvare i nuovi vaccini in sette otto mesi, contro i sette otto anni, e anche più, che occorrevano prima. La digitalizzazione a sua volta ha bruciato i tempi, risparmiando dieci anni di tempo per affermarsi a tappeto. L’emergenza è anche politica di potenza e gli USA ora se ne servono per mettere sotto processo la Cina. Gli "scienziati" si adeguano alla corrente: l’origine artificiale del virus, considerata impossibile l’anno scorso, oggi diventa plausibile.

Con attori così importanti in gioco ci si dimentica del ruolo determinante svolto all’inizio dello scorso anno dalla bistrattata Italietta. L’emergenza Covid in ambito “occidentale” è stata infatti avviata dalla Regione Lombardia come prova tecnica in grande stile della “autonomia differenziata”, in funzione dei sogni mitteleuropei del Nord Italia. Purtroppo l’emergenzialismo funziona un po’ come le corse ciclistiche. Un corridore avvia la fuga dal gruppo, ma un altro corridore sfrutta la sua scia per sopravanzarlo. Dapprima riottoso ad accettare l’emergenza Covid, Giuseppe Conte si è poi inserito nella scia della Regione Lombardia enfatizzando l’emergenza al massimo, tanto da instaurare una sorta di dittatura personale.
Forse però Conte era solo un gregario mandato avanti dal capitano della squadra, Mattarella, il quale, mettendosi a sua volta nella scia di Conte, ad un certo punto ha fatto fuori il suo gregario instaurando un governo del Presidente della Repubblica. In Italia la Repubblica presidenziale è già un fatto compiuto. Oggi persino Draghi, con tutto il suo apparente strapotere personale, sta forse tirando la volata a Mattarella per un secondo mandato presidenziale, già invocato da molti. Il commentatore che si è esposto di più nel celebrare il presidenzialismo di Mattarella è stato Massimo Cacciari, che auspica esplicitamente una sua rielezione. Mattarella si schermisce, perché lui è umile, e sta agli altri insistere per vincere le sue ritrosie. Sembra il Caligola del romanzo “I, Claudius” di Robert Graves.

Se le emergenze derivassero da cospirazioni, sarebbe possibile circoscriverne i tempi e gli obbiettivi. Al contrario, l’emergenza è un segno del comando che vari competitori si strappano a vicenda. Non si può mai sapere chi altro possa inserirsi nella corsa e come, e quando, l’emergenza finirà. Ne “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, c’è un anello del potere bramato da vari contendenti, e adesso si è potuto accertare che questo anello esiste realmente, ed è appunto l’emergenza, che consente di scavalcare ogni ordinamento ed ogni equilibrio istituzionale creando nuovi percorsi di “leadership” o, per dirla più prosaicamente, di fare colpi di Stato. Attualmente in Italia l’anello del potere sembra sul dito di Draghi, ma in effetti è ancora su quello di Mattarella. Si vedrà.
Ci sono anche gli Hobbit, quei mezzi uomini che fanno da servitori alle razze superiori. Nella vicenda dell’emergenza Covid, a Conte ed ai 5 Stelle è toccato il ruolo degli Hobbit al servizio dei signori delle emergenze di turno. I 5 Stelle non sono stati soli in questo ruolo di Hobbit, nel quale si sono cimentati anche settori della sinistra “antagonista”. Può apparire stridente la contraddizione di chi avalla acriticamente un emergenzialismo che consente ai vari potentati di diventare ancora più potenti ed ancora più criminali. Ma il politicamente corretto non esiste invano, sta lì proprio per svuotare le altre ideologie e soppiantarle.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 27/05/2021 @ 00:24:42, in Commentario 2021, linkato 7356 volte)
Secondo alcuni analisti internazionali, ai motivi di preoccupazione e irritazione degli USA nei confronti della Germania, oltre l'annoso caso del gasdotto North Stream 2, si sarebbe aggiunto anche il Recovery Fund. Se così fosse, l’irritazione statunitense sarebbe del tutto comprensibile, dato che con il Recovery Fund la Germania rilancia un proprio ruolo imperialistico sull’Europa occidentale e, per di più, a costi prossimi allo zero. La narrazione sulle presunte mirabilie del Recovery Fund riguarda soprattutto i media italiani; eppure qualche voce critica si è dovuta affacciare anche tra di essi, dato che il lettore medio abituato ad un minimo di frequentazione della stampa estera sa che ormai il mito si sta sgonfiando. Ad esempio, il settimanale “l’Espresso” ha dovuto ammettere che il confronto con gli analoghi interventi del governo americano è assolutamente avvilente per il Recovery Fund: gli USA spendono cifre che corrispondono al 40% del loro Pil, contro il misero 5% dell’Unione Europea. Chi narra di una Germania che avrebbe finalmente abbandonato il dogma della “frugalità”, propina balle.
Per l’Italia il vantaggio in termini finanziari del Recovery Fund si concretizza in appena 25 miliardi, tra sussidi ed eventuali risparmi sugli interessi. Se si considera che l'anno scorso il solo BTP Italia ha rastrellato più di 22 miliardi, si comprende la pochezza dell’operazione finanziaria dell'UE, a cui si aggiungono tempi da era geologica per l’erogazione dei fondi e condizionalità talmente vessatorie da risultare surreali.
Se l'UE non è già finita sottosopra è per il “quantitative easing” della Banca Centrale Europea. L’anno scorso l’immissione di liquidità, con l'acquisto indiretto di titoli di Stato da parte della BCE, è stata di oltre 1500 miliardi.
Quest’anno la BCE ha già previsto altre immissioni di liquidità per 1850 miliardi. La Federal Reserve, la banca centrale americana, aveva avviato il “quantitative easing” con sei anni di anticipo rispetto alla BCE, e sempre la Federal Reserve era riuscita ad imporlo alla UE scavalcando le resistenze, vere o finte, della Germania. In Italia il merito di aver “salvato” l'UE e l'euro è attribuito a Mario Draghi, mentre in realtà egli è stato solo uno strumento degli USA, che, dopo aver “inventato” l’UE in funzione anti-russa, ora non possono permettersi una sua dissoluzione, per gli effetti disastrosi che comporterebbe sulla NATO.

Se la narrazione sul Recovery Fund è totalmente infondata, come si spiegano i suoi effetti sul rilancio dell’imperialismo tedesco? La domanda è basata su un presupposto sbagliato, e cioè che l’imperialismo sia esclusivamente una questione di confronto e scontro tra nazioni. In realtà l’imperialismo è anche, e soprattutto, una componente dello scontro di classe. La fiaba delle fiabe è che l’Italia “subisca” suo malgrado le politiche di austerità germaniche, mentre al contrario la lobby della deflazione, cioè la lobby dei creditori, ha in Italia una delle sue principali roccaforti. Rallentare lo sviluppo non comporta solo l’assenza di inflazione e quindi la cristallizzazione del valore dei crediti; comporta anche la crescente dipendenza dal debito, persino se gli interessi sono bassi. La lobby italiana dei creditori cerca sponde e tutori all'estero per imporre all’interno politiche recessive, mascherate da “risanamento dei conti” e da “riforme strutturali”.
Si tende quasi sempre a sottovalutare la potenza ideologica della lobby dei creditori, che riesce a dissimularsi piegando ai propri interessi il linguaggio delle altre ideologie. La lobby dei creditori è avara e quindi cerca di far lavorare i propri aedi anche gratis, inculcando nelle altre ideologie, comprese quelle di “sinistra”, i “valori morali” dell’austerità. Non si tratta solo di manipolazione dall'esterno. Ciò che il politicamente corretto non è in grado neppure di comprendere, è che la mistificazione non è dovuta solo all’opera di agenzie addette allo scopo, ma è un vero e proprio rapporto sociale, nel quale istanze diverse, e a volte addirittura opposte come l’affarismo ed il moralismo, si fanno reciprocamente da sponda, spesso in modo del tutto inconsapevole.

I media e gli intellettuali si fanno così strumenti, più o meno volontari, di questa offensiva ideologica, che può essere definitiva come “pedagogia del genitore malevolo”, cioè i genitori che, come nel famoso film di Troisi, ti dicono che gli altri bambini sono sempre più bravi di te. Gli altri Paesi sono meno corrotti, non sono così spreconi, quando hanno i soldi sanno spenderli, eccetera. In tal modo si coltiva nell'opinione pubblica il senso dell'inadeguatezza e il bisogno di dipendenza, la ricerca di “vincoli esterni”. Più le gerarchie sociali sono arbitrarie, più cercano di camuffarsi sotto la falsa “oggettività” delle emergenze, della scarsità e delle inadeguatezze.
Ciò che gli USA non sono riusciti ancora a capire è che la vera risorsa dell’imperialismo tedesco è l’autocolonialismo italiano. Non a caso l’Italia è l’unico Paese che accederà completamente ai prestiti del Recovery Fund. Non sono certo quei pochi soldi che interessano alla nostra lobby dei creditori, ma proprio quelle condizionalità vessatorie che consentiranno di trovare i pretesti per comprimere ulteriormente le richieste delle classi subalterne.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (10)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (32)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


19/03/2024 @ 06:31:30
script eseguito in 744 ms