"
"Il Congresso nega nel principio il diritto legislativo" "In nessun caso la maggioranza di qualsiasi Congresso potrà imporre le sue decisioni alla minoranza"

Congresso Antiautoritario Internazionale di Saint Imier, 1872
"
 
\\ Home Page : Articolo
IL COLONIALISMO IMPRONUNCIABILE
Di comidad (del 20/12/2007 @ 23:11:11, in Commentario 2007, linkato 1327 volte)
Sulla questione degli operai uccisi dalla multinazionale Thyssenkrupp, in questi giorni se ne sono dette tante, ma una parola è rimasta però quasi impronunciabile: colonialismo. C'è un antico mito - ripreso anche in una novella di Borges -, secondo il quale se si pronunciasse il vero nome di Dio, l'universo finirebbe. In un certo senso è così anche per il colonialismo, ma in questo caso la magia non c'entra nulla, si tratta semplicemente del fatto che il collaborazionismo, la complicità, la corruzione, gli intrecci affaristici hanno bisogno di coperture e di alibi. Colonialismo è una di quelle parole che fanno da argine anti-cazzate, ed anche se ovviamente le cazzate qui o là comunque filtrano sempre, però non possono più dilagare e sommergere tutto. Se invece di colonialismo, si dice "capitalismo", "liberismo", "logica del profitto", "globalizzazione", tutto si sposta nell'atmosfera astratta, irreale e metafisica della modellistica sociale ed economica. Se per opporsi al capitalismo e al liberismo occorre prima elaborare un modello sociale ed economico alternativo, allora nell'attesa posso anche fare i miei affari.
Quando negli anni '80 arrivò da Bruxelles l'ordine di chiudere l'acciaieria Italsider di Bagnoli, se i sindacati avessero pronunciato la parola "colonialismo" avrebbero automaticamente responsabilizzato il governo e sputtanato tutte le puttanate che diceva il ministro dell'Industria dell'epoca, De Michelis. Al contrario, accettando il lessico ufficiale che parlava di esigenze del "Mercato", i vertici sindacali furono ammessi da De Michelis a partecipare, assieme con il Banco di Napoli, ad una gigantesca operazione di saccheggio del denaro pubblico: una finta ristrutturazione dello stabilimento di Bagnoli, in cui furono gettati anni e miliardi, per poi chiudere definitivamente, come Bruxelles o, per meglio dire, la Thyssenkrupp ordinava.
Il punto è che fare i conti con la realtà del colonialismo è un dato che responsabilizza: c'è un'aggressione e bisogna farla semplicemente cessare, non ci sono alternative sociali, economiche o politiche da costruire preventivamente. Se si dicesse che il sud d'Italia è una colonia di consumo dal 1860, e che dal 1943 è diventata anche una colonia militare e di commercio illegale degli Stati Uniti, allora non si potrebbero più coprire le complicità con il colonialismo e gli intrecci affaristici sul denaro pubblico con le cortine fumogene della "questione meridionale", del "problema del Mezzogiorno", dei "problemi di Napoli", ecc.
Certo, i termini di colonialismo e affarismo rappresentano delle sintesi e delle semplificazioni, ma la semplificazione è sempre preferibile alla mistificazione. Parlare, ad esempio, di Occidente e di valori occidentali è un modo di parlare d'altro.
Si dice spesso che il regime iraniano degli ayatollah violi i diritti umani molto di più di quanto non lo facesse il regime dello scià. A parte la pretestuosità di certi confronti, non c'è dubbio che molti Iraniani siano i primi a trovare insopportabile l'oppressione oscurantistica del clero sciita, ma devono confrontarsi col fatto che la legittimazione del regime clerico-islamico proviene dall'avere cacciato la tirannia coloniale della multinazionale BP (ex British Petroleum, ora Beyond Petroleum), di cui lo scià era solo il prestanome. Chi critichi il clero rischia di confondersi con i complici del colonialismo BP, e di questo il clero può farsi forte. Inoltre il clero sciita, invece di chiamarlo colonialismo della BP, lo chiama "corrotto Occidente", giustificando così il suo bigottismo. Faremmo quindi chiarezza e screditeremmo il presunto carattere antioccidentale dei bigottismi religiosi, se dicessimo che non esiste nessun "Occidente", né santo né corrotto, ma solo un colonialismo delle multinazionali.
20 dicembre 2007
Articolo Articolo  Storico Archivio Stampa Stampa

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (15)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


20/04/2024 @ 04:43:30
script eseguito in 58 ms