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"La privatizzazione è un saccheggio delle risorse pubbliche, ma deve essere fatta passare come un salvataggio dell’economia, e i rapinati devono essere messi nello stato d’animo dei profughi a cui è stato offerto il conforto di una zuppa calda. Spesso la psico-guerra induce nelle vittime persino il timore di difendersi, come se per essere degni di resistere al rapinatore fosse necessario poter vantare una sorta di perfezione morale."

Comidad (2009)
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LADRI DI BAIONETTE: I FALSI DELLA RIABILITAZIONE STORICA DEL FASCISMO
Di comidad (del 21/12/2006 @ 23:43:13, in Commentario 2006, linkato 2248 volte)
L'occupazione statunitense dell'Italia, sotto l'etichetta NATO, procede a passo accelerato: non soltanto sono previsti il raddoppio della base vicino Vicenza ed il rafforzamento del molo militare americano di Livorno, ma sono già avviate nuove basi a Taranto ed a Solbiate Olona, vicino Milano.
Si aggiunga che il territorio italiano, da Nord a Sud, è disseminato di basi americane, piccole o grandi.
Chi paga tutto questo? Secondo le regole del colonialismo, l'occupazione è finanziata dallo stesso Paese occupato, ma solo in minima parte ciò avviene in modo ufficiale, attraverso tasse. A spiegare l'arcano soccorre il dato secondo cui i contaneir che sbarcano al porto della base NATO di Napoli, sono circa cinquemila all'anno. Ufficialmente contengono "materiale militare", ma sotto questa sigla passa ogni genere di merce clandestina che invade il mercato europeo, soprattutto droga e armi, ma non solo.
Questa non può essere ritenuta una verità nascosta, ma solo una verità emarginata, dato che risulta dalla lettura incrociata degli stessi dati ufficiali. Anche se però questa verità venisse in primo piano, ciò verrebbe subito riassorbito dalla propaganda colonialistica: Roberto Saviano - o chi per lui - pubblicherebbe un altro best-seller per dimostrare che è stata l'onnipotente Camorra a riuscire ad infiltrare e corrompere persino la base NATO di Bagnoli, e troverebbe un'opinione pubblica disposta a credergli, dato che il pregiudizio razziale non si fa smuovere da nessuna evidenza. Persino la propaganda - o, per meglio dire, la guerra psicologica - viene pagata perciò dalle sue vittime, che devono comprare libri da leggere o da regalare a Natale.
Un altro best-seller internazionale che sta già annunciando record di vendite nei Paesi arabi e islamici è il libro dell'ex presidente USA Jimmy Carter, "Peace not apartheid", in cui viene propinata indirettamente la solita immagine degli Americani preoccupati per la sorte dei Palestinesi, ma costretti a subire il diktat della onnipotente "lobby ebraica". Non a caso la promozione del libro è accompagnata dallo slogan secondo cui Carter avrebbe fatto "infuriare la lobby ebraica". Che il nanerottolo israeliano possa dominare il gigante statunitense, è una tesi che può veicolarsi solo tramite il pregiudizio sui "perfidi giudei".
Anche la guerra psicologica a supporto dell'occupazione statunitense dell'Italia è diventata un business, dato che le librerie sono letteralmente invase dall'ultimo volume della saga sul "sangue dei vinti", firmata da Giampaolo Pansa. È chiaro che a Pansa - e soprattutto a coloro che hanno imposto questa operazione editoriale con una distribuzione a tappeto - non gliene frega nulla delle presunte vittime fasciste della guerra civile, ed ogni lagrimuccia che spremono a riguardo è solo il pretesto per accreditare la tesi propagandistica secondo cui la Resistenza sarebbe stato solo un fenomeno di banditismo al confine tra la criminalità politica e quella comune, ma comunque irrilevante sul piano militare.
Insomma, a liberare l'Italia sarebbero stati solo gli eroici Angloamericani. Ai fascisti andrebbe almeno l'onore della "coerenza", mentre ai partigiani neppure quello, dato che sarebbero saliti sul carro del vincitore per arrogarsi poi meriti non propri.
Queste balle non trovano nessun contraddittorio (a meno di non voler considerare tali i soliti biascicamenti di Giorgio Bocca), dato che la distribuzione libraria ha conferito un monopolio alle tesi di cui Pansa si fa firmatario. Eppure anche qui ci sono delle evidenze che potrebbero essere ricordate.
La Repubblica Sociale Italiana venne riconosciuta e legittimata da Hitler soltanto in base al "suo legame di amicizia con il Duce". Cioè i repubblichini di Salò non venivano accettati da Hitler come alleati in quanto italiani, ma soltanto in quanto seguaci di Mussolini. Questa non è un'interpretazione, fu la tesi ufficiale sostenuta dai Tedeschi: nessun onore agli Italiani traditori, ma solo a Mussolini.
Questa è la prova migliore della tesi storica di Benedetto Croce circa l'anti-italianismo di Mussolini e del fascismo. Del resto i fascisti di Salò non furono neppure dei grandi alleati per i Tedeschi, in quanto si occuparono soprattutto di caccia ai rossi, cioè già lavoravano per i futuri occupanti americani. L'OVRA - il servizio segreto fascista - non solo non fu smantellato dagli Stati Uniti, ma passò armi e bagagli sotto le insegne del nuovo occupante. Salò ha fornito i quadri dei servizi segreti e di tutte le altre organizzazioni clandestine legare alla NATO. Questo per la serie: chi è stato davvero a salire sul carro del vincitore.
Il punto è che per quanto possano essere deteriori i miti del nazionalismo e del militarismo, il fascismo li ha comunque usurpati. Lo slogan mussoliniano degli "otto milioni di baionette" ha coperto una realtà ben diversa fatta di autorazzismo, tradimento e cupidigia di servilismo.
Comidad, 21 dicembre 2006
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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