"
"Le decisioni del Congresso Generale saranno obbligatorie solo per le federazioni che le accettano."

Congresso Antiautoritario Internazionale di Ginevra, 1873
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 25/12/2008 @ 00:26:33, in Commenti Flash, linkato 1550 volte)
Pierluigi Celli, già dirigente RAI, è il direttore generale della prestigiosa “Luiss”, la libera università internazionale degli studi sociali, un’università privata molto selettiva, come dimostra il fatto che a presiederla vi sia Luca Cordero di Montezemolo e che nella sua direzione annoveri intellettuali del calibro di Francesco Gaetano Caltagirone.
Questo ateneo è in stretto contatto con molte imprese di rango e si propone, come dichiara nella sua presentazione, di “preparare i giovani alla flessibilità” e “di formare professionisti in grado di governare la complessità”.
In questi giorni, Celli è in giro in vari salotti televisivi a presentare la sua ultima fatica editoriale: “Comandare è fottere”. Dobbiamo confessare che, nonostante il titolo un po’ esoterico e sebbene privi dei raffinati strumenti d’analisi di Celli, anche noi eravamo stati sfiorati dal sospetto che comandare volesse dire fottere, ma non eravamo stati in grado di esprimere il concetto con una sintesi così efficace ed elegante.
In realtà, sono anni che l’aspirante Machiavelli ci intrattiene appena possibile con l’esaltazione delle virtù del privato: “nel privato quello che conta è il mercato”, “il mercato non fa sconti”, “nel privato chi sbaglia paga”, “nel privato contano le capacità individuali, conta il merito”.
Eppure qualche giorno fa abbiamo visto un’ombra di tristezza sfiorare il suo volto, quando il perfido giornalista gli ha fatto notare che qualche responsabilità per il disastro economico negli Stati Uniti ce l’avevano anche i privati. Il povero Celli non è riuscito che a farfugliare qualche altra idiozia : negli Stati Uniti è diverso, lì chi sbaglia paga, hanno già messo in galera dei manager… e altre amenità. Insomma Celli si è fatto fottere da un giornalista qualsiasi. Vuoi vedere che a comandare siano proprio i giornalisti?
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 25/12/2008 @ 00:36:31, in Commentario 2008, linkato 5656 volte)
Il modo in cui i media hanno narrato l’inchiesta giudiziaria della magistratura napoletana, dimostra che il concetto di “notizia” non soltanto è del tutto dissociato dai fatti realmente accaduti, ma ormai non ha più niente a che vedere persino con i fatti riportati nella notizia stessa. Accade così che negli articoli e servizi radio-televisivi in cui si celebra la marcia trionfale dei magistrati napoletani, che starebbero sgominando le schiere degli amministratori corrotti, si ammetta poi tranquillamente che quegli eroici magistrati non hanno ancora raggiunto nessuna prova, e che perciò sperano che qualcuno degli indagati si decida a confessare.
Con incredibile faccia tosta, alcuni giornali sono arrivati a presentare come uno scoop le trascrizioni di intercettazioni in cui un assessore definiva “scema” il sindaco Jervolino. Trattandosi di un personaggio come la Jervolino, l’uso di un epiteto come “scema” indica semmai un linguaggio controllato e addirittura riguardoso.
Si prenda in considerazione l’ipotesi contraria: cosa si sarebbe pensato se dall’intercettazione fossero uscite dichiarazioni di stima nei confronti del sindaco? Chi mai non avrebbe pensato immediatamente che la persona che pronunciava quelle parole di apprezzamento nei confronti della Jervolino, non stesse mentendo proprio perché a conoscenza del fatto di essere ascoltata dai magistrati?
Tutta la questione delle intercettazioni si sta rivelando un grande diversivo e, non a caso, è diventata il tema mediatico che oggi Berlusconi sta cavalcando di più. La realtà, infatti, è che sino ad oggi non risultano casi in cui qualcuno abbia confessato telefonicamente i suoi crimini, proprio perché il rischio di essere ascoltati da estranei costituisce un’eventualità scontata per chiunque.
In realtà decenni di inchieste giudiziarie hanno fatto sì che gli amministratori locali si siano scaltriti e ben difficilmente lascino tracce delle loro malversazioni. Che uno come Ottaviano Del Turco sia stato incastrato lasciandosi beccare con le mani nel sacco, non è indicativo di un costume generale, ma solo del fatto che lo stesso Del Turco credeva che la sua fama di integrità lo potesse esimere dall’adottare le normali regole di cautela degli altri suoi colleghi.
La realtà è che oggi la magistratura napoletana sta agendo in base ad una mera presunzione di colpevolezza, che è certamente realistica, ma non trova il riscontro di dati documentali. Anche il “suicidio” dell’assessore Nugnes è stato archiviato in base ad una presunzione di colpevolezza: “se fosse stato innocente, non si sarebbe ucciso”. Ma perché dare per scontato che si tratti di un suicidio?
In effetti, se la vicenda di Nugnes fosse accaduta in Libia, a Cuba o in Zimbabwe, allora Amnesty International avrebbe già messo su a riguardo un dossier alto come una casa; ma Nugnes è stato suicidato in Italia, e quindi sono scattati i tipici meccanismi dell’ auto-indulgenza “occidentale”, che stabiliscono aprioristicamente che certe cose possono accadere sotto le “dittature”, ma non qui.
L’intervento della magistratura non può essere perciò considerato un atto dovuto in seguito a precise notizie di reato, ma costituisce un attacco alle giunte di Jervolino e Bassolino, per spingerle a dimettersi. Queste pressioni non provengono solo dalla destra, ma anche dai partiti del centro-sinistra: Veltroni ha sposato - come era prevedibile- la causa dei giudici, ma anche il segretario del PRC Ferrero si è pronunciato per un “azzeramento” delle giunte di centro-sinistra.
Gli intenti di Veltroni e Ferrero appaiono troppo nobili per essere credibili, tanto che viene il sospetto che anche loro siano stati costretti a subire delle pressioni. In particolare, uno che fa il segretario di un partito che si dichiara comunista, avrebbe dovuto riflettere prima di accondiscendere a campagne pseudo-moralistiche di cui non sono chiari i moventi e gli esiti.
In Campania lo spazio lasciato all’amministrazione locale si è già quasi azzerato, poiché gran parte delle competenze è stata attribuita a “commissari” di vario tipo: commissariato all’emergenza rifiuti, commissariato all’emergenza traffico, ecc.
Le amministrazioni locali saranno malsane e corrotte finché si vuole, ma hanno dei limiti legali precisi, cioè cose che la legge non gli consente di toccare. Le giunte comunali precedenti hanno potuto privatizzare l’azienda municipalizzata dell’acquedotto napoletano, per cui la vecchia AMAN è divenuta l’attuale ARIN, con la conseguenza che il gigantesco patrimonio immobiliare della vecchia municipalizzata è passato senza colpo ferire in mani private (non ci risultano inchieste giudiziarie a riguardo; anzi ci sono mai state inchieste giudiziarie sulle privatizzazioni?).
D’altra parte le giunte comunali non hanno potuto sinora toccare il patrimonio immobiliare più grande di tutti, cioè quello dello stesso Comune: un patrimonio sterminato, di valore incalcolabile. Ciò non per cattiva volontà, ma perché la normativa attuale non lo consentirebbe. Ma un ulteriore commissariamento governativo delle attività dell’amministrazione napoletana creerebbe facilmente i varchi legali per attuare questo proposito.
Mentre il governatore Bassolino è presentato, giustamente, dalla stampa come un criminale, il commissario all’emergenza rifiuti, Bertolaso, è celebrato dalla stessa stampa come un eroe, il che induce logicamente a ritenere che il criminale più pericoloso sia proprio lui; come confermano anche tutti i misteri che girano attorno al business delle discariche campane. Tutto fa pensare che l’inchiesta della magistratura sia stata sollecitata dai soliti potentati affaristici per consentire l’arrivo a Napoli di un altro Salvatore della città.
La magistratura interpreta la parte del Giovanni Battista che prepara la strada ad un nuovo messia, quindi per questo Natale altri saccheggi del territorio e del patrimonio pubblico sono già in vista.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (10)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (32)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


19/03/2024 @ 05:44:18
script eseguito in 106 ms