"
"Il denaro gode di una sorta di privilegio morale che lo esenta dalla corvée delle legittimazioni e delle giustificazioni, mentre ogni altra motivazione non venale comporta il diritto/dovere di intasare la comunicazione con i propri dubbi e le proprie angosce esistenziali. Ma il denaro possiede anche un enorme potere illusionistico, per il quale a volte si crede di sostenere delle idee e delle istituzioni, mentre in realtà si sta seguendo il denaro che le foraggia."

Comidad (2013)
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 22/06/2017 @ 00:55:34, in Commentario 2017, linkato 2868 volte)
La settimana scorsa è morto Helmut Kohl, l’ex cancelliere tedesco salutato come il padre dell’attuale Unione Europea. Nelle celebrazioni si sono messe da parte le modalità della fine politica di Kohl, segnata nel 1999 da un mega-scandalo per finanziamenti illegali al suo partito. Si trattava di un giro di tangenti legato ad affari di vendita di armi alla solita Arabia Saudita.
Pochi giorni fa Pierluigi Bersani ancora osava indicare come un modello i partiti tedeschi, secondo lui “interamente” finanziati dallo Stato e quindi abilitati a selezionare una vera classe dirigente. In realtà in democrazia è diventato impossibile fare distinzione tra la politica ed i suoi flussi di finanziamento, nei quali i fondi pubblici rivestono un ruolo marginale. E la situazione, dai tempi di Kohl, si è persino aggravata, dato che è aumentata la mobilità internazionale dei capitali. Se la forza delle cose ha un peso, è evidente che ricevere finanziamenti da questo o da quello condiziona e restringe i margini di manovra, specialmente se il denaro arriva da tangenti su operazioni di import-export, cioè di mobilità dei capitali.
Il denaro non è solo un movente ma una condizione esistenziale e rappresenta un percorso già tracciato per qualsiasi organizzazione complessa. Per questo motivo alcuni commentatori italiani guardano come ad un paradiso perduto i tempi in cui i nostri partiti erano finanziati principalmente dall’ENI.
Più aumenta la mobilità dei capitali, più questa riesce a farsi dare per scontata come un dato di natura, quindi diventa sempre meno percepibile dal pensiero e dal linguaggio, che tendono a rifugiarsi in categorie astratte e fumose. Il “Financial Times” ci spiega come funziona la “idraulica” della mobilità dei capitali: i capitali affluiscono dalle aree finanziariamente forti verso Paesi più deboli, alimentano bolle speculative e, quando le bolle scoppiano, i capitali defluiscono verso i sicuri lidi di partenza, lasciando la politica del Paese così destabilizzato a parlare di risanamento dei conti e di corruzione, cioè di nulla.

Categoria del tutto astratta è la “politica”, ma anche la “scienza”. La recente polemica sui vaccini ha visto molti commentatori ufficiali attestarsi sullo slogan: “io scienza, tu complottista”; una banalità al cui confronto “io Tarzan, tu Jane” sembra un dialogo platonico. È ovvio infatti che non si può più parlare di “scienza” come se fossimo ancora ai tempi di Robert Koch, che ai suoi inizi attuava le sue ricerche batteriologiche a casa propria e a proprie spese, quindi poteva elaborare il suo metodo senza un condizionamento esterno.
Dai tempi di Koch persino il termine “denaro” ha modificato il suo senso. Non si può concepire l’attuale rapporto col denaro nei termini di un Arpagone o di un papà Grandet, cioè come un oggetto del desiderio percepito chiaramente come altro da sé. Non è un problema ontologico ma di velocità di circolazione dei capitali.
Nel basso medioevo le lettere di cambio aumentarono enormemente la velocità di circolazione dei capitali, ma viaggiavano comunque alla stessa velocità di un essere umano. In epoca di comunicazioni telematiche uno spostamento di capitali è avvenuto ed ha già realizzato i suoi effetti a catena prima ancora che si sia in grado di percepirlo. Oggi il movimento di capitali è più veloce del pensiero e della possibilità di percepirsi rispetto ad un contesto che cambia in base ai flussi di capitale. Pensare ai soldi è roba persino desueta, dato che oggi è il denaro a pensare al posto tuo. L’orrore quasi religioso che molti provano per i cosiddetti “complottisti” (categoria ormai dilatata all’estremo, sino a comprendere qualsiasi timido critico dell’establishment) costituisce appunto il sintomo di questa rassegnata accettazione della condizione di inconsapevolezza.

Le case farmaceutiche intanto non hanno neppure il tempo di complottare, dato che queste sono società per azioni e nelle Borse i capitali rincorrono automaticamente le prospettive di business più remunerativo. I vaccini si producono in milioni di unità e si consumano (o scadono) in tempi brevi; anzi, devono essere pagati dalle autorità sanitarie persino se rimangono nei depositi, come si è constatato nel 2010. È sufficiente perciò la parola “vaccino” per gasare le Borse e far schizzare in alto i titoli di una casa farmaceutica. In queste condizioni come può esistere un’autorità sanitaria “indipendente” in grado di accertare da un lato ciò che è utile e dall’altro ciò che non lo è? Quale istituzione può essere oggi indipendente dal denaro?
A proposito di “vaccini”, vi è ormai un loro uso anche da parte degli “spin doctor” nella propaganda politica, dove si confezionano fake news da “debunkizzare” rapidamente in modo da prevenire e screditare eventuali notizie più fondate. Insomma, l’opinione pubblica viene “vaccinata” contro le notizie pericolose riguardanti qualche candidato. È capitato con Macron, nei confronti del quale si è costruita una falsa notizia circa finanziamenti per la sua campagna elettorale provenienti dalla solita Arabia Saudita. La pronta smentita ha messo in ombra il dato oggettivo che lo stesso Macron, come ministro, fosse casualmente al centro di tutti gli affari di vendita di armi francesi a Riad.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 15/06/2017 @ 02:14:59, in Commentario 2017, linkato 2683 volte)
La milizia iraniana dei Pasdaran ha attribuito i recenti attentati di Teheran ad un complotto americo-saudita, tesi che ha trovato qualche sostegno anche tra i timidi commentatori nostrani, i quali hanno convenuto sul fatto che vi sia un tentativo di destabilizzazione dell’Iran. La destabilizzazione a tutto campo operata oggi dall’Arabia Saudita ha determinato per l’Iran anche uno spazio di nuove opportunità. C’è infatti da considerare che una potenza sciita come l’Iran è riuscita ad inserirsi brillantemente nell’attuale crisi che investe i rapporti nel mondo arabo sunnita, cioè tra Arabia Saudita, Egitto ed Emirati Arabi Uniti da una parte ed il Qatar dall’altra.
Anche la Turchia ha preso le parti del Qatar, ed era prevedibile dato che il piccolo emirato di Doha possiede gran parte del sistema bancario turco ed ha regolarmente finanziato le campagne elettorali di Erdogan. Ma in questi giorni sono soprattutto gli aiuti iraniani a consentire al Qatar di sopravvivere all’assedio allestito dall’Arabia Saudita e dai suoi alleati.
Già nel 2014 sembrava che dovesse scoppiare una crisi del genere nei rapporti tra i Sauditi ed il Qatar. Allora però la petro-monarchia di Riad non aveva ancora ricevuto (o, per meglio dire, non aveva ancora pagato) l’investitura statunitense che CialTrump ha elargito ai Sauditi durante la sua recente visita, perciò Riad dovette accontentarsi di una soluzione fittizia, cioè di vaghe promesse e malfermi impegni di Doha, come non attaccare più il regime militare egiziano dall’emittente Al Jazeera (di proprietà dell’emiro del Qatar) e di non sostenere più i Fratelli Musulmani.
Il contenzioso del 2014 era infatti lo stesso di adesso, cioè l’appoggio finanziario che il Qatar assicura ai Fratelli Musulmani. Proprio grazie a questo appoggio i Fratelli Musulmani avevano stravinto le elezioni in Egitto dopo la “Primavera Araba”, per essere poi rimossi in malo modo da un colpo di Stato militare.
L’Arabia Saudita accusa il Qatar di finanziare il “terrorismo”. In realtà i principali finanziamenti ai gruppi jihadisti provengono proprio dall’Arabia Saudita e solo in seconda battuta dal Qatar. Quando i Sauditi parlano di “terroristi” si riferiscono in effetti ai Fratelli Musulmani, che sono stati messi fuori legge in Arabia Saudita; e non per gli attentati, ma perché sarebbero i prevedibili vincitori di eventuali “libere elezioni”. Il Qatar ha infatti scoperto il recondito segreto del successo elettorale: il denaro. Il risultato elettorale va ad ufficializzare un potere reale e questo si misura in base alla capacità di spesa.

In Italia è appena fallito l’ultimo tentativo di varare una legge elettorale confezionata su misura delle esigenze del Genio di Rignano e del Buffone di Arcore. Si allontana perciò la prospettiva di elezioni anticipate, ma un risultato comunque c’è stato: l’ennesima figuraccia del Movimento Cinque Stelle, fattosi irretire in un’assurda trattativa che ha alimentato nei suoi confronti il sospetto di opportunismo. Non si tratta di scandalizzarsi, dato che normalmente nelle relazioni umane la slealtà è il criterio fondamentale, perciò le regole “buone” sono quelle che ti fanno vincere e, all’occorrenza, possono cambiare anche a partita iniziata; ciò vale per i politici, ma anche i presidi durante i consigli i classe per gli scrutini.
Ma la vera questione sta nell’inadeguatezza di questi patetici tentativi di ritagliarsi sistemi elettorali in base alle proprie esigenze; un’inadeguatezza che evidenzia lo storico spiazzamento che ormai subisce in Italia il ceto politico; un ceto politico che non gestisce più il vero ed unico sistema elettorale che funzioni, cioè il denaro. Sino al 1992 il sistema italiano dei partiti controllava quasi il 100% del sistema bancario ed un 60% dell’industria. Ancora alla metà degli anni ’90 l’IRI costituiva uno dei maggiori gruppi industriali europei.

Il Trattato di Maastricht, ed il conseguente colpo di Stato di “Mani Pulite” ha spazzato via nel corso degli anni ‘90 quella gestione politica dell’economia e della finanza. Esistono ancora forme occulte di finanziamento dei partiti, come l’insider trading da parte di aziende come ENI, ENEL e Finmeccanica che preavvertono i loro amici politici di operazioni di Borsa al rialzo o al ribasso facendo realizzare enormi guadagni con compravendita di azioni. Ma si tratta di risvolti in una tendenza che vede comunque i politici confinati al ruolo di lobbisti o speculatori di secondo rango, che non gestiscono più abbastanza denaro da avere una capacità di mobilitazione elettorale. Il voto di opinione rappresenta la parte meno rilevante dell’elettorato ed è sempre il voto organizzato a risultare determinante. E “organizzazione” la si può considerare tranquillamente un sinonimo di denaro.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (10)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (32)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


19/03/2024 @ 08:38:49
script eseguito in 127 ms