"
"La privatizzazione è un saccheggio delle risorse pubbliche, ma deve essere fatta passare come un salvataggio dell’economia, e i rapinati devono essere messi nello stato d’animo dei profughi a cui è stato offerto il conforto di una zuppa calda. Spesso la psico-guerra induce nelle vittime persino il timore di difendersi, come se per essere degni di resistere al rapinatore fosse necessario poter vantare una sorta di perfezione morale."

Comidad (2009)
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 22/05/2014 @ 00:04:10, in Commentario 2014, linkato 2319 volte)
Circa un mese fa il settimanale britannico "The Economist" dedicava un articolo piuttosto istruttivo alla situazione ucraina. Il sottotitolo dell'articolo è centrato su un semplice concetto: il costo per fermare Putin adesso è alto, ma se l'Occidente non fa nulla, in futuro sarà ancora più alto. L'articolo non allude a soluzioni militari, ma all'uso di sanzioni economiche, sia commerciali che finanziarie, contro la Russia.
Le argomentazioni dell'articolo sono abbastanza scontate, e si rifanno al consueto criterio dei due pesi e due misure. Si recrimina, ad esempio, sul fatto che Putin abbia mancato di parola nei confronti dell'Ucraina, ma non si fa autocritica sulla mancata promessa occidentale di non espandere ulteriormente i confini della NATO verso Est. E ancora: l'articolo esprime scetticismo sulla pretesa russa di non aver influenzato i risultati dei referendum separatisti; come se manipolare un referendum fosse più grave che organizzare un colpo di Stato in piena regola, come ha fatto la NATO a Kiev.
Ma non sono questi gli aspetti interessanti dell'articolo, che si fa notare invece per la posa di lungimirante saggezza che cerca di ostentare. L'impressione che si vuole suscitare nei lettori è di aver trovato finalmente dei capitalisti che non guardano solo all'interesse immediato, ma che sanno porsi strategicamente nei confronti dei problemi globali. Il parassitismo delle lobby private però non è soltanto economico e finanziario, ma anche ideologico. Le lobby tendono a fagocitare gli schemi di analisi e le aspettative persino degli oppositori, strumentalizzando i loro eccessi di spiegazione, e usandoli per simulare nella propaganda una sorta di "respiro strategico" delle proprie scelte. Ma l'imperialismo non è una "politica", bensì un intreccio di affari.
Si sarebbe potuto persino cascare nella retorica di "The Economist" su Putin, se non si sapesse già che le sanzioni economiche costituiscono un business, ovviamente non per chi le subisce, ma per coloro che possono offrire il servizio di aggirarle. Se la guerra è la madre di tutti gli affari, le sanzioni ne sono almeno le zie. Un Paese colpito dalle sanzioni "occidentali" può infatti continuare tranquillamente a fare i suoi affari, ma ovviamente versando una più che congrua tangente alle banche "occidentali".
La lista degli istituti di credito esperti in riciclaggio che hanno operato per aggirare le sanzioni finanziarie e commerciali nei confronti dell'Iran, è praticamente infinita. Nel 2012 anche la banca italiana Unicredit è finita sotto inchiesta negli USA, ma c'erano in ballo soprattutto multinazionali bancarie del peso di JP Morgan o della Royal Bank of Scotland. Queste inchieste governative USA ovviamente finiscono a tarallucci e vino, con qualche centinaio di milioni di dollari di multa a fronte di miliardi di profitti.
Tutto questo accade con un Paese di medio livello come l'Iran, ma se delle gravi sanzioni finanziarie e commerciali colpissero un Paese delle dimensioni della Russia, il business del riciclaggio schizzerebbe alle stelle. Non sorprende dunque di ritrovare nella lobby delle sanzioni alla Russia anche il finanziere George Soros, il quale espone le sue tesi a riguardo in un'intervista ad un corrispondente del settimanale tedesco "Der Spiegel". L'intervista fa parte di un libro in cui Soros dispensa le sue consuete perle di saggezza sui problemi mondiali.
Come la saggezza di "The Economist", anche quella di Soros appare fin troppo sospetta. L'insano vegliardo della finanza globale ha svolto nei decenni passati un ruolo decisivo nella destabilizzazione dell'Ucraina. Oggi Soros si pone sul versante del "sanzionismo moderato ed oculato", ed appare preoccupato di offrire confortevoli sponde a quegli oligarchi russi che hanno rotto ogni legame di lealtà con il proprio territorio, depositando i propri soldi in Svizzera e mandando i propri figli a studiare all'estero. I riferimenti agli "oligarchi" russi - cioè agli affaristi di Gazprom e dintorni -, ed al modo di pensare di questi affaristi, costituiscono l'unico accenno di verità dell'intervista di Soros; e c'è da supporre che da un momento all'altro potrebbe anche verificarsi una dura resa dei conti tra Gazprom e le forze armate russe, un'eventualità che avrebbe come primo effetto di far saltare il ruolo di mediazione di Putin.
Per quanto possa apparire assurdo, ci sono davvero in giro quelli che ascoltano Soros come se questi fosse un finanziere "illuminato", anche mentre le sue parole fanno chiaramente intendere che il suo unico pensiero va a quanto potrebbe lucrare sull'esportazione e sul riciclaggio dei capitali degli oligarchi russi.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 22/05/2014 @ 14:20:59, in Commenti Flash, linkato 1332 volte)
Il gruppo islamista nigeriano Boko Haram (tradotto: "l’educazione occidentale è sacrilega!!!") manda in giro dei video della cui autenticità non si può assolutamente dubitare. Infatti i protagonisti vi appaiono di una tale folle crudeltà da sembrare i personaggi di quei film americani sulla folle crudeltà islamista. Forse sono proprio gli attori di quei film.
Sembra che il gruppo islamista Boko Haram sia così cattivo, ma così cattivo, da spingere a dissociarsi persino Al Qaeda, che da oggi avvia una politica di sobrietà e di rigore, che consentirà finalmente alla CIA di non doversi più vergognare di collaborare con lei.
L’ignobile rapimento delle duecentocinquanta liceali nigeriane ha suscitato un’ondata di sdegno che ha toccato il mondo intero. "Ridateci le nostre ragazze" campeggiava sui cartelli di manifestanti e leader mondiali. Tenendo conto che la tratta delle schiave nigeriane ha portato finora in Europa più di cinquantamila ragazze, gli infami di Boko Haram potrebbero anche rispondere: "Ma come? Cinquantamila ancora non vi bastano?"
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (40)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenętre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


16/10/2024 @ 03:19:07
script eseguito in 57 ms