"
"L'elettoralismo risulta così euforizzante perché è una forma di pornografia, attiene cioè al desiderio puro, magari con quella dose di squallore che serve a conferire un alone di realismo alla rappresentazione. Ma i desideri, i programmi e le promesse elettorali non sono la realtà, che è invece scandita dalle emergenze. L'emergenza determina un fatto compiuto che azzera ogni impegno precedente, ed a cui ogni altra istanza va sacrificata, come ad un Moloc. Carl Schmitt diceva che è sovrano chi può decidere sullo stato di eccezione. Ma nella democrazia occidentale vige uno stato di emergenza cronica, cioè uno stato di eccezione permanente, l'eccezione diventa la regola."

Comidad
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 11/02/2021 @ 00:04:49, in Commentario 2021, linkato 5980 volte)
Oggi, qualunque discorso si faccia, occorre premettere una sorta di professione di fede nei “valori” ufficiali, allontanando da sé il sospetto di far parte di qualche setta di eccentrici, quindi bisogna dichiarare preventivamente: io non sono no-vax, io non sono negazionista, io non sono complottista, io non sono terrapiattista. Si tratta di un approccio ingenuo e un po’ patetico alla comunicazione, come se vivessimo in un mondo di interlocutori alla pari, nel quale il problema fosse solo quello di capirsi a vicenda. Il mondo reale ovviamente non funziona così.
La gerarchia è un rapporto sociale squilibrato, il che comporta anche uno squilibrio comunicativo, perciò gli argomenti e i ruoli della comunicazione sono già predeterminati e non è previsto che si possa dire qualcosa di diverso. La comunicazione ufficiale, il mainstream, rivendica inoltre il privilegio di contraddirsi. Spostando l'attenzione sulla falsa minaccia no-vax, si distrae dai paradossi della campagna vaccinale, presentata come soluzione dell’emergenza Covid. Secondo i dati del sito del governo, si considera un successo aver vaccinato circa un milione di persone in un mese. A questo ritmo, impegnando allo spasimo il personale sanitario, occorrerebbero quaranta mesi, più di tre anni, per vaccinare i due terzi della popolazione italiana. E nel frattempo che si fa?
Tra le premesse del discorso diventate d'obbligo, ora c’è anche quella di non aver mai criticato Mario Draghi, il presunto salvatore dell'Europa, giunto adesso a salvare l'Italia. Il problema è che è proprio Draghi a porsi in posizioni un po’ critiche. Il “Salvatore” di professione fa parte del famoso Gruppo dei Trenta, considerato da alcuni una delle sedi dei complotti mondiali. n un loro documento i Trenta ci fanno sapere che esistono moltissime imprese che ormai vivono di soli aiuti, per cui queste andrebbero lasciate morire per aiutare invece quelle più competitive. Se si tratta però di aiutare delle imprese piuttosto che delle altre, vuol dire che tutte le imprese sono assistite, per cui non si capisce il criterio per cui si fanno figli e figliastri. Ci voleva il “complotto”, o il trust dei cervelli, per dire che si aiutano solo gli amici e gli amici degli amici? Ma non è quello che si è sempre fatto?
Sul Draghi “creativo” e salvatore dell'Europa, c’è anche da rilevare che il Quantitative Easing era stato lanciato dalla Federal Reserve, la banca centrale statunitense, sin dal 2009, perciò il grande Mario non ha fatto altro che adeguarsi al vento che soffiava da oltre Atlantico. L’europeismo è un intrico di affarismo, di lobbying, di velleità colonialiste ed autocolonialiste; ma l'elemento decisivo a cui l’Unione Europea e l'euro devono la loro esistenza e la loro sopravvivenza, è quello degli interessi della NATO.

La narrativa sul Draghi che avrebbe sgominato le resistenze tedesche, non tiene poi in alcun conto i meccanismi comunicativi della gerarchia, per cui il superiore spaccia la difesa dei propri interessi come concessione agli interessi degli inferiori. Il Quantitative Easing ha fatto comodo soprattutto alla Germania, ma il vittimismo del potente lo ha fatto passare come qualcosa che gli era stato estorto dai parassiti del Sud.
Che Draghi possieda notevoli abilità comunicative e relazionali, non c’è dubbio; ma, quanto alle scelte, Draghi è stato solo una rotella dell'ingranaggio. Le incongruenze del mito di Draghi non finiscono qui. Proprio lui ha detto nel 2013 che l'avvicendarsi dei governi è irrilevante, perché tanto è stato inserito il “pilota automatico”. Ma se c’è il “pilota automatico”, non bastava come Presidente del Consiglio un Conte qualsiasi?
Tra l'altro, in Italia i poteri effettivi di un Presidente del Consiglio sono quelli di un passacarte. La nostra Costituzione, la “più bella del mondo”, considerava il sistema dei partiti un dato scontato, come l'aria che si respira. Il sistema dei partiti invece si è dissolto nel 1992; perciò con Napolitano, ed ora con Mattarella, abbiamo scoperto che l'Italia, senza più i partiti padroni dell’economia e delle banche, è, a norma di Costituzione, una repubblica presidenziale, dove il Capo dello Stato fa il bello e il cattivo tempo. Draghi avrebbe dovuto essere il prossimo Presidente della Repubblica; ma uno o due anni di brutte figure al governo non rischiano di bruciarne la candidatura? Non è che sia proprio questo l'intento di Mattarella, o di chi lo ha imbeccato?

Ci si dice poi che Draghi sarebbe calato dal suo Olimpo per scrivere quel Recovery Plan che il governo precedente non era stato capace di fare. Ma proprio uno dei profeti del Draghi “premier”, Carlo Calenda, ci aveva fatto sapere che i sussidi effettivi del Recovery Fund ammonterebbero a venticinque miliardi, per di più dilazionati negli anni. Persino i prestiti agevolati del Recovery Fund sarebbero condizionati da innumerevoli condizionalità vessatorie.
In pratica parlare di Recovery Fund è come parlare di nulla, o quasi. Fatta questa osservazione poi, con tipica schizofrenia comunicativa, Calenda se la prende con l'inefficienza e l'incompetenza dei nostri governanti. Ma l'inefficienza e l'incompetenza sono solo dati secondari rispetto al dato principale, e cioè che il Recovery Fund (o Recovery Fun?), è solo una delle tante fiabe della propaganda europeista.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 18/02/2021 @ 00:14:59, in Commentario 2021, linkato 5838 volte)
La presidenza Biden è ancora nella fase dell’idillio con gli apparati e con i media. Non ci sarebbe però da stupirsi se, di qui a poco, i conflitti istituzionali si riaccendessero e Joe Biden venisse chiamato a rendere conto di ogni soldo rubato e di ogni fondoschiena palpeggiato, magari anche per fatti di trenta o cinquanta anni fa.
Al contrario di ciò che ci propina il mainstream, le narrazioni cospirative alla Qanon nascono come strumento di comunicazione per i conflitti interni al potere, ed hanno un effetto propagandistico a doppio taglio, cioè efficace per due diverse categorie di pubblico. Le menti “rozze e primitive”, anche se non danno retta ai dettagli più caricaturali della narrazione, sono comunque indotte a pensare che lassù si stia svolgendo un’epica lotta tra un potere trasparente e “buono” (Trump) ed un altro potere subdolo e cattivo (il “Deep State”). Si tratta di una rappresentazione a parti invertite rispetto a quella dei media mainstream, nella quale Trump è il “cattivo” e la cospirazione la fanno i “troll” russi.
Purtroppo però sono le menti “colte e raffinate” quelle più esposte al pericolo, poiché, pur di screditare le narrazioni complottistiche, arrivano a liquidare qualsiasi teoria del conflitto. L'atteggiamento di superiorità intellettuale gioca brutti scherzi e comporta forme di ingenuità anche peggiori di quelle attribuite ai “rozzi”. Si è arrivati infatti a considerare le teorie cospirative come una vera e propria emergenza politico-sociale; tutto ciò ovviamente partendo dalla falsa premessa mainstream secondo cui il complottismo sarebbe un fenomeno irrazionale in cui si esprimerebbe lo scontento popolare. In un colpo solo si vanno perciò ad avallare due mantra della dogmatica oligarchica: l’emergenzialismo, che giustifica qualsiasi abuso di potere; ed il fantasma del “populismo”, questa presunta pretesa del popolaccio ignorante di non lasciar fare alle sedicenti élite.
Il fondatore della scienza delle pubbliche relazioni, l'austriaco Edward Bernays, sosteneva che la base di una propaganda efficace sta nel rendere incerta la fonte di un certo messaggio, in modo da creare un'illusione di spontaneità. Il libro di Bernays “Propaganda”, del 1928, è il testo di riferimento degli attuali “spin doctor”. Bernays ebbe l’astuzia di presentare le sue teorie sulla manipolazione dell’opinione pubblica anch’esse in chiave manipolativa, quindi le avvolse in un’atmosfera di cospirazione. In realtà il “false flag”, l’attribuire ad un altro una cosa che stai facendo tu, è un trucco elementare che usano persino i ragazzini per farsi gli scherzi. L’efficacia del “false flag” quindi sta tutta nei pregiudizi di chi riceve il messaggio. Sono i tuoi pregiudizi elitari (in definitiva, razziali) che ti portano a credere che QAnon sia davvero un fenomeno popolare. Non c’è da stupirsi del fatto che anche gli animabellisti siano affetti da pregiudizi elitari e razziali, poiché il razzismo è un corollario dello stesso umanesimo, cioè dell’idealizzazione dell’Uomo: dato che l’umanità reale con cui abbiamo a che fare, non è mai questo granché, tendiamo allora a favoleggiare di un “altrove” in cui abitino esseri umani all’altezza dell’ideale.   

Non si tratta di mitizzare il popolo, semmai di farsi venire qualche piccolo dubbio sulla effettiva lucidità e razionalità delle sedicenti élite. A rendere del tutto superflui i complotti c’è il fatto che i poteri sono come ingranaggi automatici che funzionano sempre allo stesso modo, perciò le vere variabili dipendono solo dai rapporti di forza. Sono appunto i rapporti di forza ad essersi gravemente squilibrati negli ultimi decenni.
Nel corso del ’900 lo spazio istituzionale statunitense è stato occupato da nuovi soggetti: prima la Federal Reserve, poi il FBI, la CIA, la NSA e il Pentagono. Negli anni ’60 il Segretario alla Difesa, Robert McNamara, trasformò il Pentagono in un vero e proprio ministero delle Partecipazioni Statali, il più grande erogatore di appalti pubblici del mondo, non solo per la costruzione di armamenti ma anche per i progetti di ricerca tecnologica. Dagli anni ’70 la National Security Agency ha avuto un'evoluzione analoga e, insieme col Pentagono, è la padrona di Silicon Valley. La trasversalità tra pubblico e privato viene rappresentata plasticamente dal fenomeno della ”porta girevole”, per cui i funzionari pubblici vanno a occupare posti ben remunerati nelle aziende, come Amazon, che essi stessi hanno contribuito a creare o a valorizzare. Il mito secondo cui le multinazionali sarebbero società private in grado di dominare gli Stati, non tiene conto del fatto che “pubblico” e “privato” sono etichette di comodo per le stesse identiche lobby. Forse c’è stato un tempo in cui il ”pubblico” ha rappresentato un fattore di moderazione dell'oppressione di classe. Oggi certamente non è più così, perciò è il caso di cominciare a demolire la falsa alternativa pubblico/privato.

Dal 2009 la Federal Reserve, la banca centrale statunitense, ha avviato il Quantitative Easing, un'inondazione di denaro creato dal nulla  che va ad alimentare l’acquisto di titoli pubblici e privati. Le forme estreme raggiunte dall’emergenza Covid sarebbero state inconcepibili in epoche precedenti, quando non c’erano la digitalizzazione ed il Quantitative Easing; quest’ultimo sta consentendo una crescita esponenziale dell’indebitamento degli Stati, ed anche spettacolari performance di Borsa in un periodo di forte caduta della domanda e del PIL.
Nel sistema tradizionale statunitense il Congresso teneva in mano la cassa e il Presidente gestiva la politica estera; mentre oggi sono entrambi nelle condizioni del dottor Frankenstein, cioè devono fare i conti con “creature” che sono diventate molto più forti di loro. La cialtroneria e il velleitarismo inconcludente del personaggio Trump hanno reso possibile una narrazione mediatica dello scontro tra poteri molto “personalizzata”, cioè legata alle patologie individuali dell'ex presidente. Il nuovo presidente Biden si presenta ora con un basso profilo e cerca di compiacere e rassicurare gli apparati sul fatto che non cercherà uno scontro con essi. Ma le volontà personali hanno un valore molto relativo, poiché il conflitto tra poteri, l'invasione dei rispettivi territori di competenza, è intrinseca alla stessa struttura del potere. Una volta umiliato il presidente Trump, occorrerà ribadire che era proprio l’istituzione presidenziale in quanto tale ad essere bersagliata e screditata. La narrazione dell’epica lotta tra i poteri buoni e i poteri cattivi riserva probabilmente molte altre puntate ma anche poche vere sorprese.
Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (40)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


16/10/2024 @ 03:22:43
script eseguito in 49 ms