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"La distruzione di ogni potere politico è il primo dovere del proletariato. Ogni organizzazione di un potere politico cosiddetto provvisorio e rivoluzionario per portare questa distruzione non può essere che un inganno ulteriore e sarebbe per il proletariato altrettanto pericoloso quanto tutti i governi esistenti oggi."

Congresso Antiautoritario Internazionale di Saint Imier, 1872
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 29/05/2008 @ 09:00:40, in Commentario 2008, linkato 1495 volte)
A Napoli la cosiddetta rivolta di Chiaiano ha ricalcato il copione già visto con la “rivolta” di Pianura il gennaio ultimo scorso: la polizia da una parte lascia scorazzare a piacimento le sue bande di provocatori di professione, e dall’altra carica sadicamente inermi cittadini che manifestano in modo pacifico. Il copione è lo stesso, ma il copyright è sempre quello del G-8 di Genova e del suo autore, Gianni De Gennaro.
Nel frattempo è ritornata all’attenzione la questione dei rifiuti tossici scaricati illegalmente sul territorio campano. La versione dei fatti accettata anche dai movimenti di opposizione è quella formalizzata a suo tempo da Roberto Saviano e Milena Gabanelli: la camorra - in particolare la novella Spectre, cioè il mitico Clan dei Casalesi - avrebbe organizzato la discarica abusiva di rifiuti tossici provenienti dalle industrie del Nord-Italia. Anche l’uscita dell’atteso film tratto dal libro di Saviano ha contribuito parecchio a rilanciare questa tesi, trattata in uno degli episodi. Nella versione cinematografica la suggestione delle immagini, un regista abile ed un attore fenomenale - che rende con toni realistici un personaggio luciferino -, ottengono l’effetto di impedire di accorgersi delle crepe evidenti nei sofismi proposti dalla pur insinuante scrittura di Saviano.
Come mistificazione, “Gomorra” ha il suo precedente in “Fronte del porto” (“On the waterfront”, 1954), un film di Elia Kazan, tratto anch’esso da un racconto e da una serie di reportage giornalistici, che fu a suo tempo oggetto di un’accurata analisi demistificatoria da parte di Roland Barthes. Anche in “Fronte del porto”, l’illegalità veniva descritta come un nemico interno ai lavoratori, una sorta di malattia dello spirito; e, infatti, in “Gomorra”, il sistema camorristico è tratteggiato come un’entità metafisica, priva di precise radici, perciò le sole spiegazioni concrete che vengono suggerite sono quelle razzistiche ed autorazzistiche.
Quando occorre chiarire il motivo della strana impotenza dello Stato di fronte a questi fenomeni criminali, si ricorre a spiegazioni riduttive come corruzioni, complicità e, naturalmente, la spiegazione/madre: l’incompetenza. Coloro che pretendono di chiarire tutto ricorrendo all’argomento dell’incompetenza, dovrebbero essere i primi a dimostrare di parlare con competenza, ma si guardano bene dal farlo.
In uno Stato alcuni comportamenti illegali individuali e slegati possono sempre verificarsi, ma solo lo Stato è materialmente in grado di organizzare un’illegalità di massa. Qui non si tratta di supporre oscure trame, al contrario: la demistificazione è un’arte dell’ovvio. Se si domanda che fine fanno i rifiuti prodotti dalle basi militari, la risposta sarà, ovviamente, che è un segreto militare. Ciò è comprensibile, poiché anche noi, quando depositiamo un sacchetto dell’immondizia, stiamo lasciando a disposizione una specie di autobiografia. Dai nostri rifiuti, si può sapere infatti quasi tutto dei nostri gusti e delle nostre abitudini. Allo stesso modo, dai rifiuti prodotti da una base militare si può risalire ad ogni sua attività.
Se i rifiuti di una base militare costituiscono un segreto militare, allora lo scarico dei rifiuti non può che essere sotto controllo militare, e più sono le basi militari, più questo controllo sarà capillare.
Come nasce, ad esempio, una discarica abusiva?
Vi sono rifiuti di origine militare che, per motivi di particolare segretezza, non possono essere smaltiti nelle discariche legali, allora si reclutano dei criminali comuni per svolgere insieme questo lavoro sporco. Una discarica abusiva è anche un enorme affare, un racket, attraverso il quale, la criminalità può essere finanziata e organizzata per altri lavori sporchi utili alle forze armate. L’intreccio tra militarismo e affarismo è quindi un dato oggettivo, non dovuto a corruzione dei singoli, ma che risulta dalle stesse procedure che si devono applicare.
È difficile stabilire se nasca prima l’uovo o la gallina, se sia il militarismo a determinare l’affarismo o se sia l’affarismo a incentivare il militarismo. Sta di fatto che esiste un complesso militare/affaristico/criminale che è motivato e giustificato dal segreto militare e che genera sempre nuova illegalità.
Nel momento in cui in Italia lo smaltimento dei rifiuti, da segreto militare che era, è addirittura divenuto per legge un segreto di Stato, si può capire quanti nuovi racket sorgeranno attorno ad ogni procedura segreta.
Da parte dei movimenti di opposizione, si tende ancora a suddividere l’intervento in tante fettine: l’antimilitarismo, l’antirazzismo, l’ambientalismo, mentre i vari problemi sono aspetti di un unico problema: il controllo militare/criminale del territorio. Da questa frammentazione dell’intervento di opposizione, nascono poi le soluzioni utopistiche che sembrano fatte apposta per favorire la propaganda ufficiale, per consentirle di dire: “Ragazzo, levati e lasciami lavorare”.
Mentre la drastica riduzione dei rifiuti - attraverso una riorganizzazione della produzione ed una raccolta differenziata porta a porta -, costituisce un obiettivo più che realistico, la parola d’ordine del “rifiuti zero” è una promessa che non sarebbe possibile mantenere, e quindi finisce per fornire alibi e giustificazioni al business militar/criminale dei rifiuti. La militarizzazione del territorio è la matrice della devastazione ambientale e dell’illegalità di massa, mentre il razzismo costituisce il messaggio con cui la guerra psicologica deve coprire tutto questo. Non c’è poi da stupirsi se la guerra psicologica ed il suo messaggio razzistico diventino anch’essi un business, come è dimostrato dagli incassi di “Gomorra”, sia libro che film.
Un film come “Gomorra” non ha solo una finalità di copertura, ma anche di rassicurazione per le popolazioni dell’Italia settentrionale, a cui viene lasciato credere che la questione dello scarico illegale dei rifiuti tossici riguardi solo l’Italia meridionale.
Con centotredici tra basi militari americane e NATO diffuse sul territorio ex-italiano, è del tutto irrealistico e illusorio pensare che il pericolo dello smaltimento illegale dei rifiuti tossici riguardi solo le regioni meridionali.
29 maggio 2008
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Di comidad (del 26/05/2008 @ 06:57:22, in Manuale del piccolo colonialista, linkato 1413 volte)
Speciale “Nigger” (1) : antologia del pensiero razzistico, discriminatorio e gerarchico.

NEGRO
“È un animale che mangia il più possibile e lavora il meno possibile”,
Benjamin FRANKLIN, citato in Gobineau, “Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane”, 1853-55.

“Il negro del Texas ha tutti gli istinti selvaggi del Cheroki senza possedere una sola delle sue virtù. Non rotto ancora al giogo della civiltà, comprende a stento il significato del codice morale, contratto sociale o legge della famiglia. Per lui l’industria domestica è una finzione, la famiglia un’iperbole. Moralmente si eleva appena al livello del Kiciapu, che lo supera di molto in intelligenza… Gli annali del crimine sono spaventosi in Texas; ma la parte più vasta e più cupa di questi appartiene ai Neri. L’intelligenza dell’Africano è fra le più ristrette. Mi è stato confermato che attualmente l’infanticidio è altrettanto comune nelle paludi negre che in una strada cinese o in una steppa tartara. Ecco la vera questione negra. Quelli che, penetrati da un pietoso zelo, hanno dato la libertà ai negri, non ne hanno forse, nella loro ignoranza delle leggi della natura, decretato il lento ma inesorabile sterminio? La natura ha dato al Bianco più intelligenza e forza, più genio inventivo, coraggio e perseveranza che al negro. […]
Hepwort DIXON, La Conquista bianca”, 1877.

“Per ora, è un bruto, non cattivo, è vero, ma fradicio di vizi. Quando lavora una settimana, si riposa la settimana successiva; mente per il piacere di mentire; ignora le leggi della dignità umana. Non si sposa, o quasi, e cambia donna come un animale. […]
Jules HURET, De New York à la Nouvelle Orléans, riportando le dichiarazioni del governatore della Lousiana, 1904.

ANCHE GLI OPERAI SONO NEGRI
“Vivere alla giornata, spendere tutto ciò che si guadagna, spesso anche con anticipi, tale è lo stile di vita più diffuso tra la popolazione operaia di Parigi. Quelli che, tra gli operai, hanno salari sufficientemente elevati perché in tre giorni di lavoro possano procurarsi di che vivere per tutta la settimana, passano di solito gli altri quattro giorni nell’ozio e nella dissipazione.
C.M.T. DUCHATEL, Della Carità, 1926.

“E concludo contro quel sofista di Proudhon che gli operai non hanno alcun bisogno di un tribuno per sostenere i loro interessi, perché non sono mai stati oppressi in Francia.”
A. FRANCON, Cause della grandezza e della decadenza dei Romani, 1867.

“È stato stabilito da lungo tempo, attraverso calcoli non contestabili, che i minatori di Anzin sarebbero i principali azionisti e padroni della miniera, che gli operai metallurgici del Creusot sarebbero i principali azionisti e padroni dello stabilimento, se solo avessero risparmiato per comprare dei titoli quello che hanno sperperato per intossicarsi.
Urbain GOHIER, Pour être sages, 1914.

SIAMO TUTTI NEGRI TRANNE…
Uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti, Benjamin Franklin, per sostenere che gli anglosassoni fossero “il nucleo principale del popolo puramente bianco” (“purely white people”), affermava che “Spagnoli, italiani, francesi, russi e svedesi generalmente tendono ad essere di colore vagamente scuro.”
Benjamin Franklin, Writings, Library of America, New York 1987, p.374.

MA SI RISCHIA DI ESSERE EBREI
“I fondatori della nazione inglese, anch’essi, discendevano dalle tribù perdute d’Israele, dato che Saxon è con ogni evidenza una corruzione di Isaac’s son, figlio d’Isacco.”
Citato in Pall Mall Gazette, 3 aprile 1984. “È l’ebreo che trasuda attraversi i pori dell’Inglese.” Louis MARTIN, L’Anglais est-il un Juif? 1896.

“L’Ebreo non crea, non produce, sfrutta. È il grande negoziante, il grande intermediario universale, come un tempo i Fenici che erano giudei, e gli Inglesi, moderni Fenici, che discendono forse dagli Ebrei”
Docteur CELTICUS , Le Diciannove Tare corporali per riconoscere un Ebreo, Librairie antisemite, 1903.
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


09/02/2025 @ 18:11:04
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