Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Chi, in questi giorni, si dovesse trovare a fare acquisti in uno dei negozi FNAC di Parigi, ne uscirebbe con una busta di plastica su cui campeggia un pugno chiuso dal significato inequivocabile. In effetti la FNAC, la catena multinazionale francese che distribuisce libri, cd, dvd e altri ninnoli tecnologici, si è davvero scatenata in occasione del quarantennale del Maggio. Un putiferio di libri sul '68, a favore e contro, per chi c'era e per chi se l'è perso (sic), ristampe di dischi dell'epoca, video e dibattiti in quantità industriali. L'anno del Maggio francese è diventato un vero e proprio contenitore mediatico in cui ognuno mette ciò che vuole. I fastosi depliant illustrativi della rassegna titolano: "68 court toujours", oppure "L'esprit de Mai est à la FNAC". Quindi lo spirito del Maggio sarebbe andato a finire alla FNAC. Il direttore della catena spiega che la FNAC stessa non sfuggì all'ondata di lotte e scioperi dell'epoca, e infatti venne più volte occupata dai lavoratori; quindi il direttore ritiene che la FNAC non possa esimersi dal commemorare ciò che ha vissuto direttamente. Visto che dopo quaranta anni i lavoratori della FNAC sono sempre più sfruttati e precarizzati, è qui evidente il tentativo di trasformare il '68 in un evento puramente mitologico, una narrazione funzionale ad un intrattenimento fine a se stesso, priva di qualsiasi aggancio con la realtà storica e sociale.
In una intervista per la presentazione del suo nuovo libro scritto insieme al figlio Raphaël: "Il Maggio 68 spiegato a Sarkozy", l'ex- "nouveau philosophe" André Gluksmann ci offre una chiave di lettura davvero originale. Gluksmann afferma che il movimento del '68 fu essenzialmente anticomunista e quindi non lo si può considerare concluso, visto che c'è ancora la Cina contro cui lottare. Insomma, ci sarebbe un '68 per ogni stagione e per ogni esigenza. Il filosofo racconta che il figlio - che sarà dotato delle stesse capacità intuitive del padre - non riusciva a capire il '68, nonostante le spiegazioni di cotanto genitore; ma quando si trovò ad assistere alla famosa rivoluzione (fasulla) in Ucraina, allora ebbe l'illuminazione e capì il vero spirito del '68.
La destra lo ascolterà?
Ma la cosa veramente grave è che questo nuovo slogan di guerra psicologica - il '68 anticomunista - troverà a sinistra sicuramente qualcuno disposto a prenderlo sul serio.
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