"
"Il capitalismo non è altro che il rubare ai poveri per dare ai ricchi, e lo scopo della guerra psicologica è quello di far passare il vampiro per un donatore di sangue; perciò il circondarsi di folle di bisognosi da accarezzare, può risultare utile ad alimentare la mistificazione."

Comidad (2009)
"
 
\\ Home Page : Archivio (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Di comidad (del 14/02/2008 @ 19:46:03, in Commentario 2008, linkato 1481 volte)

È significativo che sia la Slovenia a presiedere l'unione Europea nel periodo in cui occorrerà discutere dell'indipendenza del Kosovo, poiché risulta del tutto logico e coerente che sia la presidenza di uno Stato- fantoccio ad occuparsi della nascita di un altro Stato-fantoccio.

Per la precisione, la Slovenia possiede almeno una sua base etnica e linguistica per fare da pezza d'appoggio alla sua cosiddetta indipendenza, mentre il Kosovo nasce in tutto e per tutto come una creatura  artificiale della NATO. Il Kosovo è infatti un territorio tradizionale della Serbia che nel 1999 è stato strappato dalla NATO ai suoi originari abitanti in nome di una minoranza di immigrati che peraltro non è mai stata interpellata in quanto tale, ma solo tramite una rappresentanza composta da criminali comuni, a sua volta organizzata dalla stessa NATO. Dal punto di vista etnico, l'attuale Kosovo si configura dunque come un inutile doppione dell'Albania, cosa che ridicolizza le posizioni di coloro che quindici anni fa parlarono di "risveglio etnico" a proposito della destabilizzazione della Jugoslavia; una destabilizzazione operata in realtà dal colonialismo della Germania  e poi, soprattutto, degli Stati Uniti. Il nuovo Kosovo sarà inoltre uno Stato a maggioranza islamica, il che non preoccupa affatto la NATO, ciò ad ulteriore dimostrazione della inconsistenza e pretestuosità della propaganda sullo "scontro di civiltà" e sul "pericolo islamico".

La pletora di staterelli-fantoccio nati dalla ex Jugoslavia - Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Macedonia, ora il Kosovo - non ha altra risorsa economica che fare da base d'appoggio per le operazioni illegali delle multinazionali, di cui la NATO non è solo il braccio armato, ma anche una attiva e diretta centrale affaristica. Del Kosovo si tende oggi a parlare il meno possibile, poiché la sua stessa esistenza pone ormai domande e dubbi imbarazzanti che si preferisce rimuovere.

Il problema è che quella che Bush chiamava con disprezzo la "vecchia Europa", oggi deve confrontarsi con Stati nuovi membri  dell'Unione Europea che non sono dei semplici subordinati degli Stati Uniti- come del resto è anche la "vecchia Europa" - ma delle finzioni giuridiche che coprono veri e propri territori d'oltremare degli USA, come Portorico.

Non si tratta solo dei Paesi della ex Jugoslavia, ma anche di Stati una volta satelliti della Russia, come l'Ucraina, la Polonia, l'Ungheria, ecc. È inevitabile che una tale situazione di accerchiamento da parte degli Stati Uniti abbia anche riflessi interni per Paesi come la Francia, la Germania o l'Italia, particolarmente per questi ultimi due, che sono quelli che al loro interno hanno più basi NATO. L'unico Paese che non ha basi americane  sul suo territorio ed anche una sufficiente potenza militare per opporsi, la Francia, ha espresso come leadership il personaggio di Sarkozy, che sembra uscito da una farsa di Georges Feydeau.

Mentre negli  Stati Uniti si svolgono le cosiddette elezioni primarie, in Europa molti commentatori sembrano in attesa di un successore di Bush che possa mettere da parte gli aspetti più aggressivi ed "unilaterali" della politica di quest'ultimo. In realtà proprio la vicenda della Jugoslavia dimostra che l'attuale politica di Bush non è altro che la continuazione di quella di Clinton, che è stato colui che ha avviato una vera e propria espugnazione militare  del territorio europeo. C'è un'oggettiva continuità fra Clinton e Bush, che tutte le polemiche sul presunto "unilateralismo" di Bush non riescono a smentire.

Quella dell'unilateralismo è stata infatti un'apparenza che è rimasta circoscritta alla questione dell'aggressione all'Iraq, in cui gli USA hanno sì agito da soli, ma solo dopo che la Francia e la Germania avevano convinto Saddam Hussein a disarmare con la promessa di una revoca delle sanzioni economiche. A quel punto Francia e Germania non avevano altra scelta che dichiararsi ufficialmente in dissenso nei confronti di Bush, per non dichiarare sfacciatamente di avergli spianato la strada per l'occupazione dell'Iraq.

Quindi il colonialismo statunitense si è sempre avvalso, e continua ad avvalersi, della attiva collaborazione dei suoi colonizzati, in particolare di quelli europei. 

14 febbraio 2008

Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Di comidad (del 07/02/2008 @ 14:21:56, in Commentario 2008, linkato 1281 volte)

I giornali ci hanno informato della soddisfazione dei governi europei per il fatto che nelle ultime elezioni in Serbia, la vittoria sia andata al partito filo-occidentale favorevole all'ingresso nella UE. In realtà c'è da credere che dietro questa soddisfazione ufficiale, in gran parte del ceto politico europeo stia crescendo la preoccupazione per l'ambiguo atteggiamento della Russia in tutta la vicenda serba. Il presidente russo Putin da un lato ha trasformato in questi anni la Serbia in una colonia commerciale della Gazprom - la compagnia commerciale russa -, dall'altro lato non ha mosso un dito perché alle elezioni serbe si affermassero i nazionalisti filo-russi. Per Putin quindi la Serbia deve essere una colonia commerciale, ma non un satellite politico, ed il motivo lo ha spiegato ampiamente proprio lui a proposito dell'Ucraina, dicendo che se questa fosse un Paese meno ostile il governo russo sarebbe costretto anche a farle pagare di meno il gas.

In questa banale frase di Putin vi è tutta la verità storica sulla cosiddetta "fine del comunismo" e sulla "caduta del Muro di Berlino". Ci è stato narrato che il comunismo è crollato a causa della sua inefficienza economica e dello scontento popolare. Oggi scopriamo che dopo quindici anni di capitalismo, tutti i Paesi dell'ex blocco sovietico hanno meno produttività, meno infrastrutture e più miseria rispetto all'epoca del vituperato "socialismo reale", cioè dell'economia di Stato, che, nonostante i suoi disastri, non era per niente peggiore in termini di efficienza e benessere rispetto alla organizzazione privatistica dell'economia. Anche il mito dell'arretratezza tecnologica dell'Unione Sovietica - su cui John Le Carré aveva fondato il suo romanzo "La Casa Russia" - si è rivelato un falso, perché aerei e sommergili russi erano, e sono ancora, molto più sofisticati di quelli americani.

Cosa è cambiato realmente rispetto a quindici o venti anni fa? È cambiato che oggi il gruppo dirigente russo - la cosiddetta Nomenklatura - da semplice ceto privilegiato, si è trasformato in una classe di super-ricchi. Ecco il vero movente, la vera causa scatenante della crisi del "socialismo reale": non era la pressione delle masse, ma l'insoddisfazione del gruppo al potere, che vedeva sfuggirsi dalle mani tutti i possibili guadagni della vendita del petrolio e del gas.

Quindi le minacce alla proprietà pubblica non derivano dalla sua inefficienza, ma dal problema posto in molte occasioni da Bakunin, e cioè che il privilegio è un corruttore insaziabile, perciò ogni condizione di privilegio parziale tende a cercare di diventare assoluta.

Dal 1973, anno in cui il prezzo del petrolio ha cominciato a salire senza posa, per i nomenklaturisti deve essere stata una vera tortura pensare a tutto il petrolio ed il gas  che la Russia cedeva quasi gratis ai Paesi satelliti. Ciò spiega anche perché negli anni '70 il KGB abbia cessato la sua guerra ideologico/propagandistica, lasciando che si affermasse il mito del paradiso capitalistico a scapito del paradiso sovietico. In realtà gli agenti del KGB, convertitisi alla religione dell'affarismo, il paradiso capitalistico avevano già cominciato a prepararselo per sé stessi.

Il "socialismo reale" è caduto per motivi interni alla classe dirigente e non per la pressione popolare, ed anche il tentativo di Michail Gorbaciov di contemperare l'affarismo con la continuità del socialismo reale, è fallito per lo stesso motivo. Quando nel 1991, durante la prima Guerra del Golfo, il prezzo del petrolio è schizzato nuovamente alle stelle, i nomenklaturisti russi non ne hanno potuto più di aspettare e sono corsi ad arricchirsi, liquidando Gorbaciov e l'impalcatura del comunismo.

Per i suoi interessi affaristici, il gruppo dirigente sovietico non ha oggi più nessun interesse a contrastare  il colonialismo statunitense sull'Europa, perché un'Europa ostile è costretta a pagare di più il gas russo. L'Europa si è giovata per mezzo secolo del contrappeso sovietico, mentre ora deve subire contemporaneamente lo schiacciamento tra due colonialismi, ostili tra loro, ma convergenti nello spremere l'Europa il più possibile. Per la destra europea che sperava di trovare in Putin la sua salvezza, ciò costituisce una bella delusione.

7 febbraio 2008

Articolo (p)Link   Storico Archivio  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 601 602 603

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (40)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (33)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


10/10/2024 @ 01:27:27
script eseguito in 47 ms