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"Gli errori dei poveri sono sempre crimini, mentre i crimini dei ricchi sono al massimo 'contraddizioni'."

Comidad (2010)
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 21/06/2007 @ 00:32:55, in Commentario 2007, linkato 1152 volte)
Le ammissioni fatte in sede processuale da Marcello Fournier, in merito alle violenze poliziesche avvenute al G8 di Genova del 2001, lasciano quantomeno perplessi. Qui non si tratta di umiliare chi sta già confessando, accanendosi a rinfacciargli le sue colpe, come faceva Sergio Zavoli quando intervistava i ciclisti negli anni '60 e i brigatisti negli anni '80. Non si tratta nemmeno di indignarsi per il ritardo delle sue ammissioni, dato che non sarebbe molto anarchico mettersi a pronunciare giudizi sulle persone, neppure se fanno i poliziotti.
Il problema consiste nel chiedersi quanto sia realistico il quadro che consegue dalle dichiarazioni dell'allora vicequestore Fournier circa i fatti di Genova. Possibile che tanti diversi corpi di polizia si lanciassero in una tale ondata di brutalità senza aver ricevuto dall'alto degli ordini precisi a riguardo?
Anche se, come spesso accade, in quell'occasione i poliziotti erano sotto l'effetto di qualche sostanza eccitante, chi poteva autorizzarne una tale massiccia distribuzione?
Possibile che un alto funzionario come Fournier arrivasse ignaro sul luogo delle violenze e poi vi assistesse come se stupissero per primo lui?
Sembra quasi che con il suo racconto Fournier faccia leva sui pregiudizi antipolizieschi dei suoi ascoltatori per rendere credibile quella che è in effetti l'ennesima operazione di depistaggio.
In realtà i poliziotti non scatenano la loro ferocia in ogni occasione e soprattutto non con tutti allo stesso modo. Quando la polizia se la prende con anarchici e no global, è facile bollare le loro denunce come dettate da odio pregiudiziale verso le forze dell'ordine.
Ma fra le vittime delle violenze di Genova c'erano anche parecchi esponenti di organizzazioni cattoliche, legati spesso a loro volta ad altre persone influenti, tutti potenziali testimoni a cui i magistrati sarebbero stati disposti a credere.
E' stata fatta l'ipotesi che uno degli obiettivi principali dell'ondata di violenza poliziesca di Genova 2001, fosse proprio quello di ammonire il mondo cattolico a non usare il pacifismo come area per pescare consensi. È una possibilità, dato che nel luglio 2001 già si preparavano l'11 settembre, l'invasione dell'Afghanistan e dell'Iraq, e quindi occorreva irreggimentare il clero agli interessi del colonialismo statunitense.
Aldilà dell'attendibilità o meno del pacifismo cattolico, c'è da dire che il Vaticano sulla questione delle guerre contro l'Iraq aveva poco da scegliere, poiché l'Iraq (come anche la Siria) conta consistenti minoranze cattoliche di rito non latino, che sono in posizione molto più influente di quanto la loro entità numerica farebbe supporre, poiché risultano determinanti negli equilibri di potere tra le varie etnie.
Non è forse neppure un caso che in quello stesso periodo dagli Stati Uniti sia partita la campagna sui preti pedofili, che ha dato tanti colpi all'immagine della Chiesa cattolica. Anche qui, un anticlericalismo meditato, e non pregiudiziale, rimane diffidente di fronte a queste improvvise scoperte dell'acqua calda.
Agli inizi del '900, uno dei più attivi pubblicisti anticlericali, lo svizzero Emilio Bossi, pubblicava il libro "La degenerazione sessuale del clero cattolico", un saggio molto documentato che, con argomentazione scientifica, sosteneva la tesi secondo cui l'erotomania sarebbe una vera e propria malattia professionale del clero. Quindi il problema era già noto e sviscerato da tempo.
Negli anni '70 e '80 Hollywood rappresentava i preti cattolici come eroici combattenti contro il Maligno. Ma allora la Chiesa cattolica era per gli Stati Uniti un alleato (o uno strumento?) per combattere l'Unione Sovietica. Oggi invece anche un film come "L'esorcista" verrebbe prodotto senza far mancare la figura del prete pedofilo.
L'esperienza dimostra che non ci vuole molto per intimidire la Chiesa cattolica, come accadde quando il papa consegnò agli Americani Noriega, che si era rifugiato nella nunziatura apostolica di Panama. La Chiesa infatti ha già annacquato il suo presunto pacifismo e tiene duro solo su temi come la condanna dell'aborto e dell'omosessualità, in cui il pensiero del Vaticano coincide con quello dei Neocons americani.
21 giugno 2007
 
Di comidad (del 28/06/2007 @ 22:42:27, in Commentario 2007, linkato 1410 volte)
Proprio un anno fa le prime pagine dei quotidiani europei celebravano trionfalmente l'ennesima vittoria della democrazia americana: la presunta condanna nei confronti del presidente Bush da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti per la pratica delle detenzioni senza processo a Guantanamo. Ovviamente, anche questa vittoria della democrazia americana era fasulla come tutte le altre, poiché la Corte Suprema non aveva affatto condannato Bush, ma gli aveva solo suggerito di promettere di emanare prima o poi una legge ad hoc per formalizzare in qualche modo le detenzioni.
Mentre i sequestrati di Guantanamo sono ancora lì, in questi giorni sta circolando un appello alla Commissione ed al Parlamento dell'Unione Europea perché sollecitino i governi a non impedire che si svolgano indagini e processi contro gli agenti della CIA e di altri servizi segreti, imputati di aver attuato operazioni illegali come il sequestro di Abu Omar in Italia. L'8 giugno il processo a riguardo sarebbe dovuto iniziare, ma la Corte ha ritenuto di prendere tempo con dei pretesti procedurali.
Questo appello è stato lanciato dall'argentino Adolfo Péres Esquivel, premio Nobel per la pace, ed è stato sottoscritto da molti intellettuali e magistrati di prestigio. Da latino americano che sa di cosa parla, Esquivel sta cercando di mettere i cittadini europei in guardia contro la proliferazione di tante piccole Guantanamo nei Paesi dell'Unione Europea.
L'appello sta avendo in Europa la stessa risonanza che ebbe nel 2004 un analogo appello, sottoscritto dallo stesso Esquivel, per impedire che il tema dei diritti umani venisse strumentalizzato dagli Stati Uniti per inasprire la loro aggressione contro Cuba. L'appello del 2004 rimase ignorato, ed infatti le istituzioni europee sottoscrissero a suo tempo la campagna per l'isolamento di Cuba, come hanno fatto del resto quando hanno avallato le sanzioni contro Hamas e contro ogni altro nemico di turno degli Stati Uniti.
L'appello di Esquivel ha avuto il sostegno della Sinistra Europea, l'aggregazione di partiti comunisti, socialisti e verdi che promuovono una unità europea che offra ai popoli del mondo una sponda per difendersi dall'aggressività statunitense. Questo cedimento di tanti comunisti all'interclassismo dell'ideale europeistico, ha un referente ideologico nella teoria leninista dell'imperialismo, che si presta ad una doppia lettura pratica: combattere l'imperialismo del proprio Paese, ma anche sostenere tatticamente gli imperialismi minori contro il prevaricare di quelli maggiori.
D'altra parte il tema dell'imperialismo, in ogni sua variazione,è sempre risultato fuorviante. La fucina dei miti americanistici, storicamente, è l'Europa. È infatti in Europa che è nato e viene propagandato il mito dell'Impero americano, che serve a nobilitare l'ingerenza affaristico-criminale degli Stati Uniti.
L'illusione che l'europeismo possa costituire un contrappeso all'americanismo non ha alcuna base storica; al contrario l'europeismo costituisce un veicolo pratico della colonizzazione commerciale degli Stati Uniti. L'Europa è il vincolo che impedisce ai vari Paesi europei di attuare una propria politica economica.
L'Euro avrebbe dovuto costituire lo strumento dell'imperialismo economico dell'Unione Europea, mentre al contrario è l'arma del colonialismo commerciale statunitense. Un Paese come l'Italia oggi non può più contare sulla svalutazione della propria moneta per rilanciare le esportazioni, in più l'Euro sopravvalutato favorisce le esportazioni statunitensi. La stabilità dell'Euro non ha neppure impedito l'inflazione, che in passato veniva in parte attribuita proprio alle svalutazioni. I benefici effetti della stabilità monetaria, promessi da Prodi, non si sono mai visti.
Anche sul piano strettamente politico, l'Europa è complice degli Stati Uniti in ogni aggressione. L'apparente contrarietà del cosiddetto asse franco-tedesco alla ultima aggressione all'Iraq era appunto un'apparenza. Saddam Hussein aveva rinunciato ai suoi missili ed alle sue testate chimiche fidandosi delle garanzie del presidente francese Chirac. Quando gli Stati Uniti, grazie a quel disarmo, hanno potuto aggredire l'Iraq, Chirac non poteva non dichiararsi ufficialmente contrario senza perdere la faccia con gli altri governi arabi che aveva coinvolto per convincere Saddam a fidarsi.
Europeismo ed "atlantismo" (cioè filo-americanismo) sono ideologicamente omogenei e complementari. NATO ed Europa funzionano come strumenti complementari della lotta all'Oriente russo o islamico. Non può non esserci un legame teorico e pratico tra i cinquanta anni di europeismo dell'Italia e le centoundici basi militari americane che ha sul suo territorio.
L'europeismo mitico/americanismo pratico non nasce da un lucido disegno americano per colonizzare l'Europa, ma è effetto dello scontro di classe in Europa. L'adozione del modello americanistico non si è imposto per la sola forza degli Stati Uniti, ma anche perché la borghesia europea vi ha trovato un modo per demolire la resistenza delle concentrazioni operaie.
Il liberismo statunitense è stato adottato in Europa nella seconda metà degli anni '70, quando maggiori erano le difficoltà del cosiddetto Impero americano. Le privatizzazioni si sono risolte in una vera e propria deindustrializzazione, cioè la borghesia europea, per curare la "malattia" della resistenza operaia, non ha esitato a ricorrere all'amputazione.
Ciò non vuol dire che oggi l'aggressività statunitense non faccia paura anche ai gruppi dirigenti europei, ma qui è una questione di priorità: per la borghesia l'antioperaismo prevale su ogni altra preoccupazione.
28 giugno 2007
 
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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