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"Le decisioni del Congresso Generale saranno obbligatorie solo per le federazioni che le accettano."

Congresso Antiautoritario Internazionale di Ginevra, 1873
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 29/05/2008 @ 09:00:40, in Commentario 2008, linkato 1474 volte)
A Napoli la cosiddetta rivolta di Chiaiano ha ricalcato il copione già visto con la “rivolta” di Pianura il gennaio ultimo scorso: la polizia da una parte lascia scorazzare a piacimento le sue bande di provocatori di professione, e dall’altra carica sadicamente inermi cittadini che manifestano in modo pacifico. Il copione è lo stesso, ma il copyright è sempre quello del G-8 di Genova e del suo autore, Gianni De Gennaro.
Nel frattempo è ritornata all’attenzione la questione dei rifiuti tossici scaricati illegalmente sul territorio campano. La versione dei fatti accettata anche dai movimenti di opposizione è quella formalizzata a suo tempo da Roberto Saviano e Milena Gabanelli: la camorra - in particolare la novella Spectre, cioè il mitico Clan dei Casalesi - avrebbe organizzato la discarica abusiva di rifiuti tossici provenienti dalle industrie del Nord-Italia. Anche l’uscita dell’atteso film tratto dal libro di Saviano ha contribuito parecchio a rilanciare questa tesi, trattata in uno degli episodi. Nella versione cinematografica la suggestione delle immagini, un regista abile ed un attore fenomenale - che rende con toni realistici un personaggio luciferino -, ottengono l’effetto di impedire di accorgersi delle crepe evidenti nei sofismi proposti dalla pur insinuante scrittura di Saviano.
Come mistificazione, “Gomorra” ha il suo precedente in “Fronte del porto” (“On the waterfront”, 1954), un film di Elia Kazan, tratto anch’esso da un racconto e da una serie di reportage giornalistici, che fu a suo tempo oggetto di un’accurata analisi demistificatoria da parte di Roland Barthes. Anche in “Fronte del porto”, l’illegalità veniva descritta come un nemico interno ai lavoratori, una sorta di malattia dello spirito; e, infatti, in “Gomorra”, il sistema camorristico è tratteggiato come un’entità metafisica, priva di precise radici, perciò le sole spiegazioni concrete che vengono suggerite sono quelle razzistiche ed autorazzistiche.
Quando occorre chiarire il motivo della strana impotenza dello Stato di fronte a questi fenomeni criminali, si ricorre a spiegazioni riduttive come corruzioni, complicità e, naturalmente, la spiegazione/madre: l’incompetenza. Coloro che pretendono di chiarire tutto ricorrendo all’argomento dell’incompetenza, dovrebbero essere i primi a dimostrare di parlare con competenza, ma si guardano bene dal farlo.
In uno Stato alcuni comportamenti illegali individuali e slegati possono sempre verificarsi, ma solo lo Stato è materialmente in grado di organizzare un’illegalità di massa. Qui non si tratta di supporre oscure trame, al contrario: la demistificazione è un’arte dell’ovvio. Se si domanda che fine fanno i rifiuti prodotti dalle basi militari, la risposta sarà, ovviamente, che è un segreto militare. Ciò è comprensibile, poiché anche noi, quando depositiamo un sacchetto dell’immondizia, stiamo lasciando a disposizione una specie di autobiografia. Dai nostri rifiuti, si può sapere infatti quasi tutto dei nostri gusti e delle nostre abitudini. Allo stesso modo, dai rifiuti prodotti da una base militare si può risalire ad ogni sua attività.
Se i rifiuti di una base militare costituiscono un segreto militare, allora lo scarico dei rifiuti non può che essere sotto controllo militare, e più sono le basi militari, più questo controllo sarà capillare.
Come nasce, ad esempio, una discarica abusiva?
Vi sono rifiuti di origine militare che, per motivi di particolare segretezza, non possono essere smaltiti nelle discariche legali, allora si reclutano dei criminali comuni per svolgere insieme questo lavoro sporco. Una discarica abusiva è anche un enorme affare, un racket, attraverso il quale, la criminalità può essere finanziata e organizzata per altri lavori sporchi utili alle forze armate. L’intreccio tra militarismo e affarismo è quindi un dato oggettivo, non dovuto a corruzione dei singoli, ma che risulta dalle stesse procedure che si devono applicare.
È difficile stabilire se nasca prima l’uovo o la gallina, se sia il militarismo a determinare l’affarismo o se sia l’affarismo a incentivare il militarismo. Sta di fatto che esiste un complesso militare/affaristico/criminale che è motivato e giustificato dal segreto militare e che genera sempre nuova illegalità.
Nel momento in cui in Italia lo smaltimento dei rifiuti, da segreto militare che era, è addirittura divenuto per legge un segreto di Stato, si può capire quanti nuovi racket sorgeranno attorno ad ogni procedura segreta.
Da parte dei movimenti di opposizione, si tende ancora a suddividere l’intervento in tante fettine: l’antimilitarismo, l’antirazzismo, l’ambientalismo, mentre i vari problemi sono aspetti di un unico problema: il controllo militare/criminale del territorio. Da questa frammentazione dell’intervento di opposizione, nascono poi le soluzioni utopistiche che sembrano fatte apposta per favorire la propaganda ufficiale, per consentirle di dire: “Ragazzo, levati e lasciami lavorare”.
Mentre la drastica riduzione dei rifiuti - attraverso una riorganizzazione della produzione ed una raccolta differenziata porta a porta -, costituisce un obiettivo più che realistico, la parola d’ordine del “rifiuti zero” è una promessa che non sarebbe possibile mantenere, e quindi finisce per fornire alibi e giustificazioni al business militar/criminale dei rifiuti. La militarizzazione del territorio è la matrice della devastazione ambientale e dell’illegalità di massa, mentre il razzismo costituisce il messaggio con cui la guerra psicologica deve coprire tutto questo. Non c’è poi da stupirsi se la guerra psicologica ed il suo messaggio razzistico diventino anch’essi un business, come è dimostrato dagli incassi di “Gomorra”, sia libro che film.
Un film come “Gomorra” non ha solo una finalità di copertura, ma anche di rassicurazione per le popolazioni dell’Italia settentrionale, a cui viene lasciato credere che la questione dello scarico illegale dei rifiuti tossici riguardi solo l’Italia meridionale.
Con centotredici tra basi militari americane e NATO diffuse sul territorio ex-italiano, è del tutto irrealistico e illusorio pensare che il pericolo dello smaltimento illegale dei rifiuti tossici riguardi solo le regioni meridionali.
29 maggio 2008
 
Di comidad (del 22/05/2008 @ 09:01:18, in Commentario 2008, linkato 1721 volte)
Fra i commentatori ufficiali si è diffusa una sorta di nostalgia per la cosiddetta “sinistra radicale”, con una serie di interrogativi annessi, tra i quali il chiedersi se sia stato saggio liquidare delle formazioni politiche che erano utili a fare da sponda propagandistica e da capro espiatorio per le colpe e i ritardi più svariati.
La questione è mal posta, dato che il colonialismo non esprime un pensiero politico, ma solo slogan; e non agisce in base a considerazioni strategiche, ma si muove seguendo schemi elementari - per quanto subdoli -, secondo i quali si è fatti fuori non quando si costituisce un pericolo, bensì non appena si cessa di esserlo. Questa è la storia di un Saddam Hussein, che accetta di smantellare i suoi missili a testata chimica e quindi subisce l’invasione. Ma, in Italia, è anche la storia di un Moro, ucciso dopo aver rinunciato a denunciare la subdola ingerenza statunitense nella vicenda dello scandalo Lockheed; o di un Craxi, caduto dopo essere divenuto osservante filo-americano, da filo-arabo che era.
Il segnale politico della liquidazione della cosiddetta “sinistra radicale”, è stata la sua supina accettazione della nomina dell’ex capo della polizia De Gennaro a commissario straordinario per l’emergenza rifiuti a Napoli. Il segretario dei Comunisti Italiani, Diliberto, manifestò in quella occasione la sua cattiva coscienza in modo freudiano: si mise a fare battute razzistiche sul sangue di San Gennaro, mentre era evidente che la sua vera preoccupazione era per quello che avrebbe combinato De Gennaro.
L’incarico ad un provocatore di professione come De Gennaro, ha immediatamente sortito i suoi prevedibili effetti, per cui Napoli, oltre all’emergenza rifiuti, ora deve subire anche un’emergenza di ordine pubblico. L’informazione ufficiale si è incaricata di narrarci le mirabolanti imprese di presunti “abitanti delle periferie napoletane”, trasformatisi di colpo in provetti guerriglieri che assaltano i campi Rom con tattiche militari da accademia. Anzi, alcuni giornali locali avevano persino anticipato gli eventi di alcuni giorni, spiegandoci nei dettagli i preparativi delle varie guerriglie e insurrezioni di Chiaiano e di Ponticelli.
Dall’uomo che aveva prima organizzato i falsi scontri al G-8 di Genova, per poi trarne il pretesto dei famigerati massacri, non ci si poteva aspettare di meno, ed a questo punto il vero problema è solo di capire cosa stiano coprendo queste false emergenze. È ovvio che la presenza a Napoli del molo in cui stazionano i sommergibili nucleari statunitensi pone l’esigenza di avere a disposizione dei siti in cui smaltire le scorie e, di conseguenza, richiede un territorio sotto il pieno controllo coloniale.
Inoltre la fedeltà a tutta prova da parte di De Gennaro al padrone statunitense, è nota da sempre, tanto che l’ex-presidente della Repubblica Cossiga, durante un’interpellanza parlamentare del novembre 2006 (di cui c’è anche un video su YouTube), lo definì, oltre che come “losco e sporco figuro”, anche: “manutengolo della FBI americana”.
In quella circostanza Cossiga stava difendendo i suoi amici del SISMI dagli sviluppi giudiziari del caso del sequestro dell’imam Abu Omar, che si erano trasformati in un bis dello scandalo Lockheed. La CIA, dopo aver costretto il SISMI a collaborare al sequestro, aveva provocato una fuga di notizie per farlo mettere sotto inchiesta dalla magistratura italiana. A gestire le intercettazioni giudiziarie c’era, ovviamente, l’uomo di fiducia degli USA, cioè il solito De Gennaro. In questo modo la CIA, dopo aver fatto il proprio comodo sul territorio ex-italiano, avrebbe ottenuto anche di far smantellare il braccio segreto di tutte le operazioni affaristiche dell’ENI, cioè appunto il SISMI. In quella circostanza Cossiga non ha commesso l’errore di Moro, e ha fatto capire che per salvare se stesso e gli affari dei suoi amici del SISMI e dell’ENI, era pronto anche a sputtanare gli Stati Uniti.
È interessante anche il motivo - o il pretesto - di quella famosa interpellanza di Cossiga, ottenere cioè dall’allora ministro degli Interni Amato la lista dei giornalisti stipendiati dal vertice della Polizia. Chissà quanti nomi di eroici cronisti delle finte emergenze, delle finte guerriglie e delle finte faide camorristiche che avvengono a Napoli, si trovano in quella lista.
Ancora non si sa se De Gennaro abbia concluso o meno la sua missione a Napoli, ma comunque è certo che i suoi padroni non rinunceranno ai servigi del suo talento di provocatore e del suo staff di guerriglieri e giornalisti.
22 maggio 2008
 
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


14/12/2024 @ 23:58:24
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