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"Un'idea che non sia pericolosa non merita affatto di essere chiamata idea."

Oscar Wilde
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 27/10/2011 @ 01:48:06, in Commentario 2011, linkato 3678 volte)
Si può anche prescindere dalla questione della autenticità o meno dei video del linciaggio di Gheddafi, per constatare che la scelta della NATO di spettacolarizzare la morte di Gheddafi, rivela decisamente il carattere di una PSYOP (Psychological Operation), cioè di un atto di guerra psicologica. Al Jazeera, l'emittente dell'emiro del Qatar, ha assunto decisamente il ruolo di organo della guerra psicologica della NATO e della CIA, e questa sua ultima PSYOP del video-linciaggio è volta a confondere le acque e distrarre l'attenzione rispetto a dati ancora più inconfessabili.
Il 23 ottobre i festeggiamenti per la "liberazione" della Libia si sono svolti a Bengasi, non a Tripoli. Bengasi è sempre in festa, e festeggia soprattutto in nome e per conto di altre città della Libia.
A Bengasi infatti, e non a Tripoli, si sono svolti il 21 agosto scorso i festeggiamenti per la "liberazione" di Tripoli; un doppione dei festeggiamenti svoltisi il 18 marzo scorso per la proclamazione da parte del consiglio di Sicurezza dell'ONU della "no fly zone" (con il senno di poi questa locuzione inglese risulta particolarmente ridicola). La terna delle feste di Bengasi si è conclusa domenica, con l'ormai consueto spettacolo pirotecnico.[1]
Nella Libia "liberata" il governo provvisorio risiede ancora a Bengasi, ad indicare che l'effettivo controllo del territorio libico da parte della NATO e dei sedicenti ribelli è ancora al livello di sette mesi fa.
Da ciò si comprende che i video dovevano servire a creare l'illusione di una conclusione definitiva della vicenda, una "vittoria" da dare in pasto all'opinione pubblica mondiale, da tenere però impegnata in estenuanti dibattiti morali sulla liceità della vendetta, in modo da evitare che si possa seguire la pista dei soldi. Il linciaggio di Gheddafi dovrebbe anche dimostrare, secondo la Nato, che i "ribelli" dopotutto sono dei barbari immaturi per la democrazia e incapaci di gestire uno Stato di Diritto; risulta perciò assolutamente necessaria la tutela internazionale, soprattutto per quanto riguarda l'eventuale ministero del Tesoro del nascente Stato libero della Libia. Come sorprendersi quindi che il primo atto del nuovo governo della Libia "libera" sia stato quello di chiedere alla NATO di rimanere in Libia?[2]
Si può prescindere per un momento anche dal business del petrolio libico, attualmente ritornato in mano soprattutto alla multinazionale British Petroleum, che deteneva quasi il monopolio del petrolio libico prima del colpo di Stato di Gheddafi nel 1969.[3]
Si possono infatti ricavare notizie interessanti soffermandosi anche solo sul denaro contante. Secondo notizie della BBC, i beni libici attualmente congelati in banche straniere ammontano ad almeno cinquantatre miliardi di dollari. Una delle principali banche in cui questi soldi libici sono investiti è la Goldman Sachs, la quale si è rifiutata di dare ulteriori informazioni, rifugiandosi dietro la riservatezza per "proteggere" il cliente (un'altro esempio di comicità involontaria in questa vicenda). [4]
Altra questione ancora aperta è quella dell'oro della banca centrale libica, le cui riserve auree ammontano a centoquarantaquattro tonnellate, secondo le stime per difetto operate dal Fondo Monetario Internazionale il marzo scorso.[5]
A detta dell'ex banchiere centrale libico, passato ai "ribelli", le riserve valutarie ed auree della Libia ammontano complessivamente a centosessantotto miliardi di dollari, ma è tutto congelato, e ci vorrà una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU per sbloccarlo, cioè tutto dipende dagli Stati Uniti. Secondo l'ex banchiere centrale mancherebbe all'appello circa un 20% dell'oro libico, ma la colpa sarebbe tutta di Gheddafi, che l'avrebbe sottratto per comprarsi i consensi delle tribù. La morte di Gheddafi consente perciò a chi ha sottratto effettivamente quell'oro di goderselo senza rischiare di subire indagini.[6]
Si registrano poi strane coincidenze. Hillary Clinton ed il suo clan da quale banca dipendono? Ritorna un nome familiare: Goldman Sachs. La superbanca multinazionale aveva già finanziato nel 1992 la vittoriosa campagna elettorale presidenziale di Bill Clinton; ed in effetti Robert Rubin, dirigente di Goldman Sachs, era poi diventato ministro del Tesoro dell'amministrazione Clinton.[7]
Il legame tra il clan dei Clinton e Goldman Sachs è stato consacrato anche da un matrimonio dinastico. Una figlia dei Clinton, Chelsea, ha infatti sposato un altro dirigente di Goldman Sachs, il pregiudicato per frode bancaria Marc Mezvinsky. [8]
Si potrebbe pensare che Bill Clinton, per farsi bello e darsi le arie di politico incorruttibile, abbia preso le distanze da Goldman Sachs, magari additandone pretestuosamente le magagne. Invece no. Retto ed integerrimo com'è, Bill Clinton, ha preso pubblicamente le difese di Goldman Sachs a proposito delle inchieste che l'hanno coinvolta, dichiarandosi scettico circa le accuse che hanno colpito la superbanca.[9]
Anche Hillary Clinton non ha voluto far torto al genero soltanto per darsi delle arie di essere immune dal nepotismo; ed infatti il Dipartimento di Stato, diretto da Hillary, ha coinvolto Goldman Sachs in un super-progetto internazionale, sotto l'egida della NATO, per far scuola di business a donne imprenditrici in Afghanistan e Pakistan. Insomma, una pioggia di denaro pubblico per Goldman Sachs, su iniziativa della Clinton. La notizia si trova sul sito di Goldman Sachs.[10]
Si può essere certi che i Clinton hanno la coscienza così pulita, che il timore di incappare in un sospetto di conflitto di interessi non li dissuaderà affatto dall'andare incontro alle legittime aspettative di Goldman Sachs, anche per ciò che riguarda la questione dell'ulteriore spartizione delle risorse finanziarie ed auree della Libia.

[1] http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/21/foto/bengasi_in_festa_per_la_sollevazione_di_tripoli-20683527/1/
http://it.euronews.net/2011/03/18/a-bengasi-festa-per-la-decisione-dell-onu/
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/10/23/visualizza_new.html_668694965.html
[2] http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo1025774.shtml
[3 http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.thestreet.com/story/11228497/1/bps-outlook-in-libya-improves.html&ei=KOVsToWHLvTb4QTN36XZBA&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=2&ved=0CCsQ7gEwATgo&prev=/search%3Fq%3DBP%2Blibya%26start%3D40%26hl%3Dit%26sa%3DN%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26biw%3D960%26bih%3D507%26prmd%3Divns
[4] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.bbc.co.uk/news/business-13552364&ei=fIalTu76Ksjxsgb7mO2SAw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=2&ved=0CCsQ7gEwAThk&prev=/search%3Fq%3Dlibyan%2Bgold%2Bgoldman%2Bsachs%26start%3D100%26hl%3Dit%26sa%3DN%26rlz%3D1R2ACAW_it%26biw%3D960%26bih%3D507%26prmd%3Dimvns
[5] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.bbc.co.uk/news/business-12824137&ei=uY6lTsKpOY_RsgbOsaWVAw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=2&ved=0CDUQ7gEwAQ&prev=/search%3Fq%3Dlibyan%2Bgold%2Breserves%26hl%3Dit%26rlz%3D1R2ACAW_it%26prmd%3Dimvns
[6] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.reuters.com/article/2011/08/25/us-libya-gaddafi-gold-idUSTRE77O1XO20110825&ei=9kCoTu-LKs74sgbVsezFDQ&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=3&ved=0CDMQ7gEwAg&prev=/search%3Fq%3Dlybia%2Bgold%2Bcentral%2Bbanker%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Dimvns
[7] http://archiviostorico.corriere.it/1992/ottobre/06/GOLDMAN_SACHS_punta_Clinton_co_0_9210063639.shtml
[8] http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en%7Cit&u=http://news.bbc.co.uk/2/hi/8386968.stm
[9] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.huffingtonpost.com/2010/04/29/bill-clinton-im-skeptical_n_557085.html&ei=zEKkTsbiAseBOoL2ma0C&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CCUQ7gEwAA&prev=/search%3Fq%3Dbill%2Bclinton%2B%2Bgoldman%2Bsachs%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Dimvnso
[10] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www2.goldmansachs.com/media-relations/press-releases/current/10k-w-partnership.html&ei=OJ-lTtaoKNDKsgakqZH3Ag&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CCYQ7gEwAA&prev=/search%3Fq%3Dgoldman%2BSachs%2BHillary%2Bclinton%26hl%3Dit%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Dimvnso
 
Di comidad (del 03/11/2011 @ 01:12:34, in Commentario 2011, linkato 2066 volte)
Su una certa stampa di "opposizione" sono comparsi alcuni interventi tesi a ribadire che Gheddafi non va rimpianto, dato che era un "tiranno". Dieci anni fa non ci si poteva opporre alla NATO perché c'erano i fanatici di Al Qaeda; adesso che Al Qaeda è rientrata all'ovile della CIA (ammesso che ne sia mai uscita), l'impedimento ad una presa di posizione anticoloniale è dovuto al fatto che nei Paesi aggrediti dalla NATO ci sono i tiranni. Che sfortuna, c'è sempre un dettaglio fuori posto a guastare tutto.
Questa "opposizione" che alla fine si oppone sempre e solo ai più deboli, risulta un po' sospetta; ma, d'altra parte, non si può neanche stupirsi ogni volta del fatto che esistano gli opportunisti. Agitare questioni ormai irrilevanti ha lo scopo di fuorviare dal vero problema, e cioè che se forse in Libia c'era il tiranno, comunque sicuramente in questa circostanza non c'erano i "ribelli". Se è possibile che all'inizio contro Gheddafi si sia mossa anche una vera opposizione interna, certamente non era quella che ha avviato la guerriglia in Cirenaica, già armata di tutto punto dall'Emiro del Qatar, Al Thani (a proposito di tiranni).[1]
Quelli che i media hanno definito come "ribelli libici" sono quindi ciò che nel colonialismo confesso di un secolo fa veniva chiamato col nome ufficiale di "truppe coloniali di colore". Non si tratta infatti di ribelli e, nella maggior parte, neanche di Libici, ma di mercenari di varia provenienza; oppure di quei miliziani pseudo-islamici allevati sin da bambini nei campi di addestramento dei vari Emirati dagli anni '80, cioè dai tempi della guerriglia organizzata dalla CIA contro l'invasione sovietica dell'Afghanistan. Le truppe coloniali si sono avvalse inoltre non solo dell'appoggio aereo della NATO, ma anche della presenza di truppe scelte, in gran parte del Qatar. Sul terreno però erano presenti anche reparti speciali francesi e britannici, compresi le SAS. Era del tutto irrealistico che la NATO potesse appoggiare, anche solo in modo strumentale, una vera rivolta popolare; eppure qualcuno ha fatto finta di crederci.[2]
Tutto ciò sarebbe rimasto in sordina senza una sortita del ministro della Difesa francese, Gerard Longuet, il quale ha manifestato questo ruolo puramente coloniale dell'attuale "dirigenza" libica in un modo plateale e fuori dalle righe. Longuet infatti ha rilasciato lo scorso 22 ottobre un'intervista a "Le Monde" in cui, con il tono di chi dà ordini, ha affermato che la Francia intenderebbe fare la parte del leone nel business delle commesse militari per la ricostruzione degli armamenti dell'esercito libico, annientati dalle ventiseimila missioni aeree della NATO.[3]
Longuet parlava a nuora perché suocera intenda: mentre dava ordini al governo libico, faceva in realtà sapere agli "alleati" di non voler essere retrocesso a comprimario nel momento in cui c'è da spartirsi le spoglie. Il nervosismo ed il timore di esser scalzato hanno tradito Longuet, ed hanno conferito alla sua esternazione quel tono patetico che è tipico di chi sa di essere ormai marginalizzato, dato che il segretario di Stato USA, Hillary Clinton, si sta già comportando da padrona della Libia, ed ha appena piazzato a capo del governo un ex libico super-americanizzato.[4]
Dalle parole di Longuet si coglie infatti che egli sarebbe persino pronto a ripiegare su un più facile e realistico piano B, cioè arraffare la parte del bottino coloniale spettante all'Italia. Per ora Longuet e Sarkozy dovranno accontentarsi dei bei ricordi, quando vendevano tecnologia nucleare alla Libia. L'ex capo del governo coloniale libico, Jibril, come suo testamento spirituale, ha infatti appena lanciato al mondo uno di quegli annunci sconvolgenti che proprio ci mancavano: sarebbero infatti state ritrovate le armi atomiche dell'arsenale di Gheddafi. Era proprio quell'ulteriore riprova della malvagità del tiranno che serviva ai media mondiali per scatenarsi, e per gridare "Hai visto?".
L'agenzia ONU incaricata di svolgere funzione ispettiva in campo nucleare, l'AIEA, non ha potuto però darsi la zappa sui piedi e quindi a costretto Jibril a far marcia indietro. Jibril ha infatti ridimensionato il suo annuncio parlando del ritrovamento di armi chimiche (e chi è che non ha un insetticida in casa?).
La Libia infatti si trovava sotto le ispezioni dell'AIEA dal 2003, eppure l'agenzia nucleare dell'ONU non si era mai accorta di nulla; anzi, era stata proprio l'AIEA a farsi promotrice di un business nucleare in Libia, a favore di una delle multinazionali francesi del settore, l'Areva; la stessa compagnia multinazionale che avrebbe dovuto occuparsi del nucleare berlusconiano.
Sarkozy in persona, nel 2007, si era precipitato in Libia per abbracciare Gheddafi e concludere con lui l'affare nucleare, che pare fosse stato soffiato agli Stati Uniti. Si trattava nientemeno che di un impianto nucleare di desalinizzazione dell'acqua marina. Non è uno scherzo, i dissalatori ad energia nucleare esistono davvero.[5]
La micidiale arma nucleare ritrovata da Jibril sarebbe dunque un impianto di desalinizzazione. Quest'ordigno atomico è veramente micidiale, ma il suo pericolo, oltre alle solite fughe radioattive, è dovuto soprattutto alle voragini abissali che crea nella spesa pubblica dei Paesi che l'adottano. La dissalazione nucleare costituisce infatti una di quelle tecnologie pletoriche e farraginose (del tipo Alta Velocità) in cui oggi la Francia eccelle, e che consistono nell'allestire impianti i cui costi lievitano negli anni in modo incontrollato ed esponenziale: una vera manna per gli affari. L'AIEA, sin dagli anni '90, si è incaricata di cercare di rifilare questo mega-bidone nucleare dell'Areva a tutti i Paesi del mondo, e pare ci fosse riuscita con Gheddafi.[6]
Gheddafi forse pensava che, pagando queste sostanziose tangenti ai Paesi occidentali, sarebbe stato lasciato in pace. Purtroppo, se una classe dirigente è vincolata al suo territorio porrà inevitabilmente dei limiti allo sfruttamento da parte delle multinazionali; ecco perché Gheddafi è stato fatto fuori, per essere sostituito con un governo coloniale (pardon, democratico), composto da puri esecutori di ordini. Da come la NATO ha azzerato a colpi di bombe il sistema delle infrastrutture idriche, elettriche e sanitarie in Libia, si comprende che non era solo Gheddafi ad essere di troppo, ma anche la gran parte del popolo libico, che, con la sua sola presenza, ostacola l'occupazione e lo sfruttamento del territorio da parte delle multinazionali.
Immaginiamoci poi quanti struggenti ricordi avrà suscitato il clamoroso annuncio di Jibril nei dirigenti dell'AIEA: "Ti ricordi della bustarella che prendemmo quella volta dall'Areva...". Commovente.
Pare che anche il nostro ministro dei Licenziamenti, Sacconi, possa vantare nel suo curriculum, oltre che il titolo di Vittima del Terrorismo ad honorem, anche qualche anno di militanza in un'altra agenzia dell'ONU, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro. Non c'è dubbio che un'agenzia ONU fosse per Sacconi il luogo ideale dove coltivare e sviluppare i propri istinti criminali.

[1] http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/libia-qatar-ammette-invio-soldati-centinaia-con-il-cnt/news-dettaglio/4056737
[2] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.guardian.co.uk/world/2011/aug/23/sas-troopers-help-coordinate-rebels&ei=JfGwTs61HY7OswaBxuDrCg&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=3&ved=0CDwQ7gEwAg&prev=/search%3Fq%3Dqatar%2Blibya%2Bguardian%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1W1ACAW_itIT338%26prmd%3Dimvns
[3] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-10-29/parigi-preme-libia-commesse-militari-173153.shtml?uuid=AaGlQ7GE
[4] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-10-31/libia-alkeib-nuovo-premier-202156.shtml?uuid=AaxCXcHE
[5] http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.world-nuclear-news.org/newsarticle.aspx%3Fid%3D13774&ei=6VSuTriKKIvcsgb15qQH&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CCAQ7gEwADgU&prev=/search%3Fq%3Dlybia%2Bareva%26start%3D20%26hl%3Dit%26sa%3DN%26rlz%3D1R2ACAW_it%26biw%3D960%26bih%3D507%26prmd%3Dimvns
[6] http://fusione.altervista.org/energia_nucleare_desalinizzare_acqua_mare.htm
 
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


05/12/2024 @ 13:36:44
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