Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
In molti a Napoli avevano previsto che l’insostenibilità della montatura poliziesco-giudiziaria-mediatica verso Nugnes, assessore al Comune di Napoli, indicato come complice della camorra per la presunta insurrezione contro la discarica di Pianura, avrebbe condotto al consueto epilogo del suicidio di Stato, per togliere di mezzo un personaggio ormai non gestibile. La previsione era rimasta a mezza voce, per una sorta di timore di fornire idee ai potenziali assassini, che sono purtroppo giunti comunque da soli al proposito di realizzare quella che si presentava come la soluzione più scontata di tutto l’affare.
Nugnes è stato sacrificato al principio del “colpiscine uno per educarne cento”, poiché ora tutti gli amministratori locali sanno che chi si opponga alle discariche non ha un grande futuro davanti a sé.
Pochi giorni prima del “suicidio” di Nugnes, c‘è stata la “scoperta” da parte dell’esercito che le cave di Chiaiano, prima ancora di essere indicate come sito per una discarica, erano già da tempo una discarica per rifiuti tossici; cosa di cui tutti i periti che avevano compiuto i rilievi sul sito non si erano ancora accorti. Quindi, o i periti non avevano davvero compiuto i rilievi, oppure i rifiuti prima non c’erano.
Nonostante che la questione dei rifiuti sia avvolta dal segreto militare e dal segreto di Stato, ormai rimane ben poco di davvero misterioso. Il fatto è che nessun commentatore ufficiale si azzarda a trarre le logiche conclusioni.
Nelle Newscomidad del 21 dicembre 2006 avevamo scritto a proposito dei rapporti tra NATO e traffici illegali:
“Questa non può essere ritenuta una verità nascosta, ma solo una verità emarginata, dato che risulta dalla lettura incrociata degli stessi dati ufficiali. Anche se però questa verità venisse in primo piano, ciò verrebbe subito riassorbito dalla propaganda colonialistica: Roberto Saviano - o chi per lui - pubblicherebbe un altro best-seller per dimostrare che è stata l'onnipotente Camorra a riuscire ad
infiltrare e corrompere persino la base NATO di Bagnoli, e troverebbe un'opinione pubblica disposta a credergli, dato che il pregiudizio razziale non si fa smuovere da nessuna evidenza.”
La nostra previsione era stata in parte confermata, poiché su “la Repubblica” del 6 luglio 2007 lo stesso Roberto Saviano scriveva:
“Il pool dell’antimafia napoletana coordinato da Franco Roberti è riuscito anche a scoprire che la Capone era riuscita ad avvicinare il colonnello dell’aeronautica militare Cesare Giancane, direttore dei lavori al cantiere Nato di Licola. Il clan Zagaria infatti – secondo le accuse – è riuscito persino a lavorare per il Patto Atlantico edificando la centrale radar posta nei pressi del Lago Patria, punto fondamentale per le attività militari NATO nel Mediterraneo.”
Il titolo dell’articolo di Saviano su “La Repubblica” del 6/7/07 non riguardava però lo scoop dei rapporti tra NATO e camorra, ma proclamava : “Il clan dei casalesi conquista il centro di Milano”.
Insomma, i casalesi sono stati così bravi da mettere sotto anche la NATO, ma la vera notizia è che hanno preso il centro di Milano. Vuoi mettere.
La strategia seguita è stata dunque quella della minimizzazione o addirittura del silenzio, anche in questi ultimi giorni, quando la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha scoperto che persino le villette per i militari della NATO al Lago Patria - non lontano da dove sorgerà la nuova base NATO di Giugliano - erano state costruite dai casalesi.
I casalesi hanno in pugno la NATO: i media non hanno dedicato spazio a questa emergenza planetaria; ed hanno ragione, perché è molto più realistico pensare che sia la NATO a tenere in pugno la criminalità organizzata in Campania come in Kosovo, e questa non è una notizia da diffondere.
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