Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
In occasione della prossima visita del papa a Rio de Janeiro, le squadre della morte della polizia brasiliana stanno "ripulendo la città dai narcos", cioè massacrano la gente delle favela. Programmatica la denominazione ufficiale dei killer utilizzati: UPP, Unità di Polizia Pacificatrici.
Ma, si dirà, il povero papa Francesco di tutte queste violenze poliziesche non poteva essere a conoscenza. Forse lo hanno messo davanti al fatto compiuto? No, non è così. C'è addirittura un precedente. Durante la visita di Woytila a Rio de Janeiro nel 1997, vi furono le stesse operazioni delle squadre della morte. Di questi episodi sanguinosi si riferiva, in modo stringatissimo e imbarazzato, anche nel corpo di un articolo de "La Repubblica" dell'epoca.
Su questi crimini del 1997 commessi dalle squadre della morte nelle favela, in Brasile è stato fatto persino un film: "Tropa de Elite" del 2007. Un film ben fatto, confezionato da un artista abile e opportunista, che sa maneggiare tutte le ambiguità del linguaggio cinematografico, tanto che il film può essere letto sia come una denuncia della violenza poliziesca che come una sua esaltazione.
In un'intervista a "Mecanopolis", Jean Michel Vernochet affronta la questione Iran con argomenti che suonano familiari. Secondo questo analista, l’Iran non sarebbe ancora integrato nel nuovo ordine mondiale e quindi deve essere “distrutto”; parlando di distruzione non si riferisce necessariamente ad una distruzione materiale, ma anche ad una cancellazione della sua estraneità al controllo del dominio internazionale.
Negli USA esisterebbero due scuole: quella Kissinger-Bush e quella Brzezinski- Obama. Tutte e due le scuole condividono l’idea del dominio totale del mondo da parte degli Stati Uniti, che devono continuare ad espandersi. Ma mentre Bush si imbarcava in imprese militari estremamente impegnative, con risultati non sempre apprezzabili, Obama è molto più propenso ad ottenere gli stessi risultati, e forse di più, attraverso una strategia diversa basata sull’uso dei droni, di destabilizzazioni, provocazioni, false rivoluzioni, colpi di stato ecc. Questa strategia sembra dettata anche dalla situazione economica difficile degli USA, per i quali un tipo di intervento militare in grande stile sarebbe troppo dispendioso, e non ci sarebbero abbastanza soldi per praticarlo. La posizione ambigua della Russia sulla questione siriana, sarebbe dovuta alla preoccupazione di poter mantenere anche in caso di caduta di Assad, l’unico sbocco sul Mediterraneo. D’altro canto se si vuole aggredire l’Iran, la presa della Siria è decisiva. In questa prospettiva, il protagonismo della Francia, del Qatar e di altri "alleati", comunque sottomessi, sembra comportare un bel risparmio per gli USA.
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