"
"La condanna morale della violenza è sempre imposta in modo ambiguo, tale da suggerire che l'immoralità della violenza costituisca una garanzia della sua assoluta necessità pratica."

Comidad
"
 
\\ Home Page : Archivio : Commentario 2013 (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 11/07/2013 @ 03:03:29, in Commentario 2013, linkato 2751 volte)
La cattiva gestione dei reperti archeologici di Pompei è stata motivo per l'agenzia ONU Unesco di minacciare il ritiro della qualifica di "Patrimonio Culturale dell'Umanità" per questa area. Per fortuna, un miliardario filantropo statunitense, David W. Packard, con la sua fondazione Packard Humanities Institute, è giunto in soccorso delle autorità italiane con progetti modello, come quello per Ercolano, diventando un interlocutore stabile del ministero dei Beni Culturali. La fondazione filantropica ha stabilito la sua sede proprio in Italia, a Pisa, per consentire un impegno continuativo. L'attività filantropica di Packard è stata celebrata con entusiasmo dal quotidiano "Il Sole-24 ore".
Packard, nel suo slancio filantropico, non si occupa però solo di Beni Culturali, ma anche di politica estera, sostenendo lo sforzo delle neonate democrazie dell'Europa dell'Est. Insomma, è nato un vero e proprio impero filantropico Packard, che si sta affiancando agli imperi, altrettanto benemeriti, di George Soros e di Bill Gates.
David Packard è il figlio di uno dei fondatori del colosso informatico HP. David Packard padre svolse anche la funzione di vicesegretario alla Difesa nell'Amministrazione Nixon. Il fatto che l'industria di Packard fosse uno dei maggiori fornitori della Difesa non impedì dunque al magnate di andare a servire il proprio Paese nella veste di viceministro, poiché, in quella civiltà superiore, neppure si pone la possibilità di un conflitto di interessi. Si potrebbe dire che è roba di quaranta anni fa, tanto più che Packard padre ha fatto improvvisamente mancare i suoi preziosi servigi al mondo nel 1996. Invece la HP, appena nel giugno scorso, ha ottenuto dal Pentagono due contratti miliardari, uno per l'Esercito e l'altro per la Marina, che la terranno impegnata almeno sino al 2018.
Risulta chiaro a chiunque che l'intento umanitario è sia nella produzione di armi che nella gestione delle aree di interesse culturale, poiché entrambe convergono a consolidare la pace e la democrazia; ma, in questo mondo infestato dalla mala pianta dei complottisti, qualcuno potrebbe sospettare che il filantropo Packard usi la sua fondazione come ulteriore strumento di occupazione di un territorio già disseminato di basi militari USA. Tali ingenerosi sospetti coinvolgono anche il ministero dei Beni Culturali, che sarebbe ormai talmente occupato dal lobbying delle ONG filantropiche, da essere diventato un'agenzia di privatizzazione strisciante delle aree archeologiche più prestigiose e turisticamente remunerative. La privatizzazione potrebbe essere presentata come inevitabile se si ponesse l'emergenza di un ritiro della qualifica di Patrimonio Culturale dell'Umanità da parte dell'Unesco.
In questo malaugurato caso però si potrebbe rimpiazzare Pompei riconoscendo il titolo di Patrimonio Culturale dell'Umanità al prefetto Gianni De Gennaro. Non si tratta di un volo pindarico, poiché effettivamente De Gennaro costituisce un'enciclopedia vivente dei meccanismi del potere: dalla polizia, al commissariato per l'emergenza rifiuti, alla direzione dei servizi segreti, poi la nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sino a diventare oggi un collega di Packard. Il Cursus Honorum di De Gennaro si è potuto realizzare in modo assolutamente trasversale agli schieramenti politici ed alle dinamiche dei partiti, a dimostrazione che queste furiose diatribe tra destra e "sinistra" costituiscono un semplice talk-show.
Appena diventato presidente della maggiore industria italiana degli armamenti, Finmeccanica, De Gennaro è stato oggetto degli strali degli sprovveduti, che si sono domandati cosa ci faccia un ex poliziotto, e poi supremo dirigente dei servizi segreti, a capo di un'industria degli armamenti; come se non fosse arcinoto alle cronache che i maggiori piazzisti di armi nel mondo sono proprio i servizi segreti. L'importante è che le cronache rimangano abbastanza generiche e sopravvengano a fatto compiuto, a meno di non voler fare la fine di Ilaria Alpi, eliminata per aver disturbato un affare di armi del SISMI in corso in Somalia. Senza rivangare troppo questi casi incresciosi, si può soltanto concludere che il fatto che il piazzista ora sia addirittura diventato presidente costituisce semplicemente un esempio di sana meritocrazia. Il quotidiano "Il Sole-24 ore" ha infatti celebrato anche la nomina di De Gennaro a presidente di Finmeccanica, osservando che sicuramente gioveranno all'azienda gli storici ed eccellenti rapporti dello stesso De Gennaro con gli Stati Uniti.
Che i rapporti di De Gennaro con gli USA siano ottimi, è provato dal fatto che egli sia l'unico straniero ad essere insignito con la massima onorificenza del Federal Bureau of Investigation. Ecco finalmente uno che potrà parlare con il Pentagono e con tutti i servizi segreti USA in piena familiarità.
I soliti complottisti sospettano persino che De Gennaro avesse a che fare con i servizi segreti ancor prima di diventarne ufficialmente dirigente. Il SISDE fu infatti presente a Genova nel 2001 durante il famigerato G8, diffondendo notizie allarmistiche su manifestanti che avrebbero avuto intenzione di usare i poliziotti come "scudi umani". Proprio il tipo di notizie utili a creare il clima per il massacro alla scuola Diaz. La informativa SISDE sugli "scudi umani" fu riportata a suo tempo da quel giornale indipendente e imparziale che è "La Repubblica".
Ma chi tira in ballo argomenti del genere, non ha considerato le sacrosante motivazioni della sentenza che ha scagionato De Gennaro da ogni addebito per i fatti della Diaz. Parrebbe infatti che tutto sia avvenuto alle spalle di De Gennaro, il quale, per eccesso di affabilità e gentilezza d'animo, aveva difficoltà a farsi obbedire e prendere sul serio dai suoi sottoposti. Insomma, non lo pensava nessuno.
Per consolare il meschino di tanta incomprensione, arrivò per lui nel 2008, da parte del Presidente del Consiglio Prodi, la nomina a commissario per l'emergenza rifiuti a Napoli. La nomina fece scandalizzare gli sprovveduti e gli invidiosi del merito altrui, i quali si domandarono cosa c'entrasse De Gennaro con la monnezza. Invece, probabilmente, i rapporti di De Gennaro con la monnezza erano storici. Forse già allora egli si occupava e preoccupava di questioni attinenti agli armamenti ed alle loro ricadute in termini di sostanze tossiche.
Un paio di mesi fa un parlamentare del M5S, tale Roberto Fico, ha proposto che i militari italiani siano ritirati dall'Afghanistan per venire a presidiare il territorio della Campania, in modo da impedire gli sversamenti illegali di rifiuti tossici da parte della camorra. Fa sempre piacere quando questi movimenti nati in odore di estremismo, riconoscono finalmente il ruolo prezioso per la Nazione svolto dalle nostre gloriose Forze Armate.
Evidentemente Fico pensa agli sversamenti legali di scorie attuati dai militari, come quello ripreso in un video dell'ottobre 2008 nella discarica di Chiaiano. Peccato che riprendere video del genere sia sempre più rischioso, poiché con la Legge 123/2008, le discariche sono state proclamate aree di interesse strategico nazionale, e quindi coperte da una fattispecie di segreto militare.
Come quella di Forrest Gump, anche la biografia di Gianni De Gennaro costituisce la luminosa dimostrazione che non esistono cospirazioni o associazioni a delinquere, ma che la vita è tutta un gioco di felici coincidenze. Infatti il caso vuole che faccia parte del gruppo Finmeccanica una delle più importanti aziende specializzate nel prelievo e nello smaltimento di scorie tossiche, cioè l'Ansaldo Nucleare. Le centrali nucleari stanno lì apposta ad insegnarci che economia ed affari sono cose non solo diverse, ma addirittura opposte: più un affare è lucroso, più sarà antieconomico. Infatti il vero e grande business delle centrali nucleari non consiste nel loro funzionamento, bensì nella loro dismissione, nel cosiddetto "decommissioning". Produrre energia nucleare non rende, mentre fa guadagnare moltissimo gestire la rimozione e lo smaltimento delle scorie radioattive.
Quanto può durare e quanto può costare il decommissioning di una centrale nucleare? La risposta è un segreto, sia segreto di Stato che segreto militare. "Segreto" va inteso nel modo corretto, non nel senso che le cose non si vengano a sapere, ma nel senso che non si deve rendere conto di nulla. Questa impunità legalizzata crea assuefazione nell'opinione pubblica, perciò viene percepita alla fine come innocenza; quindi, anche quando le evidenze sono a disposizione di tutti, si continua a non voler vedere e non voler sapere. Il fatto che De Gennaro sia assurto ai fasti della presidenza di Finmeccanica, conferma quanto già era evidente, e cioè che il rapporto tra questo gruppo industriale ed i servizi segreti è organico: si tratta di due facce della stessa medaglia. I soliti sospettosi potrebbero osservare che l'esistenza di un tale intreccio tra servizi e segreti e Finmeccanica andrebbe a liquidare l'ipotesi che l'attentato del maggio dello scorso anno all'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare potesse essere alla portata dei due imputati attualmente sotto processo a Genova. Anzi, si porrebbero dubbi su tutta la formazione del meccanismo "probatorio". Tanto più che la Procura di Genova non ha potuto neppure contestare ai due imputati della presunta "Cellula Olga" il reato associativo, poiché l'articolo 416 del Codice Penale indica per questa specie di reato un minimo di tre persone organizzate fra loro.
Ma chi facesse obiezioni del genere, non terrebbe conto del fatto che il terrorismo è una categoria puramente morale, che sospende tutte le leggi della logica, della fisica e della biologia; il terrorismo è un mondo a parte, dove la cattiva intenzione rende possibile ogni cosa.
 
Di comidad (del 18/07/2013 @ 00:00:26, in Commentario 2013, linkato 2218 volte)
Ci voleva la solerzia dei nostri media ufficiali per evitare di sottolineare la coincidenza temporale tra l'abdicazione dell'emiro del Qatar, Al Thani, e la deposizione del suo protetto, il presidente egiziano Morsi, leader dei Fratelli Mussulmani. Al Thani ha abdicato, a favore di uno dei figli, il 24 giugno e, appena una settimana dopo toccava a Morsi di cedere il potere a causa di un colpo di Stato militare.
Gran parte dei commenti specializzati ha posto in evidenza l'insorgenza di sempre più gravi contrasti tra le due più influenti monarchie del Golfo Persico, il Qatar e l'Arabia Saudita. Questi contrasti sono andati a riflettersi in un aumento della conflittualità tra i movimenti politico-religiosi finanziati rispettivamente dal Qatar e l'Arabia Saudita, cioè i Fratelli Mussulmani ed i Salafiti. Si tratta di una conflittualità che non si sta esprimendo solo in Egitto, ma ora anche tra le milizie che cercano di abbattere il regime di Assad in Siria; milizie che ricevono la maggior parte dei loro finanziamenti proprio dal Qatar e dall'Arabia Saudita, le due potenze che hanno investito di più nel progetto di aggressione indiretta contro la Siria da parte della NATO.
L'eccezionale attivismo del Qatar negli ultimi tre anni ha sicuramente accentuato la sua rivalità con l'Arabia Saudita, in quanto entrambe le monarchie cercano di conquistarsi una leadership, nel senso di un ruolo privilegiato di guardiani del colonialismo USA. Le ambizioni dell'Arabia Saudita si misurano anche dal livello dei suoi acquisti di armi, ed infatti oggi questa monarchia costituisce il principale acquirente di forniture militari da parte del Pentagono.
D'altra parte, potrebbe anche non essere l'Arabia Saudita il principale ostacolo che Al Thani ha incontrato sulla via dei suoi sogni di grandezza. Nella vicenda egiziana agiscono infatti, in modo diretto e palese, anche altri attori, come il Fondo Monetario Internazionale. Il maggior finanziatore del regime dei Fratelli Mussulmani è stato il Qatar, il quale non si è limitato al finanziamento diretto, ma si è anche posto come garante di possibili prestiti per circa venti miliardi di dollari all'Egitto da parte del FMI. A quanto pare, però, sono state proprio le garanzie offerte dal Qatar a determinare le difficoltà di negoziato che hanno allungato i tempi per la concessione dei prestiti. Grazie a quelle garanzie, Morsi ha visto crescere il proprio potere contrattuale nei confronti del FMI, il quale non è riuscito così ad imporre le consuete condizioni connesse a questi prestiti, cioè le famigerate "riforme strutturali", che, nel caso egiziano, prevedono anche l'abolizione dei sussidi per la benzina.
Le imponenti manifestazioni di piazza contro Morsi sono state il motivo, o l'alibi, per la deposizione e l'arresto del presidente "democraticamente eletto" da parte dei militari egiziani. Certo che, se l'impopolarità di Morsi era più che giustificata, risulta anche strano vedere un popolo egiziano che si agita per consentire un cambio di regime che ha condotto al ruolo di vicepresidente un noto amico del FMI come El Baradei. Morsi aveva compiuto parecchi crimini, sia in patria che fuori, ma ora si ritroverebbe contestato dalla piazza, e poi liquidato, non per quei crimini, ma per non aver voluto togliere i sussidi alla popolazione. Ormai è noto che le "rivoluzioni colorate" spesso fagocitino autentiche istanze e rivendicazioni popolari, per poi deviarle attraverso tecniche di intossicazione ed infiltrazione.
I nostri media si sono fatti anche sfuggire l'occasione per sottolineare i legami della nostra attuale ministra degli Esteri, Emma Bonino, con il nuovo vicepresidente egiziano, El Baradei. Entrambi infatti sono fra i soci fondatori di un'altra delle creature dell'ottantenne finanziere "filantropo" George Soros, l'ICG (International Crisis Group); un'organizzazione non governativa no profit, che si avvale sia di finanziamenti da parte di privati che da parte di governi, a conferma che il denaro del contribuente è davvero ben speso. Come tutte le privatizzazioni, anche la privatizzazione della politica estera è stata attuata, manco a dirlo, con denaro pubblico.
Soros è una di quelle figure che presentano un lato davvero istruttivo, poiché liquidano le retoriche e le mitologie pseudo-storiografiche sulla cosiddetta "borghesia", e riconducono il "capitalismo" alla sua nozione autentica ed originaria di pirateria e di crimine organizzato. Una di queste associazioni di pirati ottenne la legalizzazione dal governo britannico nel 1600, e divenne ufficialmente la Compagnia delle Indie Orientali, l'antenata delle attuali multinazionali. Ma anche la società segreta americana degli "Skull and Bones" - come indica il suo stesso nome "Teschio e Ossa"- operava agli inizi dell'800 nel campo della pirateria e del traffico di oppio. Questa organizzazione criminale ottenne a sua volta la legalizzazione nel 1842, con il nome di Russell and Company, diventando ufficialmente una impresa commerciale, che operò "regolarmente" in Cina sino al 1891. Installatasi nell'Università di Yale, la "Skull and Bones" è diventata una delle matrici dell'oligarchia americana e dell'attuale CIA, la quale ovviamente continua la tradizione di famiglia del traffico di droga. Che anche il filantropo Soros risulti essere un trafficante di droga, a questo punto appare addirittura doveroso. A proposito di filantropia, oggi persino la "Skull and Bones" è registrata ufficialmente come una "charity", cioè un'associazione di beneficenza, cosa che le consente l'esenzione dalle tasse federali.
Come le altre ONG create dall'insano vegliardo, l'ICG si spaccia come espressione di "filantropismo privato", cioè come agenzia di "risoluzione di conflitti internazionali". Ma, di fatto, l'ICG i conflitti li promuove, ponendosi come agenzia di destabilizzazione e di "rivoluzioni colorate", e come sostenitore di "interventi umanitari" armati nelle aree di crisi, come nel caso del Kosovo. Tra il 1999 ed il 2000, l'attività dell'ICG fu determinante nel creare il clima mediatico, e nel confezionare il castello di "prove", utili a presentare il presidente serbo Milosevic come un aggressore e la NATO come un soccorritore.
Ma nei suoi rapporti sulla situazione kosovara, l'ICG si spingeva praticamente ad impartire istruzioni alla missione NATO, giungendo al punto di fissare precise scadenze temporali per le privatizzazioni delle imprese statali. Per la serie: quanto rende la filantropia.
Se il sedicente Occidente fosse anche lontanamente ciò che dice di essere, l'onnipresenza di Soros verrebbe riconosciuta come un problema persino se si trattasse davvero di un benintezionato. L'etichetta spregiativa e sbrigativa di "teoria del complotto" consente infatti di liquidare dei casi marchiani di conflitto di interessi. Che un finanziere privato possa essere al contempo un soggetto attivo di politica estera, e che inoltre possa avvalersi di tutte le opportunità di immunità fiscale e di riciclaggio offerte dal no profit, costituisce un palese assurdo in un mondo in cui qualsiasi poveraccio viene costretto ad inchinarsi alle forche caudine delle norme antiriciclaggio agli sportelli delle banche, e ai controlli antiterrorismo ed antidroga negli aeroporti. Nel "libero" Occidente la minaccia sarebbe rappresentata sempre e solo dai poveri, mentre la ricchezza conferisce uno status di superiorità morale.
I conflitti di interessi di Soros ricadono anche sui suoi diretti collaboratori, perciò ci sarebbe da rimanere perplessi sulla legittimità della nomina di El Baradei a vicepresidente egiziano, per quanto ad interim. El Baradei ha infatti lasciato le sue cariche nell'ICG solo nel 2011, all'atto del suo rientro in Egitto. La sua attività per destabilizzare il regime di Mubarak fu però sempre supportata dall'ICG, che si adoperò anche per il rilascio dello stesso El Baradei quando questi venne arrestato.
Dell'ICG fa parte anche un ex membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale USA, il notissimo Zbigniev Brzezinski, il quale però recentemente si è fatto notare per aver preso le distanze dalla politica dell'amministrazione Obama sulla Siria. Va sottolineato che le posizioni di Obama sulla Siria sono le stesse dell'ICG. Brzezinski ha ammesso pubblicamente quanto già si sapeva, e cioè che la "rivolta" in Siria è in realtà una invasione di milizie mercenarie, finanziate ed indottrinate da Qatar ed Arabia Saudita. Brzezinski suggerisce ad Obama un cambio di strategia e la ricerca di un accordo con Russia e Cina. La posizione meno cedevole tenuta da parte di Russia e Cina nel caso siriano, forse fa intravedere il risorgere di un equilibrio di potenza, e sembra che Brzezinski inizi a registrarlo.
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Aforismi (5)
Bollettino (7)
Commentario 2005 (25)
Commentario 2006 (52)
Commentario 2007 (53)
Commentario 2008 (53)
Commentario 2009 (53)
Commentario 2010 (52)
Commentario 2011 (52)
Commentario 2012 (52)
Commentario 2013 (53)
Commentario 2014 (54)
Commentario 2015 (52)
Commentario 2016 (52)
Commentario 2017 (52)
Commentario 2018 (52)
Commentario 2019 (52)
Commentario 2020 (54)
Commentario 2021 (52)
Commentario 2022 (53)
Commentario 2023 (53)
Commentario 2024 (10)
Commenti Flash (61)
Documenti (30)
Emergenze Morali (1)
Falso Movimento (11)
Fenêtre Francophone (6)
Finestra anglofona (1)
In evidenza (32)
Links (1)
Manuale del piccolo colonialista (19)
Riceviamo e pubblichiamo (1)
Storia (9)
Testi di riferimento (9)



Titolo
Icone (13)


Titolo
FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


19/03/2024 @ 04:56:43
script eseguito in 70 ms