Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Il premio nobel per la pace Barack Obama non si era dimenticato, nel suo discorso per l’attribuzione del premio, di dichiararsi simbolicamente sotto la protezione del Mahatma Gandhi. Eccolo in questi giorni in pellegrinaggio proprio nella terra del suo mentore, del quale si è recato subito a visitare la tomba. Eppure qualcuno ha avanzato il sospetto che non siano i princìpi gandhiani di resistenza coraggiosa contro l’oppressione, di determinazione attiva contro il colonialismo, di satyagraha, di incessante dedizione ai poveri ed agli emarginati, ad aver attirato il presidente degli USA.
Sarebbe invece, secondo voci malevole, un lucroso accordo commerciale di dieci miliardi di dollari con il governo indiano; di questi, ben cinque miliardi di dollari costituirebbero una colossale vendita di armi al governo indiano; si tratterebbe della sesta più grande vendita di armi da guerra nella storia degli Stati Uniti. Il governo americano darebbe così una mano soccorrevole al governo indiano, che è attualmente impegnato in una guerra di massacro contro il Kashmir, uno stato dell’India centrale, già devastato dalla povertà e dalla disperazione, ad un tale livello da rendere il suicidio tra i poveri endemico. Obama ha persino promesso di sostenere la candidatura dell’India per un posto fisso al consiglio di sicurezza ONU. Cinque miliardi di dollari non sono pochi in un periodo di difficoltà economiche. Se Obama sarà rieletto nel 2012, sarà perché le cosche militaristiche ed affaristiche che lo finanziano avranno giudicato sufficientemente redditizio mantenerlo lì.
Non sapendo più chi insultare, Marchionne se l'è presa persino con gli animali dello zoo, dimostrando ormai di dare dei punti anche a Brunetta in fatto di ingiurie. Nel frattempo però l'AD della FIAT ha continuato a svolgere la sua missione di agente coloniale, alienando quel po' che rimane della stessa FIAT alle multinazionali straniere.
Non ci voleva molto a prevedere che la separazione della FIAT in due settori, uno delle automobili e l’altro di camion e trattori, preludesse ad una cessione di quest’ultimo, secondo un consolidato schema coloniale. Qualche giorno fa “La Repubblica” affermava che la sorte delle società scorporate è segnata. Le uniche incognite sono il prezzo e l’acquirente. In realtà le ipotesi più attendibili darebbero la tedesca Daimler come possibile acquirente e il prezzo di svendita intorno ai 10 miliardi. Nel momento in cui ha annunciato lo spin off, Marchionne ha detto “l’auto è libera”; e infatti dopo essersi liberata di Termini Imerese, l’auto potrebbe liberarsi anche dei soldi provenienti da Fiat Industrial. Lo scorporo avrebbe proprio come effetto che i soldi della vendita di Iveco e CNH non andrebbero più a ripianare i debiti di FIAT, ma finirebbero direttamente nelle casse degli Agnelli. La Fiat perderebbe una rete internazionale efficiente e la Daimler si rafforzerebbe sul settore camion, eliminando un serio concorrente.
A chi gli contestava di guadagnare in un giorno più di quanto un operaio guadagni in un anno, Marchionne ha risposto irritato che vorrebbe vedere se chi si lamenta sarebbe disposto a fare quello che fa lui. Marchionne ha ragione: effettivamente non tutti sarebbero disposti, come lui, a fare l'agente coloniale.
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